Creato da: dalsilenzio il 12/08/2011
Pensieri liberi, senza limiti alla condivisione o alla critica. Dico ciò che voglio o ciò che sento e apprezzo chi sa dire la sua, senza remore. Ci hanno voluto rendere e ci siamo prestati a diventare monadi, essenze unitarie, disgiunte se non addirittura opposte tra noi. Voglio vedere se siamo ancora in grado di interagire positivamente, per il bene di tutti.

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MIA MADRE E' MORTA

Post n°12 pubblicato il 02 Settembre 2012 da dalsilenzio

Già! Proprio così: mia madre è morta. Chissà perché ogni volta che qualcuno muore la prima reazione è lo stupore. Morta? Non è possibile! Come mai? Come? Diamine, eppure tutti sappiamo che a tutti, prima o poi, deve succedere. Che senso ha lo stupore? Che importanza ha il come? Non c’è più. Punto. Fine.

Eppure, talvolta, il come c’entra e come! Mia madre è morta quando le è arrivata una telefonata. Un semplice “pronto” e la sua vita è cessata, finita. Senza dolore, suo e neanche, per assurdo, mio. La sua vita è finita tra grasse risate ed una certa rabbia. Cinico? Proprio no! Il fatto, come accaduto, lo dimostra.

La telefonata ricevuta era di un impiegato di una banca, fin troppo bravo, fin troppo zelate, scrupoloso. Almeno nel bene, perché non dire impiegato della Banca Nazionale del Lavoro? Merita un applauso niente affatto ironico. Sì, perché quando mia mia madre ha risposto, con un certo imbarazzo e tanta cortesia le ha spiegato che alla filiale era arrivata una lettera dell’INPS che ordinava alla Banca di restituire alcune migliaia di Euro che erano state erogati da quell’Ente quale persona … deceduta da tempo. Alcuni anni, senza entrare in particolari. Da notare che nessuna Banca è tenuta ad accertare niente: arriva l’ordine, si esegue. Invece quell’impiegato, prima di obbedire, ha voluto accertare, comunicare, bloccando tutto per il massimo tempo a disposizione della Banca per eseguire.

Ecco com’è morta mia madre: perché l’INPS ha deciso così. Ovvio che subito mi ha chiamato, chiedendomi di accompagnare il suo cadavere in giro per Roma, all’Inps, a dimostrare la sua ancora energica vitalità. La parte più divertente di quei giri (due giorni di ferie mie e ore di traffico e file e attese) era la faccia degli impiegati. Ma va bene così: mia madre è risorta e tutto risolto.

Quasi. Perché seppure risorta, seppure salvato il conto in Banca, il mese successivo niente pensione. Nessun accredito. Ok, vediamo che succede, adesso! Nuovo giro all’INPS (secondo giorno di ferie, stesse ore di traffico e stesse file), per scoprire che, essendo ogni mano destra collegata alla sinistra dal corpo, se il corpo è cerebroleso il collegamento va a farsi fottere, mia madre era in vita per un ufficio, ma non per quello che poi eroga mensilmente la pensione. Comprensibile, in fondo: l’uno è al piano terra, l’altro al secondo piano dello stesso stabile. Mica facile il collegamento! Ok, risolto anche quello. Tutto regolare, finalmente.

Quasi. Passano due mesi e il medico di base di mia madre le telefona disperata, perché è stato aperto un procedimento PENALE nei suoi confronti perché ha emesso impegnative a nome di una defunta. Non solo, ma non le pagano la quota di QUELLA assistita. E’ morta? Trovatene un’altra! Terzo giro, stavolta la mamma sprint va da sola, con i mezzi pubblici, tanto almeno sono talmente morti che mica si accorgono di un cadavere a bordo! Altra mattina alla ASL, fila, impiegato rosso peperone dinanzi ad una vecchietta morta che gli dimostra la sua vitalità.

Complimenti a mia madre! Neanche Gesù è riuscito a morire e risorgere per ben tre volte! Beh, finalmente è passata, anche se adesso controlla minuziosamente ogni estratto conto della Banca. Questa storia, assolutamente vera, insegna che meglio morire una volta per bene, che essere uccisi a poco a poco dalla demenziale burocrazia italiana che, tanto per cambiare, commette solo errori su errori.

Lunga vita a mia madre! Alla faccia loro!!

 
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