Creato da Eos13 il 30/08/2012

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advmiky
advmiky il 09/01/13 alle 23:19 via WEB
+ ke stupenda!!! Stratosferica!!! e tutta vera poi, niente materiali plastici a parte il velo di pizzo nero!!! Se Michelangelo fosse ancora vivo ne farebbe la Gioconda del 2013!!! Ottimo il post Sirene-Balene! Io sono fiera di essere una balena DOC!
 
Eos13
Eos13 il 06/01/13 alle 00:26 via WEB
Advmiky for president!!!! ^__^
 
advmiky
advmiky il 05/01/13 alle 21:21 via WEB
Si sa che la colpa è sempre delle vittime e a furia di sentirlo dire diventa purtroppo realtà perché è uno dei motivi per cui le vittime non dicono quasi mai a voce alta quello che subiscono quindi se prendiamo i casi resi pubblici, per ottenere dei dati più vicini alla realtà dobbiamo moltiplicarli per 100.000 come minimo. Vignette come questa dovrebbero far riflettere e indignare, invece nei molestatori penso che creino ulteriore fierezza di sé e la prendano sul serio come giustificazione alle loro azioni... Ai lavori forzati tutti!!! Ma non a spaccar pietre bensì a pulire la merda degli anziani, a disinfettare le piaghe dei lebbrosi, a raccogliere il vomito dei tossicodipendenti che tentano di uscire dalla droga, così gli passa di certo la voglia di violentare se vedono solo le miserie e le sofferenze umane, visto che siamo noi a provocarli "poverini" mettiamoli il più distante da noi!!!
 
Eos13
Eos13 il 31/12/12 alle 21:24 via WEB
già... l'unico problema comune
 
bludiprussia2
bludiprussia2 il 31/12/12 alle 19:19 via WEB
E' curioso pensare che l'unica cosa su cui le tre principali religioni monoteiste (per non parlare delle altre)sia il ruolo subalterno della donna. E' una lunga strada quella ancora da percorrere...
 
Eos13
Eos13 il 06/11/12 alle 09:12 via WEB
Il problema degli uomini è che dimenticano... cosi diceva Merlino in Excalibur.... un bacio ... Eos
 
gentleman_one
gentleman_one il 05/11/12 alle 21:36 via WEB
buona notte eos..peccato che la vita non si possa svuotare come la messaggeria...e cercare di vivere il presente...tanto abbiamo visto che gli uomini dai propri errori non hanno mai imparato nulla. Un bacio....clod.
 
Eos13
Eos13 il 02/11/12 alle 00:49 via WEB
Grazie per il contributo :-)
 
pgmma
pgmma il 01/11/12 alle 21:55 via WEB
INTERVISTA A UN ALTRO FILOSOFO MUSULMANO DALLA FILOSOFIA ALLA PRASSI: LA DONNA OGGI NELL’ISLAM. Intervista al filosofo Yadh Ben Hachour. Questi articoli che scrivo sui temi dell’antropologia culturale islamica, hanno lo scopo di tentare di far conoscere nei nostri territori la “mappa del mondo” che gira nel cervello dei musulmani. Qualche tempo fa ho avuto modo di partecipare ad una conferenza di grande attualità tenuta dal famoso filosofo tunisino Yadh Ben Hachour, invitato a parlare sul tema della condizione della donna nel Maghreb, cioè nel Nord Africa, dal Marocco alla Tunisia, e invitato dall’ICeSD (International Center for Subsidiarity and Development) della Venice International Unuversity. Le considerazioni fatte dal professor Yadh Ben Achour hanno messo con forza in evidenza come il problema della liberazione della donna dalle condizioni di oppressione in cui si trova a vivere nel contesto sociale delle società islamiche, vada di pari passo con la liberazione dello Stato dai condizionamenti del potere religioso che la tradizione, mai affrancata dallo sviluppo di un pensiero filosofico musulmano, rende di fatto impossibile e impedisce qualunque progresso verso forme di democrazia nel senso occidentale del termine. L’occasione per poter fare delle domande al Filosofo era troppo ghiotta, e l’articolo è il resoconto dell’intervista che così ho potuto fare all’insigne studioso. Professor Ben Achour quali considerazioni preliminari può fare sul tema così scottante della conferenza? Secondo noi, il liberismo politico deve andare di pari passo con la liberazione della donna. Il tutto si gioca dentro al concetto di modernità. Per esempio, Kant ha spiegato cos’è l’Illuminismo, che per me significa camminare senza supporti, liberi da costrizioni e da catene, permette di conseguire un’autonomia di pensiero e di azione. Vivere con la propria autonomia e rispondere alla propria coscienza. Però nella modernità dell’Illuminismo, a quel tempo, la condizione della donna rappresenta un buco nero. Anche secondo quei filosofi la donna non era tenuta in considerazione. Per esempio, Condorcet (1789) aveva scritto un libretto sulla cittadinanza della donna (Sur l’admission des femmes aux droits de cité), nel quale avanzava la proposta della parità di diritti tra i sessi; ma quasi un secolo dopo, nel 1859, John Sturt Mill scriveva un “Saggio sull’assoggettamento delle donne”, mettendo in risalto il ruolo della donna subalterno al potere dell’uomo. Questo per dire che anche in Occidente non è poi da molti anni che le lotte per la conquista dei diritti delle donne hanno conseguito risultati stabili e accettati nelle legislazioni. D’altra parte nel 19° secolo i paesi arabi prendono coscienza del gap tecnologico e culturale nei riguardi dell’Occidente, e il problema drammatico è come far transitare nel mondo musulmano il pensiero occidentale riguardo a questo tema in particolare. Secondo lei ci sono spazi di assimilazione del pensiero occidentale nella cultura islamica? Una cosa è certa, non si possono importare in modo brusco idee e principi di altre culture, ma è necessario procedere all’innesto e all’integrazione nel patrimonio culturale musulmano di quanto può favorire un adeguamento, anche legislativo, che consenta la realizzazione di una società più libera e meno assoggettata al rigore del potere religioso. I pensatori del Maghreb si sono trovati ad affrontare il problema della tradizione culturale. Il Maghreb è dominato dall’Islam Sunnita e ha adottato la scuola giuridica Malikita molto chiusa e rigida ed estremamente sfavorevole al mondo femminile. Questo è l’ostacolo! Come sarà superata questa rigidità? Vede, la tradizione Malikita è tramite del fondamentalismo, ancora oggi. Quale lavoro state facendo voi, pensatori musulmani, per favorire questi processi di evoluzione culturale? La tradizione dovrà essere reinventata, e ci sono autori che stanno lavorando alla reinterpretazione della tradizione. Il problema emergente è come fare? Il mio approccio è quello della riappropriazione della memoria: in fondo la tradizione non è una cosa immutabile. Sceglieremo una tradizione diversa dalla Malikita, trovandola nei primi albori dell’Islam. La memoria storica su questo periodo contiene i germi del rinnovamento culturale. Ci sono autori che ritengono che la tradizione Malikita non sia neanche assimilabile all’Islam. La strada, quindi, è un ritorno a una rilettura dei primordi della cultura islamica, d’altra parte il misoginismo musulmano nasce storicamente con il terzo Califfo (Othman) perché lui era misogino. Lo sforzo da fare, quindi, è quello di ritrovare l’Islam vero, autentico, originario. In questo contesto di ricerca delle proprie radici, i nuovi pensatori musulmani stanno elaborando la riforma dello Stato, e in questo contesto come riformare la condizione della donna. Professore, può citarmi qualche esempio di questi filosofi moderni nell’Islam? Un autore moderno è il marocchino Allal Fassi, grande teologo e giurista. Lui ha scritto un libro nel 1952 dal titolo “Autocritica”, nel quale sostiene che la vita è continuità e cambiamento e che è necessario studiare l’Occidente per trovare gli elementi di utilità per la cultura islamica, per la rinascita del pensiero e dell’organizzazione sociale. Questo autore condanna in modo fortissimo la poligamia e chiede che venga vietata. Condanna anche il ripudio della donna in nome della tradizione islamica originaria. Il secondo autore è Tahar Addad, che nel 1930 scrive un’opera sulla donna nella Sharia, affermando come occorra riformare l’Islam ritornando alla tradizione autentica, quella del Profeta. Tahar Addad, fa anche una distinzione tra l’Islam della fede e del dogma, e l’Islam legislativo-giuridico, quello Malikita per capirci. Noi dobbiamo, in quanto musulmani, adottare l’Islam della fede e del dogma e abbandonare l’Islam legislativo. Per esempio, sulla questione del velo è importante sottolineare il contesto culturale nel quale il Profeta ha fatto quelle affermazioni, e la regola valeva per quei tempi, oggi va cambiata. Come vanno cambiate le norme sulla diseguaglianza nel diritto successorio per le donne. Oggi i tempi sono diversi ed è necessario attualizzare quel pensiero. Tahar Addad non trova tracce di poligamia nel Corano e cita il versetto 4 della Sura delle Donne. Le conclusioni del professor Yadh Ben Achour mettono in luce nuovamente il concetto del ritorno alla tradizione originaria del Corano. Per un popolo è impossibile fare le riforme se non si sforza di ricercare nella purezza originaria della tradizione le radici per attualizzarla. Certamente la guerra e la violenza sono inutili. C’è una considerazione importante da fare sui musulmani che emigrano in Europa, perché quelli che arrivano sono prevalentemente poveri e non acculturati. Quindi è fondamentale l’apporto dello strumento del dialogo tra le culture per riuscire a disinnescare la carica di violenza insita nelle masse migranti verso le quali il fondamentalismo ha facile presa. Al riguardo, però, è necessario fare un a fondo sulla realtà dei nostri territori, riguardo alla potenzialità nella costruzione di un dialogo tra le due culture religiose: la cristiana e la musulmana. In Italia esistono migliaia di cittadini italiani, probabilmente di origine cattolica, che si sono convertiti all’Islam e che vivono questa nuova fede nel loro territorio. Come è possibile che la loro cultura di provenienza tutta centrata sui principi della Carta dei Diritti Universali dell’Uomo votata all’ONU dopo la fine della seconda guerra mondiale, venga soggiogata e cancellata da una cultura che cancella quei diritti in nome del Corano? La libertà di pensiero, di coscienza, di religione, è fondamento filosofico al diritto ad avere una vita senza costrizioni e senza condizionamenti da parte di nessuna autorità politica o religiosa nella nostra cultura “occidentale”, e bene fa il filosofo intervistato a sforzarsi di riportare il pensiero islamico alle origini, quando ancora i califfi non avevano bloccato lo sviluppo della filosofia imponendo il divieto di pensare liberamente la condizione dell’uomo sulla terra. Vorrei concludere con una sorta di appello a questi italiani convertiti all’Islam: “Ma è possibile proporre agli immigrati islamici di conoscere le basi culturali della religione cristiana che ha fatto da incubatore per lo sviluppo del pensiero in Occidente? È possibile spiegare ai milioni di musulmani che vivono in Italia che a questo mondo non esiste solo l’Islam come religione? Che non ha senso assassinare chi è cattolico come sta succedendo in Siria, per mano dei sedicenti rivoluzionari che vogliono liberarsi da una dittatura, proponendone un’altra forse peggiore, se guardiamo ai risultati delle famigerate primavere arabe, trasformatesi drammaticamente in inverni dove il fondamentalismo religioso sta addirittura cancellando le riforme liberali che i precedenti dittatori avevano pur tentato di realizzare? Ecco, giusto per tentare la costruzione di un dialogo con chi abbia il coraggio di aprire la sua coscienza e la sua intelligenza alla pace e alla convivenza senza egemonie di nessun tipo.
 
Eos13
Eos13 il 06/10/12 alle 19:14 via WEB
manganellare ragazzini mi sembra cmq eccessivo ...
 

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