Creato da melonima il 12/02/2008

LILA

Il Gioco della Vita

 

La Pace dell‘IO

Post n°144 pubblicato il 26 Giugno 2010 da melonima

 


Io sono  “La Pace dell’Io”
Vengo fuori dal nulla nella Luce,
Io sono il Vuoto,

Il Vuoto al di là di ogni coscienza,
L ‘”Io”, l’ “Uno”, il “Tutto”.
Traggo il mio arco di arcobaleni attraverso le acque,
Il filo di contatto tra mente e le cose.
Io sono l’invisibile, l’intoccabile brezza,
l’atomo indefinibile della creazione,
Io sono la “Pace dell’ Io”.

 

 

 


 
 
 

the Om

Post n°142 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da melonima


Il Sé interiore,

come lo spirito primevo,

indivisibile,

totale e vivente,

splende in ognuno

come consapevolezza

testimoniante.

Katha Upanishad

 


 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Alison Lapper ... Il Coraggio di una Donna Diversa

Post n°141 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da melonima

 

 

Signora differenza

La statua di una donna focomelica a Trafalgar Square rievoca la tragedia della talidomide e riapre il dibattito sull'aborto e i diritti dei disabili. Perché se è vero che l'arte, parola di Oliviero Toscani, "deve disturbare" può diventare anche un potente strumento di comunicazione. Nelle piazze cittadine come sulle pagine di un giornale.


 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 
 
 

Gossip-Love Long Distance

Post n°140 pubblicato il 01 Dicembre 2009 da melonima

 
 
 

I magnifici tre ^___*

Post n°138 pubblicato il 24 Novembre 2009 da melonima

 
 
 

verità

Post n°136 pubblicato il 10 Novembre 2009 da melonima

 

Siete venuti in questo mondo

portandovi dietro una scia di Luce,

e dentro la Verità più ampia.

Potete pensare

di essere stati distolti irrimediabilmente.

Oppure potete scoprire di aver seguito

quella Luce per tutta la Vita.

A qualsiasi livello di consapevolezza vi troviate,

non c‘è da sbagliare:

siete venuti come Luce,

per trasformare il buio,

per recuperare infine,

il ricordo più completo e luminoso

dell‘Unità che siete.

Emman

 
 
 

Lèvi Strauss

Post n°135 pubblicato il 08 Novembre 2009 da melonima

Lévi-Strauss: cent’anni di solitudine di un antropologo.

In occasione dei cento anni appena compiuti da Claude Lévi-Strauss, Guido Ceronetti analizza il complesso rapporto fra il grande antropologo francese e la civiltà occidentale e ricorda l’importanza del suo libro "Tristes tropiques". Lévi-Strauss ha svolto un grande lavoro per abbattere i pregiudizi culturali che l’uomo “civilizzato” contemporaneo nutre nei confronti delle società indigene o semplicemente “altre”.


 http://www.fondfranceschi.it/cogito-ergo-sum/levi-strauss-cent2019anni-di-solitudine-di-un-antropologo


 

 

 

http://www.rainforestsos.org/

 
 
 

Saggezza

Post n°133 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da melonima

 

 

 

 

 

Ma sò che è lassù nel Cosmo Blu.....

 

La saggezza di vedere al di là dell‘illusione.

Allora saprete che vivere e morire

sono semplicemente fotogrammi

di un lungometraggio,
sono giochi di luce sul muro.

Non c‘è nessuna genuina realtà
nella vita e nella morte,
tranne ciò a cui permettete di essere toccato
dalla Verità dell‘Amore.

La morte è una via d‘uscita che non si chiude.
La nascita la userà a sua volta per restituirvi il vostro mondo.

Emmanuel

 

 

 


 
 
 

Deliziosi..... video davvero carino....

Post n°131 pubblicato il 14 Ottobre 2009 da melonima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Agua..... Acqua è vita

Post n°130 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da melonima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
 

Maya

Post n°129 pubblicato il 23 Settembre 2009 da melonima

 

 

 

 

Una conquista dell’intelligenza maya fu la scoperta del simbolo ZERO,
la rappresentazione scritta del nulla: per questo la loro matematica,
pur differente dalla nostra, permetteva già duemila anni fa
calcoli sorprendentemente precisi.
Una scienza, pur nel suo rigore, aperta all’arte e alla fantasia:
per esempio,
uno dei due sistemi numerici da essi impiegati consisteva di venti simboli,
da 0 a 19, rappresentanti altrettanti volti umani visti di profilo,
ma lo zero poteva apparire in altre ventiquattro raffigurazioni diverse,
che paiono fiori, frutti e animali stilizzati.
Le loro tavole di computazione hanno quindi l’aspetto di graffiti decorativi.
Il secondo sistema, quello che probabilmente veniva comunemente usato,
appare più pratico: l’unità è rappresentata da un punto, cinque unità da una barra,
mentre lo zero disponeva sempre di una varietà di simboli. Nel far di conto,
i Maya incolonnavano i numeri, in modo che alla base vi fossero quelli da uno a venti,
nello spazio superiore i multipli di 20, fino a 380;
quindi quelli di 400, fino a 7600, di 8000 fino a 152000, e via dicendo.
In questo modo gli operatori, che tuttavia non dovevano essere moltissimi,
riuscivano a compiere le quattro operazioni e ad estrarre le radici quadrate e cubiche,
sebbene gli studiosi moderni non siano ancora riusciti a comprendere come facessero.
Anche nel computo del tempo,
i Maya sembrano essere stati affascinati dal numero 20, probabilmente considerato sacro.
Essi erigevano ogni venti anni una colonna (che gli archeologi chiamano stele),
sulle quali erano scolpiti i simboli degli avvenimenti e dei personaggi di quel periodo:
quel che conosciamo della loro storia deriva in gran parte dalla lettura delle stele superstiti. Attorno al 700, nel periodo classico, cominciarono però a innalzare colonne ogni dieci anni
e nella decadenza ogni cinque anni.
I Maya erano molto attenti al moto degli astri, costruirono infatti le loro città seguendo particolari allineamenti.
Molte città erano orientate verso la levata o il tramonto del Sole ai solstizi,
inoltre l'orientazione teneva conto della latitudine del luogo, cosicché non tutte le città
hanno la stessa disposizione assoluta, ma relativa alla propria posizione geografica.
Inoltre i Maya utilizzavano gli assi delle loro città e quelli dei palazzi più importanti per determinare con l'anticipo di uno o due dei loro mesi il passaggio del Sole allo zenit.
Tale momento era di particolare importanza poichè coincideva con l'inizio della stagione
delle piogge, la più importante dell'annata agricola.
Numerosi sono i templi che presentano punti di osservazione fondamentali
per la vita dei Maya.
Sulla gradinata della piattaforma superiore
c'è una nicchia nella quale due piccole colonne
(una bianca ed una rossa) inquadravano una persona che, guardando di fronte,
poteva vedere il tramonto di Venere quando, ogni 8 anni,
raggiungeva la sua massima declinazione negativa.
Si potevano fare allineamenti anche dalle finestre in cima alla torre:
sulla prima si poteva osservare il tramonto del Sole agli equinozi;
la seconda puntava sul tramonto di Venere

quando aveva la massima declinazione negativa
e la terza sulla levata di Achernar, la stella principale della costellazione dell'Eridano.
Lo studio del moto di Venere era molto importante,
come si può rilevare dalle tavole del Codice di Dresda

che trattano in modo accurato delle previsioni sulle apparizioni di questo pianeta.
E' interessante inoltre notare che i templi Maya avevano tutti 365 scalini,
uno per ogni giorno dell'anno, ad evidenziare ancor di più
come questo popolo fosse ben attento al tempo.

 

 


 
 
 

sguardo

Post n°127 pubblicato il 22 Settembre 2009 da melonima

 

 

 

 
 
 

Planet

Post n°125 pubblicato il 15 Settembre 2009 da melonima

 

 

 

 

 

 
 
 

Medicina

Post n°124 pubblicato il 10 Settembre 2009 da melonima

 

 

 

 


Per gli Indiani d’America “medicina” significava potere, completezza, integrità e conoscenza: forze energetiche vitali cui si poteva attingere al fine di incanalarle per ottenere beneficio per il corpo e l’anima. Il termine “ruota di medicina” è stato applicato per la prima volta al  “Medicine Wheel”, sulle montagne del Big Horn in Wyoming, uno dei siti del genere, tra i più antichi che si conoscano, situato a quasi 3000 metri di altitudine e risalente a circa 200-500 anni fa. (vedi foto). Essa è una ruota costruita con grosse pietre bianche con un diametro di 28 metri e 14 raggi. La ruota di medicina veniva costruita con pietre o bastoni sulla base delle quattro sacre direzioni dello spazio. A volte viene chiamata il Sacro Cerchio. Da questa semplice definizione è possibile comprendere I due aspetti fondamentali della Ruota: essere insieme specchio dell’Universo e dell’uomo.
Attraverso la simbologia della Ruota è possibile entrare in contatto e comprendere se stessi e il mondo, in base al principio fondamentale dei nativi: “Come è dentro, così è fuori”. Essa funge da specchio: guardandola, si può vedere un riflesso dell’universo e del Grande Mistero, la Mente Universale che ha creato tutto ciò che esiste. Ci si può leggere il funzionamento dell’universo, giungendo ad una comprensione delle esperienze della vita e delle leggi cosmiche e naturali, dei principi e delle forze che modellano e animano la vita umana.

Le quattro sacre direzioni

NORD: conoscenza e saggezza

Il colore del Nord è il bianco, il colore della purezza e dell’equilibrio. Esso è la somma di tutti I colori dello spettro solare e rappresenta perciò la perfezione e la completezza. L’elemento associato è l’aria. Essa trasporta I nostri pensieri, sogni e aspirazioni. Perciò l’Aria è associata alla mente e alla comunicazione. Essa è legata anche al vento che sfiora l’anima di tutte le cose viventi e porta nei suoi viaggi una particella di tutto ciò che tocca. Questo elemento è associato all’attività mentale e alla comunicazione. La parola chiave è: ricevere con la mente.
Il Nord viene poi associato all’inverno e alle stelle, che per I Nativi erano simbolo di universalità e protezione divina. Essi credono infatti di discendere dal Popolo delle Stelle, che li portò sulla Terra milioni di anni fa. Il Nord è il Luogo degli Anziani, della conoscenza e della saggezza. Conoscenza significa “ciò che è conosciuto” e per I Nativi comprende filosofia, religione, scienza, che si devono integrare reciprocamente nella vita. L’animale Totem connesso a questa direzione è il bisonte.
Il Bisonte era l’animale più importante per I Nativi Americani perché si donava completamente per permettere all’uomo di vivere, fornendogli tutto ciò di cui ha bisogno.

EST: illuminazione

 Il colore dell’Est il Giallo, la stagione è la Primavera, e il corpo celeste ad esso associato è il Sole. Queste tre cose sono simboli di vita, di continua trasformazione e rigenerazione, di Illuminazione e luce interiore.
L’elemento associato è il fuoco. Al fuoco era associato lo spirito, e infatti la Natura era vista come la condensazione, la manifestazione materiale del Grande Spirito. La parola chiave è: determinare con lo spirito. L’Est era chiamato dai Nativi  “Il Luogo della Vista Lunga”, perché qui si poteva avere una vista “panoramica” della vita. Qui si trova infatti la Porta d’Oro che l’uomo varca alla sua  morte.
Il Potere dell’Est è il Potere della Luce, dell’illuminazione mentale e spirituale e della visione interiore che deriva dalla coscienza dell’unità di tutte le cose viventi e che ci dà coraggio. L’animale totem associato all’est è l’aquila. L’Aquila è il simbolo della libertà da tutte le forme di ignoranza e bigottismo, della chiaroveggenza e della preveggenza. Essa custodisce la dimora degli ideali più nobili, è più vicina a Nonno Sole e si bagna nell’amore della sua luce; l’Aquila riesce a guardare direttamente il
Sole senza esserne abbagliata.

SUD: fiducia e innocenza

Il Sud è legato all’Estate e al colore Rosso, il colore del sangue ossigenato. E’ associato alla vitalità, alla salute, al vigore, al coraggio, all’energia fisica e alla potenza sessuale. L’elemento associato è l’acqua. L’acqua fisica è fluida e se viene versata in un contenitore ne prende  la forma: essa rappresenta perciò la fluidità e l’adattabilità.
L’Acqua elementale rappresenta anche la vita: senza il movimento fluido e penetrante dell’acqua, la Terra si asciugherebbe e diventerebbe arida e nulla potrebbe crescere. Analogamente, l’uomo senz’acqua morirebbe in breve tempo. La parola chiave è: dare con le e mozioni. Il Sud è chiamato “La Via del Bambino”. Noi veniamo concepiti a Sud-Est e nasciamo a Sud, secondo la visione dell’uomo dei Nativi; quindi cresciamo percorrendo la Ruota in senso orario, toccando le diverse direzioni a seconda delle fasi della nostra vita. Così il Sud corrisponde all’infanzia, l’Ovest all’adulto, il saggio Nord alla vecchiaia  e ad Est c’è la Porta d’Oro che il nostro spirito varca alla nostra morte. Le caratteristiche principali del bambino sono la fiducia e l’innocenza, lo stupore e l’entusiasmo che ci fanno vedere la vita come un’esperienza meravigliosa. L’animale totem connesso al su è il topo: Il topo rappresenta la capacità di prendere coscienza delle cose avvicinandosi ad esse  con le sensazioni e il tatto. Il Sud insegna ad agire nello stesso modo, con fiducia nel nostro intuito, nelle nostre sensazioni e nelle
nostre emozioni.

OVEST: introspezione e trasformazione

L’elemento collegato all’ovest è la terra. Le caratteristiche della Terra Elementale sono solidità, inerzia, stabilità. L’Ovest è il luogo della materia, delle apparenze, del mondo della forma, della manifestazione fisica ed il luogo dell’esperienza dove si impara e si cresce. Spesso la Terra è rappresentata dalla sua forma più duratura, la pietra. La natura della Terra è sostentatrice, dà conforto, costanza e sicurezza.
L’Ovest è associato all’Autunno e come corpo celeste è legato alla Terra, mentre il colore dell’Ovest è il Nero, il colore della non-forma da cui tutto ha origine. Esso assorbe tutti I colori dello spettro in sè, immagazzina ed è protettivo. Nere erano infatti le Tende della Luna, I tepee dove le donne Native si ritiravano durante le mestruazioni, per ascoltare nelle profondità del loro corpo il potente contatto con la Madre Terra, che si manifesta con grande forza attraverso il corpo della donna durante il ciclo.
La parola chiave è: trattenere con il corpo. Attraverso il corpo ci è consentito di immagazzinare energie e nutrimento, ma nel corpo si possono anche conservare le vecchie ferite che ci hanno fatto soffrire nelle emozioni, nella mente o nello spirito e che qui si fissano raggiungendo una forma finalmente visibile: la malattia. L’animale totem associato alla direzione dell’ovest è l’orso. Il Grizzly, Orso Grigio, è conosciuto per la sua grande forza.  La forza che questo Totem ci permette di contattare è quella di chi sa riconoscere il giusto momento per ritirarsi a recuperare le forze e riorganizzare i propri pensieri. Solo così è possibile preparare nuove e fertili strategie di azione.

 

 

 
 
 

La medicina del Falco

Post n°123 pubblicato il 25 Agosto 2009 da melonima

Il Falco è simile a Mercurio, il messaggero degli dei.
la medicina del Falco ti insegna ad essere osservatore, a guardarti intorno.
La Vita è Iniziazione. Si tratta di discernere il messaggio portato dal grido del Falco;
Il suo stridente richiamo penetra nello strato di inconsapevolezza
e ti chiede di cercare la verità.
il grido del Falco segnala achi lo sta osservando, che deve accrescere la sua consapevolezza.
La medicina del Falco è un totem carico di responsabilità,
poichè le persone-Falco hanno una visione a 360 gradi,
le persone che appartengono alla medicina del falco
sono consapevoli dei presagi, messaggi dello spirito,
e del colore del biglietto da visita che avete dato loro tre mesi fa
nessun dettaglio passa mai inosservato.
Il Falco ha sguardo acuto e cuore audace,
perchè vola vicino alla luce di Nonno Sole.

 

 

 

 
 
 
Successivi »
 

AMORE.....

 

 

 

                 L‘
                      a

                         m

                       o

                  r

              e  

                c

                    h

                        e

                           g

                         e

                      n

                 e

            r

            a

               V

                   i

                      t

                          a

                            .

                          .

                       .



 

ULTIME VISITE AL BLOG

alf.cosmosemiliabecheribunnoorFILOS83miky.omarcasandraguido.bassiannikaforumvasaria888LuanalaStregasmelonimaiside505GattaccioRomanovasariah8
 

FACEBOOK

 
 

AREA PERSONALE

 
 

 

 



Lucciola lucciola, piccolo fuoco,
guida il mio sonno mentre ti canto,
donami luce volandomi accanto,
rischiara l‘erba davanti al cammino,
fammi dormire con gioia nel cuore.

Vieni creatura, piccola lucciola,
vieni e domani faremo una festa,
lume vagante, tu voli e io canto,
piccola fata, re della notte,
vieni, e il mio canto sarà il mio compenso.

(Algonkin Chippewa)

 

 

 

 

 

I BARBAPAPÀ /ANNE GAGGED

  

            

 

        

 

 

 


 

 


 


 

HIROMI‘S

Hiromi‘s Strepitosa..................














 

 

 


 

MUSIC FOR ONE APPARTAMENT AND SIX DRUMS


Geniali.....
Da Vedereeee....





 

 

 

 

 

NINA HAGEN * DON RICKLES



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963