A Dark Mind
Io, con i miei pensieri e le mie paure. Come nebbie mi avvolgono nel buio della notte per liberarmi quasi subito ai primi rosei e candidi barlumi di luce mattutina. Mi ritrovo quì, nelle cobaltee fragranze di luce a raccontare di me e dei miei pensieri. Io, con le mie paure e i miei pensieri...
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Il lupo, come ebbero potuto notare, era incredibilmente magro, le sue costole erano visibili ad una ad una, come se uscissero fuori dal corpo, le sue gambe nerborute sembravano allungarsi innaturalmente dal corpo. A prima vista sembrava quasi morto, ma ad un occhio esperto di canine creature non poteva non sfuggire che questo animale non era affatto malaticcio. I suoi occhi erano di color grigio chiaro, ed erano meravigliosamente incastonati nell’insieme della sua struttura e armoniosamente dipinti nel grigio argento della sua pelliccia. In questo istante, i suoi globi oculari erano brillanti come gli smeraldi, un veleno verde brillante nell'oscurità. Era dotato di zampe enormi e caviglie allungate, fragili. Il suo torace ed il collo massicci e compatti come un tronco, il colpo d’occhio lasciava intendere di essere di fronte ad un lupo forte, mentre il suo stomaco si ergeva elegante. L’animale sembrava essere fatto per la velocità e l'agilità. “Sembra che non ha abbia mangiato per settimane.” Esclamò un uomo dietro a Forest, con un tocco di timore riverenziale e confusione nella sua voce. La donna introdusse la sua mano attraverso le sbarre, le guardie ansimarono eccitate ed al tempo stesso impaurite, nonostante sapessero bene che i due erano amici ed alleati. Il lupo gli leccò la mano, poi si sedette sulle proprie zampe facendo vedere così i propri artigli color onice. Le guardie aprirono la gabbia, silenziosamente. Lei sedette sul pavimento. La donna dagli scuri capelli guardò Aerien, il quale riuscì a sentire il suo messaggio senza parole e risponderle. Fu un dialogo di occhi e corpi. Lei gettò un occhiata sul pavimento della cella, scorgendo in apparenza solo paglia ed escrementi di topo. Ma un occhiata più acuta e più fine, come poteva uscire dagli occhi di un lupo, le disse che un pochino più all’interno ci poteva essere qualcosa oltre all’abbondante immondizia. Simulando di cercar una posizione più comoda, si allungò sposando più dentro alla cella la sua testa, accorgendosi di un bagliore proveniente da in mezzo alla paglia. Lei allungò le sue dita verso il lupo, senza dare all’occhio, cercando di prendere l’oggetto che forse avrebbe potuto esserle di aiuto. Forest, l’ultima guardia rimasta in vita le andò incontro con il suo pugnale da guardia in mano. Lei maneggio la pietra con cui aveva eliminato l’uomo-pipistrello, fissando la lama del suo avversario. Pensò al pugnale in possesso della seconda guardia ormai inconscia a terra. Troppo tardi ormai per appropriarsene. Forest stava incalzando con il pugnale nella sua mano ben addestrata. Lei si scansò, incapace di bloccare o reagire al colpo inferto dall’avversario. Era stata colta suo malgrado di sorpresa, ma nonostante ciò, grazie ad un movimento agile ed aggraziato, con un gesto che aveva quasi dell’innaturale, riuscì a portarsi alle spalle dell’uomo colpendolo con forza alla nuca, con la pietra, producendo un rumore ottuso di rottura. La guardia barcollò e lei lo buttò a terra senza lasciare la presa sulla pietra. Lasciò la guardia, rimase in silenzio comprendendo la dignità del suo avversario, un silenzio commemorativo, facendo penzolare le chiavi della cella nella mano incolume. La donna aprì la cella del suo compagno d’armi, avanzando, il grande animale con dignità uscì e la seguì, altrettanto silenziosamente. continua ... - Darkness Mind -
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