Creato da: dalsilenzio il 12/08/2011
Pensieri liberi, senza limiti alla condivisione o alla critica. Dico ciò che voglio o ciò che sento e apprezzo chi sa dire la sua, senza remore. Ci hanno voluto rendere e ci siamo prestati a diventare monadi, essenze unitarie, disgiunte se non addirittura opposte tra noi. Voglio vedere se siamo ancora in grado di interagire positivamente, per il bene di tutti.
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Post n°10 pubblicato il 30 Agosto 2012 da dalsilenzio
Non mi mancano le idee, le cose che vorrei dire. Che, anzi, se mi ci metto divento persino un rompipalle. Arringo, sbraito, fulmino tutto e tutti ... nel menefreghismo globale, tra i “tiriamo a campare” prima, a “sopravvivere” adesso, a “le cuoia” tra poco tempo, se continua così! No, non mi manca tutto questo. Ma è uno di quei momenti in cui mi sento avvolto, come un manto opaco ed ovattato, dal mio silenzio. Assorbo, prendo mentalmente nota, elaboro, sviscero le sensazioni e ... taccio. Sono così, da sempre. Chi mi sta accanto mi chiede “che hai?”. La risposta è immancabilmente “nulla”, perché, in fondo, proprio di nulla si tratta. Non un malessere, non un disagio, nessun dolore. Direi che si tratta, piuttosto, della sindrome del capodanno. A fine agosto? ... Beh, sì, certo, proprio a fine agosto. Non è forse adesso che comincia l’anno? Il 31 dicembre si dice lo sia, ma non è forse vero che passata la baldoria notturna (quella idiota, in cui pare che ti devi divertire a tutti i costi anche se non te ne può fregare di meno) il giorno dopo è uguale al precedente? I giorni dopo gli stessi impegni, i percorsi, gli appuntamenti, i ritmi. Anno nuovo di cosa?? Fine agosto, invece, è il vero capodanno. In un giorno qualsiasi ma in questi giorni. Perché è proprio dopo la pausa estiva che tutto riparte ma ... potrebbe partire in modo diverso. Gli studenti con l’incognita della nuova classe, gli universitari con il progetto del loro anno di studi, i lavoratori fantasticando per qualcosa di diverso o con il progetto di qualche innovazione, i disoccupati con la speranza che finalmente si trovi una occupazione. In un modo o nell’altro è questo il momento in cui ci si avventa sulla vita, pensando di poter stravolgere ciò che non ci piace o per migliorare ciò che amiamo. L’estate, le ferie, non si definiscono forse lo “staccare la spina”? Non è adesso che si riattacca? Beh, ecco il solo motivo del mio silenzio. Sto elaborando, progettando, forse solo stupidamente sognando affinché questo nuovo anno di attività non sia identico al precedente, ma possa essere ricordato come quello di qualche importante svolta. Quindi ... buon anno a tutti!!
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