
Cadeva piano, in lieve canto etereo e puro come campanelle e ancora, gli occhi che brillavano salendo su, a cercarla fra le striature appena rosate di quel grigio velarsi di dicembre, in un crescendo azzurro di riflessi di mani bambine.
- Dammi la mano.
Chiudeva gli occhi, Baby, e immaginava di non esser lì.
Musicale pensare d'immensità in ricadere dolce e liquido per poi risalire ancora.
E la mano di John a cercarla, in un intrecciarsi d'intenti e desideri, un'esplosione di fiori come lacrime rosse in mezzo a quel candore quasi doloroso.
- Tieni gli occhi chiusi...
Aprili solo quando te lo dirò io.
Un bacio appena soffiato fra mandibola e collo, dove la neve incontra i fiori dell'inverno e li sveglia, e li ama.
Ecco.
Puoi farlo, adesso, se lo vuoi.
- Apri gli occhi.
Interamente ricoperto di quelle stelle di sangue, tremuli impronte nel candore di note e respiri, era il latteo attutire dei loro passi.