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Giustizia: aspetti poco chiari e discussi

Post n°53 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da amministratore_blog
 

Un recente articolo de "La Stampa" ci informa che gran parte dei tribunali lavora solo mezza giornata per "mancanza di personale". Uno scandalo, specie alla luce dei tempi della giustizia italiana, che come sappiamo dagli articoli di Axel e relativi commenti, dipendono in buona misura dalla lunghezza dei rinvii.
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Non si può dire si tratti di uno scoop: per esempio dei problemi di disponibilità dei cancellieri si era già parlato più volte su Report. Credo però che alcuni passi dell' articolo meritino un po' di approfondimento:

"Cosenza era uno degli ultimi baluardi dell’attività pomeridiana ordinaria. «Ora non più, tranne singoli processi in corte d’assise per ‘ndrangheta o altro - spiega Renato Greco, presidente del tribunale bruzio -. Ho pressanti richieste da parte del dirigente amministrativo. A novembre ho dovuto inviare una circolare ai miei giudici: l’orario previsto finisce alle 14». Perché? «Semplice: non ci sono più soldi per pagare gli straordinari ai cancellieri»"

 Sorgono spontanee due domande:

  • Ma questi hanno una vaga idea di come si gestisce un'azienda? Per non pagare straordinari ai cancellieri buttano mezza giornata di giudici, guardie e tribunali? Credono che Fiat chiuderebbe le linee di montaggio per non pagare due ore di straordinario ai magazzinieri?
  • Perché dovrebbe essere necessario lavoro straordinario per tener aperti i tribunali nel pomeriggio? Il resto del paese lavora fino alle 18 o giu di li.

La risposta al secondo quesito la fornisce lo stesso articolo:

"«Molti cancellieri non volevano più restare “imprigionati” in udienze che a volte finivano anche alle 11 di sera senza che neppure venisse loro pagato lo straordinario, così hanno richiesto il part time. A un part time non si possono chiedere straordinari, quindi niente udienze»"

 

 Per una volta mi sento di spezzare una lancia a favore dei cancellieri: se c'è l' esigenza di proseguire le udienze a oltranza va regolata contrattualmente ed adeguatamente retribuita, la pretesa che questi lavorino gratis e senza preavviso è assurda. Se ho capito male e questa disponibilità era retribuita a forfait, spero che questo forfait non venga riconosciuto ai part-time. Detto questo, la risposta è lungi dall' essere soddisfacente: si lascia intendere che l'ottenimento del part time non è subordinato alle esigenze operative, il che è assurdo , come è assurdo che tutti i lavoratori part-time debbano lavorare la mattina, a prescindere che la cosa dipenda dai dirigenti o dai regolamenti. Chi non sopporta le esigenze del proprio mestiere ha sempre l'opzione di cercarsene un' altro. Ho anche un piccolo problema coi numeri riportati:

"Francesco Scutellari, presidente del tribunale di Bologna, ha dovuto siglare un accordo con i sindacati: «Le udienze non potranno più superare le 17,30, in nessun caso - dice -. Ad Arezzo addirittura è stato chiesto come orario limite le 14, ma lì hanno carichi diversi»

Eppure quella dei sindacati sembra una cautela eccessiva. Alle 16 a Palazzo Baciocchi, dove si svolgono i processi penali, le luci delle aule sono spente.
...
A Bologna ci sono 246 cancellieri in pianta organica, 207 in servizio a cui vanno sottratti 13 applicati fuori. Poco meno di un terzo sono part time."

 

Questo lascerebbe circa 130 cancellieri , diciamo 100 fatta la tara e ferie, malattie e quant'altro. Davvero non bastano per tener aperto il tribunale nel pomeriggio, seppur a regime ridotto? E davvero nessuno di questi 100 è disposto a fare uno strappo alla regola delle 17.30? E davvero non c'erano margini di trattativa su quel "in nessun caso"?

Infine ho trovato buffo questo commento:

 

"i giudici che, senza più personale, il pomeriggio rientrano a casa a studiare le sentenze"


Maledicendo il destino cinico e baro che li priva di mezza giornata lavorativa, immagino. O magari vanno a farsi i fatti propri come spesso farei io al posto loro?
Al solito, il problema sembra venire da un mix di mancanza di incentivi, regolamenti assurdi ed incapacità gestionale. E le esigenze di servizio sono subordinate alla comodità del personale.

 

 
 
 
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