Keith Jarret-The Koln concert
Ci sono dei dischi che definire a parole sarebbe un'offesa, tanto le parole innanzi alle note divengono limitative. Mi piace immaginare questo lavoro come una tavolozza di colori, una tela impressionista se vogliamo. Tanto basta per evidenziare come certi momenti di ascolto possano colorarsi di sfumature sempre diverse, intense, screziate da molteplici guizzi di sentimento, quei rigagnoli di passato che tornano all'improvviso, quei "se" e "ma" che affollano le meningi di uno spirito complesso e si ripropongono con chiavi di lettura sempre difformi. Questo disco è semplicemente impossibile da cogliere con l'uso della ragione, impossibile da fissare entro parametri, improponibile da incorniciare dentro qualsiasi forma. Questo lavoro va sofferto, amato e perlustrato senza sosta. Non c'è un punto d'arrivo. Nè forse ci sarà mai. Leggasi: il vero senso di libertà che cerco nell'arte.
Inviato da: diletta.castelli
il 08/10/2016 alle 13:10
Inviato da: paint_box
il 20/05/2008 alle 20:01
Inviato da: Paris.at.night
il 17/03/2008 alle 08:58
Inviato da: Nome.Impronunciabile
il 29/02/2008 alle 09:26
Inviato da: darkside_79
il 07/02/2008 alle 22:25