Pubblico volentieri quest'altro intervento di Carlo Cerciello, speditomi stanotte.
Enrico Fiore
«Gli amici Cossia e Veno mi ricordavano, qualche giorno fa, in una delle tante riunioni di questi giorni per proporre iniziative indipendenti, le parole del rimpianto Antonio Neiwiller: “L'utopia non è ciò che non si realizzerà mai, ma ciò che non è stato ancora realizzato!”.
Tra ieri e oggi due messaggini, non di Ruby o di Sara Tommasi, ma dell’amico Massimo Maraviglia, che mi scrive: “Ma perché non proviamo ad organizzarcelo noi il Festival? Sarebbe l’unico modo per uscire da questo pantano, uniti contro l’arroganza dei cretini e dei lenoni!”.
In effetti è da giorni che ci penso, perché è da tempo che prevedevo come sarebbe andata a finire con il Festival e, del resto, non ci vuole la sfera di cristallo per capire che da tempo è in atto quello che Monicelli definiva l’”azzeramento della cultura” nel nostro Paese.
Certo, diciamo la verità, dinanzi ai milioni di euro di finanziamenti che ci sono voluti per il nostro “caro estinto”, sembra impossibile organizzarne uno senza soldi.
Se, però, pensiamo che: chi va in scena, chi concepisce uno spettacolo, chi lo realizza, chi gli dà luce, costumi, musica, siamo noi artisti e tecnici e se veramente lo vogliamo fare, tutti insieme, da indipendenti, per noi e per la gente, ci mancherebbe solo "DOVE" farlo, gli SPAZI e la PUBBLICITA'.
Si tratterebbe di individuare un amministratore “vagamente” illuminato, uno qualsiasi, ce ne sarà uno da qualche parte in questa Regione, che ci dia lo spazio per quest’anno, non i soldi, ripeto, lo spazio. A questo punto si tratterebbe di trovare idee geniali per pubblicizzarlo, tornare, necessariamente, in mezzo alla gente per farlo e vuoi vedere che con tanti artisti giovani, entusiasti e innamorati del loro lavoro al nostro fianco, non ci riusciremmo? Io dico di sì, almeno ci proverei.
E con l’estero? Come salvare l’internazionalità del Festival? Come evitare che diventi un festivalino rionale? Rivolgiamoci direttamente all’Unione Europea, dichiariamo le nostre intenzioni, dichiariamoci prigionieri politici dell’idiozia e dell’ignoranza di questa classe politica e vediamo che succede.
Abbiamo ogni genere di competenza tra i lavoratori licenziati del Festival, contatti con realtà estere serie. In tutt’Italia e all’estero, in tanti, come noi, si sono rotti il cazzo di continuare a dipendere dalle decisioni di questo o quel politico, andiamo OLTRE.
Organizziamo un grande FestaFestival INDIPENDENTE della Creatività, senza barriere ideologiche, né artistiche, il pubblico decida chi vuol vedere e giudichi. Coinvolgiamo stilisti, design, creativi di ogni genere.
Non c’è altro modo per smuovere questo pantano dell’immobilità in cui tanti di noi sono caduti, per paura, per inedia o per rassegnazione.
L’ “ARMATA BRANCALEONE” napoletana si prepari a partire per la “rivoluzione creativa”…. Le armi: il pernacchio eduardiano al potere, basta e avanza!!
Chi ci sta DIFFONDA!
DOPO DI CHE CI CONTIAMO, CI INCONTRIAMO E PASSIAMO ALL’ORGANIZZAZIONE E ALL’AZIONE!!!».
Carlo Cerciello
Inviato da: roberto
il 11/12/2013 alle 16:45
Inviato da: arieleO
il 12/11/2013 alle 09:39
Inviato da: floriana
il 11/11/2013 alle 19:40
Inviato da: Federico Vacalebre
il 16/10/2013 alle 17:14
Inviato da: arieleO
il 16/10/2013 alle 17:10