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Phooting Palermo

Post n°30 pubblicato il 07 Novembre 2014 da dagbog
 

La notizia di partenza non è rilevante nel senso che rientra tra quelle alle quali siamo già abituati. Il signor Michele Mercurio, pescivendolo al mercato palermitano di Ballarò, non è un invalido come ha dichiarato e come l'Inps ha potuto evincere dalle certificazioni mediche prodotte. Cammina, quindi non è zoppo, e ci vede perfettamente, quindi non è cieco. Anzi ha una vista ottimale, al punto che riesce a pulire con minuzia il pesce prima di incartarlo ai propri clienti. Perderà la pensione, per la quale ad oggi ha intascato già 70.000 euro dei quali non c'è, com'era prevedibile, più alcuna traccia, ma non passerà alcun giorno in prigione. Potrà così continuare indisturbato a vendere pesce a Ballarò.

Per chi non lo conoscesse Ballarò è il mercato più grande di Palermo, dove è possibile trovare ogni genere di beni, legali (dai prodotti alimentari all'abbigliamento), o illegali (dalle sigarette di contrabbando ai dvd pirata).
Da molto tempo ormai, nella parte del mercato adiacente al quartiere dell'Albergheria, prospiciente su corso Tukory, si è insediato un mercato nel mercato, traboccante di oggetti di ogni genere che vengono venduti nella più totale illegalità. Come è stato dimostrato dalle inchieste effettuate da alcuni quotidiani questo mercato è luogo di ricettazione degli oggetti rubati a Palermo e in altre parti d'Italia.
Gli oggetti trafugati non vengono esposti sui marciapiedi, ma ben conservati nei magazzini sparsi lungo il dedalo di vie in cui si estende il mercato. I clienti interessati a qualche particolare oggetto, se fidati, vengono accompagnati a visionare la mercanzia lontano da occhi indiscreti.
Tutto questo avviene alla luce del sole. Ne è a conoscenza la Prefettura, la Questura, il Sindaco, il comandante dei Vigili Urbani, ma nessuno fa nulla. Mai una macchina delle forze dell'ordine a presidiare il territorio. Mai un finanziere a chiedere conto e ragione ai venditori ambulanti abusivi, mai una pattuglia dei Carabinieri che chieda i documenti ai mercanti, italiani ed extracomunitari, che stazionano anche la notte lungo le strade, occupando peraltro tutti i marciapiedi disponibili e costringendo i pedoni a camminare in mezzo alle auto.

La notizia nella notizia è che il signor Michele Mercurio, pescivendolo di Ballarò falso invalido, è stato incastrato dalle telecamere degli uomini della Guardia di Finanza che l'hanno seguito per strada mentre faceva la spesa e mentre sfilettava il pesce nel suo banco al mercato.
Mi chiedo: come mai la Guardia di Finanza riesce a portare avanti un'indagine come quella riguardante il pescivendolo Michele Mercurio, falso invalido, disponendo di uomini e risorse al punto da far entrare telecamere all'interno di Ballarò, senza riuscire ad accorgersi di tutto il resto?

Giorni fa ho chiamato il comando dei Vigili Urbani di Palermo per la miliardesima volta. Li chiamo ogni volta che vedo gli uomini in divisa multare gli anziani o le mamme con i bambini e far finta di non vedere i mariuoli. Telefono quasi ogni santo giorno. E quando li vedo li sommergo di parole, chiedendo conto e ragione del loro "far finta di non vedere". Danno risposte di fantasia. Sono stupendi. Li amo e li odio. Forse un po' più li odio.
Nel corso dell'ultima telefonata domando al centralinista in divisa di mandare un auto al mercato di Ballarò dove i venditori abusivi non solo avevano occupato tutti i marciapiedi, ma avevano esteso l'esposizione delle loro mercanzie a metà della carreggiata, costringendo pedoni, vetture ed autobus ad una gimkana che paralizzava il traffico.
Io: "ma perché non vi si vede mai a Ballarò a controllare questo schifo?"
Il vigile: "lei è di Palermo?"
Io: "certo che sono di Palermo. E non mi dica come i suoi colleghi ai quali ho chiesto come mai non intervengono quando vedono le carrozze fare qualsiasi violazione al codice della strada in pieno centro storico con i turisti a bordo"
Vigile: "che le hanno detto i miei colleghi?"
Io: "che voi non c'entrate e di prendermela col Sindaco"
Vigile: "esatto. Io le dico la stessa cosa. Riguardo al mercato di Ballarò si rivolga al Sindaco."
Io: "scusi, ma voi non dovreste avere l'obbligo di intervenire di fronte alle irregolarità?"
Vigile: "non siamo noi a decidere. Noi andiamo dove ci dicono di andare".
Io: "e se passate con una vettura di servizio di fronte a questo manicomio come mai non vi fermate ed intervenite?"
Vigile: "perché si vede che stiamo andando a fare servizio con urgenza in qualche altro posto"

A quel punto il vigile cambia tono e mi dice: "senta, le parlo da amico (amico? Ma chi ti conosce???). Ci sono quartieri dove noi non possiamo andare. Si ricorda corso Olivuzza qualche tempo fa? Si ricorda il caos che c'era? Noi non potevamo andare. Piano piano le cose sono cambiate. Magari, chissà, fra qualche tempo, cambieranno le cose anche a Ballarò"

Questa conversazione è vera. Ed è avvenuta telefonicamente con il comando dei Vigili Urbani di Palermo. Spero sia stata registrata. Ma, si sa, a Palermo serve a poco. Si vede e si ascolta ciò che il potere vuole.

Nota a margine: Dopo la sbandierata sequenza di ordinanze con cui il Comune di Palermo ha disposto la chiusura al traffico di strade e piazze del centro storico, penalizzando residenti di ogni genere, grandi e piccini, anziani, portatori di handicap e via dicendo un'unica ordinanza è stata revocata: piazza del Parlamento, antistante la sede dell'Assemblea regionale siciliana, è di nuovo aperta alle auto di onorevoli, portaborse e galoppini bipartisan. La sua chiusura è durata sette giorni sette. Il tempo di far fesso l'Ispettore dell'Unesco in visita in città. Poi, com'era prevedibile, il potere ha avuto il sopravvento. E' bastata una telefonata e l'ordinanza è stata revocata, immediatamente. Il resto della città? Che si fotta.
D'altra parte Palermo - e la Sicilia più in generale - sono da anni nelle mani di burocrati fantasiosi, che riescono ad eccellere in un'originalità creativa votata al tormento dell'uomo comune, preferibilmente perbene, che agli occhi delle autorità vuol dire innocuo, meglio se disoccupato e con famiglia a carico. Chi ha macinato chilometri lungo le strade d'Italia e d'Europa sa che quando si trova un cartello stradale che recita "strada sottoposta al controllo della velocità tramite autovelox" subito dopo incontra il dispositivo fisso o una pattuglia dotata di dispositivo mobile. A Palermo no. I siciliani sono più furbi. Fanno credere all'automobilista una cosa e poi ne accade un'altra. Hanno tappezzato tutte le strade ed autostrade con i cartelli che annunciano il controllo, ma subito dopo non c'è nulla. Da noi la segnaletica è, come dire, un avviso preventivo. Come le frasi dette a mezza bocca con accento mafioso: "st'accura...".
Sarebbe molto più credibile - e sincero - leggere nella segnaletica: "può darsi che qui, o li, oppure li, o anche altrove, quando ci va, probabilmente quando c'è bel tempo e non piove, una nostra pattuglia possa sostare con un dispositivo autovelox, ma nulla è sicuro, intanto noi ve lo diciamo...".
Quando, infine, l'automobilista non avvezzo al contorsionismo mentale, magari non siciliano, magari non palermitano, si convince che la segnaletica stradale è uno scherzo o magari il frutto di un corposo ordinativo fatto all'amico dell'amico che, tanto si sa, per giustificare la spesa, in qualche posto sta roba si deve pur mettere, succede l'imprevedibile. Dopo il cinquecentesimo avviso collocato a vuoto la pattuglia c'è davvero. E magari c'è dove il limite è di 50 km orari. Ed è mezzanotte. Come accade quotidianamente a Palermo sulla circonvallazione. In quel caso i vigili lavorano anche di notte. Pieni di zelo. Ed i soldi per gli strordinari il comune li trova.
Palermo città d'Europa? Mi viene da vomitare.

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jorke88
jorke88 il 22/11/14 alle 09:18 via WEB
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