Post n°28 pubblicato il 07 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°27 pubblicato il 07 Giugno 2008 da AIUTATECE
Avellino: detenuto ucciso in carcere 07 giu 04:10 Cronache AVELLINO - Assassinato nel carcere avellinese di Bellizzi Irpino un detenuto napoletano 34enne. Ignazio Romano e' stato trovato morto nella tarda serata di ieri nella cella che condivideva con altre quattro persone e che sarebbero gli autori dell'omicidio. In attesa dell'autopsia gli investigatori hanno rilevato tumefazioni ed ecchimosi sul corpo di Romano, soprattutto all'altezza della spalla e del fianco, che farebbero pensare a una violenta e mortale aggressione. Romano era stato condannato per reati connessi al traffico di droga e aveva scontato un anno dei quattro cui era stato condannato nel processo di primo grado. (Agr) |
Post n°26 pubblicato il 06 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°24 pubblicato il 06 Giugno 2008 da AIUTATECE
CAMORRA: 53 ARRESTI, SMANTELLATO IL CLAN DEI CASALESIMaggio 27, 2008 at 10:09 am | In Attualità, Cronaca | Voti in cambio di appalti pubblici. Smantellata la rete di fiancheggiatori del clan Casalesi Voti in cambio di appalti. A Napoli i carabinieri mettono le manette a 53 affiliati e fiancheggiatori del clan dei Casalesi. Antonio Iovine detto ‘o ninno di San Cipriano d’Aversa, latitante da oltre 11 anni, e i suoi uomini, corrompevano pubblici amministratori per acquisire appalti pubblici. In cambio hanno offerto voti ai candidati delle elezioni provinciali del 2004. Sequestrati immobili, titoli e quote societarie per circa 80 milioni di euro, sicuro frutto, sostiene la Dda di Napoli, di riciclaggio dei proventi illeciti derivati dagli appalti truccati, dai videogiochi e dalle scommesse clandestine. Recuperati anche un kalasnikov e un fucile a pompa. Tra gli arrestati anche il fratello di Antonio Iovine, Giuseppe, vigile urbano a San Cipriano d’Aversa, comune confinante con Casal di Principe. In carcere, tra gli altri, Pasquale Gianluca Pagano, fedelissimo del superlatitante. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e riciclaggio. inserito da: Marianna De Rosa fonte: Repubblica.it |
Post n°23 pubblicato il 06 Giugno 2008 da AIUTATECE
Napoli - Nel corso di un’operazione congiunta tra gli agenti delle squadre mobili delle Questure di Avellino e Napoli è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 50 presunti appartenenti al clan Cava, attivo nel Vallo di Lauro (Avellino) e in altre zone al confine tra le province di Napoli e Avellino. Gli arresti riguardano i reati di omicidi, estorsioni, rapine, porto e detenzione di armi, detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti. L’operazione vede coinvolti la Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione della Squadra Mobile della Questura di Avellino e del Commissariato di Nola. L'indagine Tra i destinatari del provvedimento anche lo storico capo clan, Biagio Cava. Questa cosca da oltre trent’anni è protagonista di una sanguinosa faida con l’altro clan del Vallo di Lauro, quello di Graziano. In carcere sono finiti anche i due reggenti del clan Cava, Bernardo fratello di Antonio e Salvatore fratello di Biagio, i due capi clan già detenuti da tempo in carcere. Iniziata nel 2003, l’attività di indagine ha comportato l’esecuzione di oltre trecento operazioni di intercettazione telefoniche ed ambientali, in auto ed abitazioni e di videosorveglianza, attraverso la quale gli investigatori ritengono di aver individuato beni riconducibili alle illecite attività del sodalizio, per i quali l’autorità giudiziaria ha emesso due distinti provvedimenti consistenti in un decreto di sequestro preventivo ed in un sequestro preventivo d’urgenza. I sequestri Sequestrati beni immobili e società commerciali nelle province di Napoli, Avellino, Frosinone, Latina, l’Aquila, Piacenza e Parma, per un valore stimato complessivo - si legge nel comunicato della Polizia di Stato - di circa 160 milioni di euro. Gli investigatori spiegano che le accuse riguardano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di stampo camorristico facente capo alla famiglia Cava di Quindici, di omicidio, estorsione, rapina, incendio, porto e detenzione di armi, detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti. Il questore: "Nessuna tregua" "Da domani ci rimetteremo a lavoro per capire quali scenari si apriranno dopo gli arresti che abbiamo eseguito stamattina e quelli che già c’erano stati. Penetreremo nei gangli del clan Cava per non dargli tregua e sterminarlo definitivamente". Il Questore di Avellino Antonio De Jesu ha spiegato che, nelle scorse settimane, i carabinieri avevano già assestato un duro colpo all’altro clan avellinese, quello dei Graziano: "Oggi è toccato alla Polizia di Stato. Sinergicamente non daremo tregua alla camorra fino a quando lo Stato non avrà vinto". Il numero uno dei poliziotti irpini ha poi tenuto a sottolineare l’importanza dei "beni sequestrati al clan Cava per decine di milioni di euro", un sequestro "fondamentale perché togliere il potere economico alla camorra equivale a togliergli l’ossigeno". |
Post n°22 pubblicato il 06 Giugno 2008 da AIUTATECE
Orta di Atella. Sciolto il Comune per camorra Data: Mercoledì, 04 giugno @ 14:07:40 CEST Argomento: Caserta Orta di atella. In piazza Virgilio, nel cuore del borgo antico di Casapozzano, sembra che tutto sia rimasto uguale. È il giorno che segue la sospensione del consiglio comunale decisa dal prefetto di Caserta Ezio Monaco per presunte infiltrazioni camorristiche. Sembra un giorno come tanti: i pensionati giocano a carte davanti al bar e le donne con i bambini vanno a fare la spesa. Ma la «vergogna» viene fuori non appena si crea l’occasione per parlare. «Ci hanno fatto scendere a un livello troppo basso - dicono, tra una briscola e l’altra, due anziani - ma quando mai nel nostro paese c’è stata la camorra? Qui ci vuole un po’ di pulizia». Si riferiscono alle «anime sporche» di chi quella «sfortuna» (così etichettano lo scioglimento) l’ha buttata sulle spalle di tutti. Ma di sporco, in questa storia, ci sono anche le strade del paese, quelle che la Gmc, la società multiservizi della quale era entrato a far parte anche il Comune di Orta, lasciava invase dai rifiuti. Disservizi continui e inadempienze erano stati registrati da subito per quella società che nel luglio del 2005 aveva cominciato a gestire il servizio di nettezza urbana. La situazione negativa della Gmc, fondata nel 2004 dal Comune di Gricignano d’Aversa, si era rivelata subito: non garantiva i servizi previsti dal contratto, provocava problemi ai cittadini e anche ai suoi stessi dipendenti, sempre alle prese con uno stipendio che non arrivava mai. Il danno. E poi la beffa. Sulla decisione del prefetto Monaco, la Gmc ha infatti influito in maniera determinante. Dopo l’omicidio di Michele Orsi che, assieme al fratello Sergio, era titolare delle quote private della multiservice, la sospensione è arrivata naturale. E pensare che, nonostante il forte scontro interno alle anime politiche del paese, sull’ingresso della Gmc ad Orta di Atella, maggioranza e minoranza consiliari avevano anche trovato un accordo. Tutti votarono a favore, nel luglio di tre anni fa, per dare il via libera all’acquisto delle quote. Allora era primo cittadino l’attuale consigliere regionale dell’Udeur Angelo Brancaccio (foto a sinistra), il sindaco più votato d’Italia, alla sua seconda consiliatura. Al suo nome è legata un’altra bufera del mondo politico di Orta: l’arresto, avvenuto lo scorso anno, con accuse che andavano dalla corruzione all’estorsione; dallo scempio edilizio al peculato. Allora era in quota Ds, lo stesso partito dei fratelli Orsi che, dopo la stipula del contratto, si iscrissero alla locale sezione della Quercia. «Fu proprio Brancaccio a presentarci la Gmc come una manna dal cielo. Sembrava che quella società potesse essere la fine di tutti i problemi e per questo votammo sì»: Giovanni Migliaccio, attuale leader della minoranza, in quota Pd, il momento del voto lo ricorda bene. In quella consiliatura, infatti, ricopriva il ruolo di assessore. Anche il notoriamente scettico Arcangelo Roseto, che invece è sempre stato all’opposizione fedele alla linea di Rifondazione, pensò di far bene votando per la Gmc: «Le condizioni che ci erano state presentate erano ottime, ma in seguito - commenta con il senno di poi - bastarono poche settimane per capire che la Gmc non era all’altezza del suo ruolo». Da lì sono seguiti mesi e mesi di proteste. Atti inviati agli organi competenti, manifestazioni in strada, interrogazioni consiliari. «Abbiamo fatto una guerra - affermano Migliaccio e Roseto insieme - fino ad arrivare alla rescissione del contratto da parte del Comune. Certo, quel che resta è una profonda amarezza e anche la sensazione che la maggioranza non abbia fatto nulla per evitare questo brutto epilogo». L’assessore Dario Santillo, segretario cittadino dell’Udeur, si difende: «Non si deve fare di tutta l’erba un fascio - precisa - in questi tristi casi generalizzare è sbagliato». Il Mattino di Caserta del 4 giugno 2008 |
Post n°21 pubblicato il 03 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°20 pubblicato il 03 Giugno 2008 da AIUTATECE
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nick cornish for time Crime Fightertaking on the mobbusinesswoman silvana fucito risks her life to help others defend themselves against the camorraJust north of 1.5 m tall, Silvana Fucito is a towering example of how to stand up to the brutal crime syndicate that terrorizes Naples. The Neapolitan mob, the Camorra, picked on the wrong lady when it began demanding that Fucito and her husband, Gennaro Petrucci, cough up the notorious extortion payments known as the pizzo (from the Italian word for goatee, describing those who dip their beards in their neighbors’ soup) at the family paint store four years ago. Like many, the couple first tried shooing the thugs away with excuses, free cans of paint and an occasional small “loan” that would never get repaid. But then in 2002, a pair of Camorra came into the store in the city’s rough San Giovanni neighborhood with a check to cash—for €100,000. One of the men flashed a pistol. Petrucci did his best, amid escalating threats, to try to convince the Camorra bosses that the couple didn’t have that kind of money. Then one day, Fucito decided that she would come out from behind the counter to confront the unwelcome guests. “When I stepped out—a woman—and told them to leave, they couldn’t unload on me,” she recalls. “They couldn’t threaten me. That must have made them even more angry.” A few nights later, someone pried open the store’s metal security shutter just enough to squirt in gasoline and set the store ablaze. The fire spread quickly, completely destroying the 500-sq-m store and forcing the evacuation of more than 20 families in the apartment building above. “At first I was just enraged to see our 30 years of work, all our sacrifice, destroyed,” says the 54-year-old mother of three. “Then I thought that someone, even children, could have been killed.” But it was the reaction of several residents—who blamed the fire on the victims for not paying the racket—that turned Fucito into a true crusader: “I realized something is wrong in the whole mentality. The pizzo is so deeply rooted here, it’s like a tax we are obliged to pay.” A few months later, she founded the San Giovanni Anti-Racket Association, and has spent every free moment since urging fellow business owners to refuse to pay the Camorra. Last year, some 2,000 extortion cases were reported to the police, up from just a few hundred before the Association was founded. Fifteen men were convicted in Fucito’s case. “Everyone talks about the politicians and the police, but it is first of all up to us, the citizens,” she says. True, she requires around-the-clock police protection, but says she wouldn’t have it any other way: “If it’s a pizzo or muggings or drugs in your neighborhood, it should make you burn with anger. It must always be the citizens first to demand respect for themselves.” When Fucito stands with others, she stands even taller. |
Post n°18 pubblicato il 03 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Napoli, 14:45CAMORRA: PARROCO CASAL DI PRINCIPE, COMUNITA' E' SCOSSA Casal di Principe, la roccaforte del clan dei Casalesi e in particolare della fazione che fa capo al boss detenuto Francesco Bidognetti, e' una cittadina sospesa, in bilico tra voglia di scrollarsi di dosso la fama di comune della camorra e la paura. A dare voce a questi sentimenti contrastanti e' il parroco della chiesa di Maria Santissima Preziosa, don Delio Pellegrino. "La comunita' e' scossa - dice, parlando con i giornalisti - avvenimenti del genere possono creare nuove paure, quando sembrava che ci si volesse e ci si potesse liberare da una cappa che soffoca. Qui la camorra hai l'impressione di sentirteli sempre intorno". |
L'ex consigliere della commissione Mitrokhin fermato all'aeroporto Scaramella nell'auto della polizia subito dopo l'arrivo a Napoli Un'automobile della polizia ha atteso l'aereo della British Airways - atterrato alle 14.10 - e il consulente viene condotto negli uffici della Polaria. Non sono in molti a riconoscerlo in aereo: la gente non sa di aver viaggiato con l'ex consulente della Mitrokhin, che ancora ha il sospetto di essere contaminato da Polonio 210, ma che, ormai si sa, non è 'radioattivo'. Uscirà da quegli uffici, aggirando cameramen, fotografi e stampa, 3 ore dopo, per essere trasferito in una delle carceri romane, forse Regina Coeli. Sarà il magistrato a deciderlo, considerando anche le condizioni di salute del detenuto. Gli agenti della Digos portano via il bagaglio chiuso con lo scotch e due valigette di quelle che si utilizzano per trasportare i computer portatili. A pochi minuti dall'atterraggio e dalla notizia dell'arresto - che nel circuito mediatico anglosassone viene divulgata come breaking news, segno della popolarità del personaggio - Scotland Yard fa sapere da Londra di essere estranea alla cattura. Il provvedimento, ribadisce la polizia inglese, "è una questione delle autorità italiane", e non rientra nelle indagini sull'avvelenamento dell' ex-agente del Kgb Aleksander Litvinenko. L'ordinanza è stata emessa dal gip Orlando Muntoni del tribunale di Roma. L'ordine di custodia cautelare è stato chiesto dal pm della procura di Roma, Pietro Saviotti, che aveva ipotizzato nei confronti di Scaramella il reato di traffico di armi, reato contestato anche dalla procura di Napoli che ha poi trasferito il fascicolo a quella capitolina per competenza (Scaramella è giudice onorario a Ischia) e violazione del segreto di ufficio. Secondo quanto si è appreso, l'ordine di custodia cautelare era stato emesso già nella prima metà di dicembre. Ma gli inquirenti avrebbero preferito assicurarsi che le condizioni di salute dell'ex consulente della Mitrokhin,fossero soddisfacenti. In sostanza l'arresto avrebbe potuto essere eseguito anche a Londra. Quando Scaramella ha deciso di tornare spontaneamente a Napoli, ha trovato ad attenderlo gli agenti della Digos. Nell'ordinanza di custodia cautelare, per quanto riguarda il reato di calunnia aggravata, tra l'altro a Scaramella viene contestato di aver attribuito ad un cittadino russo l'organizzazione di attentati in Italia. Mario Scaramella, secondo quanto si è appreso, sarà trasferito in un carcere di Roma. La notizia dell'arresto è stata commentata dal ministro della Giustizia Clemente Mastella. "Credo - ha osservato - sia giusto fugare subito le nebbie e dissipare tutto ciò che serve da contorno fumogeno. Spero si arrivi alla verità dei fatti e credo che la magistratura può farlo in maniera egregia". "Anche rispetto a questa intrigata vicenda - ha concluso Mastella - prima si chiarisce, meglio è perché mi pare che la trama fosse una trama volta a creare problemi in larga misura al centrosinistra e al presidente Prodi". |
Post n°15 pubblicato il 03 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°14 pubblicato il 02 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°13 pubblicato il 02 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°12 pubblicato il 02 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Post n°11 pubblicato il 02 Giugno 2008 da AIUTATECE
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Domenica 1 Giugno 2008Camorra, clan dei "casalesi" dichiara guerra allo Stato: ucciso Michele Orsi http://www.brightcove.tv/title.jsp?title=1584854797 VIDEO CRONACA | Casal di Principe – Michele Orsi, 47 anni, è stato ucciso in un agguato camorristico a Casal di Principe. |
Francesca Carrino, 25 anni, nipote di Anna, l'ex compagna del boss dei Casalesi Francesco Bidognetti di recente diventata collaboratrice di giustizia, e che in una intervista ha invitato il capoclan a pentirsi, e' stata ferita in un agguato nel napoletano. Il fatto e' avvenuto in via Leonardo da Vinci a Villaricca, a casa della nonna della vittima Assunta Carrino, 68 anni; intorno alle 23.15 si e' fermata un auto con un lampeggiante blu, due persone hanno bussato alla porta e poi hanno sparato diversi colpi di pistola. Francesca Carrino e stata colpita allo stomaco da una pallottola ed e' stata trasportata all'ospedale Cardarelli, dove e' stata operata ed e' tutt'ora in prognosi riservata. Sul posto i carabinieri hanno repertato una dozzina di bossoli di pistola. La pista di indagini privilegiata e' quella della ritorsione rispetto l'invito al pentimento fatto dalla donna. |
AREA PERSONALE
UN ANGELO
vittima della camorra
Inviato da: chiaracarboni90
il 25/10/2011 alle 11:16
Inviato da: Piusu
il 10/03/2010 alle 01:31
Inviato da: Daniele
il 05/09/2009 alle 20:13
Inviato da: medeamistyca
il 08/08/2008 alle 17:18
Inviato da: AIUTATECE
il 05/06/2008 alle 10:05