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POESIA DI BENIGNI PER MASSIMO

 

 

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PAROLE PAROLE PAROLE

Post n°6 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da Buronson

Susanna Tamaro diceva, o meglio scriveva...."Va dove ti porta il cuore..." ci vorrebbe però un sottotitolo del tipo "ma devi esserne pronto a pagarne le conseguenze"....l'ho voluto fare, ho ascoltato il mio cuore e mi sono illuso. Ma probabilmente sono stato illuso.......dai baci, dalle carezze, dagli occhi che sembravano non mentirmi......

c'è chi dice che la durata di una storia è fondamentale....che non ci si può innamorare in pochi giorni.......AMICI BLOGGER INVOCO IL VOSTRO AIUTO......voglio dimostrare a chi afferma questa cosa......che il tempo non conta nulla.

esprimetemi la vostra opinione e fatela esprimere ai vostri amici e agli amici degli amici.........aspetto con ansia i vostri commenti.

vi lascio con una poesia che mi fu dedicata quando ancora sognavo.

GRAZIE IN ANTICIPO,

Diego

Berlino, 1961

Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.

Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
è tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte forte?

Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci tu?
dove comincio e finisco io stesso?

NAZIM HIKMET

 
Rispondi al commento:
carol042004
carol042004 il 18/02/07 alle 14:09 via WEB
Per Troisi...Massimo Troisi avrebbe poco più di cinquant'anni. Quanto mi sarebbe piaciuto conoscerlo! Quanto mi sarebbe piaciuto potergli dire: "Pe' cient'anne!". Quanto mi sarebbe piaciuto esprimergli tutta la mia stima, tutta la mia ammirazione, tutta la mia simpatia. Non ho fatto in tempo a conoscerlo di persona, se ne è andato troppo presto, mannaggia la miseria mannaggia! Era troppo caro pure al Cielo che lo ha voluto con sé, tutto per sé, in mezzo agli angeli; perché era troppo simpatico Massimo Troisi, perché era troppo leggero, tanto leggero da lasciarsi trascinare dal vento; perché era troppo sorridente, di quel sorriso ironico, che ti accarezza e che non ti spaventa, non ti aggredisce anzi, è gentile; perché era tutto il contrario della cultura di quelli "con le palle!", era lieve, incerto, educato e coraggioso; così coraggioso da convivere con un cuore che non riusciva a contenerlo, a contenere il suo enorme talento. Mi raccontano che amava le donne,sono convinta che sapeva amarle con garbo, con la femminile indolenza dei maschi napoletani. Forse, come un vero sciupafemmine, come il meraviglioso Don Giovanni, raccontava un po' a tutte eterno amore ma, chiedo alle signore e alle ragazze che stanno leggendo questo articolo: non è meglio un maschio romantico affabulatore, malcelato bugiardo, piuttosto che un cosiddetto uomo serio, che vi sposa solo per il gusto di spegnervi? Caro Massimo, chissà quante ragazze vorrebbero incontrarti, anche solo per un minuto, anche solo per guardarti negli occhi, quei tuoi occhi malinconici e grandi, chissà quanti registi vorrebbero filmare quelle tue espressioni sempre sospese tra l'inconsapevolezza e lo stupore, chissà quanti amici vorrebbero ascoltare ancora per un po' quella tua voce sempre incerta, sempre zoppicante, quel tuo napoletano pieno di affanni, di timidezze, testimone di mille sopraffazioni, di mille mediazioni e compromessi con i prepotenti di turno. Chissà come vorrebbe coccolarti ancora un poco il tuo pubblico, non quello che scrive sui giornali, ma il popolo, quello che ti espone nelle bacheche dei negozi, nelle vetrine dei benzinai, negli uffici postali, nei ristoranti, quelli che ti mostrano ai figli dicendo: "Chisto era bravo a papà!". Pensa quante persone uscirebbero di casa adesso se tu potessi tornare e regalarci un altro dei tuoi film, pensa che file al botteghino! Pensa quanti ragazzi metterebbero il casco se glielo consigliassi tu, quanti rispetterebbero il rosso se al semaforo ti fermassi anche tu, quanti smetterebbero di compiacersi del luogo comune che vuole i napoletani «simpatici» perché riescono a fregare chiunque. Saresti il re di Napoli, un re senza corona e senza scorta, ma un re. Un re in cui ci riconosceremmo in tanti. Un re capace di rappresentarci come un popolo intelligente e pieno di immaginazione, sentimentale e pieno di talento, il popolo di Croce e di Totò, di Eduardo e di Peppino. Pensa a quanto sarei contenta io se potessi stringerti la mano, solo stringerti la mano, non chiederei di più. Te ne sei andato davvero troppo presto! Comunque sii beato tra le stelle! Il tuo estimatore esagerato! V.Salemme Ed anche da me.... Potresti aggiungerla, no? Ciaoooo!!!!!!!!
 
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