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Messaggi del 25/05/2017

 

Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar

Post n°13867 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales

Poster

I pericoli del mare non finiscono mai per lo sventurato Jack Sparrow (Johnny Depp) - pardon, lo sventurato Capitan Jack Sparrow - che in Pirati dei Caraibi 5 La vendetta di Salazar diventa nuovamente bersaglio di un'indicibile orda nemica a caccia di pirati. La flotta di marinai fantasma capitanata dal temibile Armando Salazar (Javier Bardem) è intenzionata a ripulire i mari dall'infestazione pirata, distruggendo tutti i vascelli sulla rotta che esibiscono la bandiera nera con teschio e ossa, e condannando i banditi che si trovano a bordo a una fine tremenda. Fuggito dal Triangolo del Diavolo a bordo della Silent Mary, un tempo maestosa, ora oscura e decadente, Salazar sembra avere un conto in sospeso proprio con lo svampito Sparrow, la unica speranza di sopravvivenza risiede nel leggendario Tridente di Poseidone ma per riuscire a trovarlo sarà costretto ad allearsi con la brillante e affascinante astronoma Carina Smyth (Kaya Scodelario) e il risoluto Henry Turner (Brenton Thwaites), giovane marinaio della Royal Navy. Al timone di una nave piccola e malandata, Jack si prepara ad affrontare l'oceano, rassegnato alla sorte avversa e allo scontro con i nemici passati che proprio non ne vogliono sapere di morire definitivamente. Ritroviamo anche Hector Barbossa (Geoffrey Rush), come sempre indeciso se spalleggiare il suo vecchio capitano o venderlo al miglior offerente.

  • DATA USCITA: 24 maggio 2017

 
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Noi eravamo

Post n°13866 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 

Poster

Italia, tra la fine della Grande Guerra nel 1918 fino al 1933. 15 anni nella vita del paese e di tre ragazzi. Guglielmo e Luciano, uniti e divisi da una guerra cui hanno scelto di partecipare da volontari, e dall'amore per Agnese, giovanissima luminosa presenza delle loro vite, anche lei volontaria nel corpo delle amatissime crocerossine. Un intreccio di destini personali in una grande storia, uniti dal personaggio chiave e narratore della vicenda: Fiorello La Guardia, figlio di emigrati italiani, arrivato dall'America assieme a un centinaio di connazionali per combattere sui mitici aerei Caproni. Nella sua voce carismatica, nel suo fascino che sa di vecchia Europa e Nuovo Mondo, tra radici incancellabili e aspirazione al futuro, sta questa storia, che intreccia sorprendentemente eccezionali materiali dell’archivio Luce, colorizzati in modo da farne immagini di grande cinema, con scene di finzione che ci restituiscono tutta l’epica di un grande film di guerra, pace, e sentimenti.

 
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Film nelle sale da oggi

Post n°13865 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 

 
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2 night

Post n°13864 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 

Poster

È un venerdì notte a Roma. Il tempo è mite e il popolo della notte è pronto a uscire e a divertirsi. La città si anima e si colora dei neon dei locali, dei fari delle macchine, delle luci che illuminano i più importanti monumenti. In un locale di uno dei quartieri più vivi della città, due sconosciuti s’incontrano. Entrambi hanno circa trent'anni, sono soli e in cerca di qualcuno con cui passare la serata e forse, chissà, anche la notte. Lei chiede un passaggio e lui accetta di accompagnarla in macchina fino all'altro capo della città. Eccoli insieme che si fanno largo attraverso la notte. Lei è il prototipo della ragazza consapevole e autonoma, decisa, in questa serata che anticipa l'estate, a regalarsi una notte di sesso con uno sconosciuto, per poi, domani, continuare, più forte e sicura di sé, la sua vita senza legami. Lui sembra incarnare il trentenne di oggi, piuttosto timido, più calmo e riflessivo e con una strana inquietudine. Per arrivare all'abitazione, i due viaggiano attraversano i diversi quartieri di Roma: da quelli più alla moda, densi di locali, ai più residenziali, al centro storico, fino ad arrivare ai quartieri più periferici. Una volta giunti nelle vicinanze di casa di lei, i due non riescono però a trovare parcheggio. Più il tempo che sono costretti a trascorrere in macchina e a conversare si dilata, più il destino di quella notte sembra condurli in una direzione inaspettata... Sarà una notte di solo sesso per poi scordarsi l'un l'altro appena dopo o un sentimento nascente e imprevisto cambierà i loro destini?

 
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Alamar

Post n°13863 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 

Poster

In un atollo dal mare incontaminato vive un vecchio pescatore. Si chiama Matraca ed esercita la pesca con metodi antichi nel Banco Chinchorro, un’estesa barriera corallina nei mari del Messico. Un giorno suo figlio Jorge lo raggiunge con Natan, il nipotino di 5 anni che vive in Italia con la mamma. Prima che il piccolo inizi ad andare a scuola, Jorge vuole fargli conoscere le sue origini e il luogo in cui vive. Giunti a Banco Chinchorro, Natan e Jorge accompagnano ogni giorno il nonno a pescare, scoprendo una profonda connessione con la natura, imparando a perlustrare l’affascinante mondo che si cela sotto la superficie marina. Quel che Natan imparerà in mare in questo viaggio ancestrale rimarrà con lui per sempre.

 
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Milano in the Cage - The movie

Post n°13862 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 

Poster

Alberto, o Al, 36 anni, esperto di arti marziali, combattente di boxe thailandese, guardia del corpo e buttafuori, non si è risparmiato nulla, nemmeno lo scendere a compromessi con la malavita. La disciplina estrema di MMA rappresenta per lui una possibile via di fuga da quel mondo di clandestinità. L'occasione per riscattarsi arriva con la finale del torneo Milano in the Cage, un incontro realmente combattuto per il film e il cui risultato finale si scoprirà solo al suono del gong.

 
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Oggi sono trascorsi 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui vennero uccisi da cameralook

Post n°13861 pubblicato il 25 Maggio 2017 da Ladridicinema
 
Tag: news

 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per ricordarli, Rai Uno trasmetterà il prossimo 29 maggio Era d’Estate, il film scritto e diretto da Fiorella Infascelli che ripercorre l’esilio nell’estate del 1985 dei due giudici all’Asinara. Protagonisti sono gli straordinari Giuseppe Fiorello e Massimo PopolizioL’Asinara, 1985. In una notte come tante sbarcano sull’isola Giovanni Falcone (Massimo Popolizio) e Paolo Borsellino (Giuseppe Fiorello) con le proprie famiglie. Il trasferimento è improvviso, rapido, non c’è nemmeno tempo di fare i bagagli, d’altronde la minaccia, intercettata dai Carabinieri dell’Ucciardone, è grave: un attentato contro i due giudici e i loro familiari partito dai vertici di Cosa Nostra. È un’estate calda, come non se ne vedevano da tempo, e nella piccola foresteria di Cala d’Oliva, i due magistrati e le loro famiglie vivono completamente isolati dalla piccola comunità di civili dell’Asinara, controllati a vista da una pilotina e dalle guardie penitenziare. Una condizione che non tutti riescono a sopportare.

Così accade che Lucia (Elvira Camarrone), la figlia più grande dei Borsellino, cada lentamente in uno stato di così grande malessere che dovrà essere riportata a Palermo, dove Paolo, imponendosi ai suoi superiori, la accompagnerà. Così accade che Manfredi (Giovanni D’Aleo), scosso anche da quello che è successo alla sorella Lucia, si avventuri in una fuga senza meta alla scoperta dell’isola, e verrà ritrovato in mezzo ai detenuti che distribuisce nutella e racconta barzellette.

Massimo Popolizio

Massimo Popolizio

Passano i giorni, ci si organizza, i rapporti a poco a poco fra tutti diventano più intimi, ed è come se quella vacanza obbligata desse modo ad ognuno di scoprire l’altro. Così trascorre un mese fatto di notti insonni, di sorrisi, di scherzi, di pensieri, una lunga, inaspettata tregua in attesa di riprendere il lavoro, in attesa che il ministero fornisca le carte per continuare la stesura dell’ordinanza-sentenza del maxi processo, il capolavoro di Falcone e Borsellino che affermerà una volta per tutte che la mafia esiste e ha un nome “Cosa Nostra”.

Finalmente le carte arriveranno, Paolo e Giovanni ricominceranno a lavorare giorno e notte e una nuova, sconosciuta armonia sembra nascere in quell’angolo di mondo, un’inedita serenità familiare che potrebbe durare anche per sempre. Invece poi succede che rientrato il pericolo, arriva l’ordine di tornare di nuovo Palermo. E, nello stesso modo improvviso in cui erano partiti, così all’improvviso devono ripartire.  Tornare verso Palermo.  Tutti verso l’inesorabile sorte che li colpirà nel 1992.

Giuseppe Fiorello

Giuseppe Fiorello

Lasciamo ora spazio alle note di regia di Fiorella Infascelli:

Tutto è cominciato all’Asinara, dove qualche anno fa stavo girando un documentario, Pugni Chiusi. Ero all’interno del vecchio carcere dove gli operai del Petrolchimico si erano autoreclusi per protesta. Un pomeriggio uno di loro mi portò a vedere una casa rossa sul mare e mi disse che lì Falcone e Borsellino nel 1985 avevano scritto parte dell’ordinanza del maxi processo. Dopo qualche giorno cercando altre notizie lessi un articolo di Caponnetto che ribaltava completamente quella versione:  il vero motivo di quella strana e improvvisa vacanza era una soffiata arrivata da alcuni detenuti dell’Ucciardone sulla preparazione di un attentato ai due giudici e alle loro famiglie. Beppe Montana e Ninni Cassarà erano stati appena uccisi”.

Nel giro di poche ore Caponnetto diede ordine ai servizi di portare Falcone e Borsellino in un luogo sicuro. E il più sicuro di tutti sembrò l’isola dell’Asinara, dove all’epoca c’era il supercarcere di massima sicurezza. Sempre Caponnetto raccontava che i due giudici non avevano con loro le carte del processo, e che quindi per molti giorni non poterono lavorare”.

Valeria Solarino

Valeria Solarino

È stato questo dettaglio a farmi venire l’idea del film.  Immaginare Falcone e Borsellino a tre mesi dall’inizio di uno dei più grandi processi del secolo, con l’ordinanza da finire, costretti a non lavorare. Costretti a quell’esilio. Come avevano reagito? Fuori dal turbinio delle scorte, delle sirene, lontano da Palermo, dove vivevano ormai blindati da anni, loro e le loro famiglie, in quel luogo così diverso…cosa provavano? Quali le loro fantasie? Le angosce? Le emozioni? ”.

Lì lo sguardo poteva spaziare verso il mare, verso l’orizzonte, ma poteva anche posarsi su se stessi, sulle mogli, sui figli. C’era il tempo per indagare sui loro affetti.  Questo racconta e inventa il film: la loro intimità, Paolo e Giovanni che raccolgono i ricci e intanto parlano della morte, Paolo che recita la Divina Commedia, le liti, i conflitti, le freddure di Giovanni, Manfredi che scappa, le cene sul mare, le paure, e le notti svegli in attesa di notizie”.

“Falcone e Borsellino facevano lo stesso lavoro, con la stessa incredibile passione etica, erano legati da mille cose, ma non avevano mai passato una vacanza insieme. Ogni volta che guardavo le loro fotografie, quelle che tutti conosciamo, la cosa che mi colpiva era la loro complicità, il loro modo di guardarsi ridacchiando, la loro ironia, spesso dimenticata, e che invece era una parte così importante della loro vita. Ecco ho provato a portare queste cose nel film. Entrare in quella intimità. E nello stesso tempo entrare in quel luogo, l’isola dell’Asinara, misteriosa, arcaica”.

Ho conosciuto Manfredi Borsellino, abbiamo cominciato a parlare, sempre di più, con sempre più familiarità… poi Agnese Borsellino, ed è stato un incontro fondamentale, importante, e dai suoi racconti ho capito tante cose, e poi gli amici, le persone che avevano lavorato con loro, i giornalisti che per anni li hanno seguiti… ho conosciuto Lucia e Fiammetta Borsellino, il direttore del carcere che li aveva accolti e protetti, perché come sempre diceva Agnese Borsellino, allora lo Stato era con loro e li aveva salvati”Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Così, unendo frammenti veri e inventando una quotidianità sconosciuta, è nata la sceneggiatura, e inventare i dialoghi è stata forse la cosa più difficile. Quando siamo entrati in quella foresteria, la stessa in cui loro avevano abitato, siamo stati travolti dal lavoro, ma ogni tanto come una folata di vento, arrivava una forte emozione, credo che abbia attraversato tutti quanti.  Guardavo gli attori e pensavo a Falcone e Borsellino, che da quelle stesse finestre avevano guardato quello stesso mare. Il mare che tutti e due amavano tanto”.

“E mentre giravo ho sempre avvertito in tutti un senso di responsabilità, un grande affetto, e un sentimento di grande mancanza. Affetto e ironia che credo si riassumano in una battuta del film, quando Falcone, al barista che gli chiede se lui sia il giudice Borsellino, risponde sorridendo “Non completamente””.

Fiorella Infascelli

 
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