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Messaggi del 25/01/2015

 

Big Eyes

Post n°12129 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

Se vi aspettate il solito film burtoniano, forse Big Eyes non fa per voi. In questo film tranne che negli occhi e nei colori, rimane veramente ben poco del vecchio Tim Burton.

Il film racconta la battaglia per la paternità dei quadri dei trovatelli con gli occhi grandi da parte dei coniugi Keane, in un'epoca in cui l'arte femminile non era presa in considerazione. Margaret con la sua causa contro il plagio del marito, può essere considerata una sorta di pioniera del femminismo. 

Un film che tira dritto liscio, nel racconto biografico più fedele possibile con l'unica variante di Christoph Waltz che ha la capacità di esaltare ed esagerare il suo ruolo.

Amy Adams invece nel ruolo di Margareth pur se molto brava sembra irreale, ma forse Burton voleva dare quella statura caricaturale anche alla sua parte. Non stupisce infatti che la sua parte più interessante sia quella più irreale, ovvero quando lei sempre più sola, comincia a vedere le persone con gli stessi occhi dei suoi quadri.

Burton decide di adottare uno stile classico nel raccontare il film, con il narratore esterno, macchina da presa sensibile al primo piano, montaggio attento al controcampo e attenzione al minimo dettaglio e alla ricostruzione degli episodi.

Il regista sembra nascondersi dietro questa biografia della sua amica Margareth, lasciandoci però una splendida scenografia che sembra catapultare lo spettatore nella San Francisco dell'epoca e il solito grande lavoro sui personaggi e sulle loro interpretazioni.

Per non parlare dei colori... un film coloratissimo, figlio del cinema burtoniano e della sua poetica.

Voto finale: 3+/5

Big Eyes

Poster

Big Eyes è l'incredibile storia vera di una delle più leggendarie frodi artistiche della storia. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il pittore Walter Keane (Christoph Waltz) raggiunse un enorme e inaspettato successo, rivoluzionando la commercializzazione dell'arte con i suoi enigmatici ritratti di bambini dai grandi occhi. Finché non emerse una verità tanto assurda quanto sconvolgente: i quadri, in realtà, non erano opera di Walter ma di sua moglie, Margaret (Amy Adams). A quanto pare, la fortuna dei Keane era costruita su un'enorme bugia, a cui tutto il mondo aveva creduto: una storia così incredibile da sembrare inventata.

  • PRODUZIONE: Silverwood Films, Electric City Entertainment, Tim Burton Productions
  • DISTRIBUZIONE: Lucky Red
  • PAESE: USA
  • DURATA105 Min
 
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Diffamazione: allarme dall’Ordine dei Giornalisti per la riforma da articolo21

Post n°12127 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

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“Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito a Roma il 22 gennaio 2015, esprime forte preoccupazione per quanto sta maturando nel dibattito parlamentare in relazione alle modifiche di legge sulla diffamazione a mezzo stampa. In particolare, tranne l’abolizione della previsione del carcere, alcune modifiche alla vigente legislazione appaiono, se confermate, peggiorative, e tali da mettere ulteriormente a rischio diritti costituzionali: per i cittadini di disporre di una corretta e completa informazione, per i giornalisti di informare.
In dettaglio, la previsione di sanzioni pecuniarie elevate risulta non equa, e costituisce un deterrente per l’esercizio della libera informazione. Tanto più se si tiene conto che la Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) di Strasburgo con ripetute sentenze ha stabilito che le sanzioni devono essere proporzionate alla capacità economica del giornalista querelato. Inoltre le pene accessorie riferite all’esercizio della professione devono rimanere di esclusiva competenza dei consigli di disciplina dell’Ordine.
La previsione di norme rigide per la rettifica da pubblicarsi in tempi stretti e senza possibilità di replica o precisazione, rischia di lasciare l’ultima parola al presunto diffamato, che avrebbe modo di manipolare a proprio vantaggio l’informazione.
In relazione alla rettifica, si ritiene necessario che il richiederla sia condizione indispensabile a qualsiasi azione giudiziaria nei confronti dei giornalisti.
In merito ai termini prescrizionali per l’azione civile relativa al risarcimento del danno alla reputazione, si chiede che siano ridotti ad un anno dalla pubblicazione, tempo più che sufficiente per ottenere la riparazione della propria reputazione.
Per l’informazione via web, le indicazioni finora emerse in sede parlamentare risultano confuse e penalizzanti, e di difficile praticabilità sia per la rettifica sia per il diritto all’oblio, e soprattutto per il rischio di moltiplicazione delle sedi giudiziarie.
Infine, la previsione per le querele temerarie appare timida e insufficiente”. Documentoapprovato all’unanimità.
23 gennaio 2015

 
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Quattro italiani al Sundance da cinecittànews

Post n°12126 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Cr. P.22/01/2015
6 Desires: DH Lawrence and Sardinia di Mark Cousins (Spotlight), Alberi che camminano di Mattia Colombo (Slamdance), Cloro di Lamberto Sanfelice (World Cinema Dramatic Competition) e L'inventore di giochi di Pablo Buscarini (Sundance Kids) sono i quattro titoli italiani selezionati al Sundance 2015, in programma da oggi al 1° febbraio. 

"Sea and Sardinia (Mare e Sardegna)" è uno tra i maggiori libri di non-finzione di D H Lawrence. È un resoconto appassionato del periodo passato sull’Isola nel 1921 con la moglie Frieda, sospinto dal desiderio di abbandonare l’Inghilterra, di trovare un modus vivendi più primitivo, di scoprire la gente e la fisicità. Attraversando la Sardegna sulle orme di Lawrence quasi un secolo dopo, il film, scritto con Laura Marcellino, indaga sui suoi desideri, imbattendosi in alcuni degli stili di vita descritti nel libro. 6 Desires: DH Lawrence and Sardinia è una lettera d’amore, un ritratto del viaggiare e della sete di spaziare, in un’epoca in cui Mussolini era in ascesa. Il film prova a ripensare questi elementi usando immagini di Paul Cézanne, Rembrandt e Hélène Cixous e la voce di Jarvis Cocker. 

Gli alberi che camminano del film di Mattia Colombo, scritto con Erri De Luca, sono un giovane boscaiolo, un liutaio, uno scultore, un ingegnere navale, un vecchio partigiano. Cloro, selezionato anche alla Berlinale in Generation, è la storia di Jenny, un diciassettene che sogna di diventare una nuotatrice di nuoto sincronizzato, fino al giorno in cui la sua vita spensierata di adolescente a Ostia, sul litorale romano, viene scossa dalla morte improvvisa della madre. Con un padre malato e un fratellino di nove anni di cui occuparsi, Jenny è costretta a trasferirsi in un altipiano nel cuore della Maiella. Protagonista è la giovane Sara Serraiocco, nel cast anche Piera Degli Esposti, Giorgio Colangeli, Ivan Franek. 

L'inventore di giochi, una coproduzione tra Argentina, Canada e Italia, con Joseph Fiennes e Valentina Lodovini, è la storia di Ivan Drago, 12 anni e la passione di inventare giochi. In seguito all'inspiegabile scomparsa dei suoi genitori e alla sua partecipazione a un concorso indetto dalla sinistra e misteriosa Compagnia dei Giochi Profondi, Ivan viene coinvolto in un'avventura che cambierà per sempre la sua vita. Dichiarato orfano, è costretto a frequentare una scuola terrificante, il Collegio Possum. Qui subisce ogni genere di angherie da parte di Krebs, il bullo della scuola. Ma trova anche l’amicizia della dolce Anunciacion, unica allieva femmina. Proprio grazie all’aiuto della sua nuova amica, Ivan riesce a fuggire dalla scuola e trova rifugio nella mitica città di Zyl, dove lo accoglie suo nonno, Nicholas Drago, che è stato ai suoi tempi un Gran Maestro Inventore di Giochi e ora è lieto di poter passare al nipote tutte le sue conoscenze. La speranza del nonno è che il talento di Ivan riporti la città di Zyl agli antichi fasti, com’era prima di cadere vittima della maledizione lanciata dal crudele Morodian. Ma quando si scopre che la sparizione di mamma e papà Drago era parte del diabolico piano ordito proprio da Morodian (capo della feroce Compagnia dei Giochi Profondi), Ivan dovrà fare i conti con il proprio passato, presente e futuro, ineluttabilmente collegati tra loro come in un tortuoso gioco dell'Oca...

 
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L’italiano di Capatonda, tra Verdone, Limitless e Fight Club

Post n°12125 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

Andrea Guglielmino22/01/2015
“Cosa riusciresti a fare con il 2% del tuo cervello?”. Fa il verso un po’ a Limitless, l’action con Bradley Cooper di qualche anno fa, ma anche a Fight Club e a mille altre pellicole di culto Italiano medio, il primo vero film di Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, conosciutissimo per le sue performance sul web e in tv (Mai dire Gol all’origine di tutto) ricche di trovate divertenti e umorismo surreale. La pellicola esce con medusa in 400 copie il 29 gennaio e, al contrario di tanti omologhi cresciuti sul web e approdati con fatica al grande schermo, fa molto ridere - grazie a un ottimo lavoro di sceneggiatura che incastone le gag in una trama perfettamente bilanciata - facendoci anche riflettere su alcuni aspetti della cultura del nostro paese. 

Vegano ambientalista arrabbiato, paladino del riciclo, trasformato da una pillola che lo rende stupido, coatto, volgare, ignorante infedele, perfetto concorrente per il talent show di grido Mastervip. Sono le due personalità 'italiote' che si accavallano nel protagonista della commedia, che riprende anche un po’ i tratti macchiettistici di certo cinema verdoniano. “Il mio italiano – spiega il regista – sta tra l'eroe e lo scarto della società. Tra i due forse sta meglio il menefreghista, ma alla fine arriva il momento del furbo compromesso”. Nel cast si mescolano compagni delle avventure tv e new entry: fra gli altri, Luigi Luciano in arte Herbert Ballerina, Enrico Venti (anche produttore esecutivo) in arte Ivo Avido, Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Franco Mari in arte Rupert Sciamenna, Adelaide Manselli in arte Anna Pannocchia. Non mancano i cameo, da Nino Frassica a Raul Cremona, da Andrea Scanzi a Lo zoo di 105

E il bello è che le risate continuano in conferenza stampa, dove non si riesce a essere sicuri di quanto le risposte siano serie e di quanto la cricca continui a prenderci affettuosamente per i fondelli: “uso il metodo Foroni – spiega  Ballerina/Luciano – non preparo assolutamente nulla e sparo le mie battute a caso, così non perdo spontaneità”. “In realtà – precisa Venti – nulla è lasciato al caso. Marcello è un perfezionista e anche un po’ rompiscatole”. Medusa ci crede molto: “A parte che era pieno di fan di Maccio nei nostri uffici – racconta Giampaolo Letta – ma abbiamo capito che ci sono ammiratori insospettabili. Non solo giovincelli e smanettoni ma anche sessantenni, professori e studenti”. “Sono cresciuto coi personaggi di Verdone – aggiunge Capatonda – e quindi sicuramente l’influenza c’è. Ma non volevo fare un film a episodi. Anche Frassica e Ciprì e Maresco sono miei miti, ma in generale il film è pieno di citazioni di cui quasi non mi rendo conto. Il mio primo film del cuore è stato Ritorno al futuro, poi mi sono dato all’horror e dopo al cinema impegnato di Milos Forman. Ho bevuto tanto cinema americano e adesso lo risputo fuori. Scriviamo molto per preparare le scene, ma tutto nasce da un gioco, dalle corbellerie che spariamo quando stiamo insieme. Insomma prima si improvvisa e poi si scrive”.  

 
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Vergine giurata in concorso a Berlino

Post n°12124 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

Cr. P.19/01/2015
Vergine giurata di Laura Bispuri, con Alba Rohrwacher, Lars Eidinger, Flonja Kodheli, Luan Jaha, Emily Ferratello, una coproduzione tra Italia, Svizzera, Germania, Albania e Kosovo, che sarà distribuita da Istituto Luce Cinecittà a marzo, sarà in concorso al Festival di Berlino (5-15 febbraio). Il film, tratto dal libro della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli) è girato tra l'Albania e l'Italia, in particolare Bolzano. Racconta la vicenda di Hana, una giovane forte e ribelle che decide di aderire alla regola tradizionale secondo cui una donna può vivere libera come un uomo a patto di rinunciare alla propria femminilità e restare vergine per tutta la vita secondo i dettami del Kanun. 

Laura Bispuri ha accolto con grande emozione la notizia: “Sono davvero felice di andare a Berlino con il mio primo lungometraggio. Ho lottato a lungo per fare questo film, spinta da un grande amore verso il personaggio di Hana/Mark e da un senso di responsabilità verso la storia che ho scelto di raccontare, una storia che è metafora del rapporto tra libertà femminile e mondo”. 

"Da subito ha pensato ad Alba Rohrwacher per il ruolo di una giovane donna albanese - aveva spiegato Laura Bispuri in un'intervista a Cinecittà News - solo lei può essere Hana, perché ha una fisicità molto particolare, che ho colto soprattutto ne La solitudine dei numeri primi. Un'attrice che, a seconda della scena nella quale si trova, cambia moltissimo". La regista, 35 anni, romana, ha prodotto la sua opera prima con le italiane Vivo Film e Colorado e il sostegno del MiBACT, del programma MEDIA, di Rai Cinema, con la svizzera Bord Cadre Films, la tedesca Match Factory Productions, l'albanese-kosovara Era Film Productions, la RSI Radiotelevisione Svizzera, Eurimages, la BLS Business Location Sudtirol Alto Adige. All'attivo della giovane cineasta tre cortometraggi, tra cui Passing in Time, premiato con il David, e Biondina (progetto perFiducia di Banca Intesa) vincitore di un Nastro d'argento.

In programma alla Berlinale anche il nuovo film di Wim Wenders in 3D Every Thing Will Be Fine con James Franco, Rachel McAdams e Charlotte Gainsbourg che sarà presentato fuori concorso. 
Completano la selezione ufficiale Aferim! di Radu Jude, il cileno El Club di Pablo Larrain, il documentario di Patricio Guzman The Pearl Button, il giapponese Chasuke's Journey di Sabu, il tedesco Elser di Oliver Hirschbiegel, sempre fuori concorso, biografia di Georg Elser, modesto falegname di Königsbronn che l’8 novembre del 1939 minacciò la vita di Hitler con un attentato dinamitardo nella birreria Bürgerbräukeller di Monaco, mancando il suo obiettivo di soli 13 minuti.

Every Thing Will Be Fine 
è scritto dal norvegese Bjorn Olaf Johannessen e racconta la storia di Tomas (Franco), uno scrittore che provoca un incidente e passa i successivi 12 anni a indagare le conseguenze della tragedia sulla sua vita e su quella di Kate (McAdams). Wenders riceverà a Berlino l'Orso alla carriera. Il regista tedesco ritiene che Every Thing Will Be Fine inauguri una nuova fase del 3D, perché utilizza la tecnologia non per creare effetti visivi, ma per immergere il pubblico nel dramma interiore dei suoi personaggi. 

 
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Dai film di propaganda a Sergio Leone, 50 anni in mostra agli Studios

Post n°12123 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Stefano Stefanutto Rosa23/01/2015
“La creazione di un Museo del cinema e dell’audiovisivo, annunciata dal ministro Franceschini, s’inserisce bene nel progetto, avviato da qualche anno, di far diventare tutta l’area antistante a via Tuscolana un’area culturale, aperta al pubblico - dichiara a CinecittàNews l'ex presidente di Cinecittà Studios Luigi Abete alla presentazione della mostra permanente Girando a Cinecittà, 1937-1989 - Abbiamo in progetto di sviluppare un progetto anche per la cosiddetta Galleria masse, che ospiterà una serie di iniziative. L’obiettivo finale è quello di offrire più offerte omogenee sul piano culturale generale, ma diverse per i contenuti, che possano attrarre il visitatore. Voglio solo ricordare che questo progetto qualche anno fa da alcuni era ritenuto una devianza e oggi invece è considerato centrale. Insomma nell’area di Cinecittà possono coesistere più funzioni - conclude Abete - quella della produzione cinematografica rivolta ai mercati internazionali, soprattutto ora grazie a un tax credit vantaggioso, un’area culturale e un’area di entertainment più vario che si progetta su via Lamaro”. 

Il nuovo percorso 'Girando a Cinecittà, 1937-1989' si affianca agli altri due preesistenti: 'Perché Cinecittà-1935-1945'  dedicato alle ragioni storiche della nascita degli Studios e 'Backstage-Un Percorso didattico per Cinecittà', dedicato alle fasi di realizzazione di un film, sezione che, nel corso del 2015, si trasformerà in un percorso interattivo e digitale.
La nuova mostra racconta dal 1937, anno di fondazione di Cinecittà, la storia delle produzioni più importanti che nei decenni si sono susseguite  negli Studios e che hanno costituito la storia del cinema.
Un percorso che attraverso i generi - peplum e kolossal, commedia all’italiana, spaghetti western, polizieschi - omaggia gli interpreti più famosi e le pellicole più celebri grazie a una ricca selezione di immagini, montaggi di estratti filmici e una selezione di costumi. Oltre agli ambienti dedicati ai generi, la mostra 'Girando a Cinecittà' ne propone altri: i film storici e di propaganda girati tra il 1937 e il 1943 a Cinecittà, il neorealismo, il cinema di Sergio Leone, in cui la scenografia è ispirata a C’era una volta in America, gli anni ’70 e ’80, e infine un’inedita selezione di costumi originali a cominciare da quelli indossati da Liz Taylor e Richard Burton in Cleopatra e La bisbetica domata.

Prodotta da Cinecittà Studios, 'Girando a Cinecittà' è stata realizzata grazie al contributo di Istituto Luce Cinecittà-Archivio Luce, RAI Teche, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale.
“Inauguriamo questa mostra - dice Giuseppe Basso AD di Cinecittà Studios - proprio quando 'Cinecittà si mostra', nata nel 2011, festeggia il mezzo milione di visitatori, di cui 20mila sono gli studenti registrati nel 2014. La sfida vinta è stata quella di far convivere l’offerta culturale accanto alla produzione internazionale attratta dagli incentivi fiscali. Parliamo del remake di Ben Hur, le cui riprese sono previste da febbraio a giugno coinvolgendo 5 teatri di posa, e il sequel Zoolander 2, diretto e interpretato da Ben Stiller”.

'Girando a Cinecittà' è stata curata da Alida Cappellini Giovanni Licheri, autori delle scenografie e degli allestimenti: “Siamo cresciuti a Cinecittà, vivendo periodi felici e di crisi, conoscendo un grande artigianato fatto di pittori, sarti, falegnami e macchinisti, che si è fatto conoscere nel mondo”, ricorda lo scenografo Licheri. I costumi sono a cura di Nicoletta Ercole, mentre la sezione dei filmati è stata affidata a Italo Moscati che ha selezionato i titoli “partendo dalla forza, dal pathos del nostro cinema, e valorizzando un luogo unico della storia italiana dove sono stati girati 4mila film”.

 
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Via libera al Museo del Cinema e dell’Audiovisivo a Cinecittà

Post n°12122 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 
Tag: news

redazione22/01/2015
E’ stato approvato oggi alla Conferenza Unificata il progetto del Museo del Cinema e dell’Audiovisivo, voluto dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,Dario Franceschini, che avrà sede stabile all’interno di Cinecittà e la cui realizzazione è affidata a Istituto Luce-Cinecittà.
Commenta Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà: "Un luogo e un’occasione aperta a tutti quanti in Italia detengono documentazione della nostra memoria audiovisiva; pensiamo ad esempio da subito al coinvolgimento del Centro Sperimentale di Cinematografia e delle Teche Rai. Il Museo ospiterà anche mostre monografiche e temporanee, e rientra - prosegue Cicutto - nella più ampia strategia per rendere Cinecittà un centro di proposte culturali, pur mantenendone il core business nella produzione audiovisiva. Il Museo vedrà la luce durante i mesi dell’EXPO di Milano. Non confligge con altre strutture museali, ma si pone non soltanto per favorire e approfondire la memoria audiovisiva del Paese, ma come stimolo per iniziative nuove di conoscenza della nostra cinematografia e di attività di formazione legate ai mestieri del cinema. Mi auguro – conclude Cicutto - diventi il centro di un programma di scambio fra tutte le realtà internazionali del settore, una sorta di Erasmus delle attività audiovisive, parte del DNA di una città come Roma, ricca di uno straordinario passato e insieme attenta a dotarsi degli strumenti per proiettarsi nel futuro. E che diventi una nuova opportunità di lavoro all’interno di Cinecittà".

 
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Si apre nuovo percorso espositivo permanente in studios da Ansa

Post n°12121 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

 

Girando a Cinecittà, in mostra 70 anni di film

 

(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Pltre 120 film, da La Corona di ferro a Ben Hur, da L'oro di Napoli a La bisbetica domata , passando per Senso, la commedia all'italiana e l'omaggio a Sergio Leone, per raccontare con oltre 300 foto, costumi, scenografie e una sessantina di filmati, montati ad hoc e proiettati su grandi schermi, 70 anni di cinema, dal 1937 agli anni '90. E' 'Girando a Cinecitta'', percorso espositivo permanente, aperto da domani negli studios romani, che arricchisce con otto nuovi ambienti gli allestimenti preesistenti (come 'Perche' Cinecitta'' e 'Backstage') di 'Cinecitta' si mostra', inaugurata nel 2011.

Il direttore generale di Cinecitta' Studios, Giuseppe Basso, che produce la mostra, sottolinea il successo ottenuto finora dai vari percorsi: ''Abbiamo staccato pochi giorni fa il 500millesimo biglietto, e tra i visitatori abbiamo avuto anche 20mila ragazzi delle scuole, di cui la meta' stranieri''. Anche se, sottolinea Basso, ''non tutti hanno creduto in quest'iniziativa, molti pensavano Cinecitta' dovesse rimanere 'per pochi'. Noi abbiamo rotto questa barriera, ora e' sia un luogo per grandi maestri sia per il pubblico''.

Il viaggio di Girando a Cinecitta' parte dai film storici e di propaganda girati a Cinecitta' tra il 1937 e il 1943, come La corona di Ferro e Ettore Fieramosca, che rivivono anche nei 'prossimamente' (i trailer dell'epoca); si arriva al Neorealismo a attraversando una piccola galleria che rievoca le macerie del bombardamento nel '43 di Roma. Nell'allestimento curato dagli scenografi Alida Cappellini e Giovanni Licheri, Italo Moscati (per ricerche e parte video) e Nicoletta Ercole per i costumi, spazio poi alla Hollywood sul Tevere, tra grandiose grandi produzioni come Ben Hur ( di cui si girera' presto a Cinecitta' un remake) e Quo vadis. Pellicole che richiedevano migliaia di comparse, che arrivavano dal centro di Roma a Cinecitta' con il 'tranvetto delle stelle', stilizzato in uno dei corridoi. C'e' l'omaggio a Piero Tosi (Premio Oscar alla carriera 2014), con i suoi costumi per Liz Taylor e Richard Burton (dei quali sono esposti anche i costumi di Cleopatra, realizzati da Vittorio Nino Novarese, Irene Sharaff e Renie', ndr) in La bisbetica domata di Franco Zeffirelli e l'abito da viaggio nero con veletta di Alida Valli, accanto alla divisa da ufficiale austriaco di Farley Granger in Senso di Visconti.

Fra i protagonisti anche la commedia all'italiana e in una saletta dotata di entrata in stile saloon, tra finta dinamite, speroni e bisacce, gli spaghetti western. Un altro maestro dei costumi come Danilo Donati e' ricordato con due sue creazioni per Storie scellerate di Sergio Citti (1973), nella sala sui film degli anni '70 e '80, da Bertolucci a Verdone. Infine in un ambiente ispirato alla scenografia di C'era una volta in America, si rende omaggio a Sergio Leone, tra foto, filmati e interviste. In attesa a Roma delle riprese di Spectre, il nuovo film su 007, Basso ha ricordato come gli studios siano in pieno fermento per altri progetti internazionali: ''Stanno per cominciare le riprese del remake di Ben Hur, che prendera' cinque teatri di posa, mentre Ben Stiller, sta preparando Zoolander 2, per cui utilizzera' sei teatri''.

 
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Per Bizzarri-Kessisoglu e per l'attore napoletano è un bis

Post n°12120 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

Siani, Pintus e Luca e Paolo al Festival

(ANSA) - MILANO, 23 GEN - Alessandro Siani, Angelo Pintus e Luca e Paolo saranno ospiti del prossimo Festival di Sanremo (10-14 febbraio). Lo ha annunciato oggi Carlo Conti a Milano, in occasione dell'ascolto dei brani di Campioni. Per Luca e Paolo si tratta di un ritorno, dopo l'esperienza come conduttori nel 2011 accanto a Gianni Morandi, ma anche Siani è già stato all'Ariston come ospite nel 2012. E' al debutto, invece, Angelo Pintus.

 
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Daniele Luttazzi assolto? Carlo Freccero "Godo come un pazzo. Potrei rifare un programma con lui" da huffingtonpost

Post n°12119 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

 

Daniele Luttazzi assolto? Carlo Freccero "Godo come un pazzo. Potrei rifare un programma con lui"

Pubblicato: 23/01/2015 15:27 CET Aggiornato: 23/01/2015 16:38 CET
LUTTAZZI

 

"Ora che tutti sono contro la censura potremmo condurre un programma insieme". Carlo Freccero dice la sua dopo l'assoluzione di Daniele Luttazzi e Marco Travaglio dall'accusa di diffamazione ai danni di Silvio Berlusconi, che aveva chiesto dieci milioni di euro di risarcimento per l'intervento del giornalista alla trasmissione Satyricondel 14 marzo del 2001.

L'autore televisivo ha anticipato alla Zanzara la possibilità realizzare un programma insieme a Luttazzi: "La coppia potrebbe tornare soprattutto adesso che tutti sono contro la censura, con questa benedizione. All'epoca anche una parte della sinistra era ferocemente contro di noi".

"Vedo ogni giorno dei cadaveri che passano davanti a me e sono profondamente felice. Da quando ho lasciato la Rai è una cavalcata con vendette cucinate a freddo. E godo, godo, godo come un pazzo"

Luttazzi, dice Freccero avrebbe accolto con entusiasmo il nuovo progetto: ""Ho parlato con Daniele e l'ho trovato carico, pimpante, soddisfatto. Ha veramente sofferto. Siamo quelli che abbiamo pagato di più per questa storia, io non ho più lavorato per 5 anni. Ma qualcosa insieme si potrebbe ancora fare

Resta l'interrogativo su quale rete ospiterà il programma: "Vedremo, ma non La7 perchè abbiamo dei problemi anche lì, c'è ancora un giudizio aperto per Decameron".

 
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