Creato da Darkness.Mind il 27/08/2010

A Dark Mind

Io, con i miei pensieri e le mie paure. Come nebbie mi avvolgono nel buio della notte per liberarmi quasi subito ai primi rosei e candidi barlumi di luce mattutina. Mi ritrovo quì, nelle cobaltee fragranze di luce a raccontare di me e dei miei pensieri. Io, con le mie paure e i miei pensieri...

 

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... MIRANDO AL CIELO DALL'INFERNO

Post n°139 pubblicato il 19 Gennaio 2011 da Darkness.Mind
 

inferno

 

... QUANDO LA REALTÀ, SUPERA LA FANTASIA ...

...

Era in lei, il fuoco era in lei, nei loro occhi. Questa visione e la consapevolezza di ciò che vide la spaventò così fortemente che il suo cuore per un attimo cessò di battere. Nello stesso momento in cui questo succedeva a Michel, anche gli altri angeli videro ciò che lei aveva visto. Il fuoco bruciò nei suoi occhi, il fuoco bruciò nei loro occhi.

Questo era ciò che per tutto questo tempo gli aveva fatto paura. E Michel dovette fuggire!!!Si girò, vide  ancora la crepa dietro a se, con un balzo si trovò nella giusta direzione e gli corse incontro. L'unica cosa, che ella potè sentire ancora prima di essere nuovamente immersa nel suo mondo buio, fu il modo in cui chiamavano il suo nome, dopodichè sparì!
Michel si immerse nuovamente nelle profondità del buio, in quel buio che conosceva bene. In quel buio intriso di dolore vissuto per ciò che lei conosceva come l’esistenza, fino ad ora. Ma ora il dolore non era più solamente fisico, già furente di rabbia il dolore la possedeva, ma d’ora in poi quel dolore fisico sarebbe stato affiancato da un altrettanto furente dolore, quello interno, meno fisico ma altrettanto forte. Era stata bruciata, era stata strappata. Piena di disperazione e delusione, con le mani davanti al suo volto immobile di espressioni, sperava di riuscire a fuggire una volta e per sempre, velocemente, continuamente a questo dolore. Voleva fuggire… mentre la terra calda, da cui la lava rossa e incandescente fuoriusciva passando attraverso fenditure, e quelle stesse fenditure spruzzavano aghi di fuoco in zampilli demoniaci, si aprì nuovamente in un rumore stridente sotto i suoi piedi, e Michel saltò e corse ancor di più, finché l’ultimo sforzo gli fu possibile portandosi alla deriva in un luogo così lontano che ogni tentativo di ritorno non gli era più possibile. E così ella, si trovò su una zattera galleggiante, in mezzo al mare rosso sangue dell'inferno e cominciò a galleggiare.

Su questa zattera galleggiante, Michel continuamente e ininterrottamente si muoveva di qua e di là, a destra e sinistra, come un animale selvaggio che viene messo in una gabbia, compiva sempre gli stessi movimenti perché nella sua testa si ripeteva sempre la stessa scena, continuamente e ininterrottamente, come ha potuto attirarlo a se? Come ha potuto guardarlo negli occhi? Come ha potuto baciarlo?   

Con le mani allargate sul proprio viso, nel gesto di prendersi la testa quasi a volersela strappare, Michel cadde sulle ginocchia e gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Non fu mai così vicina a perdere l’intelligenza nell’atto dell’impazzire come in questo momento, perché non era riuscita a comprendere, e per quello di cui ha dovuto aver consapevolezza, e contemporaneamente al suo pensiero, tuttavia, avendo un pizzico di nostalgia per doverlo fare, interruppe le sue grida per poter prendere un solo respiro. Avrebbe voluto morire, respirò e crollò esausta in un sol momento.

Michel si riprese nuovamente dopo qualche momento passato nella piena incoscienza, in modo lento e cauto, quasi con paura nel potersi riappropriare dei suoi dolorosi e consapevoli pensieri di verità. Non ci fu più nessun suolo, all'infuori di quello su cui ella si era trovata. Fino all'orizzonte visibile dalla calura di un oceano rossiccio era circondata. Con fatica, Michel si tirò in piedi, constatando quasi con indifferenza la sua situazione attuale. Mentre i suoi pensieri erano ancora immersi tra gli angeli, strisciò gradualmente, lentamente, con timore fino al margine della sua zattera galleggiante, piegandosi quindi sul bordo guardando oltre, i suoi occhi diventarono sempre più grandi, freddi, puntati a guardare direttamente nella lava calda. Vide il volto degli angeli riflettersi nel riflesso del proprio volto, distese prudentemente la sua mano come se li avesse voluti accarezzare e, sebbene ella apprese la verità dolorosa dall’alito di un bacio, capisce, in questo preciso momento, di poter e di voler lasciare questo mondo in cui gli altri angeli non hanno vissuto. Le sue interiora ebbero un sussulto, quasi a tirarla dritta, anche se consapevole del dolore che avrebbe dovuto provare, sentiva una marea inarrestabile farsi strada dentro lei, per i pochi attimi vissuti in quel mondo senza fuoco dove voleva tornare, non importava per quanto tempo, era ciò che voleva prima di non poter pretendere più nulla. Niente mai, ebbe lo stesso potere di quel sentiva crescersi dentro. Si ricordò finanche del suo compagno di prigione, il quale diventò sempre più forte, ma non riuscì mai ad usare la sua forza per ciò che davvero desiderava. Così Michel chiuse i suoi stanchi occhi, si abbracciò da sola, si lasciò andare per affondare con la propria mente, eternamente, nelle alte maree del mare rosso sangue.

... to be continued

- Darkness Mind -

 
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