Creato da dagbog il 01/09/2014

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il blog di Luigi Riotta

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dagbog
dagbog il 30/11/14 alle 17:44 via WEB
Hai ben citato la scuola, che è (o dovrebbe essere) l'unica risorsa rimasta per arginare la diffusa degenerazione di giovani menti. Mi chiedo che Italia sarà quella del futuro. Anzi, preferisco non chiedermelo affatto. Si parla tanto di insegnanti demotivati ed è sicuramente vero, ma la colpa principale è tutta nelle linee di indirizzo decise dal MIUR, che hanno escluso dai programmi scolastici ogni materia che contempli la formazione di cittadini ancor prima di professionisti. E, per dirla tutta, non mi va neppure più tanto di lottare, di spendermi per un cambiamento. Si aiuta chi desidera essere aiutato.
 
Jupiter251
Jupiter251 il 30/11/14 alle 16:46 via WEB
Forse perché la storia non segue propriamente regole matematiche seppur si rifà a degli schemi che paiono prefissati. In realtà, tutto questo non è a costo zero (al di là della venialità mensile..). Il costo è quello celato da questa carta opaca che mostra i contorni ma non lascia trapelare il vero noi stessi. Il tuo concetto è chiaro e condivisibile, purtroppo singolarmente è difficile combattere questo nichilismo sociale in cui la creazione domina il creatore. Passeremmo noi da settari del comportamento! Paradossale no? La tv è l'arte di questo concetto, è l'espressione antesignana di quello che oggi è la "medialità" interattiva: da ascoltatore a partecipe a schiavo! Ho paura tuttavia tu abbia ragione sulla tragedia, dato che chi ha in mano questo potere non segue criteri sociali ma commerciali. Chissà se iniaziassimo a metabolizzare sin dalla scuola che interagire senza fronzoli è più importante che aver paura di sbagliare...
 
dagbog
dagbog il 30/11/14 alle 13:27 via WEB
Ciao Carmine, benvenuto.
 
dagbog
dagbog il 30/11/14 alle 13:11 via WEB
Condivido ogni tua parola, ma è utopia aspettarsi che il desiderio di libertà da questo genere di condizionamenti parta dalla stessa gente che si è voluta manipolare, rinchiudendola in un recinto mentale come quello che hai descritto. Temo che una gran parte delle persone in questo recinto si trovi bene, anzi benissimo. Perché è stata data loro l'opportunità, a costo zero, di mostrarsi, di apparire secondo le logiche di finzione proprie dei media. Mostrarsi, nella realtà, è sforzarsi di essere se stessi, di-mostrare le qualità, le virtù, se ci sono o i propri limiti, e, per chi è uso fingere, faticare per nascondere una realtà di pochezza emozionale ed intellettuale. Il web bypassa tutto questo. Ed è alla portata di tutti. Senza il web alcune carriere politiche non si sarebbero improvvisate com'è avvenuto. La realtà è cambiata. In peggio. Ed un ritorno al passato deve, secondo me, attraversare la tragedia. Così è avvenuto. Perché dovrebbe succedere diversamente?
 
Jupiter251
Jupiter251 il 30/11/14 alle 12:37 via WEB
Luigi non posso darti torto in assoluto, poiché la miseria sentimentale in cui stiamo cadendo è sotto gli occhi di tutti. E non è solo un problema del nostro bel-paese, anzi... Il punto a mio avviso, non è la tecnologia ma la consapevolezza di come andrebbe usata. Quanto noto e ormai tristissimo è entrare in un pub, una pizzeria o un locale anche più ricercato e vedere tavoli di coppie o più persone nei quali ognuno siede vicino all'altro e col suo arnese iper-tecnologico in mano, si autoesclude dalla cerchia? Non è la tecnologia, siamo noi ad essere preda di certi strumenti per l'aridità di valori in cui siamo scivolati. Dietro quel piccolo schermo cerchiamo curiosità, sesso, amicizia e quell'insieme di normalità che una società money-oriented non vuole farci avere. Ci danno questo sofisticato preservativo il quale allontana momentaneamente alcuni virus ma intrappola in un limbo il raziocinio di rischiare una conversazione non virtuale. Non sono contro l'uso della tecnologia ma andrebbe discusso meglio il tema dell'alienazione da smartphone, un uso più sobrio forse, sarebbe un'opzione socialmente più avanzata. Un coltello può uccidere o semplicemente tagliare una mela: a noi la scelta!!
 
jorke88
jorke88 il 22/11/14 alle 09:18 via WEB
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giovaniesereni
giovaniesereni il 03/10/14 alle 14:51 via WEB
Saluti da carmine
 
paolafenini
paolafenini il 29/09/14 alle 14:59 via WEB
Jean Burden ha detto che "Un cane è prosa; un gatto è poema". I gatti sono i compagni ideali, non sconvolgono le abitudini, non sono invadenti come i cani. Con loro c'è un dialogo gratificante e soddisfacente basato sul fatto che entrambe le parti apprezzano che nessuno dei due approfitterà dell'altro. Ecco perché anch'io mi identifico nel gatto...
 
dagbog
dagbog il 20/09/14 alle 13:49 via WEB
Esatto, rattrappita rende l'idea, grinzosa, rugosa, avvizzita.
 
Ra.In.Me
Ra.In.Me il 20/09/14 alle 12:40 via WEB
Il rapporto con noi stessi viene spesso trascurato, e la parte di noi più autentica e profonda rimane rattrappita... bisognerebbe tirarla fuori e farla sgranchire ogni tanto!
 
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