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Messaggi del 26/10/2015

 

Inside out

Post n°12691 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 

Qualcuno potrà mai dire che la disney-pixar non faccia capolavori quasi sempre o che non sappia ogni volta far emozionare? Difficile; ed infatti ancora un volta la disney grazie alla sempre più straordinaria pixar: ci regala l'ennesima perla con Inside out.

Riley ha undici anni e una vita felice, Cresce insieme alle sue emozioni che, accomodate in un attrezzatissimo quartier generale, la consigliano, la incoraggiano, la contengono, la spazientiscono, la intristiscono, la infastidiscono. Dentro la sua testa c'è Joy, che rappresenta la gioia, e che comanda tutto. Fear, la paura; Sadness, la tristezza; Disgust, il disgusto e Anger, la rabbia. Trasferitisi in una nuova città, Riley non riesce ad adattarsi alla nuova vita. Sadness e Joy peggiorano le cose, uscendo dal quartier generale per incidente e rischiando di compromettere il tutto.

Un film non facile da capire, soprattuto per i più piccoli; ma che riesce a scavare dentro di noi, alla ricerca delle cose veramente importanti; un viaggio attraverso le emozioni che guidano la nostra vita.

Oltretutto, Inside Out, è anche una metafora sul ciclo della vita. Più diventiamo grandi e e più non possiamo più vivere solamente sognando ad occhi aperti. Ed è qui che, un sentimento considerato negativo come la tristezza, sa affrontare in maniera più calma e moderata rispetto alla gioia, gli ostacoli che la vita ci pone davanti ogni giorno; anche se una piccola parte di noi continuerà a mantenere in vita il bambino che eravamo, assieme a quella spensieratezza.

Come spesso accade nei film Pixar la regia è doppia, e qui abbiamo Pete Docter e Ronnie Del Carmen assieme a un'intera squadra creativa che sa realizzare l'ennesimo spettacolo visivo, con il solito livello altissimo a livello grafico.

Che dire impossibile resistere alla carica emozionale che ancora una volta la disney sa dare; così come è sorprendente la capacità di raccontare storie sempre originali ricche di drammaticità ed eleganza assieme alla Pixar, che probabilmente realizza uno dei suoi film più belli e riusciti.

Voto finale: 5+/5

Poster

Protagonista di Inside Out è la giovane Riley che, costretta a trasferirsi con la famiglia in una nuova città, deve fare i conti anche con le emozioni che convivono nel centro di controllo della sua mente e guidano la sua quotidianità, e che non sono d’accordo su come affrontare la vita in una nuova città, in una nuova casa e in una nuova scuola. Gioia è il motore del gruppo e mantiene tutti attivi e felici; cerca sempre di vedere il lato positivo delle cose. Paura è una sorta d'impiegato perennemente stressato: ha sempre paura di perdere il suo lavoro ma, poiché lui è il suo lavoro, questo non accadrà mai. Rabbia è arrabbiato: sa che i membri del gruppo hanno buone intenzioni e fanno del loro meglio ma, a differenza sua, non sanno come funzionano le cose. Quando è troppo esasperato, la sua testa prende fuoco. Disgusto è molto protettiva nei confronti di Riley; ha delle aspettative alte verso il prossimo ed è poco paziente. Tristezza è divertente, anche nel suo essere triste: è intelligente e sempre previdente ma rappresenta una vera e propria sfida per Gioia.

  • MONTAGGIOKevin Nolting
  • MUSICHEMichael Giacchino
  • PRODUZIONE: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
  • DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures
  • PAESE: USA
  • DURATA94 Min
  • FORMATO: 2D e 3D
NOTE:

Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2015.

 
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Guccini, in arrivo cofanetto e romanzo da Ansa

Post n°12690 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 

Il 27/11 raccolta di 40 anni di carriera, il 3/11 il libro

(ANSA) - ROMA, 23 OTT - Un cofanetto che racchiude 40 anni di carriera e un nuovo romanzo. La carriera di Francesco Guccini è raccolta in "Se io avessi previsto tutto questo-Gli amici, la strada, le canzoni" (Universal), in uscita il 27/11. Un'opera monumentale, attraverso inediti riscoperti, rarità, duetti, collaborazioni, live mai pubblicati, in versione deluxe (4 cd) e super deluxe (10 cd). Guccini, torna anche in veste di scrittore: il 3/11 esce "Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto" (Mondadori).

 
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Pier Paolo Pasolini, una vita da corsaro

Post n°12689 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 
Tag: news, STORIA

Pier Paolo Pasolini, una vita da corsaro
A 40 anni dalla morte. Più che per l’omosessualità dava scandalo per le battaglie contro l’ipocrisia e il conformismo dilagante dell’Italia “orribile”

Pier Paolo Pasolini era nato a Bologna il 5 marzo 1922 ma trascorse gran parte dell’infanzia e della giovinezza a Casarsa, in Friuli, il paese d’origine della madre

25/10/2015
MARCO BELPOLITI

Nel 1972, consegnando alle stampe il volume di saggi Empirismo eretico, Pasolini scrive che è la morte a compiere un fulmineo montaggio della vita di ciascuno; è lei che sceglie i momenti veramente significativi e li mette in successione, facendo del presente, incerto, indeciso, luogo dei possibili, qualcosa di stabile, di chiaro, e dunque di descrivibile: «Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci». 

 

Frase icastica e lapidaria che solo tre anni dopo suonerà come una premonizione, per quello che oggi ci appare il più importante intellettuale italiano della seconda metà del Novecento, lo scrittore più noto, forse il meno letto, tuttavia il più citato e il più discusso. Perché? 

 

Per capirlo bisogna riavvolgere il nastro della sua esistenza, compiere quel montaggio partendo dal luogo originario, Casarsa delle Delizie, paese da cui viene la famiglia materna. Nel Friuli delle origini ci sono la madre, il mondo arcaico dei campi, la giovinezza, la lingua che precede ogni lingua, l’esistenza prenatale cui agogna. È il Paradiso terreste. Da lì verrà cacciato.  

 

Espulso dal Pci  

Il 22 ottobre 1949 Pasolini è denunciato per atti osceni in luogo pubblico. Durante una festa campestre si è appartato con alcuni ragazzi. Subito espulso dal Partito comunista a cui si era iscritto dopo la guerra, abbandona il paese. Nel gennaio del 1950 con la madre si trasferisce a Roma. Ha già scritto i versi che danno forma alla prima delle sue incarnazioni: Narciso e il Cristo sanguinante, la vittima.  

 

A Roma scopre l’altra faccia dell’arcaico. Nelle periferie urbane vive una umanità barbara, degradata, composta di giovani dai volti ridenti e allegri, innocenti e perversi, scaltri e timidi, che diventa il soggetto della sua poesia e dei suoi romanzi. A Roma, nel centro della cristianità, PPP scopre una preistoria oscura. Ama quell’energia vitale, ne coglie il profondo istinto di morte, insieme alla bestialità non redenta da alcuna religione, né del cristianesimo né del progresso. L’odio profondo e il disprezzo che il corsaro Pasolini nutrirà per la piccola borghesia, da cui pure proviene, almeno socialmente, trova nei campetti, nelle baracche, nei bar, nelle strade bianche delle periferie romane la sua inattesa giustificazione.  

 

Consacrato dal cinema  

Lo scandalo lo raggiunge qui. Non sarà quello sessuale, patito in Friuli, ma l’oscenità dello scrivere che trova subito i suoi volenterosi carnefici nella magistratura italiana. Paradossalmente, ma non troppo, sarà proprio questo scandalo a donargli la popolarità. Ragazzi di vita esce nel 1955 ed è processato. Si tratta dell’inizio di una persecuzione che continuerà a lungo, fino alla morte, e anche dopo. Non gli si rimprovera l’omosessualità, la pedofilia - parola che come ha notato Arbasino neppure esisteva all’epoca -, non le scorrazzate notturne alla ricerca dei ragazzi di vita. Nella pudibonda e ossessiva Italietta degli Anni Cinquanta fa scandalo il libro, non il comportamento privato, che viene stigmatizzato, ma raramente perseguito.  

 

La sua omosessualità, che il poeta definirà nel decennio seguente, rifiutando quella che poi sarà l’etichetta gay, l’amore tra coetanei, è infinito amore e desiderio per i ragazzi, per quel sé ragazzo che è sempre stato e sempre sarà; questo non è lo scandalo di PPP. Sarà invece la repulsa dell’ipocrisia borghese, del «politicamente corretto», delle idee assegnate e del conformismo dilagante il vero punto. Prima di diventare il corsaro che tutti ricordano, l’autore di provocatori e fondati articoli sulle pagine del Corriere della Sera, Pasolini è già un personaggio; l’ha aiutato il rapporto complesso e contraddittorio con il Pci. Tuttavia è il cinema a consacrarlo.  

 

Con Accattone (1961) e Il vangelo secondo Matteo (1964) Pasolini, che è prima di tutto un poeta, esce dal mondo chiuso della letteratura ed è riconosciuto dal pubblico. Ha superato indenne gli Anni Cinquanta ed è entrato a vele spiegate nell’epoca del Centrosinistra. Alla fine del quel decennio però qualcosa s’incrina. Prima di arrivare a quel punto celebra l’eros nella Trilogia della vita (1970-72); quindi piomba in una cupa visione del presente: il fascismo dei consumi.  

 

La scomparsa del popolo  

Cos’è successo? L’arricchimento improvviso della piccola borghesia con il boom, il Sessantotto e la contestazione studentesca, la nevrosi sessuale dei ragazzi, come la definisce. I capelloni cancellano le belle nuche dei ragazzi che ama. Il popolo non c’è più. L’arcaico è scomparso. Le periferie deserte lande piccolo-borghesi. Comincia la sofferenza. Attacca le lotte per i diritti civili: divorzio, aborto. L’Italia è un Paese orribile, scrive, era meglio il fascismo.  

 

Le polemiche, gli strali, le critiche che lancia da giornali e dalle altre tribune pubbliche accrescono la sua fama. Si parla sempre più spesso di lui. Ma è sempre più solo. Sta scrivendo un romanzo sterminato, Petrolio. Uscirà postumo. Il corsaro va a morire sulla sabbia e la polvere del litorale romano, a Ostia la notte tra il 1° e il 2 novembre: «Solo grazie alla nostra morte, la vita ci serve ad esprimerci». 

 
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Amiche da morire

Post n°12688 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 

 
Locandina Amiche da morire

In un'imprecisata isola del sud Italia vivono tre donne diverse per carattere, (com)portamento e costume. Gilda, intensa e verace 'boccadirosa', è arrivata dal continente a portare gioia ai pescatori di tonno, Olivia, ingenua e fedele consorte, è sposata col ragazzo più bello del paese e patisce per questo l'invidia delle comari, Crocetta, modesta e maldestra, è invisa agli uomini e sopporta una patente da iettatrice. Coinvolte da Olivia nell'omicidio a sangue freddo del marito, ladro e fedifrago, le donne provano solidali a coprire l'accaduto e a nascondere l'ingente refurtiva accumulata dall'uomo in numerose rapine. La loro curiosa frequentazione e la condivisione dello stesso tetto insospettiscono un bel commissario di polizia, nato sulla terraferma e insofferente ai marosi. Unite al di là della dieta alimentare e degli ideali da perseguire, Gilda, Olivia e Crocetta troveranno insieme la via per il continente e il futuro.
Mix di indagine poliziesca, sitcom e commedia amicale, Amiche da morire è un prodotto singolare nel panorama del cinema italiano, che conta poche donne alla regia e pochi ruoli umoristici per le donne davanti alla macchina da presa. Due almeno le ragioni della sua singolarità: non risolve in chiave romantica lo scontro polemico fra uomo e donna e non afferma l'amore stabile e corrisposto come valore. Lasciando che a vincere sia uno stile più libero e individualistico, la commedia nera di Giorgia Farina è debitrice di quelle grandi narrazioni che sono oggi le serie tv americane, veri e propri feuilleton della contemporaneità.
Collocando geograficamente le sue protagoniste in una provincia tranquilla e convenzionale, dove l'una ha aderito pienamente alla tradizione sposandosi, l'altra ha abdicato il ruolo di santa e l'altra ancora ha tralasciato la femminilità, la regista romana guarda alle casalinghe disperate della ABC, mettendo in scena un nucleo femminile forte e chiuso nelle mura di casa. Il legame tra le girls della Farina, indotto dalle costrizioni ambientali e da evidenti interessi economici, fa da argine a un omicidio e ai disastri familiari e personali. Mosse da ritmo, aspirazioni e problemi diversi, che poi trovano una composizione in chiave affettiva-solidaristica, Gilda, Olivia e Crocetta non sono personaggi a tutto tondo ma caratteri costruiti e stereotipati da commedia dell'arte: la rubamariti arrembante, l'ingenua svagata, la zitella maldestra. 
Credibilmente interpretate da Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore, restano comunque macchiette simpatiche incarnando alla perfezione il loro prototipo. Tradizionaliste, disinibite o insicure, la dimensione di prevedibilità dentro la quale agiscono viene però sovvertita con un colpo di scena e con due colpi di pistola, convertendo l'aspetto giallo e investigativo del film in pochade, dove tutto è esagerato e arrangiato in modo paradossale. Ingovernabili e accanite nella devianza delinquenziale, le protagoniste avranno la meglio sugli uomini, realizzando un rapporto simbiotico e alimentando forti conflitti che vengono sempre risolti all'interno di un registro umoristico. La coalizione, rafforzata da una promessa di un futuro migliore sul continente, si dimostra efficace contro le delusioni sentimentali, il maschilismo imperante, la maldicenza delle comari e il narcisismo esasperato del commissario di polizia di Vinicio Marchioni, che si definisce per contrasto e nel contrasto naufraga, battuto dal femminile e dai marosi. 
Girato in Puglia, in un paesaggio intriso di umori e sapori mediterranei, Amiche del cuore perde un po' del suo coraggio nell'epilogo, dove il grilletto questa volta si inceppa, smarrendo personaggi che avevano bagnato nel sangue la loro incontenibile aggressività e la loro irriducibile 'sovranità'. A mollo in una SPA inseguono vani fantasmi 'squittendo' e affondando le inquietudini femminili messe in scena senza farsi diverse adesso che finalmente erano andate lontano.

 
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Box Office Italia, Scamarcio oltre il milione di euro. Game Therapy seconda media per sala

Post n°12687 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 

Ci aspettavamo The WalkCrimson Peak o l’exploit diGame Therapy (leggi la recensione). E invece sono statiRiccardo Scamarcio e Laura Chiatti a fare da padroni il fine settimana. Io che amo solo te, commedia che i due attori protagonisti, è stato il film più visto del weekend con 1,2 milioni di euro e la media per sala più alta della top ten, pari a 3,683 euro distribuiti in 327 schermi. Scende dal trono, dunque, Hotel Transylvania 2, che comunque continua a registrare ottimi numeri: dopo 3 settimane, il bottino è infatti di 8 milioni di euro. Suburra completa il podio con 1 milione di euro, seguito da Crimson Peak di Guillermo del Toro (761 mila euro all’esordio). Alle sue spalle, ecco Favij e soci (che abbiamo intervistato al Festival di Roma):Game Therapy ha intascato 740 mila euro, in linea con le previsioni degli analisti che alla vigilia puntavano su un incasso tra i 700 e gli 800 mila euro. La media per sala – la seconda della classifica – dice 2,636 euro per 281 schermi: numeri alla mano non si può giudicare una partenza flop, considerando anche il fandom (gli Youtuber) piuttosto di nicchia del film, poiché parliamo di un target di pubblico ristretto, compreso tra i 10 e i 15 anni, e di un prodotto che non rientra nella categoria di film per famiglie né in quella degli young adult, ben più capillari.

A deludere, invece, è stato The Walk di Robert Zemeckis, che si è piazzato in ottava posizione non andando oltre i 568 mila euro nei primi 4 giorni.

Di seguito, la top ten italiana dal 22 al 25 ottobre 2015:

  1. Io che amo solo te (1,2 milioni di euro; new entry)
  2. Hotel Transylvania 2 (1,1 milioni di euro; 8 milioni di euro in 3 settimane)
  3. Suburra (1 milione di euro; 3,5 milioni di euro in 2 settimane)
  4. Crimson Peak (761 mila euro; new entry)
  5. Game Therapy (740 mila euro; new entry)
  6. Maze Runner: La fuga (621 mila euro; 2,2 milioni di euro in 2 settimane)
  7. Inside Out (579 mila euro; 24,4 milioni di euro in 6 settimane)
  8. The Walk (568 mila euro; new entry)
  9. Lo stagista inaspettato (553 mila euro; 1,6 milioni di euro in 3 settimane)
  10. Sopravvissuto – The Martian (388 mila euro; 6,7 milioni di euro in 4 settimane)
 
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Pasolini a quarant'anni dalla tragica scomparsa, il Teatro di Roma lo celebra da adn

Post n°12686 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Il direttore artistico Calbi, il progetto cui più teniamo ma anche il più ardito e complesso

Pasolini a quarant'anni dalla tragica scomparsa, il Teatro di Roma lo celebra

Pier Paolo Pasolini

Quarant'anni fa moriva tragicamente Pier Paolo Pasolini, il 'Poeta Corsaro', personalità unica del panorama culturale italiano del '900. Il Teatro di Roma gli dedica uno dei percorsi tematici più articolati della nuova Stagione, per raccontarne la straordinaria personalità di acuto osservatore del presente, precursore del nostro tempo, scrittore, poeta, autore di film indimenticabili e rivoluzionari, intellettuale e pensatore militante, sempre fuori dal coro.

"E’ il progetto cui più teniamo ma anche il più ardito e complesso – dichiara il direttore artistico, Antonio Calbi – Ci piace considerarlo un sogno da concretizzare. Nasce dal viaggio che Pasolini fece seguendo il periplo delle coste italiane nel 1956. E noi vorremmo ripercorrere l’Italia, dai paesaggi arsi del Friuli ai calanchi della Lucania, con il suo spirito, attraverso i suoi occhi".

Un percorso di 7 spettacoli, eventi speciali e l’idea di un’insolita esperienza di viaggio. Un’occasione per riflettere sull’attualità attraverso le parole e l’opera di chi l’attualità aveva saputo decifrare con disincantata lungimiranza. Ad aprire l’omaggio romano la nuova composizione per coro e voce recitante di Giovanna Marini, 'Sono Pasolini', in prima nazionale dal 27 ottobre all’1 novembre al Teatro India. Una drammaturgia cantata con Enrico Frattaroli, che legge 'I giovani infelici', e il Coro Favorito della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, che mette in canto le poesie della 'Nuova Gioventù'.

Evento speciale il 2 novembre al Teatro Argentina con Testimone carnale, una serata a cura di Dacia Maraini, Antonio Calbi e Francesco Siciliano. Una maratona di letture da 'Petrolio', frammenti del suo ultimo romanzo incompiuto, interpretati da 22 artisti: Urbano Barberini, Giorgio Barberio Corsetti, Bernardo Bertolucci, Francesca Benedetti, Paolo Bonacelli, Ascanio Celestini, Ninetto Davoli, Giuliana De Sio, Piera Degli Esposti, Abel Ferrara, Iaia Forte, Massimo Foschi, Dario Franceschini, Lino Guanciale, Monica Guerritore, Roberto Herlitzka, Roberto Latini, Lorenzo Lavia, Luigi Lo Cascio, Antonio Piovanelli, Massimo Popolizio, Francesco Siciliano, Carla Tatò.

Il programma di spettacoli, che si compone di 7 titoli, prosegue con un’inedita partita di pallone 'Pier Paolo!' di Giorgio Barberio Corsetti 'giocata' nel campo di Pietralata a Roma (31 ottobre/1 novembre), una produzione Fattore K. Al Teatro India 'La stanza della tortura' ispirato a Salò/Sade con Francesca Benedetti per la regia di Marco Carniti (4/7 marzo); 'Il vantone', ovvero la traduzione in romanesco di Pasolini del 'Miles' di Plauto, diretto da Federico Vigorito, con Ninetto Davoli (8/13 marzo); 'Dopo Pasolini', un rito in roulotte per sei spettatori alla volta, proposta del Teatro delle Ariette (17/22 maggio).

Al Teatro Argentina: Federico Tiezzi firma la regia del 'Calderón', che Pasolini ambienta nella Spagna franchista durante gli anni del regime (20 aprile/8 maggio); mentre ricci/forte presentano 'PPP Ultimo inventario prima di liquidazione' (14/16 giugno). L’anno pasoliniano si completerà nell’ottobre 2016 con la messa in scena di 'Ragazzi di vita', diretta da Massimo Popolizio con un folto gruppo di giovani interpreti.

Continuano gli omaggi all’Argentina con l’Atelier per Pasolini Aubade, 'cantata della Dopostoria' di Carla Tatò e Carlo Quartucci (2 novembre); e la video-opera 'Pier Paolo Poeta delle Ceneri', ripresa live dello spettacolo del 2012 di Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna (2/15/29 dicembre).

Mentre gli spazi esterni del Teatro India accolgono l’intervento di street art dell’artista Frederico Draw che realizzerà un’opera murale dedicata a Pasolini (inaugurazione 1 novembre). Inoltre, l’intera area esterna di India sarà intitolata Paesaggio Pasolini, in sintonia col gasometro, il fiume, il canneto, le rovine, la fabbrica.

Infine, il sogno di un’idea: un Treno Corsaro, un convoglio vero e proprio che attraverserà la dorsale della penisola, dal Friuli a Matera, la città scolpita del suo celebre Vangelo. Una 'drammaturgia viaggiante' a tappe realizzata dal Teatro di Roma con il CSS di Udine.

 
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