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Messaggi del 23/02/2020

 

Le fake news su Aleppo del documentario "Alla mia piccola Sama"

Post n°15629 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Le fake news su Aleppo del documentario "Alla mia piccola Sama" e le frequentazioni del produttore-protagonista da antidiplomatico
Le fake news su Aleppo del documentario Alla mia piccola Sama e le frequentazioni del produttore-protagonista
 

E se i nazisti avessero realizzato un film strappalacrime sui campi di sterminio? Ovviamente, sapendo chi lo ha prodotto, ci sarebbe da indignarsi.

Peccato che l’ospedale Al Quds – con buona pace di ONG come  Medicin sans frontieres - non sia mai stato distrutto, essendo il “celebre” edificio ridotto in macerie spacciato come “ospedale” (vedi la foto diffusa in ogni dove da Medicin sans frontieresnull’altro che un deposito, anche di munizioni, di Jabhat al Nusra (filiale siriana di Al Qaeda).

E a proposito di Jihadisti, assolutamente nulla ci racconta “For Sama” sull’inferno al quale avevano condannato la popolazione di Aleppo est; un inferno - costellato da episodi raccapriccianti, come il camion-bomba all'ospedale di Al Kindi, la pubblica decapitazione di un ragazzino, il lancio dal tetto degli impiegati di un ufficio postale …. E nulla ci racconta sulla sorte dei civili che vivevano nella parte occidentale di Aleppo, controllata dal governo, sottoposta a tiri dei cecchini e continui lanci di mortai e missili che hanno provocato migliaia di morti. Per saperlo, basterebbe andare a vedere le scene di giubilo della popolazione di Aleppo est dopo la liberazione da parte delle truppe siriane (che, per evitare un ennesimo bagno di sangue, avevano concesso un salvacondotto – garantito dalla Croce Rossa Internazionale - ai Jihadisti e ai loro familiari).

Si dirà “Ma, in fondo For Sama è solo una denuncia delle tante sofferenze prodotte dalla guerra.” Non è così. È molto peggio questo film realizzato da al-Kateab. Un rifugiato di lusso in Gran Bretagna e sulle cui frequentazioni è opportuno soffermarsi dando una occhiata a queste foto, diffuse dalla giornalista Eva Bartlett che documentano la vicinanza del produttore del film a efferati Jihadisti.
 



 

(A) al-Kateab, in smoking, riceve un ennesimo prestigioso premio
(B e C) al-Kateab in festosa compagnia con il suo amico Maayouf Abu Bahr
(D) Maayouf Abu Bahr, con i suoi compari dell’ISIS, stanno per decapitare il dodicenne Abdallah Issa
 
Commuoversi per la sorte toccata, nel 2016, alla mamma di Sama? Certamente legittimo, senza dimenticarsi che OGGI sopravvivono in Siria decine di migliaia di altre donne che non sanno dove andare a partorire in una terra straziata da una guerra imposta dall’Occidente e, soprattutto, da sanzioni imposte dall’Unione Europea, con il beneplacito del Governo italiano.

Andare a vedere “Alla mia piccola Sama” per arricchire gente come i coniugi al-Kateab? Questo è davvero inconcepibile.
 
 
Francesco Santoianni

(testo, in parte, ricavato dall’articolo A Beautiful but Deceptive Documentary: “For Sama” tradotto e pubblicato in Italiano su Oraprosira)

 
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Gli anni più belli

Post n°15628 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Estate del 1982... Roma. Giulio e Paolo finiti per caso negli scontri tra studenti e polizia, assistono al ferimento di Riccardo, a cui daranno assistenza. Da quel momento in poi tra di loro nascerà una grande amicizia. Hanno 16 anni e tutta la vita davanti. A loro tre si unirà Gemma, la ragazza di Paolo. Le loro vite si cominceranno a intrecciare nel racconto degli eventi politici, storici e giudiziari di quegli anni. E dovranno imparare che ciò che conta veramente sono le cose che fanno stare bene e che amori e amicizia nonostante quello che può succedere nella vita sono importanti così come il perdonarsi nel caso in cui c'è stato un torto anche grave.

Gli anni più belli è ispirato a "C'eravamo tanto amati" di Ettore Scola (palesi gli omaggi anche ad altri film da "La dolce vita" a "Una vita difficile") e questo è evidente nel proseguo della storia, anche se a livello stilistico il film è tutto mucciniano sia nella solita qualità nella regia e nella fotografia, sia nei toni della recitazione degli attori. Questo si può notare soprattutto all'inizio con tutta la frenesia mucciniana presente nei 4 giovani. Poi salgono in cattedra Favino, Rossi Stuart, Santamaria e la Ramazzotti e il film comincia a prendere la sua strada. Inizia il viaggio che porterà alla scoperta di quello che eravamo e che siamo diventati partendo dalla prima giovinezza, età di speranze e di grandi progetti. Sono soprattutto le passioni dei giovani che interessano a Muccino. Le loro passioni possono essere deflagranti e disperate e a volte troppo urlate, ma comunque giustificate dall'età, dal destino, dalla sofferenza. Ad esempio le tragedie della vita che separa due innamorati o il desiderio di non essere poveri e senza ambizioni. Il ritmo narrativo è di assoluta qualità. La loro amicizia è anche un modo per uscire dalle tragedie familiari.

Il film è chiaramente la storia di amicizia e amore tra 4 amici nell'arco di 40 anni inseriti come detto prima nella storia di un paese che cambia. Un racconto commovente e completo di un'intera generazione. Come afferma Muccino: "È il film più grande che abbia mai realizzato perché i personaggi sono la microstoria nella cornice della grande storia. Sullo sfondo della storia che racconto c'è l'Italia che cambia, dalla fine degli anni di piombo alla caduta del Muro di Berlino, dalla stagione di Mani pulite all'11 settembre. Racconterò anche l'ascesa del Movimento 5 stelle. Non sarà un viaggio nostalgico, o pessimista: tutti i personaggi, con le loro difficoltà, sono spinti dall'idea che domani sarà un giorno migliore". 

C'è quindi questo messaggio ottimistico che esce dal film e mai come oggi nella società attuale c'è la necessità di un messaggio di speranza.

 
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Hammamet

Post n°15627 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Arriva finalmente nelle sale l'atteso film di Gianni Amelio sulle ultime settimane di vita forse dell'ultimo statista, vero spartiacque di una politica che oggi è solo affarismo; che questo paese ha avuto, ovvero Bettino Craxi. Un film che ha scatenato inevitabili polemiche sia da parte di chi vuole fare revisionismo storico sul personaggio per esaltare un personaggio politico dimenticato e di cui si vuole recuperare l'eredità, sia da parte di chi vuole probabilmente continuare ad abusare del suo giudizio negativo come se non bastasse quanto successo non perdonandogli le ruberie. Entrambe le posizioni possono essere giuste se non fosse che sono in assoluta malafede, sia perchè è assurdo che a vent'anni dalla morte di Craxi non si riesca a fare un'analisi il più possibile più che non di parte, almeno che non sia faziosa; ma soprattutto non hanno o visto o capito il film.

Nel primo caso spetta agli storici probabilmente lo sviluppo della rappresentazione di quella che è stata la figura del politico socialista, escludendo tutte le questioni private e giudiziarie e arrivando quindi a fare un profilo politico della sua storia. Da parte dei giornalisti ci dovrebbe essere almeno la capacità di evitare qualunquismi vari. 

Sul secondo aspetto il film non è un'opera per rivalutare il presidente, come lo chiama Amelio; ma semplicemente un ritratto intimo e personale di un uomo con tante contraddizioni nel finale della sua vita.

Il film parte con il congresso del Psi, a Milano, che rappresenta quello che era il personaggio Craxi, talmente arrogante da non rendersi conto neanche se avvertito di quello che stava per succedere e che non sa riconoscere amici e nemici. Che ama circondarsi di personaggi inetti che sono pronti a dirgli sempre che ha ragione, e non accetta critiche ma è pronto a farle ad altri, soprattutto ai comunisti italiani definiti come dei ravanelli (per molti il discorso non era probabilmente nemmeno sbagliato).

Dopo i titoli si passa subito ad Hammamet... siamo alla fine del secolo scorso e Craxi si è autoesiliato scappando dalla giustizia che lo ha condannato in via definitiva per corruzione e finanziamento illecito. Del gigante che si ergeva dal palco del congresso non c'è più nulla... malato, stanco, rancoroso...  "vittima di se stesso, del suo orgoglio, della sua arroganza smisurata" e che adesso somiglia molto "ai nani di cui si è circondato".

Nel suo "esilio dorato" si circonda di poche persone... la moglie, sua figlia, il nipote e il figlio di un suo amico che si era suicidato dopo essere stato inquisito dal giudice.

Sono gli ultimi giorni di una parabola umana e politica, in cui si mostrano tutte le debolezze dell'uomo, il suo rancore verso chi lo ha abbdandonato, verso quella politica ipocrita e quella giustizia ad orologeria. La sua idea è che nessuno nega che quei soldi rimanevano "attaccati alle dita", ma lo facevano tutti, ma qualcuno non è stato indagato e il perchè è facile da intuire. L'arroganza del potere sta anche nel fatto che ci sia questa idea da parte di Craxi che nonostante il reato ci fosse, non dovesse essere la magistratura a intervenire ma il parlamento ad autoregolarsi per via del discorso "lo facevano tutti". A nulla valgono le parole di chi diceva noi non avremmo dovuto farlo...

Sono gli ultimi giorni in cui viene ricordato il massimo successo di Craxi che probabilmente ha scaturito la sua fine, ovvero gli eventi di Sigonella, che vengono raccontati dall'innocenza di suo nipote...

Sono gli ultimi giorni che raccontano di un uomo che nonostante sia fuori dal suo paese sia comunque lucido e profetico su quelli che saranno gli anni a venire, sulle politiche che sono state fatte in quegli anni e su quelle che verranno fatte che non saranno nell'interesse di quello che non è più definito popolo ma gente come qualcuno vuol fare credere. La sua ultima testimonianza è affidata alle riprese di Fausto che nello zaino, oltre alla telecamera, nasconde una pistola.

Intanto il suo stato di salute si aggrava, molti gli chiedono di tornare in Italia per le cure, lui rifiuta, riflette, confessa pensieri, idee, sensi di colpa e incredulità verso quel paese di cui era dominatore e padrone, senza sapere fino in fondo se tornare o rimanere nel suo sdegnoso esilio.

Nel film come detto Amelio non ha l'arroganza di rispondere alle domande che le due fazioni sul presidente si fanno, ma come giusto che sia vuole fare una riflessione e soprattutto porre delle domande, perchè come ricorda il compito del regista è questo. Preferisce affrontare soprattutto la tragedia di un uomo arrogante, passato come caprio espiatorio di un sistema corrotto e ancor di più un paese dove il singolo diventa colui da crocifiggere per via di un modus operandi che non riflette solo le ruberie e l'immoralità della politica ma il carattere stesso degli italiani, pronti a salire sul carro del vincitore e a scendere da quello del perdente.

Nessuno dei personaggi, nemmeno Craxi, è chiamato con il suo vero nome... probabilmente gli altri sono Moroni, Fanfani e sicuramente DiPietro. Neppure la figlia del protagonista si chiama Stefania, come nella realtà, ma Anita, a ricordare la moglie di Giuseppe Garibaldi, personaggio storico molto caro a Craxi e che viene rievocato più di una volta e in più di un modo, nel corso del film. Un uomo senza nome, dunque, quasi un simbolo di una persona che ha perso il potere e che ora fa i conti con la malattia e la morte che si avvicina, in un oblio inevitabile.

Quello che interessa è l'atmosfera che ha portato alla caduta di un uomo potente, di come il partito non sopravviverà al segretario nonostante i tentativi del suo secondo genito, ben consapevole che la sua eredità politica sarà nulla e che tutti lo vogliono morto. Il finale con il sogno che porta alla morte di Craxi è metafora della tragedia di un uomo e del carattere populista e qualunquista di chi lo giudica.

L'interpretazione del personaggio principale è affidata a Pier Francesco Favino che riesce grazie ad un trucco strepitoso e alla sua bravura a ricostruire il volto del politico socialista, soprattutto la sua voce, le sue movenze, quella sua presenza ad un tempo carismatica ed inquietante, sprezzante, che ne decretò assieme successo e rovina. Un'interpretazione che vale tutto il film, un'interpretazione titanica.

Un film importante soprattutto per la delicatezza e la finezza con cui restituisce la complessità di una figura che è icona di un'era politica che si concluse con un lancio di monetine. Amelio sembra parlare del mondo e della politica dei nostri giorni, un rimpianto al di la dei fatti giudiziari per quella politica e quegli uomini.

Amelio non definisce il suo Craxi "né un latitante né un esule. Era un contumace. Era contumace, è andato incontro alla morte che conosciamo, per la sua ostinazione a pensare che dovesse essere giudicato dal Parlamento, e non dalla magistratura. Sono stati l'orgoglio e la presunzione di essere nel giusto a far sì che Craxi facesse quella fine."
Ma anche nella sua villa tunisina, per Amelio "Craxi vede il passato tornare, come in Le catene della colpa: in quel suo eremo non è in salvo, ma coltiva rancori, rimpianti, rimorsi, desideri, e ne è macerato fino all'autodistruzione. Forse, "aggiunge il regista, "se qualcuno gli avesse dato la possibilità di essere operato da qualche altra parte, e non in Tunisia, non sarebbe morto."

Voto finale: 4/5

Hammamet
Regista: Gianni Amelio
Anno: 2020
Paese: Italia
Durata: 126 min
Data di uscita: 09 gennaio 2020
Distribuzione: 01 Distribution
Hammamet è un film di genere biografico, drammatico del 2020, diretto da Gianni Amelio, con Pierfrancesco Favino e Livia Rossi. Uscita al cinema il 09 gennaio 2020. Durata 126 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
Produzione:Pepito Produzioni con Rai Cinema in associazione con Minerva Pictures Group, in associazione con Evolution People, in collaborazione con SBH
TRAMA HAMMAMET

Hammamet, film diretto da Gianni Amelio, è incentrato sulla figura di Bettino Craxi (Pierfrancesco Favino), come politico e come uomo e racconta un capitolo critico della storia d'Italia. A distanza di 20 anni dalla morte di uno degli uomini politici più importanti della Repubblica Italiana, Amelio riporta a galla il nome di Craxi, un tempo sulle testate di tutti i giornali e oggi occultato silenziosamente sotto strati e strati di sabbia. Bertino Craxi, un nome che molti non vogliono ricordare, che intimorisce altri e che altri ancora vorrebbero cancellare, forse per sempre. Il film, basato su testimonianze reali, è un thriller fondato su tre tappe. Il re caduto: il primo socialista con l'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, indagato poi nell'inchiesta Mani pulite. La figlia che lotta per lui: Stefania, istitutrice della Fondazione Craxi, volta a tutelare l'immagine del padre. Infine, l'ultimo capitolo, il terzo, dedicato a un misterioso giovane, che entra nell'ambiente politico della famiglia Craxi, provando a demolirlo da dentro.

 

Dodicesimo film di finzione di Gianni Amelio - che ha comunque nel corso della sua carriera realizzato anche lungometraggi documentari e corti per piccolo e grande schermo, e film per la tv - Hammamet è il film che racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, quando il leader socialista, ex Presidente del Consiglio, viveva già da sei anni anni nella città tunisina del titolo: da esiliato, come sosteneva lui, o da latitante, come invece sostenevano i magistrati di Mani Pulite, che in lui vedevano il vertice del sistema di corruzione della politica italiana che volevano smantellare con la loro inchiesta, e per buona parte dell'opinione pubblica.
Per Amelio, che ha sceneggiato il film assieme ad Alberto Taraglio, quello su Craxi è un film più attento al versante privato della sua vicenda che a quello pubblico, anche se alcune indiscrezioni vorrebbero Hammamet essere un film "garantista" che non risparmia le critiche alle modalità utilizzate dalla Procura di Milano durante Tangentopoli.
Oltre ad affrontare il tema del potere e della sua "irrimediabile perdita", il film racconta le precarie condizioni fisiche di Craxi, malato da tempo di diabete e colpito in seguito da un tumore al rene. Nel corso degli ultimi mesi si discusse la possibilità di far tornare l'ex leader socialista pluricondannato perché si curasse in patria, ipotesi presto tramontata perché fu lo stesso Craxi a non volere rientrare in Italia da persona non libera.
"Anche quando parlo di privato ha l'aria del tempo. Oggi mi sembrava importante ritornare ai primi anni '90 e poi alla fine del secolo," ha dichiarato il regista all'ANSA. "Io racconto sei mesi di vita di un uomo politico importante fino alla sua morte, ma non è un arco narrativo che somigli a una biografia, tutto il contrario. Racconto gli spasmi di un'agonia."
Nei panni di Bettino Craxi, straordinariamente somigliante anche grazie a tecniche di make up sviluppate nel corso di mesi, c'è Pierfrancesco Favino, che ha affrontato la parte subito dopo aver interpretato in Il traditore di Marco Bellocchio un altro importante personaggio della storia e della cronaca italiana recenti, Tommaso Buscetta.
Nel film si alterano personaggi ispirati a quelli reali e altri di fantasiaNel cast, oltre a Favino, ci sono anche ci saranno anche Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Livia Rossi, Luca Filippi.
Per le riprese, oltre a vari set e location, Amelio ha scelto e ottenuto di girare anche nella vera villa dei Craxi in Tunisia, dove forte è stata l'emozione di trovarsi di fronte al Bettino di Favino per Amida, una domestica da anni in servizio per la famiglia e che bene aveva conosciuto il leader socialista.

 

 

Pierfrancesco Favino ha subito una vera e propria trasformazione per interpretare il ruolo Bettino Craxi, è stato truccato da truccatori italiani che hanno studiato in Inghilterra. Ci sono voluti lunghi mesi di prove per ottenere una così forte somiglianza.

Il film è stato girato negli stessi luoghi in cui Bettino Craxi passò gli ultimi anni di vita, a cominciare proprio dalla casa in Tunisia, dove morì il 19 gennaio del 2000.

 

FRASI CELEBRI DI HAMMAMET

 

Dal Trailer Ufficiale del Film:

Bettino Craxi (Pierfrancesco Favino): I danari per la politica sono come le armi per la guerra, mi spiace deludere qualcuno ma...la democrazia ha un costo!

Bettino Craxi: Finanziamenti illeciti, chi li ha mai negati! Ma non tutto serviva per la parata!
Il Politico (Renato Carpentieri): Ma qualcosa ci restava attaccata alle dita!

Bettino Craxi: Siete voi che lo candidate! Un giudice che vi poteva inquisire e non l'ha fatto!

Il Politico (Renato Carpentieri): Ma in Italia le cose stanno cambiando, il peggio è alle spalle!
Bettino Craxi: Alle spalle di chi?
FOCUS SU HAMMAMET

 

Il Bettino Craxi di Hammamet e le altre figure politiche nel cinema italiano:

Sebbene sia tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni - complice anche un'analoga ripresa avvenuta a Hollywood - la tradizione del cinema italiano di dedicare film importanti o controverse figure della nostra storia politica e sociale non è affatto recente.
Già nel 1972, ad esempio, Francesco Rosi raccontava la storia di Enrico Mattei - che non era un politico di professione, ma che con la politica aveva molto a che fare e a che vedere - in Il caso Mattei, uno dei capolavori del cinema civile italiano. Quattro anni più tardi, a partire da un romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, Elio Petri diresse Todo Modo, che raccontava di una classe dirigente della Democrazia Cristiana spietata e deviata, e che nella figura del Presidente, interpretato da un bravissimo Gian Maria Volonté che ne ricalcava il fisico, la postura, il modo di comportarsi e parlare, raccontava chiaramente Aldo Moro, che allora era appunto il Presidente della DC.
Moro è tristemente noto per il rapimento e l'uccisione da parte delle Brigate Rosse, in una delle pagine più cupe e sconvolgenti della storia del nostro paese: e proprio la vicenda e la prigionia di Moro sono al centro di un altro grande film, Buongiorno notte, diretto nel 2003 da Marco Bellocchio (che in anni più recenti, prima di Gianni Amelio, aveva accarezzato l'idea di un film su Craxi, e che in Vincere aveva affrontato invece la figura di Benito Mussolini) con Roberto Herlitzka nei panni del politico.
Nel 2006, all'apice della parabola di Silvio Berlusconi, è Nanni Moretti a raccontare l'allora Presidente del Consiglio in Il caimano; dodici anni dopo, nel 2018, Paolo Sorrentino - che nel frattempo aveva raccontato a modo suo un altro personaggio chiave della nostra storia politica e non come Giulio Andreotti in Il divo - torna su Berlusconi con il dittico di Loro, raccontandone però la fase conclusiva della sua storia politica. Sul fronte documentario, sono da ricordare il lavoro di Walter Veltroni su Enrico Berlinguer, intitolato Quando c’era Berlinguer, e Pertini – Il combattente di Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo, che ripercorre la vita del più amato dei Presidenti della Repubblica Italiana.
Su quello delle fiction televisive, citazione d'obbligo per l'Alcide De Gasperi di Fabrizio Gifuni, diretto da Liliana Cavani

 

AttoreRuolo
Pierfrancesco Favino
Bettino Craxi
Livia Rossi
La Figlia
Luca Filippi
Fausto
Silvia Cohen
Moglie del presidente
Omero Antonutti
Il Padre
Renato Carpentieri
Il Politico
Giuseppe Cederna
Vincenzo Balzamo
Claudia Gerini
L'Amante
 
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Caterina

Post n°15626 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Caterina

Regista: Francesco Corsi
Genere: Documentario
Anno: 2019
Paese: Italia
Durata: 75 min
Data di uscita: 15 febbraio 2020
Distribuzione: Kiné
Caterina è un film di genere documentario del 2019, diretto da Francesco Corsi. Uscita al cinema il 15 febbraio 2020. Durata 75 minuti. Distribuito da Kiné.
Sceneggiatura:Francesco Corsi
Fotografia:Andrea Vaccari
Produzione:Kiné
TRAMA CATERINA

 

Caterina, film diretto da Francesco Corsi, è un documentario su Caterina Bueno, cantante italiana ed etnomusicologa, che ha svolto tra gli anni '60 e '70 un importante compito di ricerca all'interno della musica popolare italiana. Un racconto che si snoda tra le immagini e le parole di una delle maggiori interpreti del folklore musicale del tempo e del nostro Paese. È stato proprio grazie a Caterina che molti canti popolari e della tradizione contadina, trasmessi fino a quel momento soltanto oralmente, sono potuti sopravvivere fino a oggi, non rischiando di essere completamente abbandonati all'oblio.
Il percorso artistico e di ricerca della Bueno ha intrecciato più volte quello di altri intellettuali dell'epoca, come Dario Fo, Pier Paolo Paoslini, Umberto Eco, Francesco De Gregori e molti altri. Caterina Bueno, morta nel 2007, è oggi una delle più grandi etnomusicologhe che hanno segnato il mondo culturale e, soprattutto, musicale italiano, apportando contenuti agli studi di questa disciplina e diffondendo gran parte dei canti riscoperti, grazie anche alle sue esibizioni.

 

 
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Memorie di un assassino

Post n°15625 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Memorie di un assassino

( Salinui chueok )
Regista: Bong Joon Ho
Genere: ThrillerDrammatico
Anno: 2003
Paese: Corea del Sud
Durata: 131 min
Data di uscita: 13 febbraio 2020
Distribuzione: Academy Two
Memorie di un assassino è un film di genere thriller, drammatico del 2003, diretto da Bong Joon Ho, con Kang-ho Song e Kim Sang-Kyung. Uscita al cinema il 13 febbraio 2020. Durata 131 minuti. Distribuito da Academy Two.
Sceneggiatura:Bong Joon HoShim Sung-bo
Fotografia:Kim Hyung-koo
Montaggio:Kim Sun-Min
Produzione:CJ Entertainment, Muhan Investment, Sidus
TRAMA MEMORIE DI UN ASSASSINO

Memorie di un assassino, film diretto da Bong Joon Ho, è ambientato nel 1986 nella provincia di Gyunggi, nella Corea del Sud, dove si indaga su due casi di donne trovate morte, uccise molto probabilmente dalla stessa mano. A occuparsi degli omicidi sono i detective del posto, Park Doo-Man (Kang-ho Song) e Cho Yong-koo (Roe-ha Kim), ma con i loro metodi brutali e rudimentali i due non sono pronti ad affrontare dei crimini così violenti né tanto meno la ricerca di un maniaco omicida.
Chi ha le basi necessarie per investigare sul caso è il collega Seo Tae-Yoon (Sang-kyung Kim) di Seoul, che si reca nel paesino per aiutare con le indagini. Quando una terza donna viene rinvenuta morta, assassinata con lo stesso modus operandi delle altre due vittime, Seo non ha più dubbi: hanno a che fare con un serial killer...

CURIOSITÀ SU MEMORIE DI UN ASSASSINO

 

Il regista Bong Joon Ho ha dichiarato che la sceneggiatura del film è stata influenzata molto dal fumetto From Hell di Alan Moore, ma è basato anche su una serie di omicidi commessi negli anni '80 nella città coreana di Hwaeseong, da cui è stata tratta la piéce Come See Me.

Il regista ha iniziato a scrivere la sceneggiatura del film nel giugno del 2000 e ha impiegato un anno per terminarla, ma ha dichiarato che durante i primi sei mesi non ha scritto neanche una riga e ha fatto diverse ricerche.

Per rendere il suo personaggio, il detective Seo, visivamente logorato dallo stress del caso, l'attore Kim Sang-kyung ha volutamente scelto di limitare l'assunzione di cibo e di dormire poche ore.

 

INTERPRETI E PERSONAGGI DI MEMORIE DI UN ASSASSINO
AttoreRuolo
Kang-ho Song
Detective Park Doo-man
Kim Sang-Kyung
Detective Seo Tae-yoon
Roeha Kim
Detective Cho Yong-koo
Song Jae-ho
Sergente Shin Dong-chul
Byun Hee-Bong
Sergente Koo Hee-bong
Ko Seo-hie
Ufficiale Kwon Kwi-ok
Parco No-shik
Baek Kwang-ho
Park Hae-Il
Parco Hyeon-Gyu
Jeon Mi-seon
Kwok Seol-yung
Seo Young-Hwa
Eon Deok-nyeo

 
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Gli anni più belli

Post n°15624 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Gli anni più belli

Post n°15623 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Gli anni più belli

Genere: Drammatico
Anno: 2020
Paese: Italia
Durata: 129 min
Data di uscita: 13 febbraio 2020
Distribuzione: 01 Distribution
Gli anni più belli è un film di genere drammatico del 2020, diretto da Gabriele Muccino, con Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti. Uscita al cinema il 13 febbraio 2020. Durata 129 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
Produzione:Una produzione Lotus Production, una società di Leone Film Group con Rai Cinema in associazione con 3 Marys Entertainment
TRAMA GLI ANNI PIÙ BELLI

 

Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formato da Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, attraversando l'adolescenza fino all'età adulta. I tre uomini sono cresciuti insieme sin da giovanissimi per poi incontrare, durante gli anni del liceo, Gemma - unica donna del gruppo - di cui Paolo s'innamora immediatamente.
La piccola comitiva ha affrontato cose belle, come speranze e successi, e momenti brutti, dovuti a delusioni e fallimenti. Ma al racconto di amicizia e di amore si intreccia inevitabilmente quella che è stata la storia d'Italia e di conseguenza degli Italiani in questi ultimi decenni. Le vicende di Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo, ambientate in epoche diverse, diventano un modo per ricordare da dove veniamo, per dire chi siamo oggi e per intuire chi saranno i nostri figli; quello che rivela è che apparteniamo tutti a un cerchio della vita nel quale le dinamiche non fanno altro che ripetersi generazione dopo generazione.
Riuniti dopo anni, nel corso dei quali hanno preso strade diverse, i quattro si ritrovano ancora una volta insieme per ricordare i momenti di gioia e quelli che hanno messo duramente alla prova la loro amicizia, come la delusione di Paolo o i rimpianti di Giulio.

 

PANORAMICA SU GLI ANNI PIÙ BELLI

 

Dopo A casa tutti bene, dramma familiare di ambientazione isolana che apparteneva in pieno al territorio del melò, Gabriele Muccino dà corpo a un progetto a cui pensava da un po’ e che ha la sua più importante fonte di ispirazione nel capolavoro di Ettore Scola C'eravamo tanto amati, chiaramente citato in una scena al ristorante con i tre protagonisti che si ritrovano dopo diverso tempo e ricordano i giorni andati, giorni che tuttavia non c'entrano nulla con quelli dell'Italia del film con Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.

Gli Anni Più Belli nasce dalla riflessione del regista, ormai cinquantaduenne, sulle sue aspirazioni giovanili, sui sogni che si sono avverati e sulle speranze che invece non si sono concretizzate. Per questo Muccino, per la prima volta, non si è concentrato sul presente ma ha narrato una storia che parte dagli anni 80 e arriva ai giorni nostri, seguendo l'adolescenza e l'età adulta di quattro amici inseparabili: Gemma, Giulio, Paolo e Riccardo. Le loro vicende hanno sullo sfondo la storia del nostro paese e dei suoi mutamenti spesso in peggio, con il passaggio dall’opulento e superficiale decennio degli yuppies fino alla dura e contemporanea epoca della crisi economica. I toni del racconto sono agrodolci, perché i bilanci che si ritrovano a fare i personaggi non sempre sono positivi e il rimpianto prende spesso il posto della gioia. Dei quattro interpreti principali, due sono attori feticcio di Gabriele Muccino. Claudio Santamaria ha lavorato con il regista per Ecco fatto, L'ultimo bacio e Baciami ancora, mentre Pierfrancesco Favino ha recitato ne L'ultimo bacio, Baciami ancora e A casa tutti bene. Nel cast del film ci sono anche la cantante Emma Marrone, Francesco Acquaroli (il Samurai di Suburra - La Serie) e Nicoletta Romanoff, già diretta da Muccino in Ricordati di me. I ragazzi che interpretano i protagonisti da giovani sono invece Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo Del Buono e Alma Noce. Come già aveva fatto per A casa tutti bene, Muccino ha affidato la colonna sonora del suo film a Nicola Piovani. Il titolo della sua ultima fatica, però, è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni che racconta di quanto le emozioni e i ricordi del passato possano ancora avere un impatto sul presente. La canzone è una delle dodici tracce del nuovo album del cantante, in uscita nel 2020. Il regista non credeva alle proprie orecchie quando Baglioni l'ha messa al servizio del film. Muccino era andato a trovarlo per chiedergli di utilizzare due suoi pezzi celebri, che infatti troveremo ne Gli Anni Più Belli, e invece ne ha ottenuti tre. Poi ha commentato: "Con la sua meravigliosa canzone inedita Claudio Baglioni è il rappresentante più evocativo degli ultimi quarant’anni raccontati nel film e della storia d'Italia che scorre alle spalle dei protagonisti come un fiume, inesorabilmente". Gli Anni Più Belli racconta anche Roma e suoi mutamenti nel tempo. La capitale ha ospitato quasi tutti i film italiani di Gabriele Muccino: Ecco fatto, Come te nessuno mai, L'ultimo bacio, Ricordati di me, Baciami ancora. La sceneggiatura del film è stata scritta dallo stesso Gabriele Muccino insieme a Paolo Costella, già suo collaboratore per A casa tutti bene e regista della commedia con Massimo Boldi Matrimonio al Sud.

 

CURIOSITÀ SU GLI ANNI PIÙ BELLI

 

Le riprese del film sono iniziate il 3 giugno 2019 tra Roma e Napoli e sono durate ben 9 settimane.

Nel film esordisce come attrice la cantante Emma Marrone, voluta fortemente dal regista.

Raccontando 40 anni d'amicizia, il film ripercorre la storia d'Italia, ma anche quella mondiale e diventa quindi uno spaccato della vita del popolo italiano e non solo.

La colonna sonora del film è di Nicola Piovani.

Il titolo del film riprende il brano inedito di Claudio Baglioni.

 

FRASI CELEBRI DI GLI ANNI PIÙ BELLI

 

Dal Trailer Ufficiale del Film:

Gemma (Micaela Ramazzotti): Ma allora è vero, tutti e tre di nuovo insieme! Che bella sorpresa!

Riccardo (Claudio Santamaria): A me me sembra ieri che stavamo sempre insieme! Appiccicati dalla mattina alla sera!
Giulio (Pierfrancesco Favino): Alle cose che ci fanno stare bene!
Paolo (Kim Rossi Stuart): Già...

Gemma (Micaela Ramazzotti): Eravamo tutti così affamati di vita!

Paolo: Le cicatrici so' il segno che è stata dura, il sorriso è il segno che ce l'abbiamo fatta!

Giulio: Non fare mai compromessi, Sveva, con niente e con nessuno, le cose devono andare bene per te, non per gli altri!

 

FOCUS SU GLI ANNI PIÙ BELLI

 

I giovani protagonisti di Gli anni più belli:

Attraversando un arco di tempo di quarant'anni, i personaggi interpretati da Pierfrancesco Favino (Giulio), Claudio Santamaria (Riccardo), Kim Rossi Stuart (Paolo) e Micaela Ramazzotti (Gemma) sono portati sullo schermo da altri attori nella fascia d'età adolescenziale.
Chi sono questi giovani protagonisti e cosa hanno fatto prima di Gli anni più belli?
Andrea Pittorino (Paolo), 18 anni, si è formato direttamente sul campo avendo debuttato già a quattro anni in Un ciclone in famiglia. Il suo viso è diventato piuttosto popolare tra il pubblico televisivo per aver preso parte a numerose altre fiction tv, tra cui Don Matteo, Le tre rose di Eva, Squadra Antimafia 8, e ai film Mai Stati Uniti e La vita possibile.
Matteo De Buono (Riccardo), 19 anni, esordisce al cinema nel 2013 con Mi rifaccio vivo diretto da Sergio Rubini e può vantare ad oggi numerose esperienze tanto per la Tv quanto per il cinema, con partecipazioni ai film La scuola più bella del mondo, Zoolander 2, Beata ignoranza e Il primo Re.
Francesco Centorame (Giulio), 24 anni, si è avvicinato al mondo della recitazione perché soffriva di attacchi di panico e depressione e un corso di teatro, non solo è stato per lui terapeutico, gli ha anche mostrato la strada professionale che ha capito di voler intraprendere nella vita. L'attore è tra i protagonisti delle tre stagioni dell'acclamata serie SKAM Italia.
Alma Noce (Gemma), 20 anni, è nata e cresciuta a Torino e ha ottenuto il suo primo incarico professionale nel 2010 con il film Gladiator Games. Quando nel 2014 le riprese di Avengers: Age of Ultron si sono svolte in Valle d'Aosta, Alma è riuscita a ottenere una piccola parte nel film di Joss Whedon. Recentemente l'abbiamo vista nella parte della nipote del personaggio di Gianni Morandi nelle tre stagioni della fiction L'isola di Pietro.

 

INTERPRETI E PERSONAGGI DI GLI ANNI PIÙ BELLI
AttoreRuolo
Pierfrancesco Favino
Giulio
Micaela Ramazzotti
Gemma
Kim Rossi Stuart
Paolo
Claudio Santamaria
Riccardo
Nicoletta Romanoff
Margherita
Emma Marrone
Anna
Francesco Centorame
Giulio 14/18 anni
Andrea Pittorino
Paolo 14/18 anni
Paola Sotgiu
Mamma Paolo
Francesco Acquaroli
On. Le Sergio Angelucci
Elisa Visari
Sveva 16/18 anni

 
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Impressionisti segreti

Post n°15622 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Impressionisti segreti

Regista: Daniele Pini
Genere: Documentario
Anno: 2020
Paese: Italia
Data di uscita: 10 febbraio 2020
Distribuzione: Nexo Digital
Impressionisti segreti è un film di genere documentario del 2020, diretto da Daniele Pini. Uscita al cinema il 10 febbraio 2020. Distribuito da Nexo Digital.
Produzione:Ballandi e Nexo Digital
TRAMA IMPRESSIONISTI SEGRETI

Impressionisti segreti, film diretto da Daniele Pini, è un documentario che racconta questo movimento artistico, che è passato dall'essere inizialmente ignorato dalla critica a corrente tra le più apprezzate in tutto il mondo. Un racconto di come l'Impressionismo con le sue tecniche sulla luce e lo studio del colore abbia apportato una profonda rivoluzione nel mondo dell'arte.
Questo colorato viaggio prende piede nel Palazzo Bonaparte di Roma, dove per la prima volta vengono esposte cinquanta opere in una mostra curata da Claire Durand-Ruel e da Marianne Mathieu. Un percorso immersivo che porta lo spettatore a perdersi nei dettagli dei dipinti di Manet, Cézanne, Signac, Monet e molti altri per analizzare insieme sia i punti salienti di ogni artista che del movimento intero. Il tutto commentato da esperti, storici, studiosi e collezionisti, che espongono le tesi fondamentali che hanno reso l'Impressionismo uno dei più stimolanti movimenti dell'Ottocento.
Inoltre, il docu-film tratterà anche l'allestimento della mostra e del perché si sia scelto proprio Palazzo Bonaparte per presentare questa esposizione al grande pubblico.

CURIOSITÀ SU IMPRESSIONISTI SEGRETI

Il film è al cinema come evento solo nelle date del 10, 11 e 12 febbraio 2020.

 
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Cercando Valentina - Il mondo di Guido Crepax

Post n°15621 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Cercando Valentina - Il mondo di Guido Crepax

Regista: Giancarlo Soldi
Genere: Documentario
Anno: 2019
Paese: Italia
Durata: 75 min
Data di uscita: 12 febbraio 2020
Distribuzione: Bizef Produzione
Cercando Valentina - Il mondo di Guido Crepax è un film di genere documentario del 2019, diretto da Giancarlo Soldi, con Riccardo Vianello. Uscita al cinema il 12 febbraio 2020. Durata 75 minuti. Distribuito da Bizef Produzione.
Fotografia:Giuseppe Baresi
Musiche:Teho Teardo
Produzione:Bizef Produzione
TRAMA CERCANDO VALENTINA - IL MONDO DI GUIDO CREPAX

 

Cercando Valentina - Il mondo di Guido Crepax, film diretto da Giancarlo Soldi, è ambientato verso la fine degli anni '60, un periodo in cui le principali capitali europee vivono un momento creativo e di ribellione. Da Milano a Parigi, fino a Londra, un unico grido di rivolta si alza e incita al rinnovamento. È il periodo della ribellione culturale, a cui partecipano per lo più i giovani intellettuali.
Tra questi c'è Guido Crepax, il fumettista milanese che nella sua città in pieno fermento cerca di cogliere tutte le trasformazioni e innovazioni di quegli anni. È così che in una commistione e continua corrispondenza tra le varie arti, Crepax plasma la sua poetica del fumetto, rompendo con la tradizione. Ne tira fuori un disegno sofisticato, attento all'estetica, legato all'onirismo e allo psichedelico e con una forte carica erotica. Il tutto impersonificato dal suo personaggio iconico, Valentina. Bella e sensuale, la ragazza è una fotografa dal temperamento molto spregiudicato che spesso si rifugia in un mondo onirico, popolato da mostri e in preda ad allucinazioni e deliri. In breve tempo Valentina diventa il simbolo di una generazione, la femme fatale che gli uomini desiderano e il simbolo di indipendenza e libertà sessuale al quale le donne aspirano.
Il film, tramite questo personaggio, racconta il suo creatore in uno stile narrativo che riflette quello delle tavole dello stesso Crepax. Philip Rembrandt (Riccardo Vianello), fidanzato e amante della fotografa, viene fuori dai disegni per accompagnarci in questo viaggio alla ricerca di Valentina e alla scoperta del fumettista.

 
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La mia banda suona il pop

Post n°15620 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

La mia banda suona il pop

Regista: Fausto Brizzi
Genere: Commedia
Anno: 2020
Paese: Italia
Durata: 95 min
Data di uscita: 20 febbraio 2020
Distribuzione: Medusa Film
La mia banda suona il pop è un film di genere commedia del 2020, diretto da Fausto Brizzi, con Christian De Sica e Diego Abatantuono. Uscita al cinema il 20 febbraio 2020. Durata 95 minuti. Distribuito da Medusa Film.
Fotografia:Gino Sgreva
Produzione:Casanova Multimedia, Eliseo Cinema
TRAMA LA MIA BANDA SUONA IL POP

La mia banda suona il pop, film diretto da Fausto Brizzi, racconta la storia della burrascosa reunion dei Popcorn, un famosissimo gruppo pop degli anni '80, formato da Tony (Christian De Sica), Jerry (Paolo Rossi), Lucky (Massimo Ghini) e Micky (Angela Finocchiaro). È un importante magnate di Pietroburgo, Vladimir Ivanov (Rinat Khismatouline), a voler vedere ancora una volta insieme la sua band preferita per un'ultima emozionante esibizione. Franco (Diego Abatantuono), infido manager dei Popcorn, viene contattato da Olga (Natasha Stefanenko) per conto di Ivanov, ma l'agente non è molto d'accordo con l'idea del magnate e decide di proporgli alteri talenti italiani, disposti a esibirsi in Russia. Ivanov, però, non accetta un no come risposta, lui vuole i Popcorn. A Franco quindi rimane l'arduo compito di riunirli, ma i membri del gruppo non acconsentono a nessuna condizione di rivedersi e suonare di nuovo insieme. Eppure, complice il destino e forse anche la brama di denaro, i quattro si ritrovano costretti ad accettare la proposta dell'oligarca.
Mentre cercano di ritornare all'antico splendore e di sopportarsi tra un soundcheck e l'altro, i quattro Popcorn scoprono che la loro avventura russa è solamente un capro espiatorio; in verità, Olga li ha ingaggiati per poter derubare Ivanov senza essere scoperta. La loro colorata esibizione si tinge così dei scuri toni del thriller, ma la band vede nel piano di Olga un modo per ridare slancio alle loro miserie vite. Come? Rapinando loro Ivanov.

 

La mia banda suona il pop, il film di Fausto Brizzi, prende il titolo, modificandolo, dalla celebre canzone di Ivano Fossati "La mia banda suona il rock", prima traccia dell'omonimo album uscito nel 1979.
Non è la prima volta che il regista fa riferimento, per i suoi titoli, a "opere" già esistenti. Già nel 2013 aveva pensato, per la commedia Indovina chi viene a Natale?, al celeberrimo film con Spencer Tracy, Katharine Hepburn e Sidney Poitier Indovina chi viene a cena? Anche l'idea della reunion di una band musicale (qui chiamata I Popcorn) non è nuova, e pensiamo per esempio al film di John Landis The Blues Brothers.
L'ispirazione, tuttavia, arriva anche dalla realtà: dalle reunion di gruppi come i Duran Duran, le Spice Girls, i Take That e persino di Albano e Romina. La musica che i quattro protagonisti della nostra storia suonavano negli anni '80, e che sono chiamati a far rivivere, è più simile infatti ai gruppi italiani di 30-40 anni fa che al pop inglese degli Ottanta e Novanta, e la somiglianza maggiore è sicuramente con I Ricchi e Poveri. Brizzi, però parlando della band del film, ha citato un altro personaggio della scena musicale del passato, Mauro Repetto, che con Max Pezzali formava gli 883 e che i personaggi interpretati da Massimo Ghini, Angela Finocchiaro e Christian De Sica paragonano al personaggio di Paolo Rossi, che tuttavia è l'unico che sa suonare. Insieme ai suoi compagni di set si esibisce in brani che sono stati composti appositamente per il film.

Ne La mia banda suona il pop si ride, ma siccome, prima di sciogliersi, i componenti dei Popcorn se ne sono fatte di tutti i colori, c'è anche un po' di amarezza nella loro vicenda. La commedia, inoltre, si mescola con l'azione, anzi con l'heist-movie, perché i protagonisti si ritrovano a dover rapinare un potente oligarca russo. Nel film recitano anche Natasha Stefanenko e Diego Abatantuono, nella parte dell'infido manager della band.

La mia banda suona il pop è stato girato, oltre che in Italia (a Roma e anche a Ladispoli), in quel di Praga e di San Pietroburgo, ed è stato sceneggiato da Brizzi insieme al collaboratore di sempre Marco Martani.

Come sovente fa, Fausto Brizzi ha chiamato a recitare attori con cui ha grande familiarità. Il regista aveva già diretto Abatantuono in Indovina Chi viene a Natale?, in cui c’erano anche Angela Finocchiaro e, in un piccolo ruolo, Massimo Ghini. Aveva reso invece Christian De Sica protagonista di Poveri ma ricchi e Poveri ma ricchissimi.

La mia banda suona il pop è prodotto, così come Se mi vuoi bene e Modalità aereo, da Luca Barbareschi.

 

Fausto Brizzi ha voluto che i Popcorn sembrassero davvero una band degli anni '80 ed è così che il film ha avuto un lungo processo di preparazione, che ha visto la sua troupe impegnata nel ricreare videoclip dell'epoca con protagonisti gli interpreti stessi.

Il regista non ha voluto usare hit note, ma ha chiesto al maestro Bruno Zambrini di comporre canzoni in pieno stile “sanremese”, che fossero orecchiabili sin dal primo ascolto.

Il film è stato girato tra Praga, San Pietroburgo e Roma.

FRASI CELEBRI DI LA MIA BANDA SUONA IL POP

 

Dal Trailer Ufficiale del Film:

Voce off: Negli anni Ottanta i Popcorn erano più famosi dei Pooh, poi si sono sciolti e oggi, con rispetto parlando, sono dei morti di fame!

Franco (Diego Abatantuono): Facciamo una data sola per un magnate russo, San Pietroburgo. La reunion dei Popcorn!
Tony (Christian De Sica): Ma i soldi?
Franco: 50 mila a testa!

Jerry (Paolo Rossi): Ci conoscono ancora qua in Russia?
Franco: Ragazzi, qui voi siete come Frank Sinatra, come Elvis Presley, come Bob Marley!
Micky (Angela Finocchiaro): Morti?

Vladimir Ivanov (Rinat Khismatouline): La mia ex moglie Katiuscia, la mia moglie Natasha...e lei è la mia bellissima amante!
Tony: Bagascia!
Vladimir Ivanov: No, Irina!

Franco: C'è una cosa che non vi ho detto, durante il concerto Olga svaligerà il caveau!
Tony: Questi se rubano 250 milioni e te ne danno uno solo?! Pigliamoceli tutti noi!
Franco: Voi non siete più una band musicale, voi siete una band criminale!

 

AttoreRuolo
Christian De Sica
Tony
Diego Abatantuono
Franco Masiero
Massimo Ghini
Lucky
Angela Finocchiaro
Micky
Rinat Khismatouline
Vladimir Ivanov
Giulio Base
Dottore rehab
Paolo Rossi
Jerry
Natasha Stefanenko
Vladimir Ivanov
Tiberio Timperi
Tiberio Timperi

 
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Lunar City

Post n°15619 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 


Lunar City

Genere: Documentario
Anno: 2019
Paese: Italia
Durata: 65 min
Data di uscita: 17 febbraio 2020
Distribuzione: Vision Distribution
Lunar City è un film di genere documentario del 2019, diretto da Alessandra Bonavina. Uscita al cinema il 17 febbraio 2020. Durata 65 minuti. Distribuito da Vision Distribution.
Produzione:ASI - Agenzia Spaziale Italiana, Regione Lazio, Next One Film Group in collaborazione con INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica, ESA - European Space Agency
TRAMA LUNAR CITY

Lunar City, film diretto da Alessandra Bonavina, è un documentario che celebra il cinquantennio dello sbraco sulla luna di Neil Armstrong, avvenuto il 20 luglio 1969. Da quel momento in poi la tecnologia ha fatto passi da giganti, superando confini e sfide e raggiungendo grandi traguardi, tra cui nuove scoperte. Dando uno sguardo al passato e al presente, il docu-film guarda al futuro, nel quale l'uomo sembra predestinato a far ritorno sul satellite, questa volta con una nuova missione. L'intento è quello di costruire una stazione spaziale cislunare che permetta agli astronauti di raggiungere il nostro satellite e da lì esplorare lo spazio interplanetario, così da cambiare l'odierna visione del mondo.

 
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Lunar City

Post n°15618 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 


Lunar City

Genere: Documentario
Anno: 2019
Paese: Italia
Durata: 65 min
Data di uscita: 17 febbraio 2020
Distribuzione: Vision Distribution
Lunar City è un film di genere documentario del 2019, diretto da Alessandra Bonavina. Uscita al cinema il 17 febbraio 2020. Durata 65 minuti. Distribuito da Vision Distribution.
Produzione:ASI - Agenzia Spaziale Italiana, Regione Lazio, Next One Film Group in collaborazione con INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica, ESA - European Space Agency
 
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FABRIZIO DE ANDRÉ E PFM. IL CONCERTO RITROVATO

Post n°15617 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato

Post n°15616 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 


Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato

Regista: Walter Veltroni
Genere: Documentario
Anno: 2019
Paese: Italia
Data di uscita: 17 febbraio 2020
Distribuzione: Nexo Digital
Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato è un film di genere documentario del 2019, diretto da Walter Veltroni. Uscita al cinema il 17 febbraio 2020. Distribuito da Nexo Digital.
Sceneggiatura:Walter Veltroni
Fotografia:Emanuele Cerri
Montaggio:Marco Ferrari
TRAMA FABRIZIO DE ANDRÉ E PFM. IL CONCERTO RITROVATO

Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato, film diretto da Walter Veltroni, riporta in vita uno degli eventi cardine della musica italiana, quello tenutosi a Genova il 3 gennaio 1979. Un nastro rimasto fino a ora sepolto e gelosamente conservato dal regita Piero Frattari. Finalmente ritrovato, il filmato è stato restaurato per una versione cinematografica, che riporti indietro nel tempo i nostalgici e affascini le nuove generazioni. Un tour, quello di Faber con la PFM, che ha visto uniti sul palco due simboli dell'Italia e della musica italiana e le cui immagini sono soltanto quelle contenute nel video della data di Genova.
Al centro del docufim il concerto e un grande sodalizio artistico, raccontati da chi li ha vissuti in prima persona: i componenti del gruppo, Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida e Flavio Premoli; la coniuge di André, Dori Ghezzi; gli studiosi Piero Frattari e Guido Harari; il cantautore David Riondino, che in quelle date ha aperto i concerti della tournée. Tra ricordi, backstage ed emozioni, il film ricostruisce tassello dopo tassello un momento unico, che ha trasportato il suo pubblico sotto una magica atmosfera irripetibile.

CURIOSITÀ SU FABRIZIO DE ANDRÉ E PFM. IL CONCERTO RITROVATO

Nel 1978 la PFM ha convinto De André a fare un tour insieme in giro per l'Italia e ad arrangiare, per la prima volta nella sua carriera, i suoi brani in chiave rock.

Walter Veltroni, emozionato per il filmato rinvenuto, ha accettato immediatamente l’invito alla regia e ha commentato: “È un documento inedito di grande valore musicale e culturale, sottratto alla distruzione, che mostreremo integralmente. Attraverso le interviste dei protagonisti gli spettatori viaggeranno nel tempo e nello spazio, fino alle porte del padiglione C della Fiera di Genova, quel 3 gennaio del 1979”.

 
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Lontano Lontano

Post n°15615 pubblicato il 23 Febbraio 2020 da Ladridicinema
 

Lontano Lontano

Lontano Lontano è un film di genere commedia del 2019, diretto da Gianni Di Gregorio, con Gianni Di Gregorio e Ennio Fantastichini. Uscita al cinema il 20 febbraio 2020. Durata 90 minuti. Distribuito da Parthénos Distribuzione.

Genere: Commedia
Anno: 2019
Paese: Italia
Durata: 90 min
Data di uscita: 20 febbraio 2020
Distribuzione: Parthénos Distribuzione
Genere:Commedia
Anno:2019
Produzione:Bibi Film con Rai Cinema
TRAMA LONTANO LONTANO

 

Lontano Lontano, il film diretto da Gianni Di Gregorio, racconta la storia di Attilio (Ennio Fantastichini), Giorgetto (Giorgio Colangeli) e il Professore (Gianni di Gregorio). Tre uomini sui 70 anni di Roma, diversissimi tra loro eppure simili nella sorte. Il Professore insegnava latino e ora è in pensione, intrappolato dalla noia. Giorgetto, ultimo baluardo della vecchia romanità, vive in miseria e fatica a sbarcare il lunario. Attilio con il suo animo anticonformista è un robivecchi che desidererebbe rifare molte di quelle esperienze della gioventù. Le loro vite sono un disastro, la loro anzianità li sta logorando in una triste esistenza di quartiere, mentre tutti tre sognano un futuro all'estero. Ma dove?
La scelta della destinazione della loro fuga da un'esistenza disastrata e amara non sembra così facile ed è solo il primo problema che si porrà sulla loro strada. Ognuno, infatti, ha un sogno: cambiare vita. Sebbene sembri difficile, i tre riusciranno nella loro impresa, ma non proprio come lo immaginavano...

 

 

Un cinema di quartiere, nel senso più nobile del termine, quello che attraverso una specificità culturale a chilometri zero riesce a essere universale: dal local al global.
Gianni Di Gregorio ha iniziato la sua carriera di regista non più giovane, dopo aver lavorato come sceneggiatore, specie in Gomorra e altri film di Matteo Garrone. I suoi personaggi, tra cui la madre (su grande schermo) nei primi lavori e lui stesso sempre presente, sono pieni di umanità seppure fragili, somigliano molto a quelli di classici della commedia italiana come I soliti ignoti, a cui è assimilabile questo Lontano Lontano.
Sono vecchiarelli, i tre protagonisti: Giorgio Colangeliil compianto Ennio Fantastichini, qui all'ultima interpretazione prima della scomparsa prematura, oltre a Di Gregorio stesso. Eppure vogliono cambiare vita, lasciare Roma, in particolare il quartiere di Trastevere, e vivere all'estero, dove poter far fruttare meglio la loro pensione, quando c'è.

L'esordio di Gianni Di Gregorio è arrivato nel 2008, a sessant'anni, con Il pranzo di ferragosto, per cui vinse il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Sono seguiti poi Gianni e le donne (2011) e Buoni a nulla (2014).
L'idea del film è venuta al regista durante una conversazione con l'amico, nonché produttore del suo esordio, Matteo Garrone, che l'ha stimolato a scrivere di un pensionato povero costretto a emigrare all'estero per vivere meglio.

Cosi Di Gregorio ricorda Fantastichini, morto dopo la fine delle riprese: "Ennio è stato un uomo e un attore straordinario, che nascondeva dietro la sua spumeggiante leggerezza una grande tensione artistica e morale e ha trasformato il suo personaggio in un archetipo. Per tutti noi che abbiamo fatto questo film è un'enorme assenza."

Nel cast del film anche la giovane Daphne Scoccia, lanciata da Fiore di Claudio Giovannesi, qui nei panni della figlia di Attilio (Ennio Fantastichini), Galatea Ranzi e uno straordinario Roberto Herlitzka nel ruolo del professore, perfettamente in linea con la sottile ironia del film.

 

 

Il film è presentato in anteprima al Torino Film Festival 2019.

L'idea del film nasce da una conversazione tra Matteo Garrone e il regista del film, che conoscendo molto bene Gianni Di Gregorio lo stimolò a scrivere la storia di un pensionato povero, costretto a trasferisrsi all'estero per migliorare le sue condizioni di vita.

Il film rappresenta l'ultima interpretazione di Ennio Fantastichini, deceduto il 1° dicembre 2018 dopo la fine delle riprese del film.

 

 

Dal Trailer Ufficiale del Film:

Il Professore (Gianni Di Gregorio): Questo è il mondo nostro, ce semo nati, ce conoscono tutti!

Giorgetto (Giorgio Colangeli): Qua bisogna che se ne annamo da 'sto paese!

Attilio (Ennio Fantastichini): L'ho sentito pure io che ce stanno 'n sacco de pensionati che vanno a vivere all'estero, dice che campa meglio!
Il Professore: Però tu 'a pensione nun ce l'hai!
Attilio: Posso decide de parti' pure senza 'a pensione, no?! Oh, io so' cittadino der monno!
Giorgetto: Annamo, però 'ndo annamo?!

Prof. Federmann (Roberto Herlitzka): Le Azzorre! Le Azzorre è un arcipelago dell'Oceano Atlantico, è il posto perfetto per voi tre!

Giorgetto: Io devo fare il trasferimento della pensione
Impiegato (Marco Caldoro): Dove?
Giorgetto: All'estero! E poi volevo sape' se se poteva ave'n anticipo!

Prof. Federmann: I rischi bisogna saperli correre, bisogna saper credere in qualcosa. Io, per esempio, credo che, se mia moglie è uscita, adesso potremmo berci un grappino!

 

AttoreRuolo
Gianni Di Gregorio
Il Professore
Ennio Fantastichini
Attilio
Giorgio Colangeli
Giorgetto
Daphne Scoccia
Fiorella
Salih Saadin Khalid
Abu
Francesca Ventura
Carolina Federmann
Silvia Gallerano
Funzionaria Banca
Iris Peynado
Marisa
Galatea Ranzi
Signora del Bar
Roberto Herlitzka
Prof. Federmann

 
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