Creato da ascolto_donna il 15/06/2008
ascolto donne in difficoltà
 

 

Mobbing

Post n°36 pubblicato il 29 Luglio 2008 da ascolto_donna
 
Tag: mobbing

Il termine mobbing deriva dall’inglese "to mob" e nella traduzione letterale può significare assalire, accerchiare, avvilire, malmenare, rattristare, maltrattare.
Utilizzato originariamente in etologia per descrivere il comportamento aggressivo di alcuni uccelli nei confronti dei loro contendenti per difendere il nido, particolarmente usato da Konrad Lorenz per descrivere il comportamento del branco quando si coalizza contro un proprio membro per allontanarlo, trasposto da Heinz Leymann nella psicologia del lavoro, oggi è entrato nel gergo specialistico del mondo del lavoro per indicare una forma di terrore psicologico esercitato sul posto di lavoro attraverso attacchi ripetuti da parte di colleghi o di datori di lavoro.
Gli esperti di medicina del lavoro indicando il mobbing come una violenza psicologica, talvolta anche fisica, di "accerchiamento", di "attacco", di "aggressione in massa" e lo collocano alla stregua di una vera e propria malattia professionale o di infortunio sul lavoro.


Incarnano una situazione di mobbing tutti quegli atti e quei comportamenti posti in essere da datori di lavoro, capi intermedi o dagli stessi colleghi (mobbers) che si traducono in atteggiamenti persecutori, di aggressione, di emarginazione, di vero e proprio terrore psicologico attuati in forma palese, con particolare determinazione e con carattere di continuità nei confronti di un determinato lavoratore quale vittima designata (mobbizzato), arrecandogli seri danni alla sua condizione psico-fisica.

Fondamentale perchè si possa parlare di mobbing è il requisito temporale: le violenze psicologiche devono essere regolari, sistematiche e durare nel tempo.
Esso rappresenta un fenomeno ampio e dagli effetti pericolosissimi sia per il lavoratore che ne è colpito, sia per l'organizzazione nella quale è perpetrato riflettendosi in genere sul benessere dell’intera società.

Questo articolo per ricollegarci ai vari post, come quello sotto, in cui si parla di mobbing...

Raccontiamoci un pò ... personalmente, non ho mai avuto un caso di mobbing eclatante in ufficio, ma sempre in maniera sottile e che mi ricordasse ogni minuto che "tecnicamente" io mi trovo uno scalino sotto il capo, se non al pianerottolo prima!!

 
 
 

Capo dice non capisci un...', reato

Post n°35 pubblicato il 26 Luglio 2008 da ascolto_donna
Foto di ascolto_donna

Suprema corte respinge ricorso di un uomo per frase a dipendente

(ANSA) - ROMA, 25 LUG - Stiano attenti i 'capi' che al lavoro apostrofano un dipendente con la frase 'non capisci un c..': rischiano una condanna per ingiuria. Alle posizioni gerarchiche piu' alte, infatti, e' dovuta, per il ruolo rivestito, una certa 'continenza espressiva'. Lo si evince da una sentenza della Quinta Sezione Penale della Cassazione che ha rigettato il ricorso di Sebastiano C., responsabile di una societa' in provincia di Catania, portato in giudizio da una sua dipendente. La Corte d'Appello di Catania aveva dichiarato la prescrizione del reato, confermandone pero' le 'statuizioni civili'. L'uomo ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che 'in ragione dell'evoluzione dei costumi e del mutamento del linguaggio quella frase era l'equivalente rafforzativo di 'lei non capisce nulla'', del tutto innocente, che stava a significare un 'lei non ha compreso quello che io ho scritto' trattandosi di una discussione nata per un ordine di servizio sugli straordinari. La Cassazione, pero', ha ritenuto il ricorso 'inammissibile perche' tendente ad una rivalutazione della effettiva potenzialita' offensiva dell'espressione' che nel merito era stata gia' valutata dai giudici di primo grado, tra l'altro 'tenendo conto del rapporto gerarchico che legava il capo alla dipendente, rapporto che avrebbe dovuto, oltre tutto, indurre il primo ad una attenta continenza espressiva'. (ANSA).

Quante volte ci è capitato di sentire quella famosa frase "Non capisci un ....."?

Parliamone insieme....

 
 
 

Tante foto ... ed un unico messaggio!

Post n°34 pubblicato il 25 Luglio 2008 da ascolto_donna

 
 
 

Castrazione chimica: sì o no?

Post n°33 pubblicato il 23 Luglio 2008 da ascolto_donna
Foto di ascolto_donna

In Inghilterra la stanno sperimentando: la scelta spetta ai condannati per reati sessuali: o stai in carcere, o prendi i farmaci e sei libero. Ma c'è qualche intoppo... 


È partita anche nel Regno Unito la sperimentazione della castrazione chimica volontaria per chi ha commesso reati sessuali. Già due stupratori hanno accettato di prendere i farmaci che abbasseranno in modo decisivo il livello di testosterone anestetizzando la loro libido. In cambio hanno ottenuto la libertà. I conservatori hanno protestato e in effetti l'iniziativa presenta alcune falle: la terapia è efficace soltanto se i medicinali vengono assunti con continuità, tuttavia non sono previsti controlli. Insomma, una volta ingurgitata la pastiglietta, lo stupratore o il pedofilo viene rimesso in libertà e può tranquillamente interrompere la terapia e tornare, in breve tempo, ad avere pulsioni sessuali.

La pratica della castrazione chimica è già utilizzata in altri Paesi: Germania, Olanda, Svezia e Canada. In Italia l'ha proposta Calderoli (Lega Nord): «Ho provveduto a depositare in Senato un disegno di legge per introdurre modifiche al codice penale in materia di reati sessuali, una proposta che ripropone quella da me già presentata nella scorsa legislatura con il disegno di legge n.2861, contenente un pacchetto di misure per inasprire le pene per i colpevoli condannati in giudicato per reati di tipo sessuale, l'esenzione da sconti di pena o benefici processuali e l'introduzione della cosiddetta castrazione chimica ovvero per chi viene riconosciuto colpevole con sentenza passata in giudicato, dei reati di cui agli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater e 609-sexies del codice penale, la possibilità di essere sottoposto al trattamento del blocco androgenico totale attraverso la somministrazione di farmaci analoghi dell'LH-RH ovvero di metodi chimici o farmacologici equivalenti».

Il problema sono quei controlli che non vengono effettuati e quella libertà conseguita così rapidamente.

Non è una notizia recente ma mi sembrava stimolante riproporla.

Secondo me, castrazione chimica sì ma comunque con gli stupratori in carcere. Voi che ne pensate?

Ciao a tutti

 
 
 

Con i jeans è stupro 

Post n°32 pubblicato il 21 Luglio 2008 da ascolto_donna
Foto di ascolto_donna

CASSAZIONE:VIOLENZA SESSUALE;JEANS NON SONO CINTURA CASTITA'

ROMA - I jeans non sono "una cintura di castità" che impedisce i tentativi di qualcuno di poter toccare le parti intime di chi li indossa. Per questo si può configurare il reato di violenza sessuale se una persone cerca di infilare la mano nei pantaloni di un altro. Lo si evince dalla sentenza numero 30403 della III Sezione penale della Cassazione.

Il caso riguarda una ragazza di 16 anni della provincia di Padova che aveva più volte subito "atti di libidine" da parte del convivente della madre. L'uomo, R.P. di 37 anni era stato condannato dalla Corte di Appello di Venezia ad un anno di carcere (in base all'art. 609 bis con pena sospesa e attenuanti riconosciute) perché più volte "con violenza aveva compiuto atti di libidine nei confronti della 16enne toccandola sul seno, sui fianchi, sul sedere e nelle parti intime, entrando con le mani sotto i pantaloni della donna".

Già la Corte d'Appello di Venezia aveva confermato la sentenza del tribunale di Padova ribadendo tra l'altro che la vittima, di giovane età, in quelle occasioni non fosse scappata non costituiva un fatto provocatorio ma rientrava nella libertà di comportamento individuale e sottolineava che l'indossare i pantaloni del tipo 'jeans' non escludeva il toccamento delle parti intime, facilmente raggiungibili senza sfilarli e comunque entrando con le mani dentro di essi".

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza d'Appello ritenendo attendibile la ricostruzione dei fatti e sottolineando che: "il fatto che la ragazza indossasse i jeans non era ostativo al toccamento interno delle parti intime, essendo possibile farlo penetrando con la mano dentro l'indumento, non essendo questo paragonabile a una specie di cintura di castità.

Finalmente abbiamo fatto un passo avanti nella tutela e nella difesa delle donne. speriamo di continuare così.

 
 
 

...

Post n°31 pubblicato il 21 Luglio 2008 da ascolto_donna
 

Aderisco all'iniziativa promossa da  ofelia770 :

http://blog.libero.it/coloridellasera/

fatelo anche voi,

dobbiamo proteggere i nostri bambini!

 
 
 

C'eravamo anche questa volta!!

Post n°30 pubblicato il 20 Luglio 2008 da ascolto_donna

Questa notte...

 
 
 

La nostra notte

Post n°29 pubblicato il 18 Luglio 2008 da ascolto_donna
 

NOTTE VERDE

Una magica notte nei vicoli di Rocca di Papa!!


Qui, ci troverete con il nostro stand itinerante ... pronti per fornirvi tutte le

informazioni, illustrarvi le nostre attività, il nostro volontariato ed i nostri

divertimenti! Inoltre, sarà possibile anche acquistare alcuni oggetti artigianali
prodotti direttamente da noi soci!


Veniteci a trovare!! (dalle 20.00 in poi!!)

 
 
 

Racconti on line

Post n°28 pubblicato il 17 Luglio 2008 da ascolto_donna
Foto di ascolto_donna

Violenza, per le donne, fa rima con silenzio. Secondo l’Istat, nel 2006 sono state 1 milione e 150 mila quelle che hanno subito stupro e botte (il 5,4% del totale). Nel 62,4 per cento dei casi l’aguzzino era il partner o una persona conosciuta, se si considerano le violenze sessuali la percentuale sale al 68,3 per cento, mentre per gli stupri fino al 69,7 per cento. Ma il dato più allarmante è un altro: solo il 4 per cento denuncia i maltrattamenti subiti.

Proprio perché il nemico dorme nello stesso letto della vittima, molestie, calci e pugni restano inconfessati. Nonostante le associazioni che aiutano ad affrontare queste situazioni e nonostante le linee telefoniche dedicate. C’è però un canale grazie al quale emergono storie e denunce che altrimenti nessuno conoscerebbe. Su forum, blog o “sportelli telematici” molte donne, rassicurate dall’anonimato e facilitate dall’immediatezza della comunicazione, trovano il coraggio di esporsi e chiedere il sostegno di psicologi e consulenti. In alcuni casi semplicemente i consigli delle altre utenti.

Le parole sono quelle di chi non confesserebbe mai di essere vittima di violenza a un amico, a un parente e neppure a un medico. Un certo numero di questi post, avvertono gli esperti, sono frutto di fantasia. Ma la maggior parte sono vere richieste di aiuto. Il moderatore del forum di “Tribù-Mensile di sopravvivenza studentesca” chiede di raccontare esperienze di abusi e molte ragazze rispondono con racconti personali. Su “Girl power”, portale frequentato dalle giovanissime, sul sito dell’Associazione di volontariato Prodigio, su quello del Cesap (Centro studi abusi psicologici) e anche su “Answers” di Yahoo le utenti parlano dei soprusi e ricevono decine di consigli. Firdhaus invece ha dedicato un blog alle donne maltrattate.

“Al nostro counseling online, nato l’8 marzo 2007, arrivano molte e-mail che confessano abusi di questo tipo”, dice Stefania Bartoccetti, presidente di Telefono Donna. “È uno strumento scelto da chi non se la sente di parlare al telefono o riesce a mettere a fuoco meglio per iscritto le proprie sofferenze. La lettera inoltre lascia una traccia della risposta dei nostri esperti che dà una maggiore sicurezza rispetto alla telefonata. I dati ci dicono che le donne denunciano di più ciò che subiscono e la comunicazione le aiuta. Ma se la giustizia non va di pari passo, infliggendo pene certe a chi le maltratta, si rischia di tornare indietro”.

Anche Maria Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, legge una decina di messaggi al giorno con denunce di botte o prevaricazioni. “Figlie che parlano del calvario sopportato dalle loro madri, ragazze che si chiedono se lo schiaffo ricevuto dal fidanzato sia solo una manifestazione di gelosia ‘positiva’, amiche, zie, parenti di donne abusate. Anche se spesso chi parla per conto terzi, in realtà parla di sé”, spiega. “Scrivono perché hanno meno timore di essere riconosciute e possono avere con noi un approccio più soft. È come se mettessero davanti a sé una sorta di schermo protettivo, che noi piano piano cerchiamo di oltrepassare, ottenendo il contatto successivo”.

L’esperienza di chi sta dall’altra parte dello schermo e risponde alle e-mail parla chiaro. “Molte persone cominciano descrivendo altro, stati d’ansia o depressione”, dice Eliana Ottolina psicologa clinica di Telefono Donna. “Lentamente le aiutiamo a prendere coscienza del vero problema, a fare emergere fatti che senza il dialogo via mail resterebbero sommersi”. Chi scrive allo sportello virtuale? “Signore di mezza età, sposate da 30 anni che non riescono a dormire. Poi tra le righe viene fuori che il marito alza le mani su di loro. Oppure giovani mamme separate, segregate e sottomesse da un padre padrone. Nella maggior parte dei casi il contesto è di una normalità disarmante e l’uomo violento non beve, è un professionista con un lavoro stabile e un’istruzione medio-alta”.

Speriamo anche noi, nel nostro piccolo, di essere riuscite a contribuire al supporto sociale alle donne che purtroppo vivono questo dramma. Insieme si può fare molto, dobbiamo abbattere il muro di silenzio ed omertà che copre questa realtà.

 
 
 

Da diffondere

Post n°27 pubblicato il 16 Luglio 2008 da ascolto_donna
 

Post redatto da drisco60copiato dal Blog di Stelladanzante 

.

Diffondete 

..........

VERGOGNA!!!!!

..........

Pesanti critiche al decreto sicurezza.
Un passaggio incongruo
E sparisce il Nucleo Investigativo
Telematico di Siracusa

Telefono Arcobaleno attacca
"Perché la pedofilia all'antimafia?"

"Se passa il decreto sicurezza così com'è,
pedofili e mafiosi avranno di che festeggiare".

La denuncia è di Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno,
l'organizzazione che da anni si batte contro la pedofilia
on-line con ottimi risultati,
a fianco dei Nit (Nucleo Investigativo Telematico) di Siracusa e Milano.

L'urgenza di modificare il decreto,
nasce dal fatto che s'introduce di fatto il principio secondo il quale
la competenza esclusiva per le indagini sui reati di pedofilia e pedopornografia,
oltre che per tutti i crimini informatici,
passerà nelle mani delle Procure Distrettuali Antimafia.

Un "regalo" tutt'altro che gradito da strutture giudiziarie già
debilitate sotto montagne di fascicoli voluminosi e complicati.

Un aggravio di lavoro che diventerà difficile,
se non impossibile, assorbire.
La conseguenza immediata sarà poi una decelerazione
delle indagini sulle organizzazioni mafiose, oltre ad un drastico
rallentamento delle attività di contrasto alla pedofilia.


Nella petizione inviata al Parlamento da Telefono Arcobaleno si citano,
tra l'atro,
casi di Procure Antimafia,
dove per competenza territoriale erano finiti fascicoli di pedofili,
che però sono rimasti negli scaffali a marcire per anni ed anni dopo la denuncia.
Ma l'altro grave effetto è la chiusura dei Nit di Sircausa e Milano,
organismi agili formati da poliziotti,
carabinieri e finanzieri, che negli anni avevano costruito un
rapporto di collaborazione speciale con le Procure ordinarie di
appartenenza e un sodalizio efficacissimo con Telefono Arcobaleno,
in un gioco di squadra a tre,
che ha permesso alla Giustizia italiana di chiudere il
75% dei siti pedopornografici scoperti nel nostro Paese.
Adesso, se il "decreto sicurezza" passerà,
accogliendo l'idea di trasferire le competenze


"Il dramma dello sfruttamento sessuale dei bambini
richiede un'azione di contrasto decisa e sapiente e non può
tollerare simili errori", ha aggiunto Giovanni Arena nella
petizione inviata ai parlamentari.
Sono 96.565 le rilevazioni e denunce di materiali pedofili
on line dal 2003 al 2007,
oltre 50 al giorno,
che misurano l'ordine di grandezza di questo crimine contro l'umanità,
che in cinque anni è cresciuto del 131,65 %.
Nei primi sei mesi del 2008 sono stati rilevati 22.353 siti pedofili,
con ulteriore incremento della pedofilia on line.
L'Italia vanta un tristissimo quinto posto nella classifica mondiale
dei Paesi che fanno consumo di materiale pedopornografico,
dopo USA,
Germania,
Russia e
Regno Unito,
con una clientela italiana che rappresenta
il 6,14% nello scenario planetario.

(la Repubblica)

Così come diceva anche Stellina e con la quale siamo d'accordissimo, queste e tante altre vicende degli ultimi periodi, ci stanno veramente sconvolgendo... e probabilmente non solo saranno fonte di vergogna, ma spero anche di pentimento. Copiate ed incollate, l'informazione oltre ogni cosa.

 
 
 

Attualità

Post n°26 pubblicato il 15 Luglio 2008 da ascolto_donna
 
Foto di ascolto_donna

Molestie sul lavoro: una importante sentenza della Cassazione

Le molestie e gli abusi sessuali nell’ambiente di lavoro, oltre al cosiddetto fenomeno del mobbing, risarcibile in sede civile, possono integrare il delitto di maltrattamenti ex art. 572 c.p.
Nel caso esaminato dalla Suprema Corte di Cassazione, le vessazioni si erano protratte per tutta la durata del rapporto e consistevano oltre che in ripetute e petulanti molestie sessuali, nel tentativo di violenza sessuale, nonché nel rifiuto di regolarizzare il rapporto di lavoro e nella pretesa di corrispondere la retribuzione in misura inferiore a quella risultante dalla busta paga

qui il testo integrale della sentenza

 
 
 

Suicidio dopo lo stupro

Post n°25 pubblicato il 14 Luglio 2008 da ascolto_donna

Donna si impicca dopo violenza. Torino, suicidio dopo sei anni da stupro
Torino, suicidio dopo sei anni da stupro
Cronaca: Erano trascorsi sei anni da quel giorno in cui aveva subito una violenza sessuale. Ma non aveva mai dimenticato quell'incubo. Così, Valentina, 29 anni, si è impiccata al soppalco del monolocale, a Torino, in cui viveva da tre mesi. A scoprire il corpo sono stati i genitori che erano andati a trovarla, non sentendola da qualche giorno. La giovane, che si stava per laureare, era stata stuprata in centro a Milano. La madre: "E' morta due volte"
La giovane non ha lasciato alcun biglietto di addio. Ma i genitori hanno subito capito tutto. La ragazza si stava laureando in neuropsichiatria e sembrava che gli studi le avessero occupato i pensieri ed in parte rimosso l'incubo di sei anni prima. Ma la depressione, negli ultimi tempi, l'aveva rimessa a terra. Valentina non riusciva a dimenticare quella notte in cui venne stuprata da tre balordi nel quartiere Brera. Era assieme ad un ragazzo: fecero violenza anche su di lui. Non servirono né gli arresti né le condanne di quei tre per riportare Valentina alla serenità. Tutto era finito quella notte, nonostante gli sforzi per gli studi, nonostante la speranza di uscirne, di ripartire. I vicini di casa e i commercianti della zona si dicono increduli. Sembrava una ragazza serena, come tante. Ma dietro l'apparente calma si celava l'inferno.

"Mia figlia è morta due volte"
"Ho visto morire mia figlia due volte: la prima, quando hanno abusato di lei, quella maledetta sera di giugno di sei anni fa. La seconda stamattina quando si è tolta la vita perche' neanche la psicoterapia l'aveva salvata dal senso di vuoto per non avere più un'anima e un corpo suo". Lo ha dichiarato in un colloquio con il quotidiano La Stampa Bruna, madre di Valentina.

"E' giusto che la gente sappia cosa vuol dire aver subito una violenza sessuale - continua la madre di Valentina - perché non sono solo lacrime e botte, quello purtroppo è solo l'inizio. Poi c'è tutto il resto, che è ancora peggio. Per Valentina, ma anche per noi che le vogliamo bene, è stata una tortura. 'Mamma, sai cos'é che mi sconvolge di più?', mi domandava. 'E' che quelli non mi hanno neanche chiesto scusa, non sembrano pentiti' ".

"Pensi che ai suoi aguzzini non augurava neppure il carcere - conclude Bruna - perché, mi diceva mia figlia, 'la prigione non li aiuterà a rendersi conto della brutalità che hanno commesso. Hanno bisogno di un percorso interiore per rendersi conto del male che mi hanno fatto'".

Questa storia è significativa per far capire che anche laddove la situazione appaia normale, dietro un volto sereno potrebbero celarsi enormi drammi . E' importante dare ascolto ad ogni campanello d'allarme e "CHIEDERE AIUTO". Esistono tante associazioni come la nostra, e tanti Centri che possono sostenere le donne nell'elaborazione dell' accaduto e di tutte le emozioni dolorose ad esso collegate.

SE ANCHE TU VIVI LO STESSO DOLORE, NON FARTI SOFFOCARE DAL SENSO DI COLPA E DALLA VERGOGNA "CHIEDI AIUTO".

SUL NOSTRO SITO CI SONO TUTTI I NOSTRI RECAPITI E SUL FORUM TROVERAI L'ELENCO COMPLETO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA D'ITALIA.

 
 
 
 
 

emergenza!

Post n°23 pubblicato il 13 Luglio 2008 da ascolto_donna
 

Emergenzaaaaa!!!!!!! cerchiamola tutti...chiedo la massima collaborazione di tutti quelli che la conoscono e la possano contattare

Stiamo cercando una persona dal nik lacrime_di_dolcezza, Il nick lamini72 mi ha chiesto aiuto per una sua amica lacrime_di_dolcezza, che dopo il messaggio postato quì sotto, è sparita e non risponde a nessuno...

è da un pò di tempo che sono in contatto virtuale con lei e per quanto mi è stato possibile ho cercato di darle conforto ma so che ora ha bisogno di aiuto concreto perchè come leggerete dal suo ultimo messaggio qui di seguito sta soffrendo.....

"oramai sono uno zombi. nella mia vita nulla ha più senso. fingo tutto il giorno per non far trapelare nulla al lavoro ed a casa ma credo di essere arrivata al capolinea. un senso di apatia mi sta invadendo e voglio solo chiudere gli occhi e mai più riaprirli. Non ho voglia di andare avanti ne di lottare. voglio solo dormire sempre o per meglio dire non svegliarmi mai più. ci ho provato a seguire i tuoi consigli ma non riesco più a sorridere. solo piangere e desiderio di scomparire. si è quello che devo fare così smetto di soffrire. ti ringrazio di tutto ma devo trovare una soluzione che mi faccia dormire tanto.
un saluto"

Il suo blog è http://spazio.libero.it/lacrime_di_dolcezza/

Grazie a tutti

 
Vi prego  non lasciate che l'indifferenza Vi accompagni, basta poco, per lei è tanto!!!
si....possiamo risalire a lei tramite il nick....
cerchiamola tutti...chiedo la massima collaborazione di tutti quelli che la conoscono e la possano contattare....nessuno ha il suo n° di telefono????
Rivolgiti immediatamente alla Polizia Postale segnalando il caso con tutti i particolari che conosci. Loro possono risalire con la massima rapidità. avendo accesso a tutte le banche dati dei server, questo perfino se quella persona avesse immesso dei dati falsi, risaledo alla vera identità e il posto da dove accede a Internet grazie all'ID del suo PC. Spero che tutto questo possa servire e che i soccorsi giungano in tempo. QUESTO AVVISO DOVREBBE ESSERE SCRITTO BEN IN GRANDE SU TUTTI I BLOG, SPESSO SI GIOCA SUL FILO DEI MINUTI E UN PRONTO INTERVENTO DELLA POLIZIA PUò SALVARE UNA VITA UMANA, BASTA UNA TELEFONATA GRATUITA ANCHE DAI CELLULARI. http://spazio.libero.it/lacrime_di_dolcezza/

NON LASCIAMOLA SOLA....OGNI MINUTO POTREBBE ESSERE PREZIOSO. UNA CHIAMATA AL 112 O AL 113...POTREBBE CAPOVOLGERE LA SITUAZIONE.....POSSIBILE CHE NESSUNO ABBIA IL SUO NUMERO DI TELEFONO???

 

 
 
 

premio

Post n°22 pubblicato il 08 Luglio 2008 da ascolto_donna

grazie Mary!

 
 
 

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