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Messaggi del 26/09/2018
Post n°14649 pubblicato il 26 Settembre 2018 da Ladridicinema
Tag: recensioni Il solo anno 2009 porterà all'incredibile cifra di 176 persone morte in carcere. Dal 2002 al 2012 si parla di 915 detenuti morti in carcere, o per suicidio, o per malattia o per altri motivi per cui è in corso un’indagine giudiziaria. Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148 di quell’anno. "Sulla mia pelle" di Alessio Cremonini, prodotto da Netflix, racconta l'ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, un trentenne romano, che nella vita fa il pugile, lavora con il padre geometra ma fa uso di droghe e le spaccia. La sera del 15 ottobre 2009 viene fermato dai carabinieri, che lo vedono consegnare qualcosa, che poi si rileverà essere droga, ad un altro ragazzo. Portato in caserma, viene perquisito e alla fine di questo gli verranno trovati addosso 12 confezioni di hashish e 3 di cocaina, oltre ad una pasticca di un medicinale di cui il ragazzo ha bisogno essendo epilettico. Al momento dell'arresto il ragazzo non aveva alcun trauma e verrà trattenuto in custodia cautelare dai Carabinieri. Il giorno successivo processato per direttissima, ha difficoltà a camminare e parlare, mostra evidenti lividi agli occhi ma afferma di non essere stato picchiato, ma che gli amici lo hanno fatto cadere dalle scale. Il giudice decide che il processo si sarebbe svolto qualche settimana dopo e che nel frattempo sarebbe stato trattenuto nel carcere di Regina Coeli. Nei giorni a venire le condizioni di Cucchi peggioreranno ulteriormente e dopo essere stato visitato all'ospedale Fatebenefratelli gli viene proposto il ricovero che lui rifiuta, in quanto voleva parlare con il proprio avvocato. In carcere le sue condizioni peggioreranno, fino a quando verrà portato al Pertini, dove morità il 22 ottobre. I familiari tenteranno più volte inutilmente di poterlo vedere, o comunque sapere informazioni sulle condizioni fisiche del ragazzo. E' un film, un film che serviva, in quanto era giusto raccontare i fatti nella maniera più precisa possibile. E' un film che ha creato scandalo e scalpore, in una società che è indifferente a tali tematiche. Non è intenzione dell'autore giudicare, ma raccontare i fatti per far uscire la verità di quanto successo a Cucchi in quella settimana. Questo ragazzo, che non era di certo un santo, non meritava in alcun caso, in alcun modo di fare quella fine, soprattutto nelle mani di chi dovrebbe difenderci. Purtroppo questo non è neanche il primo caso nella storia e nella nostra società moderna. Cremonini non lo presenta come un santo, e nemmeno come uno che viene sbranato dai lupi. Vengono raccontate le sue debolezze e i suoi errori e si narrano i fatti dal punto di vista di Stefano. Nonostante ciò questo ragazzo è una vittima, sia di chi lo ha pestato, sia della burocrazia lenta che non gli permetterà nè di vedere il suo avvocato nè i suoi familiari, ma anche dell'indifferenza di chi vede le sue ferite e rimane omertoso o comunque protegge chi lo ha malmenato e non capisce cosa abbia e cosa gli sia successo. E' vittima però anche di se stesso in quanto egli per primo non racconta come sono andate le cose, perchè forse spaventato delle possibili conseguenze. Il ragazzo è interpretato da uno straordinario Alessandro Borghi che da il meglio di se nell'interpratazione. Scelta giusta quella di far vedere spesso e volentieri, da parte del regista, il volto tumefatto di Stefano. La cura dei dettagli, in una sceneggiatua che a livello di ritmo non cede mai, fatta da Cremonini è importante, sia del carcere, sia dell'ospedale, sia dei sentimenti che scatena in chi guarda il film. Un mix di rabbia, squallore, oppressione che si trasformano in qualcosa che sta per stringersi inevitabilmente al collo di Cucchi senza alcun scampo, come una morsa. Perchè se è chiaro che la tragedia inizia per via del pestaggio, il suo straziante epilogo è dovuto alla trascuratezza negli accertamenti medici. Un film che doveva essere fatto, perchè non è un film che vuole offendere le migliaia di persone che portano la divisa con onore, ma vuole attaccare coloro che l'hanno tradita e infangata. Coloro che proteggono questi assassini. Un film che vuole la verità, e non a caso nel finale è presente la scena con Ilaria, la sorella di Cucchi, che ha in mano un lenzuolo su cui c'è una foto con la faccia del fratello al momento dell'autopsia. Ho sempre ammirato il coraggio di questa donna, che ha lottato e lotta per far scoprire la verità. Ma soprattutto il suo sangue freddo in quel momento, quello dell'autopsia del fratello; per fare la cosa giusta ed evitare che chi volesse nascondere la verità lo facesse definitivamente. Complimenti anche a Netflix, che ha dimostrato di avere grande coraggio, in un'opera quasi perfetta che dice che bisogna opporsi alla più grande delle ingiustizie, ovvero il silenzio. Come ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, «Non è accettabile, da un punto di vista sociale e civile prima ancora che giuridico, che una persona muoia non per cause naturali mentre è affidata alla responsabilità degli organi dello stato.» Voto finale: 4+/5 Sulla mia pelle è un film di genere drammatico del 2018, diretto da Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. Uscita al cinema il 12 settembre 2018. Durata 100 minuti. Distribuito da Lucky Red e Netflix.
TRAMA SULLA MIA PELLE: Sulla mia pelle, il film diretto da Alessio Cremonini, è l'emozionante racconto degli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi (Alessandro Borghi) e della settimana che ha cambiato per sempre la vita della sua famiglia, in particola modo quella di sua sorella Ilaria (Jasmine Trinca). CURIOSITÀ SU SULLA MIA PELLE: Film d'apertura della sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2018. FRASI CELEBRI:
Dal Trailer Ufficiale del Film: Stefano Cucchi (Alessandro Borghi): Sono Cucchi Stefano, nato a Roma il 1 ottobre 1978
IL CAST DI SULLA MIA PELLE:
Post n°14648 pubblicato il 26 Settembre 2018 da Ladridicinema
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