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L' ITALIA S'E' DESTA?

Post n°16 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da elalamein42

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Cari amici, oggi mi ispiro alle recentissime polemiche di Vicenza, relative all'ampliamento della base americana, terminate con l'immancabile Grande-Manifestazione-Popolare. Che la dialettica politica maggioranza-opposizione ha trasformato negli insulti reciproci: "siete schiavi degli Americani!"; "no, voi siete schiavi dei Francesi!". La cosa mette tristezza. Anzitutto perchè la dice lunga sulla classe politica italiana, che invece di dividersi sulle soluzioni concrete da dare al tremendo calo di competitività economica e tecnologica del Paese (tanto per fare un solo esempio) preferiscono astutamente buttarla a cagnara sui massimi sistemi; perchè è più duro ed elettoralmente meno redditizio discutere sul concreto che infiammare la folla con cazzate ripiene d'aria fritta. Così due Italie continuano a scannarsi sull'America, la Francia, il fascismo, il comunismo, lo stato confessionale, lo stato laico, mentre i capoccia delle due famiglie curano potere e interessi, in questo perfettamente in armonia. Come in perfetta armonia hanno coniato il termine "qualunquismo", per scomunicare chiunque guardando al di là del naso, osi mettere il dito nella piaga dei loro veri disegni. Ma non è questa la sola cosa triste, purtroppo: la dicotomia dell'insulto "schiavo americano" - "schiavo francese" mi rimanda ad epoche amare della nostra storia, mai interamente metabolizzate, epoche di schiavitù, di dominazione straniera, tristemente oggettivate nell'immaginario popolare nelle favole del "principe biondo" ... che per chi non lo avesse capito, era un dominatore goto, o longobardo, o franco, o normanno, o austriaco (uniche triste eccezioni: spagnoli e arabi!). E mi tornano alla mente le parole di Indro Montanelli, sui cui libri di Storia d'Italia, annotava in tono sofferto ma impietoso questa nostra storica attitudine a servire il potente di turno, a mai farci padroni di noi stessi. Mille drammatiche cause storiche hanno originato questa tara dell' italiano, ma il tempo massimo dell'autocommiserazione ahimè è scaduto da tempo, mentre quello della riscossa tarda a venire.

 
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Commenti al Post:
Dike_vendicatrice
Dike_vendicatrice il 18/01/07 alle 08:58 via WEB
Ciao caro amico.... credo che i nostri politici, in questa come in altre occasioni, si comportino come dei bambini all'asilo, con la differenza che i bambini hanno l'attenuante dell'essere piccoli e i politici hanno invece l'aggravante di essere maggiorenni e, si presume, capoaci di intendere e di volere e di sapersi fare portatori dell'elettorato e degli interessi del Paese. Anche nelle grandi città si possono notare muri tappezzati da manifesti di destra e di sinistra, dove gli uni accusano gli altri. Il fine della politica credo sia cambiato: non interessa ai politici presentarsi come esempio per i cittadini, ma solo occupare uno scranno e per tenerselo stretto, una volta che lo hanno ottenuto, si lasciano andare a show di basso livello....perchè l'importante è apparire. E tutto ciò quando il paese ha bisogno di risolvere problemi seri..... Ciao e felice giornata.
(Rispondi)
 
 
elalamein42
elalamein42 il 18/01/07 alle 10:38 via WEB
Ciao Dike. Va molto il buttarla a cagnara su questioni di ordine astratto-ideologico (liberismo-statalismo, laicismo-stato confessionale, centralismo-regionalismo, pacifismo-militarismo, xenofobia-multiculturalismo ecc.), o di carattere storico (fascismo-comunismo, ecc.)estremizzando volutamente i termini e alzando i toni: questo garantisce visibilità agli attori dello show e, purtroppo, resta più impresso ed emoziona gli elettori molto di più di un discorso sui problemi e relative proposte di soluzione. Quindi, noi elettori straparliamo di più proposte concrete da parte dei politici, ma in realtà ci dividiamo sull'interpretazione storica di Tangentopoli, del '48, della Resistenza, su liberismo e statalismo e via dicendo. Ma non penso più che sia solo colpa nostra come sostenevo idealisticamente da giovane: perchè questi qui, con quello che prendono, coi privilegi economici e sociali e di potere che hanno, dovrebbero avere la decenza di sentire ogni tanto il dovere di impegnarsi veramente a fondo per spiegare e risolvere, come sentiamo il dovere di fare noi quotidianamente nelle nostre attività lavorative. E non è chiedere troppo. A presto, Vendicatrice!
(Rispondi)
 
 
 
Dike_vendicatrice
Dike_vendicatrice il 23/01/07 alle 15:05 via WEB
Ciao.... sono passata solo per lasciarti un saluto. a presto. Dike
(Rispondi)
 
 
 
 
elalamein42
elalamein42 il 23/01/07 alle 16:09 via WEB
Ciao Dike, buona giornata e un abbraccio.
(Rispondi)
 
chiamamipassioneda
chiamamipassioneda il 22/01/07 alle 07:08 via WEB
Buona settimana! Grazie della visitina al mio blog! XOXO Sweetheart
(Rispondi)
 
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 26/01/07 alle 23:31 via WEB
Caro ElAlamein42,
Ogni popolo ha la sua storia, e nel nostro caso il pendolo ha oscillato in maniera quantomai ampia.
Siamo il popolo che ha costruito l'unico impero universale europeo che la storia abbia conosciuto, per poi divenire terra di conquista per quasi tutti i popoli europei durante i secoli successivi; come nel piu' beffardo dei contrappassi possibili.
Ho scritto recentemente di cadute degli Dei: partendo dalle rose pugliesi sono arrivato ai tulipani di Frisia per dire che l'Olanda, ad esempio, ebbe parabola storica piu' breve e piu' stolta. Fra i miracoli del divino pennello di Rembrandt, la maledetta follia collettiva ed il Navigation Act di Cromwell passano meno di vent'anni: arco temporale adatto ad una giovinezza non ad un apogeo nazionale.
Gia'; i vizi, ognuno ha i propri ed i popoli se li portano appresso risultando, ex post, fatali ai magic moment storici.
A Vicenza, non e' in ballo la storia (il passato o meglio un passato che torna); tuttalpiu' la cronaca spicciola dove il politicante di turno, tale Romano Prodi, da' una versione diversa a seconda dell'interlocutore per poter continuare a tirare a campare con il suo ridicolo governicchio.
Cosi' il Giolitti dei nostri giorni dice ai suoi alleati di governo comunisti: e' colpa di Berlusconi (non il massimo dell'originalita' ma dovrebbe funzionare), agli americani: Siamo alleati, che dico? alleatissimi (fate cio' che volete: servo vostro visto che siamo in Veneto), al resto dell'opinione pubblica: decide il sindaco (auguriamoci che qualche altro invidioso ed indebitato primo cittadino del Nord-Est non decida di fare cassa accordandosi con Ahmadinejad o con la Corea del Nord per l'apertura di una nuova base militare che pero' si attenga rigorosamente il piano regolatore).
Essendo la questione in se' per se' piuttosto triste e sciatta, si e' cercato di insaporirla con argomentazioni "alte", storiche, che possano suscitare un certo interesse.
Io invece direi che i problemi derivanti da questo intermezzo sono dei 3 partiti comunisti; vedete voi se neo/post/ex o altro; che, per relazionarsi con la loro base, possono ormai utilizzare unicamente l'argomento dell'anti-berlusconismo.
Se potra' bastare o no, lo decideranno le prossime tornate elettorali; e se una parte consistente degli elettori dei tre partiti succitati si dovesse astenere, le segreterie di partito potrebbero essere tentati di porre fine a questa esperienza di governo.
(Rispondi)
 
 
elalamein42
elalamein42 il 28/01/07 alle 16:42 via WEB
Caro MagoGandalf2006, il termine "contrappasso" è perfetto per sintetizzare le sorti italiane nella storia. Qualche volta penso che ad un popolo che ha sperimentato il passaggio da secoli di grandezza a secoli di umiliazione non si può chiedere di non essere un po' cinico. O perlomeno scettico. O di trovare le forze per entusiasmarsi ancora per qualcosa. Perdonami lo sfogo un po' romantico, ma è un argomento che sento molto, semplicemente perchè amo il mio Paese. Legittimo ma prepotente senso di identità, di appartenenza, senza retorica e senza orgoglio. E rispettando le patrie altrui, ovvio. E diffido profondissimamente degli apatridi, degli sradicati, di chi pretende di elevarsi al di sopra della comunità che lo ha generato, che lo ha cresciuto, di cui parla la lingua, sui cui codici culturali ha imparato a "leggere" il mondo: chi rinnega le proprie origini non è un cosmopolita, è un opportunista e un nichilista. Si tratta quasi sempre di individui che hanno le braccia così lunghe da arrivare ad accarezzare il bambino africano affamato, ma troppo corte per abbracciare un amico vicino in difficoltà. Che dire di Vicenza? Mi rallegro col sindaco, che da qualche giorno riveste un ruolo istituzionale superiore a quello del capo del governo; e confido sulla bontà dell'imprenditore del Nord Est, come suggerisci beffardamente. Sul Giolitti del XXI secolo e i suoi tre partiti comunisti invece confido che, se non una crisi della maggioranza, continuino a sprofondare ancor più nell'abisso di impopolarità in cui si sono tuffati, choccando il Paese profondo coi ferrero al governo, i disobbedienti e le luxuria in parlamento, il filoislamismo, i crocefissi che volano dalle finestre, le finanziarie ipocrite spacciate per giacobine, la sudditanza politica alla francia di chirac e la spagna del gettonatissimo Mr. Bean, l'ossessione delle nozze gay e annesse possibili adozioni ... sì, lo so che ne ho scordate molte e ben più importanti, ma sono certo che agli italiani le suddette ragioni bastano ed avanzano. La mia domanda: quegli altri sapranno approfittarne? Perchè, non so a te, ma a me i cinque anni del Centro Destra sono piaciuti poco. A meno che non ci accontentiamo di toglierci i comunisti ... che, a pensarci bene, potrebbe essere un bene in sè. Già, i rossi ... Caro Mago, ti confesso che ho imparato a leggerli con le loro stesse lenti; com'è che diceva Marx? struttura e sovrastruttura ... E vedo molto più chiaro, infatti, ma non sono certo di esserne felice: dietro alla sovrastruttura ideologica del massimalismo egualitarista e dell'intransigenza sindacale, dietro al piagnisteo per Welby e alle crociate laiciste per le cellule staminali e i diritti dei luxuria all'adozione, si nasconde (manco tanto) una struttura di corporativismo e baronia, difesa ringhiosa dei diritti acquisiti, materialismo, individualismo sfrenato (altro che liberisti!), nichilismo morale eugenetico e eutanatico, difesa del potere e delle prerogative di sindacati e Coop rosse, carrierismo sfrenato (altro che berlusconismo!), difesa ad oltranza del pubblico impiego e parassitismo connessi. Tutto questo - e l'esigua "maggioranza" su cui contano e che dovrebbe suggerir loro di approfittare fino in fondo della meravigliosa occasione - mi fa pensare che difficilmente le segreterie dei partiti non troveranno un modo per proseguire nel governo del Paese per tutta la legislatura, con o senza Prodi.
(Rispondi)
 
DocGull
DocGull il 05/02/07 alle 23:44 via WEB
Una citazione al titolo del tuo blog: "mancò la fortuna, non il valore".
(Rispondi)
 
 
elalamein42
elalamein42 il 07/02/07 alle 14:18 via WEB
Grazie DocGull ! Aggiungerei la frase pronunciata a tal proposito dallo stesso Winston Churchill davanti all' House of Commons, dopo la disfatta (per lui vittoria) di El Alamein: "We must bend down in presence of those who were the lions of the Folgore" ("Dobbiamo inchinarci davanti a quelli che furono i leoni della Folgore"; scusa la traduzione, ma ci tengo molto!). Ciao.
(Rispondi)
 
slevin978
slevin978 il 10/02/07 alle 12:54 via WEB
Ciao , scrivo a te come ad altri blogger che condividono le mie idee per ricordare che oggi è la giornata dedicata al ricordo delle vittime delle Foibe. Sul mio blog trovi un post dedicato. Se vuoi puoi copiarlo sul tuo. questo è per ricordare a TUTTI che gli assassini sono sempre da entrambe le parti. buona giornata Slevin
(Rispondi)
 
DocGull
DocGull il 17/02/07 alle 13:23 via WEB
Comunque voglio aggiungere anche questo, onestamente non sono molto d'accordo con quanto scrivi. Diciamo che la tua è una critica a chi si rinfaccia accuse di essere schiavo di qualcuno. Onestamente, dal mio punto di vista, c'è molto di vero in quelle accuse. Sono profondamente convinto che sia interesse nazionale italiano una maggiore vicinanza agli USA che alla Francia, un Paese che è concorrente con noi su tutto, ma proprio su tutto. Il vero prblema europeo è il c.d. asse franco-tedesco che ha , di fatto, congelato una vera europa unita. La cosa incredibile è che con la scusa di fare un apolitica europea, alcuni politici italiani vorrebbero spingere il nostro Paese nelle braccia di un formidabile avversario, la Francia. Non ho partciolare simpatia neanche verso gli Usa, ma in questo momento storico credo sia più utile per noi non abbandoare quella strada di riavvicinamento.
(Rispondi)
 
 
elalamein42
elalamein42 il 18/02/07 alle 12:15 via WEB
Caro Doc Gull, devo purtroppo confermare quanto dici: io non ho particolari simpatie nè per gli USA, nè per la Francia. Non per la Francia, che siede nel consiglio di sicurezza dell'ONU dal dopoguerra non so bene a quale titolo ed è considerato paese vincitore senza aver vinto, non dico una guerra, ma una partita a tresette da Waterloo ad oggi; che si erge a nume tutelare della democrazia solo per aver dato vita ad una rivoluzione senza capo nè coda, con spargimento di sangue fine a sè stesso, sfociato nella nascita nientemeno che di un Impero (se l'Italia fosse stato teatro di un così ridicolo tragicomico avvicendamento storico, immagini gli sberleffi dall'estero?...); che si erge a nume tutelare dell'antifascismo dopo essere stata con il regime fantoccio di Vichy forse il paese, tra gli occupati, che più ha sostenuto e meno ha ostacolato Hitler, il nazismo, la denuncia e la persecuzione di ebrei, sicuramente ben più dell'Italia fascista; che si erge a nume tutelare del diritto e ha ospitato, senza concedere estradizione, fior di delinquenti, del calibro di Battisti, come se l'Italia fosse retta non da una repubblica di democrazia avanzata, ma da una qualche dittatura centroafricana; che si è eretta a paladina degli arabi oppressi dagli USA al tempo della guerra in Irak, solo perchè dell'Irak di Saddam Hussein era uno dei maggiori partner commerciali, e fornitori di mezzi e tecnologie militari; che si pavoneggia del suo illuminismo cosmopolita nato e morto con Voltaire e in realtà affogato in un nazionalismo che non ha pari in Europa e li fa parlare sempre e solo di De Gaulle, mai di Pétain; che va a cercare la pagliuzza nell'occhio americano, ma mai li sentirai parlare dell'ultima sanguinosa guerra coloniale, perduta mezzo secolo fa in Algeria; che hanno un presidente della repubblica così coglione da invitare all'Eliseo un calciatore espulso da una partita di calcio, come fosse un eroe nazionale, un premio Nobel. Non ho simpatie nemmeno per gli americani, però, caro amico: un popolo nato dall'incrocio tra galeotti e predicatori che ha prodotto un curioso mix tra massimo della violenza e massimo dell'idealismo, una insopportabile doppia morale che sfocia in quel Mystic River di legge della giungla e melassa retorica magistralmente dipinto da Clint Eastwood in un film indimenticabile; che svuota l'eccedenza dei suoi arsenali a suo comodo e piacimento, specie quando c'è odore di petrolio, e riveste le sue bombe di ideali democratici e civilizzatori; il cui andamento borsistico si esalta nei bombardamenti; che nello sfruttamento sistematico delle risorse del pianeta supera forse per ottusità l'Impero Romano; che ha una delle democrazie a minor partecipazione popolare e a più alto tasso di ignoranza della terra; degli americani non riesco neanche a scordare (ma sarà forse per mia personale faziosità) la decisione, militarmente inutile, di bombardare Napoli (civili e case e scuole) in pieno giorno durante l'ultima guerra; la decisione, insieme agli amiconi britannici, di non permettere alla marina italiana un'azione di soccorso alle unità attaccate dall'ex alleato tedesco a Cefalonia e ivi massacrate; che hanno nei confronti degli italiani non meno spocchia dei francesi, scordandosi troppo spesso che senza Fermi Truman non si sarebbe divertito tanto (come risulta da fonti storiche) nello sperimentare la bomba atomica su un Giappone già sconfitto; che hanno privato l'Italia alla fine della Grande Guerra, delle terre balcaniche promesse durante gli accordi della vigilia, grazie all'insopportabile puritanesimo a senso unico di Wilson, generando un moto di scontento che ebbe un rilievo nella genesi e nell'affermazione del fascismo; la potenza delle cui lobby interne decide la sorte e la sicurezza e la pace e la guerra del pianeta. No: se devo essere sincero fino in fondo, gli USA in sè e per sè li amo tanto quanto la Francia, cioè poco. Non sono un filoamericano entusiasta, non ci riesco. Però, pur non amandoli, nello scontro geopolitico in atto scelgo di stare dalla loro parte, perchè capisco che terze vie non esistono: con tutti i loro difetti, sono USA e Israele oggi a rappresentare la frontiera dell'Occidente, non l'Europa-Eurabia, un continente in piena e irreversibile decadenza, accartocciato su sè stesso. Per questo motivo non credo nell'Europa come terza soluzione; la Comunità Europea ha garantito pace in un continente da sempre insanguinato. Ma sono fortemente pessimista sulla possibilità di fondere popoli dalla lingua diversa, fortemente strutturati in una storia che li ha sempre visti come mortali nemici; in Europa ci sarà sempre un caso Priebke, salterà sempre fuori un Mesic incazzato, perchè ci scanniamo da secoli e secoli ci vogliono per dimenticarcene.
(Rispondi)
 
 
 
DocGull
DocGull il 19/02/07 alle 15:24 via WEB
Potevo averlo scritto io ;o)
(Rispondi)
 
 
 
 
elalamein42
elalamein42 il 19/02/07 alle 15:27 via WEB
... infatti non fo che ribadire quello che dicevi anche tu; solo che avevo bisogno di sfogarmi, evidentemente, e allora mi sono un po' dilungato ... Ciao. :)
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