Creato da: Ladridicinema il 15/05/2007
Blog di cinema, cultura e comunicazione

sito   

 

Monicelli, senza cultura in Italia...

 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

tutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata.
Ladridicinema

 
 

Ultimi commenti

Contatta l'autore

Nickname: Ladridicinema
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 40
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FILM PREFERITI

Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere

 

Ultime visite al Blog

ILARY.85JOM53vento_acquaalex.18trancoacer.250AVV_PORFIRIORUBIROSATEMPESTA_NELLA_MENTESense.8cassetta2surfinia60monellaccio19iltuocognatino1mario_fiyprefazione09LiledeLumiL
 

Tag

 
 

classifica 

 

Messaggi del 20/04/2016

 

Thoros di Myr sarà in Trono di Spade 6: ecco perché il suo ritorno potrebbe significare molto da optimalia.com

Post n°13143 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

L'attore Paul Kaye, che in Trono di Spade ha interpretato Thoros di Myr, tornerà nella sesta stagione: il suo ritorno è potenzialmente molto importante

Le sorprese sulla sesta stagione di Trono di Spade non sono ancora finite: a una sola settimana dall’attesissima première, è stato confermato che nel cast dei nuovi episodi sarà presente anche l’attore Paul Kaye, già apparso nella terza stagione.

Il nome potrebbe non dire molto, neanche ai veterani della serie: dietro però vi si nascondeThoros di Myr, un personaggio la cui presenza nella terza stagione potrebbe avere un enorme significato a livello narrativo.

  •  

 

Per quanto la sesta stagione, e soprattutto Jon Snow, senta il bisogno di un prete rosso che sappia come riportare indietro la gente dal regno dei morti, non è per questo che la presenza di Thoros di Myr potrebbe davvero fare la differenza in Trono di Spade 6.

Se non avete letto i libri e temete un potenziale spoiler, smettete pure di leggere qui. Se ben ricordate, Thoros era uno dei membri della Fratellanza Senza Vessilli, un gruppo di guerrieri indipendenti che nella terza stagione aveva fatto prigionieri Arya, Gendry e Frittella. La Fratellanza ha un enorme impatto sui romanzi, dal momento che tra coloro che vengono resuscitati da Thoros di Myr c’è Lady Catelyn Stark, trovata dal gruppo con la gola sgozzata subito dopo le Nozze Rosse.

Lady Stark, ora nota come Lady Cuordipietra, diventa il capo della Fratellanza Senza Vessilli, e ne guida i membri cercando vendetta contro coloro che l’hanno tradita. La sua ira si scatena quando incontra Brienne di Tarth, colpevole di non aver protetto adeguatamente le sue figlie: l’ultima pagina della storyline sua e di Podrick li vuole appesi e pronti per l’impiccagione.

Che la presenza di Thoros nella sesta stagione di Trono di Spade implichi la presenza di tutta la Fratellanza Senza Vessilli e, di conseguenza, di Lady Cuordipietra? Certo, se Michelle Fairleyfosse tornata nel cast il clamore sarebbe stato enorme: e se in qualche modo fossero riusciti a tenere segreto il suo rientro, o ancora, se per interpretare l’alter ego cadavere di Lady Stark (che è muto, e non può parlare) fosse stata scelta un’altra attrice?

Mentre noi lettori di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco siamo qui a sognare, l’attesa per la première di Trono di Spade si riduce continuamente: mancano solo sei giorni al debutto della serie su Sky Atlantic in versione sottotitolata.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L’abbraccio con la madre, l’alter ego juventino: quando il set è una seduta di psicanalisi da la stampa

Post n°13142 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

“Fai bei sogni”, diretto da Marco Bellocchio, sarà presentato al Festival di Cannes. L’autore del romanzo da cui è tratto aspetta il film con più curiosità che timore
ANSA

Valerio Mastandrea e Bérénice Bejo, i protagonisti adulti di «Fai bei sogni»: il film diretto da Marco Bellocchio aprirà la Quinzaine des Réalisateurs, rassegna «alternativa» del Festival di Cannes

20/04/2016
MASSIMO GRAMELLINI
All’inizio avrei preferito che «Fai bei sogni» non diventasse un film. Meglio una serie tv per famiglie. Meglio ancora: niente. Poi è arrivato l’invito di Marco Bellocchio a passare una mattinata nel suo studio. Sul tavolo c’era una copia del libro, gonfia di segni e sottolineature. Bellocchio mi disse di avere contato il numero di bugie pronunciate dai personaggi nel corso della storia: ventitré, se ricordo bene. In un immediato e clamoroso ribaltamento dei ruoli cominciò a intervistarmi. Solo che lui non prendeva appunti con le parole, ma coi disegni. In quel primo incontro sembrò molto incuriosito dalla figura del padre, forse la più cinematografica del romanzo: un uomo in apparenza gelido che alla fine rivela la sua umanità. Nel congedarmi disse: «Alla mia età si gira ogni film con il retropensiero che potrebbe essere l’ultimo. Non mi dispiacerebbe se il mio ultimo film fosse una storia come questa». 

 

Negirerà sicuramente molti altri, ma intanto quella frase aveva dissolto le mie difese. Non ancora le sue. Nei colloqui successivi manifestò un imbarazzo irriducibile all’idea di mettere in scena persone realmente esistite e, nel mio caso, esistenti tuttora. Questo pudore nello stravolgere i caratteri e urtare le mie memorie più care lo accompagnò durante l’intera fase della sceneggiatura, a cui non chiesi di partecipare.  

 

La storia mi usciva dalle orecchie: non ne potevo più di riviverla (se pazientate qualche riga, scoprirete cosa è successo sul set). E poi Bellocchio aveva una personalità troppo forte per poter anche solo supporre che si sarebbe limitato a una mera traduzione in immagini delle mie parole. Avrebbe imprestato al protagonista i suoi slanci e le sue paure. Era giusto che mi facessi da parte e che il film fosse Fai bei sogni di Bellocchio e basta.  

 

L’ho incontrato molte altre volte, una in compagnia di Guido Caprino, il leghista della serie tv 1992 che nel film interpreta mio padre. Dalle sue domande ho capito come lavorano i grandi attori. Cercano di scoprire il conflitto profondo che agita il loro personaggio, così da richiamarlo di continuo alle memoria durante la recitazione. Nel caso di mio padre era il senso di colpa di non essersi svegliato mentre mia madre si alzava dal letto per l’ultima volta. Non l’avevo scoperto scrivendo il libro. Me l’hanno tirato fuori Caprino e Bellocchio al ristorante. 

 

Valerio Mastandrea, il mio alter ego adulto, ha preferito non coinvolgermi nella costruzione del suo ruolo. Ho il sospetto che mi detesti perché una sera in cui era ospite a Che fuori tempo che fa sono entrato in camerino proprio quando fischiavano un rigore contro la sua Roma. Lui, in ginocchio davanti al televisore, mi ha rivolto parole quasi educate ma comunque piuttosto amare, che mai mi sarei aspettato da chi ha avuto l’onore di interpretare un tifoso della squadra più iellata del pianeta.  

 

Ma, a proposito di tifo, l’umiliazione maggiore è stata conoscere il mio alter ego bambino, Niccolò. Creatura deliziosa. L’ho trovato intento a imparare a memoria una formazione del Toro degli Anni 60 che avrebbe dovuto sciorinare nel film. «Immagino che questi nomi non ti dicano niente», ho esordito. «Essendo tu di Milano, conoscerai meglio la storia di Milan e Inter…».  

 

Il suo silenzio prolungato mi ha insospettito. È intervenuta la madre: «Vede, negli ultimi anni la Juve ha vinto tanto e allora Niccolò…». La verità mi si è stagliata davanti in tutta la sua drammatica ironia: l’attore che avrebbe dato un volto ai patemi della mia infanzia era un piccolo ma già vivacissimo juventino. La vita sa essere terribilmente dura, a volte. 

 

Il peggio è successo quando mi sono affacciato sul set. Avevano ricostruito l’appartamento dov’ero cresciuto, ovviamente più grande per potersi muovere con la macchina da presa. Bellocchio stava per girare una scena in cui mia madre guarda la neve fuori dalla finestra.  

 

L’attrice Barbara Ronchi, in vestaglia da notte, era talmente immedesimata nella parte che appena mi ha visto è corsa verso di me e mi ha abbracciato commossa. «Cavoli, sto abbracciando mia madre», ho biascicato, ed era una frase talmente stupida che prima mi è venuto da ridere e poi il magone.  

 

Il secondo ciak in programma quel giorno era quello in cui la madre, con il marito che la spia attraverso la porta socchiusa, si congeda definitivamente dal figlio rimboccandogli le coperte e sussurrando «Fai bei sogni». La scena primaria della mia esistenza: ho passato gli anni a immaginarmela e a disperarmi per non essermi svegliato mentre avveniva. L’ho rivista in un monitor, seduto accanto a Bellocchio. Ed è stata una seduta, anzi un convegno, di psicanalisi.  

 

Non sono più tornato sul set, avrete capito perché. E non ho ancora visto il film. Ma la curiosità sconfigge sempre lo spavento, dunque succederà. Magari a Cannes, mescolato ai colleghi della stampa e facendo finta che quello dentro lo schermo sia chiunque altro tranne me. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Un possibile spin-off del Trono di Spade? da spinoff

Post n°13141 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

 

19 APRILE 2016 by 

 

 

spin-off-il-trono-di-spadePer quanto nelle ultime settimane sia statasmentita la voce che uno spin-off del Trono di Spade, la serie cult prodotta da HBO, sia in fase di lavorazione, George R. R, Martin, l’autore della collana di romanzi bestseller da cui è tratta la serie televisiva, ha voluto dire la sua:

Certamente non manca il materiale,” avrebbe detto a questo proposito “[…] ci sono almeno otto milioni di storie nel Westeros e anche di più nell’Essos e nelle terre più oltre. Un intero mondo pieno di storie che attendono di essere raccontate… certo, se HBO ne è interessata.”

L’idea è nata dopo che è stato rivelato che la serie tv si concluderà tra soli 13 episodi. A proposito del soggetto di un possibile spin-off, l’autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco è stato ancora più preciso:

“Il seguito più naturale sarebbe un adattamento dei miei romanzi brevi contenuti in Tales of Dunk and Egg (i primi tre editi in Italia da Mondadori con il titolo de “il cavaliere dei sette regni” n.d.r.)Ciascuno di essi potrebbe diventare un film di circa due ore per la televisione; piuttosto che una serie settimanale continuativa, questo sarebbe il formato ideale.”

spin-off-trono-di-spadeI romanzi brevi di cui parla George R. R. Martin narrano delle avventure di un cavaliere errante, ser Duncan, e dell’ascesa di Aegon V della casa Targaryen, e sono ambientati circa novant’anni prima delle vicende delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.

Ovviamente HBO al momento è troppo presa dalla produzione delle ultime stagioni per pensare alla possibilità di una serie di film ambientati nello stesso mondo. Ma, per quanto lo stesso Martin abbia ammesso che attualmente un sequel o un prequel del Trono di Spade non siano in programma, è evidente come abbia le idee ben chiare in proposito.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

GOT 6: la nuova stagione è basata sugli appunti di George R.R. Martin da skyatlantic

Post n°13140 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

19 aprile 2016
GOT 6: la nuova stagione è basata sugli appunti di George R.R. Martin
Il Trono di Spade è solo su Sky Atlantic

 

Se le prime cinque stagioni si basavano sui romanzi editi finora, con la sesta cambia tutto. Il fatto che Martin fosse indietro con la scrittura di The Winds of Winter (attualmente ancora senza una data d’uscita) non ha destato particolare stupore (diciamo che se lo scrittore americano è uno che ama fare le cose con calma, per usare un eufemismo!), dunque, si è lavorato non su un libro fatto e finito, ma su una serie di note e appunti che lo stesso Martin ha consegnato a Benioff e Weiss, per fare in modo che serie e romanzi vadano tutto sommato nella stessa direzione.

 

La domanda, però, sorge spontanea: esiste veramente il rischio che la serie da qui in poi possa spoilerare i romanzi? A rispondere sono stati proprio i due showrunner di GOT, che in un’intervista rilasciata a TVLinehanno tranquillizzato i fan:

 

La gente parla del fatto che i libri verranno spoilerati – e non è per niente vero. Molto di quello che stiamo facendo si distanzia dai libri a questo punto. E anche se ci saranno degli elementi chiave che saranno simili, noi non ne parleremo molto – e pensiamo che neanche George lo farà. La gente rimarrà molto sorpresa quando leggerà i libri dopo aver visto la serie. Sono divergenti sotto molti aspetti. [...] Ad un certo punto ci siamo resi conti che stavamo per superare i libri, e abbiamo scelto di vederla come una cosa grandiosa da entrambe le parti: c’è questo mondo straordinario che George ha creato e adesso ne esistono due diverse versioni, e non vediamo alcuna ragione che possa impedirvi di essere emozionati, sorpresi e costernati da entrambe queste versioni diverse di questo mondo.

 

Nulla di cui preoccuparsi, dunque!

 

 

La sesta stagione de Il Trono di Spade andrà in onda in esclusiva su Sky Atlantic a partire dal 25 aprile.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ITALICUM, DUE FIRME PER BLOCCARE LA LEGGE CON UN REFERENDUM

Post n°13139 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema

ITALICUM, DUE FIRME PER BLOCCARE LA LEGGE CON UN REFERENDUM, CONTRO LO STRAPOTERE DEL PARTITO UNICO

Documento che i promotori del “Comitato contro l’Italicum per la democrazia” lanciano in occasione della partenza della raccolta firme per il referendum contrario alla legge elettorale del 6 maggio 2015 n.52

Di Stefano Rodotà, Massimo Villone, Alfiero Grandi e Silvia Manderino

Adesso che la riforma elettorale (Italicum) è stata trasformata in legge (L. 6 maggio 2015 n. 52) il discorso sul sistema elettorale del nostro Paese non è chiuso. Per l’Italicum si è voluto procedere a tappe forzate, ricorrendo addirittura alla fiducia, come avvenne nel 1953 per la legge truffa, evidentemente per nascondere sotto l’asfalto del decisionismo governativo le scorie tossiche (per la democrazia) del nuovo sistema ed evitare ogni reale dibattito. E tuttavia, proprio com’è accaduto per il Porcellum, è l’insostenibilità costituzionale e politica del nuovo sistema che rende necessario riaprire il dibattito per far emergere le storture che devono essere corrette. La legge elettorale, lungi dal rappresentare un’asettica tecnica di selezione della rappresentanza, è il principale strumento attraverso il quale si realizza un ordinamento rappresentativo e viene data concreta attuazione al principio supremo posto dall’art. 1 della Costituzione che statuisce: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Orbene la Corte costituzionale, con una pronuncia storica è intervenuta nel campo del diritto elettorale, riconoscendo che anche questo terreno squisitamente politico deve essere coerente con i principi costituzionali e con diritti politici del cittadino. È da qui che bisogna partire per giudicare la sostenibilità del nuovo sistema elettorale.

La Corte costituzionale con la sentenza 1/2014 ha dichiarato incostituzionali due istituti della legge Calderoli:
1) Le liste bloccate, riconoscendo ai cittadini elettori il diritto di scegliersi i propri rappresentanti esprimendo (almeno) una preferenza
2) Il meccanismo che attribuiva alla minoranza “vincente” un premio di maggioranza senza soglia minima.

La Corte non ha contestato di per sé qualsiasi meccanismo correttivo dei voti espressi attraverso un premio di maggioranza, ma ha dichiarato costituzionalmente intollerabile che possa essere attribuito un premio di maggioranza “senza soglia” perché l’effetto sarebbe quello di produrre una distorsione enorme fra la volontà espressa dagli elettori e il risultato in seggi, determinando un vulnus intollerabile all’eguaglianza del voto e al principio stesso della sovranità popolare. Nessun sistema elettorale è in grado di assicurare una perfetta corrispondenza fra i voti espressi e i seggi conseguiti da ciascuna forza politica che partecipa all’agone elettorale. Questo però non consente di buttare a mare il principio espresso dall’art. 48 della Costituzione secondo cui il voto è libero e uguale, diretta conseguenza del principio di eguaglianza e di partecipazione espresso dall’art. 3.

La legge Calderoli aveva istituzionalizzato la diseguaglianza dei cittadini italiani nel voto, attraverso il meccanismo previsto dall’art. 83 che prevedeva la formazione di un “quoziente di maggioranza” e di un “quoziente di minoranza”. Nelle elezioni del 2013 il quoziente di maggioranza è stato di circa 29mila voti, mentre quello di minoranza è stato superiore a 81mila voti (cioè per eleggere un deputato nei partiti “premiati” sono stati sufficienti 29mila voti popolari, mentre per eleggere un deputato per tutti gli altri partiti sono occorsi più di 81mila voti popolari). Il rapporto fra i due quozienti è stato di 2,66. Basti pensare che il Pd con 8.646.457 voti (25,42%) ha ottenuto 292 seggi (pari al 47%) mentre il Movimento 5 stelle con 8.704.969 (25,56%) ha ottenuto 102 seggi (pari al 16,5%). La Consulta ha dichiarato incostituzionale il Porcellum proprio per evitare il ripetersi di una simile insostenibile distorsione fra la volontà espressa dal popolo italiano ed i risultati in termini di composizione della Camera rappresentativa. Orbene l’Italicum finge di adeguarsi alle prescrizioni della Corte sia per quanto riguarda le liste bloccate, sia per quanto riguarda il premio di maggioranza, ma in realtà si sbarazza dei paletti che la Consulta ha posto alla discrezionalità del legislatore, riesumando una versione peggiorata del Porcellum.

L’Italicum apparentemente abbandona il sistema delle liste bloccate (in cui i deputati sono eletti in base all’ordine di lista, senza che l’elettore possa mettervi becco), rendendo bloccati “soltanto” i capilista, mentre gli altri deputati vengono eletti sulla base delle preferenze. Però c’è un trucco. Vengono creati 100 collegi di dimensioni variabili da tre a sei seggi. Poiché difficilmente un partito elegge, in collegi così ridotti, più di un deputato, ecco che buona parte dei deputati non saranno scelti dagli elettori con il voto di preferenza ma saranno direttamente “nominati” dai capi dei partiti. Ma ancor maggiore è lo scostamento dalle prescrizioni della Consulta in tema di premio di maggioranza. Anche in questo versante l’Italicum finge di adeguarsi perché introduce una soglia minima al premio di maggioranza (40%), con ciò legittimando, peraltro, un premio di maggioranza notevolissimo (il 15%, pari a circa 90 seggi), equivalente a quello stabilito dalla legge truffa. Nella realtà quest’adeguamento viene rinnegato con un trucco. Alle elezioni del 1953, la coalizione governativa non raggiunse per pochi voti la soglia minima (50%) e il premio di maggioranza non scattò. Per evitare questo rischio il legislatore moderno ha risolto il problema, rendendo la soglia minima rimuovibile, attraverso l’istituto del ballottaggio su base nazionale fra le due liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti.

In questo modo l’Italicum non solo non abolisce il meccanismo del premio di maggioranza senza soglia censurato dalla Corte costituzionale, ma addirittura lo esalta perché attribuisce il premio a una unica lista, anziché alle coalizioni. È questo l’aspetto più preoccupante della nuova legge elettorale. L’Italicum smantella ogni possibile coalizione perché attribuisce il premio di maggioranza a una sola lista. Per legge viene attribuita la maggioranza politica e la guida del governo a un solo partito, a prescindere dalla volontà del popolo sovrano. In questo modo viene reintrodotto nel nostro Paese un sistema di governo basato sul partito unico. Per rendersi conto della gravità di questa svolta, basti pensare che dal 24 aprile del 1944 (secondo governo Badoglio) ad oggi si sono sempre e solo succeduti governi di coalizione, o quantomeno sostenuti da una maggioranza di coalizione, mentre un governo del partito unico in Italia è esistito soltanto nel ventennio fascista. Fu proprio la legge elettorale dell’epoca (legge Acerbo) che consentì l’avvento di un partito unico al governo, attribuendo nelle elezioni del 1924 una maggioranza garantita al “listone”. Poiché il sistema politico italiano non è bipolare, né tantomeno bipartitico il meccanismo elettorale congegnato è destinato a produrre naturalmente – soprattutto attraverso il ballottaggio – una fortissima distorsione fra la volontà espressa dal corpo elettorale e i seggi conseguiti dalle singole forze politiche, istituzionalizzando la diseguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto di voto.

Le due simulazioni che seguono rendono più chiari gli effetti perversi di questo sistema. Distribuzione diseguale dei seggi e diseguaglianza dei cittadini nel voto con l’Italicum.

Simulazione I
Si prenda una platea di 30.000.000 di voti.
Concorrono alla distribuzione dei seggi, avendo superato la soglia di sbarramento del 3%, n. 5 partiti.
Nessuno dei partiti concorrenti riesce a superare la soglia del 40% per cui si rende necessario il ballottaggio.
A seguito del ballottaggio l’ufficio centrale nazionale determina il quoziente di maggioranza e quello di minoranza e procede alla distribuzione dei seggi come raffigurato in tabella.

PartitoVoti ricevutiPercentualeSeggi
Lista n.17.500.00025%340
Lista n. 27.500.00025%93
Lista n. 37.490.00024,97%93
Lista n. 44.000.00013,33%49
Lista n. 53.510.00011,7%43
Quoziente di maggioranza7.500.000/340=

 

22.058

  
Quoziente di minoranza22.500.000/278=

 

80.935

  
Rapporto fra i 2 quozienti80.935/22.025=

 

3,67

  

N.B. Il voto del cittadino di maggioranza vale 3,67 volte in più del voto del cittadino di “minoranza”

Simulazione II
Si prenda una platea di 30.000.000 di voti.
Concorrono alla distribuzione dei seggi, avendo superato la soglia di sbarramento del 3%, n. 5 partiti.
Nessuno dei partiti concorrenti riesce a superare la soglia del 40% per cui si rende necessario il ballottaggio che vince la lista seconda classificata al primo turno. A seguito del ballottaggio l’ufficio centrale nazionale determina il quoziente di maggioranza e quello di minoranza e procede alla distribuzione dei seggi come raffigurato in tabella.

PartitoVoti ricevutiPercentualeSeggi
Lista n.110.000.00033,33%121
Lista n. 27.000.00023,33%340
Lista n. 36.000.00020,00%73
Lista n. 44.000.00013,33%48
Lista n. 53.000.00010,00%36
Quoziente di maggioranza7.000.000/340=

 

20.588

  
Quoziente di minoranza23.000.000/278=

 

82.733

  
Rapporto fra i 2 quozienti82.733/20.588=

 

4,01

  

N.B. il voto del cittadino di maggioranza vale 4,01 volte in più del voto del cittadino di “minoranza”

Queste semplici considerazioni dimostrano che l’Italicum è una legge insostenibile poiché aggredisce i fondamenti della democrazia repubblicana e ferisce uno dei principi che non può essere oggetto di revisione costituzionale: quello dell’eguaglianza dei cittadini.L’aspetto più preoccupante dell’Italicum è che attraverso questo percorso di manipolazione della rappresentanza viene cambiata profondamente la forma di governo e squilibrata ogni forma di contrappeso istituzionale poiché un solo partito – per legge – avrà in mano le chiavi del governo e della maggioranza parlamentare. Senza mediare con nessuno, potrà determinare l’elezione del presidente della Repubblica e attraverso di lui influire sulla composizione della Corte costituzionale, neutralizzandone la funzione di controllo. L’Italicum è una minaccia per la democrazia. Questa minaccia può essere disinnescata soltanto attraverso i due referendum abrogativi proposti dal Comitato per il No all’Italicum.

www.referendumitalicum.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Il 10 maggio un film rai su Felicia Impastato da casa memoria

Post n°13138 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

 

felicia009

Noi siederemo in prima fila perché, a dispetto degli indegni spettacoli che i media in alcuni casi ci offrono, riteniamo che siano le storie come quelle di Felicia a dover essere raccontate e conosciute

E’ intitolato “Felicia Impastato” il film per la tv che racconta la storia di Felicia. Andrà in onda su Rai 1 il 10 maggio, il giorno seguente le iniziative del 9 maggio dedicate alla memoria di Peppino, 38 anni dopo il suo assassinio per mano della mafia. 
La nostra frase ispiratrice è ormai da molto tempo “Con il coraggio e le idee di Peppino noi continuiamo”, lui e Felicia sono il nostro esempio, ci hanno insegnato valori che dobbiamo continuare a tramandare. Preservare la loro memoria e raccontare al mondo intero quello che è stato il loro impegno nella lotta alla mafia sono doveri dai quali non ci possiamo esimere. La storia di Felicia merita di essere raccontata e di essere conosciuta da tante madri e tanti figli.
Dopo la messa in onda dell’intervista di Salvatore Riina a ‘Porta a porta” in tutti noi c’è stato grande sconforto, ma – come scritto da Giovanni Impastato nella sua lettera indirizzata al direttore generale della Rai - “non permettere al pubblico di conoscere la storia di mia madre sarebbe come darla vinta a un’informazione malata di protagonismo che, pur di affermarsi, è pronta anche a calpestare il dolore dei parenti di tante vittime innocenti”.
Noi non la daremo vinta, non permetteremo a nessuno di calpestare il nostro dolore e quello di tanti altri.
E se un film su Felicia può servire a questo scopo noi non possiamo fare altro che sedere in prima fila insieme a tante altre persone che credono ancora che questa “guerra” possa essere vinta con il coraggio e la responsabilità.

Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

David di Donatello: miglior film a Genovese, ma Jeeg sbanca da ansa

Post n°13137 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

Il premio per il miglior regista è andato a Matteo Garrone, per 'Il racconto dei racconti - Tale of Tales'

Vince, un po' a sorpresa, un film con una idea forte e moderna come'Perfetti sconosciuti' di Paolo Genovese che, non a caso, conquista anche il premio per la migliore sceneggiatura. Ma a sbancare in questa 60/a edizione dei David è sicuramente un film fresco e surreal-fantasy come è 'Lo chiamavano Jeeg Robot', opera prima di Gabriele Mainetti che conquista non solo la statuetta come miglior regista esordiente, ma anche altre sei premi. Ovvero quelli andatia tutta la squadra degli attori protagonisti e non protagonisti: Claudio Santamaria e Ilenia Pastorelli e ancora, come non protagonisti, Luca Marinelli e Antonia Truppo.

Stesso risultato per 'Il racconto dei racconti-Tale of Tales', di Matteo Garrone che conquista la miglior regia e poi sei statuette tecniche: miglior fotografia, andato a Peter Suschitzky; scenografia a Dimitri Capuani e Alessia Anfuso; i costumi a Massimo Cantini Parrini, che dedica il premio a Ettore Scola. E ancora per Garrone miglior trucco e acconciatura e effetti digitali. Delusione sicuramente per Claudio Caligari che, nonostante le sedici candidature ottenute da 'Non essere cattivo', ottiene solo il premio per miglior fonico di presa diretta.

E ancora peggio va a Fuocoammare di Gianfranco Rosi, unico film in lizza con un tema forte come quello dell'emigrazione che dopo aver conquistato il Festival di Berlino con l'Orso d'oro nel proprio paese non si porta a casa nulla (aveva quattro candidature). Infine la musica è di Youth - La giovinezza di Paolo Sorrentinoche conquista miglior canzone e colonna sonora. E questo in una serata nel segno del rilancio del premio voluto da Sky e con un red carpet rinnovato e ricco e, infine, con la conduzione in prima serata del tonico e davvero divertente Alessandro Cattelan. Insomma alla 60/a edizione l'Oscar italiano rilancia e cerca di fare il miracolo: rendere meno noiosa la cerimonia dei premi. E ci riesce sia con gli esilaranti teatrini pre-cerimonia, tra Cattelan e Sorrentino, e poi appunto con una conduzione di un Cattelan in grande forma che si permette una battuta cult rivolta a Rondi: "Siate brevi - dice ai premiati - con i vostri commenti. Rondi ha 94 anni e vorrebbe arrivare a vedere il vincitore".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

David di Donatello 2016: tutti i vincitori!

Post n°13136 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

david-slide

 

A condurre la serata Alessandro Cattelan, con interventi anche di Francesco CastelnuovoGianni CanovaPif (con un omaggio a Ettore Scola) e di The Jackal. A presentare i premi stelle del calibro di Paola Cortellesi, Dante Ferretti, Stefano Accorsi, Christian De Sica, Nicola Piovani, Anna Foglietta, Valeria Golino, Francesco Pannofino, Vittorio Storaro, Michele Placido, Toni Servillo.

A vincere il premio come miglior film Perfetti Sconosciuti, premiato anche per la miglior sceneggiatura. Miglior regista a Matteo Garrone per Il Racconto dei Racconti, che ha ottenuto anche altri sei riconoscimenti tecnici. Ma il vero trionfatore della serata è stato Lo Chiamavano Jeeg Robot, vincitore di ben sette premi tra cui miglior attore, migliore attrice, miglior attore non protagonista, miglior produttore e miglior regista esordiente (questi ultimi a Gabriele Mainetti). Assegnati fuori dalla trasmissione principale i premi come miglior film straniero a Il Ponte delle Spie e miglior film europeo aSon of Saul.

In questa pagina trovate il commento di Gabriele Niola, mentre in questa pagina trovate il videocommento di Francesco Alò.

 

 

TUTTI I PREMIMiglior film
  • Fuocoammare, regia di Gianfranco Rosi
  • Il racconto dei racconti – Tale of Tales, regia di Matteo Garrone
  • Non essere cattivo, regia di Claudio Caligari
  • Perfetti sconosciuti, regia di Paolo Genovese
  • Youth – La giovinezza (Youth), regia di Paolo Sorrentino
Miglior regista
  • Gianfranco Rosi – Fuocoammare
  • Matteo Garrone – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Claudio Caligari – Non essere cattivo
  • Paolo Genovese – Perfetti sconosciuti
  • Paolo Sorrentino – Youth – La giovinezza (Youth)
Miglior regista esordiente
  • Carlo Lavagna – Arianna
  • Adriano Valerio – Banat (Il viaggio)
  • Piero Messina – L’attesa
  • Gabriele Mainetti – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci – Loro chi?
  • Alberto Caviglia – Pecore in erba
Migliore sceneggiatura
  • Matteo Garrone, Edoardo Albinati, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Nicola Guaglianone e Menotti – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Claudio Caligari, Francesca Serafini e Giordano Meacci – Non essere cattivo
  • Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini e Rolando Ravello –Perfetti sconosciuti
  • Paolo Sorrentino – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore produttore
  • 21uno Film, Stemal Entertainment, Istituto Luce Cinecittà, Rai Cinema e Les Films d’Ici con Arte France Cinéma – Fuocoammare
  • Archimede e Rai Cinema – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Gabriele Mainetti per Goon Films, con Rai Cinema – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Paolo Bogna, Simone Isola e Valerio Mastandrea per Kimera Film, con Rai Cinema e Taodue Film, produttore associato Pietro Valsecchi, in collaborazione con Leone Film Group – Non essere cattivo
  • Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori per Indigo Film – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore attrice protagonista
  • Paola Cortellesi – Gli ultimi saranno ultimi
  • Sabrina Ferilli – Io e lei
  • Juliette Binoche – L’attesa
  • Ilenia Pastorelli – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Valeria Golino – Per amor vostro
  • Anna Foglietta – Perfetti sconosciuti
  • Àstrid Bergès-Frisbey – Alaska
Migliore attore protagonista
  • Claudio Santamaria – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Luca Marinelli – Non essere cattivo
  • Alessandro Borghi – Non essere cattivo
  • Valerio Mastandrea – Perfetti sconosciuti
  • Marco Giallini – Perfetti sconosciuti
Migliore attrice non protagonista
  • Piera Degli Esposti – Assolo
  • Antonia Truppo – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Elisabetta De Vito – Non essere cattivo
  • Sonia Bergamasco – Quo vado?
  • Claudia Cardinale – Ultima fermata
Migliore attore non protagonista
  • Valerio Binasco – Alaska
  • Fabrizio Bentivoglio – Gli ultimi saranno ultimi
  • Giuseppe Battiston – La felicità è un sistema complesso
  • Luca Marinelli – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Alessandro Borghi – Suburra
Migliore direttore della fotografia
  • Peter Suschitzky – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Michele D’Attanasio – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Maurizio Calvesi – Non essere cattivo
  • Paolo Carnera – Suburra
  • Luca Bigazzi – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore musicista
  • Alexandre Desplat – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Ennio Morricone – La corrispondenza
  • Michele Braga e Gabriele Mainetti – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Paolo Vivaldi con la collaborazione di Alessandro Sartini – Non essere cattivo
  • David Lang – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore canzone originale
  • Torta di noi – musica, testi e interpretazione di Niccolò Contessa – La felicità è un sistema complesso
  • A cuor leggero – musica, testi e interpretazione di Riccardo Sinigallia – Non essere cattivo
  • Perfetti sconosciuti – musica di Bungaro e Cesare Chiodo, testi e interpretazione di Fiorella Mannoia – Perfetti sconosciuti
  • La prima Repubblica – musica, testi e interpretazione di Checco Zalone – Quo vado?
  • Simple Song #3 – musica e testi di David Lang, interpretazione di Sumi Jo – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore scenografo
  • Dimitri Capuani e Alessia Anfuso – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Maurizio Sabatini – La corrispondenza
  • Massimiliano Sturiale – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Giada Calabria – Non essere cattivo
  • Paki Meduri – Suburra[2]
  • Ludovica Ferrario – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore costumista
  • Massimo Cantini Parrini – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Gemma Mascagni – La corrispondenza
  • Mary Montalto – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Chiara Ferrantini – Non essere cattivo
  • Carlo Poggioli – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore truccatore
  • Gino Tamagnini, Valter Casotto, Luigi d’Andrea e Leonardo Cruciano – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Enrico Iacoponi – La corrispondenza
  • Giulio Pezza – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Lidia Minì – Non essere cattivo
  • Maurizio Silvi – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore acconciatore
  • Francesco Pegoretti – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Elena Gregorini – La corrispondenza
  • Angelo Vannella – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Sharim Sabatini – Non essere cattivo
  • Aldo Signoretti – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore montatore
  • Jacopo Quadri – Fuocoammare
  • Andrea Maguolo, con la collaborazione di Federico Conforti – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Consuelo Catucci – Perfetti sconosciuti
  • Patrizio Marone – Suburra
  • Cristiano Travaglioli – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliore fonico di presa diretta
  • Maricetta Lombardo – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Valentino Giannì – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Angelo Bonanni – Non essere cattivo
  • Umberto Montesanti – Perfetti sconosciuti
  • Emanuele Cerere – Youth – La giovinezza (Youth)
Migliori effetti digitali
  • EDI – Effetti Digitali Italiani – Game Therapy
  • Makinarium – Il racconto dei racconti – Tale of Tales
  • Chromatica – Lo chiamavano Jeeg Robot
  • Visualogie – Suburra
  • Peerless – Youth – La giovinezza (Youth)
Miglior documentario di lungometraggio
  • I bambini sanno, regia di Walter Veltroni
  • Harry’s Bar, regia di Carlotta Cerquetti
  • Louisiana (The Other Side), regia di Roberto Minervini
  • Revelstoke. Un bacio nel vento, regia di Nicola Moruzzi
  • S is for Stanley – Trentanni dietro al volante per Stanley Kubrick, regia di Alex Infascelli
Miglior cortometraggio
  • Bellissima, regia di Alessandro Capitani
  • A metà luce 2016, regia di Anna Gigante
  • Dove l’acqua con altra acqua si confonde, regia di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi
  • La ballata dei senzatetto, regia di Monica Manganelli
  • Per Anna, regia di Andrea Zuliani
Premio David giovani
  • Alaska, regia di Claudio Cupellini
  • Gli ultimi saranno ultimi, regia di Massimiliano Bruno
  • La corrispondenza, regia di Giuseppe Tornatore
  • Non essere cattivo, regia di Claudio Caligari
  • Quo vado?, regia di Gennaro Nunziante
Miglior film straniero
  • Carol, regia di Todd Haynes
  • Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy
  • Il ponte delle spie (Bridge of Spies), regia di Steven Spielberg
  • Inside Out, regia di Pete Docter
  • Remember, regia di Atom Egoyan
Miglior film dell’Unione Europea
  • 45 anni (45 Years), regia di Andrew Haigh
  • Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau testament), regia di Jaco Van Dormael
  • Il figlio di Saul (Saul fia), regia di László Nemes
  • Perfect Day, regia di Fernando León de Aranoa
  • The Danish Girl, regia di Tom Hooper

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Le confessioni

Post n°13135 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Siamo in Germania, in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G8 dei ministri dell'economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. Con gli uomini di governo, ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star, e un monaco italiano, Roberto Salus. Accade però un fatto tragico e inatteso e la riunione deve essere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno al segreto. I ministri sospettano infatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa. Ma le cose non vanno così lisce: mentre il monaco - un uomo paradossale e spiazzante, per molti aspetti inafferrabile - si fa custode inamovibile del segreto della confessione, gli uomini di potere, assaliti da rimorsi e incertezze, iniziano a vacillare.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Box Office Italia 19 aprile, Amleto insegue Il Libro della Giungla 3D DA CINEBLOC

Post n°13134 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

3 milioni di euro in 4 giorni all'esordio per Il Libro della Giungla 3D.

 

Altri 226.608 euro in tasca per Il libro della Giungla 3D, che si avvicina così alla soglia dei 4 milioni di euro. Dietro il titolo Disney si fa spazio Amleto dal National Theatre, con 102.203 euro incassati in 24 ore. Per la prima volta terzo Nonno Scatenato, ieri fermo ai 69.435euro, seguito dai 43.510euro de Il cacciatore e la regina di ghiaccio e dai 41.830euro di Veloce come il Vento.

Sesta piazza con 38.248 euro per Criminal, seguito dai 33.835euro di Nemiche per la Pelle e dai 24.855euro di Hardcore, con i 17.615euro di Troppo Napoletano e i 15.057euro di Batman v Superman a chiudere la Top10.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Film nelle sale da domani

Post n°13133 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Ladridicinema
 


Un ultimo tango
Un tango más
  • DATA USCITA: 18/04/2016
  • GENERE: Documentario, Musicale
  • NAZIONALITA': Argentina, Germania
  • ANNO: 2016
  • REGIA: German Kral
  • CAST:

Locandina: Abbraccialo per me
Abbraccialo per me
Abbraccialo per me
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Vittorio Sindoni
  • CAST: Stefania Rocca, Vincenzo Amato, Moisè Curia

Locandina: Codice 999
Codice 999
Triple Nine
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Drammatico, Azione, Thriller
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2016
  • REGIA: John Hillcoat
  • CAST: Kate Winslet, Chiwetel Ejiofor, Casey Affleck

Locandina: Grotto
Grotto
Grotto
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Avventura, Family
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Micol Pallucca
  • CAST: Christian Roberto, Gabriele Fiore, Iris Caporuscio

Locandina: I ricordi del fiume
I ricordi del fiume
I ricordi del fiume
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Documentario
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio
  • CAST:

Locandina: Le confessioni
Le confessioni
Le confessioni
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Drammatico, Thriller
  • NAZIONALITA': Italia, Francia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Roberto Andò
  • CAST: Toni Servillo, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino

Locandina: Sp1ral
Sp1ral
Sp1ral
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Orazio Guarino
  • CAST: Marco Cocci, Valeria Nardilli, Michela Bevilacqua

Locandina: The Other Side of the Door
The Other Side of the Door
The Other Side of the Door
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Horror
  • NAZIONALITA': India, Gran Bretagna
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Johannes Roberts
  • CAST: Sarah Wayne Callies, Jeremy Sisto, Sofia Rosinsky

Locandina: Truman - un vero amico è per sempre
Truman - un vero amico è per sempre
Truman
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Commedia, Drammatico
  • NAZIONALITA': Spagna, Argentina
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Cesc Gay
  • CAST: Ricardo Darín, Javier Cámara, Dolores Fonzi

Locandina: Zona d'ombra
Zona d'ombra
Concussion
  • DATA USCITA: 21/04/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Peter Landesman
  • CAST: Will Smith, Alec Baldwin, Luke Wilson

Locandina: Rino: La mia ascia di guerra
Rino: La mia ascia di guerra
Rino: La mia ascia di guerra

  • DATA USCITA: 23/04/2016
  • GENERE: Documentario
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Andrea Zambelli
  • CAST:

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963