Contemplo il cielo della mia città. Me ne innamoro specialmente d'inverno, soffrendolo ad ogni sguardo.
Per me la scala di grigio è un modo d'essere. Significa dare dignità ad ogni interstizio della propria interiorità, vivere di sfumature, assorbire e respirare. C'è troppa luce di questi tempi, vedo persone prive del senso del buio interiore, prive di lato oscuro che non sia la paura del domani contabile. Si accompagnano al loro opposto, i sepolcrali, coloro i quali vivono completamente al buio, ombre invisibili nel brulicare metropolitano. Il manicheismo interiore mi inquieta più di quel senso di transitorietà infinita che mi accompagna da sempre, quel senso che fa di me artista e raziocinio, quel dedalo che si nutre di conflitti perenni. Bene e male sfumano.
Io difendo il cielo della mia città.
Chi lo disgusta vive sulle sponde del fiume dell'esistenza.
Io invece, solco le sue correnti su una piccola imbarcazione a remi.
Inviato da: diletta.castelli
il 08/10/2016 alle 13:10
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il 20/05/2008 alle 20:01
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il 29/02/2008 alle 09:26
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il 07/02/2008 alle 22:25