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Messaggi del 10/02/2016

 

Giulio Regeni studiava i sindacati, nel mirino del governo. Maria Gianniti: “L’intelligence locale lo conosceva” da articolo21

Post n°12975 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

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Uno “Stato di sicurezza” in mano all’esercito, che reprime ogni forma di dissenso. L’Egitto del generale Al Sisi non lascia spazio alle opposizioni: gli attivisti ci sono, ma spesso vengono arrestati e torturati. O scompaiono nel nulla, come è successo a più di 1700 persone solo nel 2015. E come è accaduto a Giulio Regeni prima che il suo corpo venisse trovato in un fosso nella periferia del Cairo. Ma tra i giovani egiziani, che per rendere omaggio al dottorando ucciso hanno portato i fiori davanti all’ambasciata italiana, resta vivo il ricordo delle sollevazioni di piazza. E la paura non ha spento la voce del dissenso.
Maria Gianniti,(nella foto), inviata del Giornale Radio Rai, segue le vicende del Paese dai tempi della primavera araba e delle proteste di piazza Tahrir nel gennaio 2011.

In che contesto politico è avvenuta la morte di Giulio?
Per l’Egitto è un momento particolare, che in realtà dura da un po’: nel 2013, dopo la deposizione di Morsi e dei Fratelli musulmani con quello che molti hanno definito un colpo di Stato, l’esercito ha ripreso in mano il Paese e lo governa in modo autoritario. Lo “Stato di sicurezza” che c’è ora, però, ha persino superato la repressione attuata da Mubarak.
A questo bisogna aggiungere il problema del terrorismo: la battaglia di al Sisi contro la fratellanza musulmana non ha fatto che accendere gli animi degli islamisti. E nel Sinai le cellule jihadiste sono più attive che mai. Di fronte a ciò, il governo ha scelto una linea di chiusura totale, tanto che dal 2013 le manifestazioni di piazza sono vietate per legge.

 E il dottorando italiano è sparito proprio nell’anniversario delle proteste di piazza Tahrir.
Anche lo scorso il 25 gennaio è stato un giorno tragico: una donna di 32 anni, Shaima Al-Sabbagh, è stata uccisa dagli spari della polizia durante i tentativi degli attivisti di manifestare. Come mai Giulio sia scomparso proprio in quella data e chi dovesse incontrare lo scopriranno gli inquirenti. Quel che è certo è che in queste occasioni i servizi di sicurezza chiamati Mukhabarat sono presenti in tutti i luoghi sensibili della città. E ai servizi segreti Giulio era stato segnalato: stava preparando una tesi di dottorato sul ruolo dei sindacati, che sono “osservati speciali” del governo, e aveva partecipato ad una riunione. Oggi in Egitto la repressione delle voci critiche è durissima: esprimere il dissenso significa finire in carcere. O scomparire nel nulla.

A tutto questo i giovani reagiscono?
Dal 2011, anno della Primavera araba, ho incontrato tanti ragazzi che vivono in Egitto, anche stranieri come Giulio. Il Cairo è la più grande capitale del mondo arabo e attrae studenti da tutto il mondo. Il problema si pone quando decidono di essere voci critiche: oggi lì non c’è spazio per la libertà di espressione. Eppure una cosa è rimasta, dai giorni delle proteste: a piazza Tahrir i giovani hanno partecipato alla caduta di un regime. Hanno imparato cos’è il dissenso. E questo spirito, anche se la repressione è peggiore di allora, non credo che si spegnerà.

Dopo l’omicidio di Giulio ci saranno conseguenze per i rapporti tra Italia ed Egitto?

Qualcuno ipotizza che l’uccisione di Giulio avesse lo scopo di ammonire chi si interessa da vicino alla politica egiziana. Mi pare difficile, perché il ragazzo era italiano e noi siamo il secondo partner commerciale del Paese: le conseguenze per loro potrebbero essere gravi. Appena ha avuto la notizia, il ministro dello Sviluppo Federica Guidi, in missione al Cairo, ha sospeso immediatamente tutti gli incontri in programma. E non dimentichiamo che il più grande giacimento di gas del Mediterraneo, che si trova al largo delle coste egiziane, è stato scoperto dall’Eni.
In forza di questo l’Italia dovrebbe mantenere una posizione rigida e congelare i rapporti economici finché non verranno chiarite le circostanze della morte: l’inchiesta non è facile e troverà molti ostacoli.

8 febbraio 2016

 
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Ricordiamo Giulio e tutti i desaparecidos d’Egitto che non conosciamo

Post n°12974 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

tortura

Le torture subite da Giulio Regeni, la sua fine atroce, hanno segnato profondamente ognuno di noi. Siamo tutti fermi, ora, nel chiedere giustizia, chiarezza sulla sua morte e sul movente che l’ha determinata.  Fermi e uniti, come non mai. Ma per rispetto di Giulio, del suo impegno in Egitto, la sua azione di denuncia delle violazioni continue nei confronti della popolazione egiziana è giusto ricordare tutti gli altri ‘Giulio’ che non conosciamo e di cui non sapremo mai nulla.
Come Ayman Ismail.
Ayman aveva da poco compiuto 21 anni, era uno studente del College of Dentistry. E’ scomparso dopo essere stato arrestato e portato in un centro di detenzione della polizia al Cairo. EraEra alla guida della sua auto è stava rientrando verso casa dopo la preghiera del venerdì, il 13 novembre, quando fu coinvolto in un incidente stradale. Aveva tamponato il veicolo che lo precedeva. Né lui né il conducente dell’altra auto avevano riportato ferite e stavano discutendo per accordarsi su quanto Ayman dovesse pagare per il danno causato.   The two drivers were detained and transferred to al-Ajoza police center.
Gli agenti arrivati sul posto, dopo aver controllato la sua vettura, da cui hanno preso del materiale divulgativo sulle torture subite dai Fratelli musulmani arrestati dopo la caduta di Mohamed Morsi, lo hanno prelevato per portarlo nella stazione di al-Dugi dove aveva passato la notte.
Da quella stazione di polizia Ayman non è più uscito, anche se le autorità locali sostengono il contrario. EppureAyman’s car was found outside of the al-Dugi police center along with his wallet and cell phone. La sua auto, con all’interno il suo portafoglio e il cellulare, è rimasta parcheggiata al di fuori del centro di detenzione.
His father considers this as evidence that his son disappeared in the police station and not the result of petty crime.I suoi parenti e i suoi amici dal primo momento hanno denunciato che si trattava di una ‘scomparsa forzata’: Ayman era un attivista per i diritti umani e nonostante fosse consapevole di quanto la sua azione di sensibilizzazione a favore del rispetto della legalità nei confronti dei detenuti in tutto l’Egitto, sottoposti a violenze estreme sia fisiche che sessuali, non si nascondeva.
Anzi. Con il suo account di Twitter, poi oscurato, aveva diffuso il testo delle lettere fatte uscire di contrabbando dai luoghi di detenzione, scritte sia da chi è rinchiuso nelle carceri del paese che nelle stazioni di polizia.
Torture has long been practised by Egypt’s security forces and has been condemned for decades by international human rights groups. La tortura, da lungo tempo praticata dalle forze di sicurezza egiziane, è lo strumento per estorcere confessioni a chi è ritenuto una spia o anche solo un oppositore.
Da decenni le organizzazioni internazionali denunciano le continue violazioni dei diritti umani, perpetrate impunemente da agenti e funzionari dello Stato.
Dall’inizio del 2014, secondo la Commissione Egiziana per i Diritti e le Libertà, ci sono stati almeno 120 morti in carcere.
In one letter shared with MEE, a man named Hassan Ali Ahmed, 29, who writes from the high security ward of Tora prison, describes being tortured both in prison and in the police station that he was taken to after his arrest.In una lettera diffusa proprio grazie ad Ayman, Hassan Ali Ahmed, 29 anni, da tre mesi nel reparto di massima sicurezza del penitenziario di Tora, descrive nei dettagli come è stato più volte torturato, sia in prigione che nella stazione di polizia dove era stato portato dopo il suo arresto.
The letter, dated 19 December 2014, details Ahmed’s treatment in Basateen police station in 2012 and then in Tora prison.Ahmed scrive che lui e le altre persone all’interno del suo padiglione subiscono aggressioni sessuali, vengono  spogliati, costretti in posizione prona e stuprati con tubi.
“Quando non sono le guardie le guardie a torturare i prigionieri, lo fanno altri detenuti su loro ordine. Usano fili elettrici per causare scariche elettriche ai nostri corpi già martoriati dalle botte” è il grido di dolore di Ahmed che sostiene di essere stato picchiato e violentato, trattenuto a forza fino alla rottura del braccio sinistro.
Nella lettera sono descritti anche altri episodi, come quello che vede come carnefice un un funzionario dei servizi segreti responsabile degli interrogatori a Tora e vittima un ragazzo, poco più che ventenne, Ahmed Ismail, costretto a bere una miscela di acqua, olio, sale, detersivo in polvere, latte e tabacco fino a quando non ha vomitato sangue.
Storie terribili, che disegnano un quadro che però in molti fingono di non vedere.
Nessuno chiede conto al governo egiziano di quanto avviene nelle proprie carceri, almeno fino a quando ad essere soggetto a trattamenti inumani è uno straniero.
In questi casi, quando non ‘devono’ trapelare notizie sulle torture subite da persone di altre nazionalità arrestate in Egitto, oppure egiziani detenuti illegalmente, dopo le violenze arriva la ‘scomparsa forzata’.

In un rapporto diffuso nel luglio 2015 Human right watch già segnalava centinaia di sparizioni, soprattutto di oppositori politici, attivisti e giornalisti scomodi per mano delle autorità egiziane che costituivano “una grave violazione del diritto internazionale”. L’organizzazione americana ha documentato decine e decine di  casi di persone scomparse in Egitto dopo essere state arrestate dalle forze di sicurezza. In più occasioni i funzionari statali hanno negato di avere trattenuto individui o si sono rifiutati di rivelare la sorte di molti di loro.
Hrw ha affermato con forza che il metodo ‘desaparecidos’ viene attuato sistematicamente e per finalità politiche, configurando in tal caso ‘crimini contro l’umanità’.

Il direttore di Human Right Watch, Joe Stork, ha sottolineato come sotto la presidenza del generale egiziano Abdul Fattah al-Sisi, che ha rovesciato l’ex presidente Mohammed Morsi nel 2013, le forze di sicurezza egiziane stiano operando nell’assoluta impunità: centinaia di persone sono state uccise e 40 mila sono state tratte in arresto per motivi politici.
Nel 2014 un gruppo di lavoro delle Nazioni Unite, costituito per indagare sulle denunce delle organizzazioni non governative, aveva accertato numerose scomparse anomale.
La relazione finale riportava 52 casi sui quali il governo di al-Sisi si era rifiutato di fare chiarezza.
Ma è stato nel 2015 che si è registrata una vera e propria escalation. L’Egyptian Commission for Rights and Freedom, organizzazione indipendente egiziana ideatrice della campagna «Stop Enforced Disappearance», ha registrato oltre 1.700 persone scomparse, una media che supera i quattro al giorno.
Come capita spesso i media internazionali hanno parlato e parlano spesso di questi desaparecidos, in Italia, a parte noi di Articolo 21 e della rete di ‘Illuminare le periferie’, poco o nulla è stato scritto.

8 febbraio 2016

 
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Giulio Regeni, mi aspetto di più da chi vuole onorarlo davvero

Post n°12973 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

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C’è tanto di più e tanto da dire su questa morte così assurda e crudele. Non riesco a darmi pace pensando a quello che Giulio ha passato e al dolore di chi gli ha voluto bene..leggo le testimonianze dei suoi amici, dei suoi compagni di scuola che lo descrivono come un ragazzo eccezionale, curioso, intelligente, sopra la media..e dentro di me dico “BASTA”.
Mi rivolgo a chi può parlare, a chi può agire perché le cose cambino : il ricordo, le celebrazioni è giusto lasciarle a chi lo ha conosciuto e amato, ma da quelli che hanno un ruolo , che “contano” nel mondo dell’informazione mi aspetto qualcosa di più , se vogliono onorarlo davvero.
In Italia c’è una crisi che sta frustrando e deprimendo una generazione e noi, gli adulti che hanno insegnato ai propri figli a combattere contro le ingiustizie, a dare un riconoscimento alla fatica e al lavoro, non facciamo proprio niente per aiutarli a cambiare questa situazione. I ragazzi come Giulio, mossi dalle proprie capacità e dalla passione, sono quelli che accettano coscientemente un rischio senza alcuna copertura, spesso neanche economica.
Capisco la famiglia di Giulio che ha chiesto di non pubblicare l’ultimo articolo sul “Manifesto”. Oggi è troppo facile annoverarlo fra i collaboratori ..vorrei sapere, ieri, che tipo di appoggio e compenso gli avevano garantito.
Non ce l’ho con questo giornale in particolare, so che purtroppo questo è il “sistema”: anni di articoli mal pagati e intelligenze e capacità al servizio di redazioni che non ne riconoscono il valore .
Bene, adesso che ci ritroviamo a fare i conti con la morte di questo ragazzo, di cui rispetto fino in fondo le scelte, mi dico che l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti non possono limitarsi all’ennesima targa o celebrazione , che promuovano, invece, una proposta di legge che porti il suo nome, che ridia dignità e tutele al lavoro dei giovani o che almeno si adoperino e vigilino perché venga applicata quella esistente sull’equo compenso.
A nome di Giulio, per tutti i ragazzi.

9 febbraio 2016

 
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Israele, Al-Qiq, giornalista palestinese in sciopero della fame. Prossimo alla morte

Post n°12972 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

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Muhammed al-Qiq, 33 anni, giornalista palestinese in sciopero della fame dal 25 novembre, rischia di morire da un giorno all’altro. “Prossimo alla morte”: così ha dichiarato un medico indipendente che, su incarico di Medici per i diritti umani – Israele, ha visitato al-Qiq il 4 febbraio, nell’ospedale HaEmek, nella città israeliana di Afula. Al-Qiq ha chiesto di non essere alimentato a forza, almeno fino a quando resterà cosciente. I medici che lo stanno monitorando stanno rispettando la sua volontà e per due volte hanno disatteso la richiesta del comitato etico dell’ospedale, che invece aveva raccomandato l’alimentazione forzata.

Corrispondente per la rete televisiva saudita al-Majid, al-Qiq è stato arrestato il 21 novembre nella sua abitazione di Ramallah. Secondo lo Shin Bet, il servizio segreto israeliano, al-Qiq costituisce una minaccia alla sicurezza, in quanto militante di Hamas coinvolto in “atti di terrorismo”. Dopo l’arresto, al-Qiq è stato posto in stato di “detenzione amministrativa”, ossia senza accusa né processo: una prassi arbitraria e illegale, rinnovabile di sei mesi in sei mesi, che non consente al detenuto di sapere di cosa è accusato, di potersi difendere e di sapere quando verrà condotto di fronte a un giudice o rilasciato.

Il 4 febbraio l’Alta corte israeliana, senza entrare nel merito dei motivi del provvedimento, ha deciso di “sospendere” l’ordinanza di detenzione di al-Qiq, a causa del progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute. L’unica occasione in cui l’Alta corte ha invece annullato un’ordinanza del genere risale addirittura al 1990. Non è chiaro se la decisione dell’Alta corte avrà effetti concreti. Secondo il quotidiano israeliano “Haaretz”, essa prevede che al-Qiq debba rimanere ricoverato ad Afula e debba chiedere il permesso alle autorità israeliane nel caso volesse ricevere cure mediche in un altro ospedale.

L’avvocato di al-Qiq ha fatto sapere che la decisione dell’Alta corte dispone che, in caso di miglioramento delle condizioni di salute, la sospensione verrà annullata. Sempre secondo l’avvocato, le autorità israeliane avrebbero garantito ad al-Qiq il suo rilascio il 1° maggio se avesse terminato lo sciopero della fame. Una proposta bizzarra: se oggi al-Qiq è considerato una minaccia alla sicurezza, perché non dovrebbe più esserlo dal 1° maggio?
In ogni caso, la risposta di al-Qiq è stata negativa: continuerà lo sciopero della fame fino a quando sarà libero o morirà.

9 febbraio 2016

 
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Film nelle sale da giovedi

Post n°12971 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

Locandina: La ricompensa del gatto
La ricompensa del gatto
Neko no ongaeshi
  • DATA USCITA: 09/02/2016
  • GENERE: Animazione, Avventura, Commedia, Family, Sentimentale
  • NAZIONALITA': Giappone
  • ANNO: 2002
  • REGIA: Hiroyuki Morita
  • CAST:

Locandina: L'ultima parola: La vera storia di Dalton Trumbo
L'ultima parola: La vera storia di Dalton Trumbo
Trumbo
  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Biografico, Drammatico
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Jay Roach
  • CAST: Bryan Cranston, Elle Fanning, Diane Lane

Locandina: Milionari
Milionari
Milionari
  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2014
  • REGIA: Alessandro Piva
  • CAST: Francesco Scianna, Valentina Lodovini, Carmine Recano

Locandina: Mózes, il pesce e la colomba
Mózes, il pesce e la colomba
Utóélet
  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Commedia, Drammatico, Family
  • NAZIONALITA': Ungheria
  • ANNO: 2014
  • REGIA: Virág Zomborácz
  • CAST: Márton Kristóf

Locandina: Perfetti sconosciuti
Perfetti sconosciuti
Perfetti sconosciuti
  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Commedia
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Paolo Genovese
  • CAST: Kasia Smutniak, Marco Giallini, Valerio Mastandrea

Locandina: Single ma non troppo
Single ma non troppo
How to Be Single
  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Commedia, Sentimentale
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Christian Ditter
  • CAST: Dakota Johnson, Rebel Wilson, Alison Brie

Locandina: The End of the Tour
The End of the Tour
The End of the Tour
  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2015
  • REGIA: James Ponsoldt
  • CAST: Jason Segel, Jesse Eisenberg, Anna Chlumsky

Locandina: Zoolander 2
Zoolander 2
Zoolander 2

  • DATA USCITA: 11/02/2016
  • GENERE: Commedia
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Ben Stiller
  • CAST: Ben Stiller, Owen Wilson, Penélope Cruz

 
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Il mistero dei venditori ambulanti dietro la morte di Giulio al Cairo da lastampa

Post n°12970 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

Il giovane era controllato dalla polizia segreta per la vicinanza ai sindacati indipendenti. Forse tradito da un informatore. Pressing delle autorità italiane per scoprire la verità

Giulio Regeni al Cairo stava seguendo un dottorato di ricerca per un’università americana

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08/02/2016
FRANCESCO GRIGNETTI
INVIATO AL CAIRO

Interessandosi ai sindacati indipendenti, Giulio Regeni aveva toccato un nervo scopertissimo per il regime egiziano. Si stava dedicando al mondo dei taxisti e a quello dei venditori ambulanti. Ma se il primo ambito non ha connotazioni politiche, il secondo, per le particolari caratteristiche della società egiziana, è molto più delicato di quanto si possa pensare. Non soltanto perché gli ambulanti del Cairo sono moltissimi e arrabbiati con il governo che li ha scacciati dalla città vecchia, e quindi sono tenuti sotto controllo prima che diventino fonte di disordini, ma perché spesso il loro mestiere li trasforma in informatori della polizia. Sono gli occhi e le orecchie di un regime occhiuto. E quel giovane simpatico, che parlava qualche parola di arabo e un inglese inappuntabile al punto che non si capiva se fosse italiano o statunitense, con i suoi incontri reiterati aveva sicuramente suscitato l’interesse degli apparati del regime.  

 

LA POLIZIA SEGRETA  

È più di un sospetto. È una certezza che Regeni fosse «attenzionato» dalla polizia segreta. Ed egli stesso era consapevole di muoversi in un terreno minato, al punto da usare uno pseudonimo per i suoi articoli sul Manifesto o sul sito Nena-news. Precauzione che non è bastata. Il fatto, poi, che fosse in Egitto a cura di un’università americana, agli occhi di certa dietrologia egiziana è un’aggravante. Solo tre anni fa, per dire, l’Egitto di al-Sisi ha arrestato diciotto ricercatori americani, «colpevoli» di effettuare un monitoraggio indipendente delle elezioni presidenziali. Nella dilagante paranoia che affligge il Paese, infatti, gli stranieri che non siano semplici turisti sono considerati tutti spie o sobillatori. Le frequentazioni di Regeni, insomma, «sospette» agli occhi di chi vede complotti dappertutto, probabilmente hanno determinato il suo arresto e la morte.  

 

Ora però l’Italia, dove è in preparazione un contratto da 7 miliardi di euro per l’Eni che ha scoperto qui il più gigantesco giacimento di gas del Mediterraneo, si attende un atto di rottura e di coraggio da parte dell’Egitto. Così come è stato, in fondo, per il ritrovamento del suo corpo. Sarebbe potuto scomparire nel nulla. Se così non è stato, è merito delle pressioni italiane. Innanzitutto dell’ambasciatore Maurizio Massari, che non si è accontentato delle rassicurazioni di routine. L’ha raccontato ieri a Lucia Annunziata: «Credo che anche l’intervento del presidente Sisi sia riuscito a smuovere la macchina governativa egiziana».  

 

Il 2 febbraio, infatti, con il giovane scomparso da 9 giorni, Massari aveva incontrato il ministro dell’Interno. Inutilmente. «Il 3 febbraio ho approfittato della venuta del ministro Guidi e ho chiesto all’ufficio di presidenza egiziana che avesse un incontro preliminare con al-Sisi». Il presidente si è impegnato personalmente con la ministra per il caso Regeni. E poche ore dopo la polizia «ritrovava» casualmente il cadavere, con segni di putrefazione avanzata, in un fosso a venti chilometri dalla città. 

 

Se però le autorità egiziane avevano pensato di chiuderla lì, si sbagliavano. È stata sospesa la missione economica su cui gli egiziani contavano molto. Da Roma è giunta l’indicazione di tenere duro sulla ricerca della verità. 

 

LE RETICENZE  

È da leggere così, allora, in controluce, la serie di «rivelazioni» che la polizia egiziana fa filtrare sui giornali di qui. Ieri insinuavano che Regeni sarebbe andato alla festa di compleanno del suo professore, sovvertendo la dinamica acclarata della scomparsa. Battono su un esame di tabulati che porterebbe a contatti nella città-satellite «del 6 ottobre», dove sono state effettuate anche perquisizioni. Tutto, pur di allontanare l’attenzione dalla zona «calda» di piazza Tahir dove il 25 gennaio - quinto anniversario della rivoluzione - ci sono state le retate dei presunti oppositori.  

 

Il nostro team investigativo, però, testardamente vuole i fatti. Dopo avere incontrato la polizia (civili), ieri hanno incontrato la sicurezza nazionale (militari). Hanno presentato una serie di richieste scritte. Chiedono di visionare i verbali di interrogatorio, i tabulati telefonici, il tragitto del cellulare, le riprese della videosorveglianza della metropolitana. Sono certi che Regeni è uscito di casa attorno alle 20, così come del fatto che il suo cellulare si è misteriosamente spento dopo mezz’ora. La famiglia del povero Giulio ha diritto di sapere chi ha portato il figlio all’inferno. 

 
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Macbeth

Post n°12969 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

Locandina Macbeth

Macbeth, valoroso condottiero, cede alla propria sete di potere per seguire la profezia che lo ha indicato come il futuro re di Scozia, fomentato dalla moglie la cui ambizione è assai più intensa e frustrata della propria. L'ascesa al trono di Macbeth prevede l'eliminazione fisica del reggente in carica, e sarà seguita da una serie di delitti sempre più efferati, poichè l'uomo, divorato da dubbi e paure, vede ostacoli in chiunque. E Lady Macbeth si renderà conto di aver creato un mostro che non può più controllare.
Difficile ridurre la trama di uno dei capolavori di Shakespeare in poche righe, perchè la quantità di livelli di lettura e di significati insiti nel testo è quasi illimitata, nonostante la brevità della narrazione: una brevità che consente a Justin Kurzel, il regista di questo settimo adattamento cinematografico di Macbeth, di riportare fedelmente sul grande schermo l'intera storia, conservando nella loro interezza (e complessità linguistica) i dialoghi shakespeariani.
Tuttavia il contributo originale di Kurzel si limita alla messiscena, in una Scozia selvaggia e brulla a metà fra Braveheart e la Grecia arcaica di 300): per il resto l'adattamento è talmente fedele e ossequioso rispetto al testo di Shakespeare da risultare convenzionale, nonostante l'ottima interpretazione di Michael Fassbender che comunica con la sola forza dello sguardo le mille sfumature della metamorfosi del protagonista: da eroico combattente ad arrampicatore assetato di potere a tiranno senza umanità, passando per quel bambino fragile che la moglie riesce a manipolare con facilità. E Marion Cotillard è una Lady Macbeth dal viso angelico e l'animo corrotto la cui maternità frustrata si trasforma in brama di potere, e che fa leva proprio su quell'impulso materno (e sulla sua sensualità) per manovrare il coniuge come un pupazzo. Fra le poche prese di posizione autoriali di Kurzel ci sono la trasformazione visiva di quel materno in mariano nella scena in cui Lady Macbeth cede ai sensi di colpa per le proprie mani sporche di sangue e l'inquadratura in cui Macbeth punta un coltello contro il ventre della moglie, identificandovi la fonte primaria dei suoi guai.
I fantasmi che dovrebbero tormentare Kurzel, per restare in zona Shakespeare, sono quelli di Orson WellesAkira Kurosawa e Roman Polanski, autori prima di lui di adattamenti assai più coraggiosi, nonché quello dello stesso Shakespeare, la cui prosa fortemente evocativa può ispirare ogni artista a creare un adattamento fortemente personale. Il Macbeth di Kurzel invece è rigoroso, canonico, esteticamente ammirevole, storicamente corretto, ma non aggiunge nulla a quanto c'è sulla pagina e a quanto c'è già stato sul grande schermo. Anche per questo l'incessante accompagnamento musicale di sottofondo dopo un po' comincia ad assomigliare allo stridio di una sega circolare.

 
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Tarantino conquista il box office

Post n°12968 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

 

Quentin Tarantino, al centro, con due dei suoi attori di "The Hateful Eight": Tim Roth e Kurt Russell 
Quentin Tarantino, al centro, con due dei suoi attori di "The Hateful Eight": Tim Roth e Kurt Russell

Il nuovo western di Quentin Tarantino, “The Hateful Eight”, debutta nelle sale italiane salendo direttamente al primo posto della top ten dei film più visti: in 643 schermi incassa 3,4 milioni di euro (media schermo 5324 euro, la più alta del weekend), per un totale di 3,58 milioni incluse le anteprime in 70mm. Scende in seconda posizione “L’abbiamo fatta grossa” di Carlo Verdone che al secondo weekend incassa 2 milioni di euro per un totale di 6 milioni. Perde un posto, rispetto alla scorsa settimana, “Revenant - Redivivo” di Alejandro González Iñárritu, terzo con 948 mila euro e un totale di 12,4 milioni al quarto weekend; quindi “Point Break”, quarto con 794 mila euro e un totale di quasi 2,7 milioni al secondo fine settimana, e “Joy” con Jennifer Lawrence, quinto con 710 mila euro al secondo fine settimana, per un totale di 2 milioni.

Esordisce al sesto posto il cartoon “Il viaggio di Norm” di Trevor Wall, 509 mila euro in 306 schermi (media 1665 euro), seguito da “Quo vado?” con Checco Zalone che al sesto weekend incassa 480 mila euro per un totale di 64,7 milioni. Altri due debutti si piazzano in ottava e in nona posizione: “La quinta onda” di J Blakeson, con Chloë Moretz, 388 mila euro in 200 schermi (media 1941 euro), e l’horror “PPZ - Pride and Prejudice and Zombies” di Burr Steers, 287 mila euro in 201 schermi (media 1428 euro). In decima posizione c’è il giapponese “Doraemon il film: Nobita e gli eroi dello spazio” con 248 mila euro e un totale di 989 mila euro dopo due settimane di programmazione.

Gli altri debutti del weekend: “Remember” è undicesimo con 203 mila euro in 94 schermi (media 2166 euro), “1981: Indagine a New York” è ventottesimo con 24 mila euro in 14 schermi (media 1717 euro), “Seconda primavera” di Francesco Calogero è trentaseiesimo con 10 mila euro in 13 schermi (media 767 euro).

Escono dalla top ten: “Se mi lasci non vale” di Vincenzo Salemme (2 milioni di euro dopo tre weekend); “La corrispondenza” di Giuseppe Tornatore (3 milioni dopo quattro fine settimana); “Piccoli brividi” (897 mila euro dopo tre weekend), “Creed - Nato per combattere” (5,4 milioni dopo quattro weekend).

L’incasso totale del fine settimana è di 11,28 milioni di euro, meno 12 per cento rispetto al precedente weekend, più 14,50 per cento rispetto all’analogo weekend dello scorso anno che vedeva in testa “Notte al museo 3” di Shawn Levy, seguito dai debutti “Non sposate le mie figlie!” di Philippe de Chauveron e “Jupiter - Il destino dell’Universo” di Lana ed Andy Wachowski. 

(08-02-2016)
 
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SanRemo 2016 diretta prima serata (4)

Post n°12967 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

SANREMO 2016 PRIMA SERATA: CLASSIFICA PROVVISORIA BIG 

Classifica della prima serata determinata dal televoto. Di seguito gli artisti che si sono classificati nelle due fasce: le prime sei posizioni e le ultime quattro, coloro che sono in questa fascia sono a rischio eliminazione. Alla fase finale passeranno 15 dei 20 big (gli altri 10 si esibiranno domani sera). Un solo brano, dei 5 eliminati, potrà essere riprescato. Di seguito la Classifica provvisoria dei big di Sanremo 2016 dopo la prima serata. All'interno delle due fasce le  posizioni non sono in ordine gerarchico ma casuale.

Nelle prime sei posizioni: Stadio, Enrico Ruggeri, Lorenzo Fragola, Rocco Hunt, Arisa, Caccamo e Iurato.

Nelle ultime quattro posizioni (a rischio eliminazione): Irene Fornaciari, Noemi, Bluvertigo, Dear Jack.

ore oo:36 STOP AL TELEVOTO. Tra poco la Classifica provvisoria dei primi 10 big in gara

ore 00:35 si sfora un po', ora il riepilogo della 10 canzoni in gara.

ore 00:31 gag sul film che parla del rapporto con la tecnologia, specialmente con gli onnipresenti smartphone. Il regista Paolo Genovese ha girato, tra gli altri, Immaturi e Tutta Colpa di Freud

ore 00:28 Kasia Smutniak e Anna Foglietta all'Ariston per presentare Perfetti Sconosciuti il film che le vede protagoniste con Mastandrea, Battiston, Alba Rohrwacher dalla prossima settimana al cinema. Regia Paolo Genovese
Schermata 2016-02-10 alle 00Kasia Smutniak, Carlo Conti e Anna Foglietta  Screenshot da Rai 1

Ore 00:19 Dopo il collegamento col DopoFestival e Nicola Savino, riepilogo con Conti e Virginia Raffaele sempre nei panni di Sabrina Ferilli. Ora il TG1 60 Secondi.

 
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Commento alla prima serata del festival

Post n°12966 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

Quest'anno ho deciso di commentare alla fine di ogni puntata, dicendo in poche righe un mio pensiero su questo festival.

Beh devo dire che un festival molto moscio, con canzoni che dire indecenti è poco. Si salvano in pochi, non i ragazzi dei reality.

L'annunciato omaggio al Duca Bowie è solo un colpetto di violino che dura meno di un tweet del Bignami della musica, non sia mai si debba cadere nell'ambiguità.

Molto brava Arisa con la sua voce e la sua interpretazione mi ha fatto venire i brividi; Ruggeri vero mattatore del festival è tornato alle sonorità di Contessa; Gli Stadio commuovono e si vedono che hanno lavorato molto sul testo; brava pure Irene Fornaciari ma manca forse di un pò di grinta.

Per il resto zero totale...

Ma c'è uno spettro che si aggira... il gender... tutti con l'incubo di quello che avrebbe detto Elton John. Invece non ha detto nulla, ha solo incantato come sempre con la sua voce. Lui, la Pausini e Virginia Raffaele sono le cose migliori del festival.

Tutti però hanno portato un fiocco arcobaleno per i diritti civili; le battute della Raffaele e le parole della Pausini fanno capire l'andazzo... che però non è capito dal solito tradizionalista Conti, che fa finta di nulla, anche quando elton parla della sua paternità... non fosse mai che prendesse posizione.

Carlo Conti che, al suo secondo Festival, adotta una linea astensionista tutta sua. Pur di smentire la maledizione de "la seconda volta ti cacciano', Carlo si mette al riparo da ogni pericolo. Teso e diffidente come non mai, il presentatore si astiene dalle polemiche, dalla retorica, dalla dialettica. E congela Sanremo nel perbenismo tipico delle sue trasmissioni con l'aggravante come detto prima dello ignorare il tutto

 
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SanRemo 2016 diretta prima serata (3)

Post n°12965 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da Ladridicinema
 

Ore 00:10 è il momento del rap internazionale. A Sanremo 2016 Maitre Gims, rapper congolese disco di platino in Italia. Sicuramente in radio avrete ascoltato il suo singolo Est-ce Que Tu M’Aimes che ora canta all'Ariston.
Schermata 2016-02-10 alle 00Maitre Gims all'Ariston  Screenshot by Rai 1

Ore 00:00 gara finita per stasera a Sanremo 2016. Prima di ricapitolare i brani, Carlo Conti si siede a terra per l'iniziativa dell'Unicef "Tutti giù per terra" contro le tragedie del mare i. Nei giorni scorsa l'iniziativa si è diffusa anche sui campi di calcio e le trasmissioni tv. 

Ore 23:55 ultimo big Irene Fornaciari con Blu. Terza volta a Sanremo per Irene Fornaciari figlia della pop star Zucchero. Nelle precendi due volte Irene Fornaciari è stata a Sanremo nella categoria nuove proposte e poi in duetto con I Nomadi.

Schermata 2016-02-09 alle 23Irene Fornaciari al Festival di Sanremo 2016  Screenshot by Rai 1

Ore 23:54 Rientra Madalina Ghenea ed è incantevole.

Schermata 2016-02-09 alle 23Madalina Ghenea a Sanremo 2016  Screenshot by Rai 1

Ore 23:48 dopo un intermezzo comico riprende la gara con Rocco Hunt, penultimo big in scaletta per stasera. Una canzone che per temi e allegria ritmica ricorda molto da vicino Nu'Juorn Buon che gli valse la vittoria a Sanremo Giovani 2014
Schermata 2016-02-09 alle 23Rocco Hunt a Sanremo 2016  Screenshot by Rai 1

 

ore 23:43 Elton John lascia l'Ariston ecco il particolare della sua giacca:

Schermata 2016-02-09 alle 23Elton John lascia l'Ariston con i fiori di Sanremo  Screenshot da Rai1

ore 23:39 Elton John all'Ariston canta in anteprima per l'Italia "Blue Wonderful" tratta dal suo ultimo album che l'artista definisce "un  album pieno di gioie". È un ritorno alle sonorità anni'70 periodo molto importante per la musica di Elton John.

Schermata 2016-02-09 alle 23Elton John all'Ariston  Screenshot by Rai1

ore 23:32 Carlo Conti intervista Elton John uno dei più grandi artisti mondiali. È il momento di Sorry Seems To Be The Hardest World. Tra i diversi momenti legati a Sir Elton John, impresso nella memoria collettiva è rimasto il suo omaggio a Diana durante i funerali della Principessa del Gallesquando, in una Westminster Abbey gremita, cantò Candle in The Wind. Era il 1997.

ore 23:27 Carlo Conti presenta Elton John "quando sei un'artista del genere la standing ovation si fa prima". Il baronetto canta l'immortale Your Song

Schermata 2016-02-09 alle 23Elton John a Sanremo 2016  Rai 1

ore 23:22 dopo la pubblicità è il momento di Elton John ospite a Sanremo 2016

ore 23:20 Virginia Raffaele continua a imitare Sabrina Ferrilli e si chiede quante cose fa Conti "ma l'avrai pure estinto sto mutuo te, no?! " Vedremo la Raffaele stasera in versione Virginia Raffaele?

Schermata 2016-02-09 alle 21Virginia Raffaele imita Sabrina Ferilli  Rai 1

ore 23:15 il ritorno dei Bluvertigo al festival dopo 15 anni. Sono in gara con Semplicemente. L'ultima volta fu con L'Assenzio (The Power of Nothing) nell'edizione condotta da Raffaella Carrà. 

Schermata 2016-02-09 alle 23I Bluvertigo a Sanremo 2016  Screenshot da Rai 1

ore 23:10 sono tornati Aldo, Giovanni e Giacomo ora "in borghese". C'è una predilizione per il blu...Sono premiati per la loro carriera. Dopo li vedremo al Dopofestival 2016 che torna in tv dopo 8 anni. A condurre Nicola Savino e dei vecchi amici di Aldo Giovanni e Giacomo: la Gialappa's Band voci ironiche proprio di Mai Dire Gol.

Schermata 2016-02-09 alle 23Aldo Giovanni e Giacomo a Sanremo 2016  Screenshot da Rai 1

ore 23:04 Ruggeri si esibisce, look molto rock cosi come il brano: una ventata elettrica (finalmente) a Sanremo

Schermata 2016-02-09 alle 23Enrico Ruggeri a Sanremo 2016  Screenshot da Rai 1

 

ore 23:o2 gara ripresa: Enrico Ruggeri sul palco col brano Il primo amore non si scorda mai. Già nove volte all'Ariston, vincitore nel '93 con Mistero, nel 1987 insieme a Tozzi, Morandi ne l'intramontabile Si può dare di più.

ore 22:54 ecco comparire Giovanni. I tre comici stanno per cominciare un nuovo tour teatrale “The Best of Aldo Giovanni e Giacomo Live 2016” il cachet sarà devoluto in beneficenza. È la loro prima volta a Sanremo.
Schermata 2016-02-09 alle 22Giovanni di Aldo Giovanni e Giacomo  screenshot da Rai 1

ore 22:47 dopo la pubblicità si riprende con Aldo Giovanni e Giacomo che festeggiano 25 anni di carriera. Ve li ricordate negli anni '90 nel programma Mai Dire Gol? 
Schermata 2016-02-09 alle 22Un momento dell'esibizione di Mai dire Gol  Screenshot da Rai 1

 
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