Un blog creato da erotica_2007 il 26/07/2007

SESSO E VOLENTIERI

una donna si scopre...

 
 
 
 
 
 

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IL SOGNO CONTINUA...

Post n°28 pubblicato il 09 Aprile 2008 da erotica_2007

Abbracciati e protetti dal calore del nostro amore e dalla stretta dei nostri corpi rimanemmo a chiacchierare a lungo, parlammo di noi, dei nostri sogni, dei nostri desideri, di ciò che stavamo vivendo che altro non era se non un sogno divenuto realtà... ci amammo ancora... e ancora... poi decidemmo di uscir fuori: era bello assaporare il gusto di una banale passeggiata in mezzo alla folla...

L'appetito si fece sentire, non c'era tempo per un pranzo degno di chiamarsi tale, dovevo rientrare a casa per recuperare i miei figli che uscivano da scuola e accudirli, così decidemmo di prendere un boccone al volo in un bar fornitissimo... anche lì non perdemmo l'occasione di stuzzicarci a vicenda: mentre io ordinavo il mio panino Pietro, con aria disinvolta, allungava il gomito verso il mio seno e lo massaggiava facendomi deglutir saliva! Ma bastò solo un attimo, giusto il tempo impiegato da chi doveva servirci a permettermi di allungare la mano tra le sue gambe mentre fingevo di cercare qualcosa nella borsetta...facendo deglutire lui!

Giocavamo... come bambini... sorridevamo... ci facevamo dispetti a vicenda rendendo erotizzante l'atmosfera perfino mangiando un panino!

Tornai a casa, prelevai i ragazzi e preparai il pranzo, li aiutai nei compiti e predisposi il tutto per la serata: ufficialmente avevo un impegno di lavoro e una cena con colleghi per cui avevo chiesto a mia mamma di occuparsi di loro per la cena e per tener loro compagnia dormendo da me.

Mi avviai così a trascorrere la mia serata con Pietro... lui s'era un po' rilassato e riposato nell'attesa che io tornassi, lo ritrovai ad attendermi con la stessa ansia del mattino... mi abbracciò come se non ci vedessimo da secoli...

 "Mi sei mancata da morire, tesoro mio..."

"Sul serio? Non posso crederci!"

Scoppiammo a ridere e ci coccolammo un po', quindi ci preparammo a uscire: ci aspettava una "signora cena" in tutta regola!

Il clima era quello giocoso del mattino, anche se parlavamo del più e del meno... a un tratto ricominciammo a giocherellare in modo seducente...

"Saresti disposta a fare ciò che ti chiedo?"

"Ci mancherebbe..."

"E se ti chiedessi di toglierti le mutandine adesso?"

"Pensi di poterti sfidarmi e averla vinta?"

"E che ne so? magari riemergono tutte quelle domande che ti sei sempre posta..."

"Certo, come no?"

"Quindi?"

"Quindi cosa?"

"Togliti le mutandine! Si va al ristorante senza nulla sotto...ti va?"

"Agli ordini!"

In pochi secondi Pietro ebbe in mano il cimelio richiesto! Lo annusò...

"Mmmmmmmmmmmmm... sa di buono..."

"Sì ma... se io sono senza le mutandine... tu dovrai esporle in bella vista... ecco così..."

E tolte dalle sue mani le infilai nel taschino della sua giacca a mò di fazzolettino ricamato...

Sorrise e accettò la sfida..

Lungo la strada ci fermammo più volte per scambiarci un bacio o per solleticare le nostre voglie in un gioco eccitante da interrompere che prolungasse il desiderio di noi nell'attesa che questo potesse trovare il conforto dell'appagamento ma... dopo cena!

Arrivati al ristorante, scelto sulla base di un'occhiata d'intesa, ci accomodammo ad un tavolo sufficientemente isolato dal resto della sala... ben presto avemmo tuttavia la sfortuna (o fortuna?) di veder occupato un tavolo quasi di fronte a noi: i nostri giochetti di seduzione potevano esser intercettati dalla coppia di mezza età che prese posto proprio lì ma quest'ostacolo rendeva il tutto ancora più intrigante...

Ordinammo del pesce e del vino impegnando l'attesa con discorsi semiseri intervallati da fuggevoli toccatine sotto la tovaglia...

"Scusa ma...se dovesse cadere il tovagliolo ...sarò costretto a prenderlo... giusto?"

Non aveva ancora terminato la frase che stava già giù ad armeggiare tra le mie cosce fingendo di raccoglierlo...

"Vuoi assaggiare?" continuò, portandosi alle labbra il dito zuppo che un istante prima m'ero ritrovata in vagina...

Con la sua aria strafottente sorrideva ma, improvvisamente lo visi sussultare...

"Oh..."

Avevo sfilato la scarpa ed era il mio piede, questa volta, ad armeggiare tra le sue cosce!

"Devo riconoscere che sei sorprendente anche tu..."

E giù a ridere mentre, di colpo, dovetti ridarmi contegno per l'arrivo del cameriere con gli antipasti...

La serata procedette tra risate, ammiccamenti, dispettucci vari... ridemmo come matti quando a tutti i costi pretese che mi ficcassi in bocca un'oliva senza mangiarla per poi passarla nella sua bocca e fummo intercettati dalla donna che sgranò gli occhi mostrando evidente disappunto...

"Devi esserle sembrata proprio troia a quella lì" commentò, fintamente dispiaciuto, facendomi scoppiare in una risata incontenibile.

Dopo cena facemmo una passeggiata e poi tornammo in albergo...

" Mi sei mancata tesoro, mi credi?"

"A chi lo dici... amore mio... quasi quasi ti desidero..."

"Quasi quasi ti desidero anch'io... tanto... tanto... Mary, piccola Mary mia..."

Le nostre labbra si unirono, i nostri corpi cominciarono la vicendevole ricerca del piacere in un gioco senza sosta di sguardi, sfioramenti leggeri che producevano un'eccitazione smaniosa d'essere saziata... rimanemmo per metà vestiti ad annusarci, assaporarci leccando ogni parte del corpo che via via si scopriva... ci accorgemmo che c'era uno specchio grande lateralmente al letto che ci poteva consentire di seguire le scene d'amore che si snodavano nel film di cui noi eravamo protagonisti da angolature diverse rispetto a ciò che poteva permetterci la vista limitatamente al campo d'azione... senza nemmeno parlare ci posizionammo lungo quella traiettoria: entrambi volevamo vederci attraverso lo specchio... ci denudammo lentamente, ci scambiammo i sapori di continuo, facevamo a gara per leccarci a turno, finché non raggiungemmo il compromesso di farlo contemporaneamente: Pietro si distese e io mi posi sopra di lui al contrario per gustarci insieme mentre lo specchio ci rimandava le immagini della nostra opera eccitandoci sempre di più... con le mani gli accarezzavo i testicoli guidandomeli nella bocca per poi passare all'asta fiera e imponente piena di desiderio, intanto lui teneva aperte le grandi labbra e giocava con il mio clitoride aspettando il gioco ondulatorio dl mio bacino per sfiorarlo con la lingua mentre le sue dita si bagnavano del mio fluido e mi esploravano dappertutto rendendomi sempre più vogliosa e impaziente... poi Pietro mi guidò affinchè gli porgessi il mio buchetto vergine tra le labbra... lo leccò con passione mentre mani sapienti non abbandonavano il mio clitoride facendomi morire di desiderio... di tanto in tanto sentivo la sua lingua irrigidirsi e farsi spazio all'interno per poi lasciar posto alle dita... sentii di desiderare qualcosa di più... così mi spostai e, rimanendo nella medesima posizione lo lasciai libero di sgattaiolar via da sotto per continuare con altro...

"Voglio sentirlo lì, Pietro... non so quanto resisterò ma lo voglio..."

"Non ti farò male... a un tuo cenno smetterò... tranquilla... rilassati, lasciati andare... "

Si pose dietro di me e continuò a leccare intorno al buchino, a infilarci la lingua, le dita... poi prese il suo membro e lo guidò con le mani a spennellarlo intorno, mi penetrò per bagnarlo e provò a passarlo dietro...

"Sei più aperta adesso, amore... apriti... così... mi piaci da morire... mi fai impazzire... sei stupenda... stupenda..."

Sentii premere la punta ritmicamente e la novità mi eccitò... era dolcissimo nel farlo e si interrompeva per lubrificarsi in vagina e riprovare... gettai uno sguardo allo specchio: vidi il volto di Pietro eccitato e attento ai particolari, pronto a dosare le spinte per darmi piacere e non per prendersi il suo piacere facendomi del male... sentii la voglia di toccarmi così allungai la mia mano tra le gambe e cominciai a farlo: l'eccitazione crebbe e Pietro potè farsi strada...

"Potresti sentire del dolore che passerà immediatamente nel momento in cui mi farò avanti...il tuo buchetto é pronto... vuoi che provi ancora? Se non ti va dimmelo, tornerò indietro... non si può farlo di colpo... dovrò provare più volte..."

"Vai, provaci..."

Ma quando si fece più avanti mi bloccai ancora...

"No... non adesso..."

Pietro si fermò, tornò indietro, poi riprovò ancora avanzando un altro po'... si ribloccò al mio stop e riprovò... e ancora...e ancora avanzando ogni volta di più... di più... finché non sentii più dolore ma solo piacere...

"Amore... ce l'abbiamo fatta..."

"Sì, me ne sono accorta... puoi continuare adesso... vai..."

"Sì, tesoro... ce l'hai dentro tutto quanto... ti piace adesso?"

"Sì... continua... "

Ripresi a masturbarmi provando sensazioni del tutto nuove mentre lui si muoveva senza più alcun freno in quell'antro vergine fino ad un istante prima... i suoi colpi si fecero sempre più profondi, sentivo i suoi testicoli urtare tra le mie cosce ad ogni spinta...

"Dimmi quando ci sei... voglio godere con te, Mary..."

"Ci sono quasi, amore..."

"Ti aspetto... dai..."

"Ora... ora amore ... ora..."

Intensificammo i nostri movimenti per esplodere all'unisono con dei gemiti diversi dal solito, quasi urlati, liberatori... l'orgasmo che provai era del tutto nuovo, profondo... sentivo pulsare ritmicamente e in modo molto intenso la vagina e l'ano contemporaneamente e provai una sensazioni mai conosciute...

Dopo esserci ripresi e rilassati facemmo la doccia insieme, insaponandoci vicendevolmente e continuando a giocare con gli spuzzi dell'acqua... poi l'orologio tiranno segnalò la fine dei giochi: era ora di andare!

Ci salutammo fingendo di non pensare oltre trattenendo per noi la magia di quella giornata e di quella serata senza lasciar spazio alla malinconia: avremmo avuto a disposizione un'altra sola mattinata e poi... un lampo cupo attraversò gli occhi di entrambi nello stesso momento! Ci stringemmo forte, senza parlare...

Meglio non pensare al poi...

 
 
 

NOTTE AGITATA...

Post n°27 pubblicato il 04 Aprile 2008 da erotica_2007

Quella notte, chi poté dormire? Io non di certo, ma nemmeno Pietro la trascorse meglio di me... parte di essa si sviluppò al telefono, le emozioni che avevano visto nascere non potevano che continuare ad esser coltivate sia nei pensieri che nelle parole, non si riusciva a smettere di pensare a ciò che avevamo provato nel rivederci, nel toccarci, nell'esplorarci ancora, né a cosa ancora avremmo vissuto... e quella notte, che aveva la durata di tutte le altre notti della nostra vita, si prospettava più lunga del solito, interminabile...

Quando Pietro mi abbracciava sentivo esplodere dentro di me una gioia davvero incontenibile... potevo chiamare felicità quei momenti, ecco cos'era... adesso lo sapevo, l'avevo vissuta, provata, me ne ero inebriata, m'ero tuffata nel mare della felicità per la prima volta in vita mia con un uomo...

Ogni momento con lui aveva un sapore speciale, mi accorgevo di quanto mi piacesse stare insieme a Pietro, sia che parlassimo seriamente, sia che ci prendessimo in giro, sia che giocassimo, sia che ci accarezzassimo o che ci scambiassimo dolci effusioni, sia che ci accostassimo nel mondo, per me inesplorato, del sesso, un sesso con amore che mi permetteva di abbandonare ogni resistenza, di non vergognarmi di nulla, di lasciar fare, di permettermi di fare a mia volta...

Mi alzai all'alba, preparai ogni cosa con cura, svegliai i ragazzi per accompagnarli a scuola poi, dopo aver adempiuto ad ogni compito dell'"Operazione mamma" mi fu possibile passare all'"Operazione donna": tornai a casa e indossai la lingerie che avevo già predisposto in cima al cassetto, mi vestii, inforcai gli occhiali da sole e via, in auto!

"Pietro..."

"Buongiorno amore, come stai?"

"Sto già bene ma starò meglio quando sarò lì da te..."

"Non ho dubbi, tesoro... sii prudente per strada, mi raccomando..."

"Certamente, non posso mica rischiare proprio adesso... ah, dimenticavo... preparati per la colazione..."

"Uhmmmm... chissà perchè ma immagno che si tratti di una colazione diversa da tutte le altre che abbia mai fatto in vita mia... sento nella tua voce un certo "non so che" che mi sta facendo immaginare qualcosina..."

Cominciai a ridere: possibile che mi conoscesse talmente bene da fiutare che anche una semplice frase come quella nascondesse altro?

Accesi la radio, mi sintonizzai su un programma di musica e proseguii il cammino... giunta in albergo mi tuffai in ascensore degustando in anticipo mentalmente ciò che avrei assaporato di lì a poco... come sempre la porta era aperta, abbassai la maniglia e fui dentro: mi accolse un abbraccio indescrivibile, Pietro aveva sentito arrivare l'ascensore al piano e s'era preparato a braccia aperte proprio dietro la porta...

Ci abbracciammo a lungo, lui cercò la mia bocca e mi baciò con passione, con desiderio, con amore... "Fiorellino mio adorato... finalmente sei di nuovo tra le mie braccia... che notte lunga é stata quella che è appena passata... amore, amore mio..." e mentre mi baciava accarezzava il mio viso, infilava le dita tra i miei capelli, carezzava la mia testa, il collo, il seno....

"Tesoro mio... quanto ho sognato questo momento... Pietro, amore..." continuammo a stringerci e baciarci... poi, ad un tratto sorrisi e Pietro, accortosi del mio sorriso si interruppe: "Cosa nasconde questo sorriso sornione?" chiese.

"Beh, prepariamoci per la colazione... cominci tu... scusami solo un attimo..." con l'indice al naso gli feci segno di far silenzio e mi recai in bagno... lì mi denudai rimanendo in intimo bianco: perizoma e reggiseno in pizzo, calze tenute su dal reggicalze coordinato... aprii la borsetta e tirai fuori una tovaglietta da colazione, quindi rientrai in camera: Pietro, vedendomi, sgranò gli occhi... mi avvicinai a lui ed eliminai tutto quello che stava sull'unico tavolinetto dentro la camera e la stesi, poi preparai la sedia di fronte al tavolo e gli feci cenno di accomodarsi... Pietro acconsentì con un sorriso accattivante negli occhi, pregno d'amore...

Non appena si fu seduto mi sedetti sul tavolinetto di fronte a lui e spalancai le gambe...

"Buona colazione amore mio... serviti pure, non fare complimenti..." 

"Mary... se stupenda... sei una donna eccezionale... Dio quanto mi piaci..."

Non ci fu più spazio per le parole: Pietro si tuffò letteralmente tra le mie cosce con ardore, sembrava impazzito dall'attesa per la preparazione di quel gioco eccitante e finalmente poteva lasciarsi andare nella degustazione della mia femminilità traboccante e invitante che invadeva con le sue mani, la sua bocca, i suoi occhi...

Annusò, spostò da parte il perizoma e si fece strada per assaggiare intingendo le dita uno per volta nel mio buchino, quindi si accostò direttamente con la bocca per ficcarci direttamente la sua lingua vogliosa e per passarla sul mio clitoride facendomi impazzire a mia volta, colta da un'eccitazione sempre più travolgente... e mentre leccava le sue mani accarezzavano le mie cosce, la mia pancia, i miei seni... smise un attimo per eliminare del tutto il perizoma ed avere strada libera, si sedette e si avvicinò, prese le mie gambe e le poggiò sulle sue spalle...

"Che panoramica amore mio...dovresti vedere..."

In quella nuova posizione aveva libero accesso alla mia intimità in ogni senso... e lui, da bravo esploratore, non si lasciò scappare l'occasione, anzi... ricominciò a leccare tutto quanto, con una passionalità sconvolgente, la sua lingua passava dal buchino al clitoride, poi si avventurò più in giù, laddove a nessuno avevo mai concesso di avvicinarsi... non avevo freni, nè paure, di Pietro mi fidavo ciecamente e sapevo che non avrebbe mai fatto qualcosa se non fossi stata d'accordo... cominciò a leccare il mio buchetto vergine e fui felice di scoprire che mi piaceva, mi piaceva da morire che lo facesse... mai avrei potuto immaginare che potessi provare eccitazione in quella parte considerata proibita... invece scoprivo un'eccitazione fuori misura... tornò a leccare il clitoride ma non abbandonò la presa... con le dita cominciò a farsi strada nel mio culetto e mi stupii del piacere che provavo in quegli istanti e di come fosse diventato morbido, accessibile alle sue eplorazioni... senza smettere di sollecitare con la lingua il mio clitoride inzuppò un dito in vagina e poi lo spinse dentro dietro... dopo un po' le dita erano due... un altro era in vagina e tutte mimavano il movimento di spinta...

"Pietro...mi fai impazzire così..."

"Voglio farti impazzire amore mio... ti piace, vero?"

"Da morire... continua..."

"Sì che continuo... tesoro... sei così bagnata..."

"Amore... vai...vai così... non smettere..."

"Non smetto... regalami un orgasmo...  che sia meraviglioso..." detto questo appoggiò di nuovo la lingua sul clitoride e la fece roteare un paio di volte: ebbi un orgasmo superbo, divino, diverso da tutti quelli che avevo conosciuto in vita mia...

Mi spinsi in avanti per cingere il suo collo con le braccia affondando la sua testa tra i miei seni che lui cominciò a sbaciucchiare mentre mi teneva stretta... attese un po' che mi calmassi e potessi riavermi dalle emozioni di prima e si alzò in piedi per baciarmi... cominciai a spogliarlo della camicia, volevo sentire la sua pelle sulla mia, e mentre lo facevo baciavo il suo petto, leccavo i suoi capezzolini, le sue ascelle odorose d'uomo eccitato... poi le mie mani passarono alla volta dei jeans, in un attimo furono giù e Pietro mi aiutò a toglierli del tutto... esplorai da sopra gli slip la sua mascolinità prorompente che emergeva sfacciatamente dall'elastico che ormai faticava a trattenerla... abbassai anche quelli e Pietro si avvicinò al tavolinetto facendosi spazio tra le mie cosce per spennellare il suo membro duro sulla vagina e sul clitoride e sul buchetto nuovo...  cominciò penetrarmi così com'era, in piedi... poi prese le mie gambe e se le portò sulle spalle, come aveva fatto prima... lo spinse fuori e con la mano lo guidò verso il culetto provando a metterlo dentro: mi eccitava ma quando provava ad insinuarsi un po' troppo l'eccitazione lasciava posto alla paura... non ero pronta  e glielo dissi, guardandolo negli occhi...

 "Non adesso, Pietro..." 

"Lo so amore, so che non sei ancora pronta, non aver paura... gioco solo un po' fin dove tu me lo permetterai..."

"Sì... mi piace questo gioco... e so che riuscirò anche a regalarti questa parte di me..."

"Tesoro... sentirti dire che sei disposta anche a questo mi fa godere..."

"Voglio farti impazzire di gioia, amore... voglio essere la tua donna così come tu la vuoi..."

"Amore..."

Le spinte si fecero più intense e regolari, il volto rosso, gaudente, eccitato... mentre Pietro mi penetrava lo baciavo e le mie mani correvano giù, ad accarezzare le sue palle, a stringerle senza violenza contollando la pressione in relazione ai suoi gemiti e regolandola per ottenere il suo massimo piacere... finalmente lo vidi esplodere con un urlo soffocato... seguito da una serie di "Ti amo... ti amo... ti amo..." appena sussurrati...

Attesi che si riprendesse coccolandolo dolcemente, poi ci spostammo sul letto, ci infilammo sotto le lenzuola e abbracciati come due bambini cominciammo a parlare, parlare, parlare...

Eravamo felici...

Pietro mi confessò ancora una volta il suo grande amore per me e la sua gioia per poterlo vivere, almeno in parte... un velo di tristezza passò nei suoi occhi come un lampo, compresi i suoi pensieri e di colpo lo rassicurai:

"Non pensiamoco adesso, non ora..."

Mi guardò con gli occhi pieni di gratitudine... sapevamo entrambi che il nostro era un amore impossibile, un amore proibito, ma eravamo certi che non potevamo sprecarlo e che sarebbe stato un delitto non viverlo... quello che ci avrebbe riservato il futuro non potevamo saperlo, anche se era difficile farsi illusioni...

"Sei una gran donna Mary,  sul serio... hai in te tutte le qualità che un uomo cme me possa desiderare, sei bella, attraente, dolce, volitiva, intelligente, sensibile, sensuale... e oggi mi hai anche un po' sorpreso, sai? Certo, la tua voce si tradiva al telefono ma... anche se desideravo che accadesse proprio ciò che è accaduto... beh, mi sembrava impossibile in parte che tu potessi davvero farlo... conoscendo la tua storia, i tuoi tabù, era quasi un sogno che tu potessi arrivare a proporti così, in questo modo maliziosamente attraente ma senza essere volgare, impetuosa ma raffinata... sei la donna dei miei sogni, Mary... Ti amo tanto, non dubitare mai del mio amore..."

Lo abbracciai..

 "Fino a qualche tempo fa nemmeno io avrei immaginato di poter sentirmi così libera e di poter agire come ho fatto... credo che l'amore nasconda in sé potenzialità che nemmeno immaginiamo... in altri contesti mi sarei sentita sporca, quasi una puttana a proprormi e proporti come una "colazione" mettendo a nudo il mio desiderio di intimità con te, esponendo la richiesta di ottenere il mio piacere in un certo modo piuttosto che stare lì ad aspettare e sperare che accadesse... ma con te é diverso tutto... sto vivendo in una dimensione diversa dove tutto é possibile e nulla é vietato, dove nulla è sporco se fatto con amore, dove i miei gesti, le mie richieste, non passano dall'autocensura poiché non temo che tu possa giudicarmi sporca o puttana... Ti amo e mi sento amata, non mi sento violata da te ma amata... è qui la chiave di tutto..."

"Puoi ben dirlo, Mary... Ti amo da morire..."

 
 
 

FINALMENTE...

Post n°26 pubblicato il 24 Marzo 2008 da erotica_2007

Finalmente il grande giorno arrivò... ma...

"Mary, sono all'aeroporto ma ritardano il volo a causa del vento..."

"Non è possibile, anche le condizioni meteorologiche adesso..."

"Pazienza, spero che si decidano in fretta, sono ore tolte a noi queste... ti richiamo non appena avrò notizie..."

Quel pomeriggio lo ricordo ancora come un incubo, eravamo così vicini eppure ancora tanto lontani... il Destino c'era venuto incontro ancora una volta, perché adesso ci giocava questi brutti scherzi?

"Amore, pare si siano decisi, dovremmo partire tra mezz'ora..."

"Finalmente...quasi non ci credevo più..."

"Ti avviso non appena ci avvieremo all'imbarco..."

Cominciai a tremare, l'emozione era sempre più grande: avrei rivisto Pietro, l'avrei abbracciato e lui m'avrebbe stretta forte, come era già accaduto...

"Mary... ci stiamo imbarcando... ancora un'ora e mezza e sono da te..."

"Pietro...mi manca il fiato..."

"Lo so, tesoro...lo so... ho di nuovo i martelli nella pancia..."

Attesi ancora mezz'ora a casa, poi mi misi in auto per percorrere la strada con calma, senza fretta e per gustarmi ogni minuto di quell'attesa febbrile che mi faceva esplodere il petto... ascoltavo vagamente la radio, introdussi una musicassetta di Mina e cercai di distrarmi per allontanare quella stretta alla bocca dello stomaco, ma inutilmente...

Quando arrivai all'aeroporto era ancora presto, sedetti su una poltrona a fissare il tabellone degli arrivi... ATTERRATO! ATTERRATO! Cominciò a lampeggiare e io mi sentii morire dentro... un SMS: "Tesoro...ci siamo quasi...pochi passi e sono da te..."

Dietro le transenne cominciai ad osservare il fluire dei passeggeri fin quando non lo intravidi con il suo borsone a tracolla: veniva verso me e mi sorrideva...

Si avvicinò e finalmente sentii il suo profumo, un bacio discreto sulle guance e la mia voce che diceva "Seguimi!", Pietro era dietro di me e continuava a dirmi "Amore mio, sei più bella di prima..."

Arrivammo al parcheggio, la mia auto, aprimmo il bagagliaio e ci ficcammo dentro il borsone, poi entrammo nell'abitacolo e finalmente potemmo abbracciarci a lungo, lontano da occhi indiscreti... i nostri occhi scrutavano l'altro quasi a volersi rempire di quel momento mentre le nostre labbra si unirono in un interminabile bacio dolcissimo che si evolveva in una voluttà inespressa e taciuta per troppo tempo...

"Quanto tempo, amore mio, non ci credevo più.... poterti riabbracciare, la mia piccola, il mio fiorellino adorato...come sei bella, come sei bella..."

Le mani tastavano vogliose i nostri corpi, sete d'amore sulle bocche arse...

"Andiamo Mary o rischiamo di essere arrestati... ho tanta voglia di te amore mio..."

"Anch'io... anch'io..."

Misi in moto e avviai la marcia... non era facile guidare in quelle condizioni, Pietro accanto a me che non mi toglieva gli occhi di dosso un solo istante, le sue mani che cercavano di continuo le mie o che esploravano il mio corpo... uno stato di eccitazione crescente...

A un tratto la mano di Pietro cominciò un pericoloso percorso dal ginocchio verso l'interno... allargai le gambe e le sue dita si fecero strada verso il mio pube, scostarono il perizoma e vennero a contatto con il fluido che copiosamente mi inondava... mise un dito dentro, lo tirò fuori, lo annusò e lo leccò avidamente facendomi morire dalla voglia di averlo... ripetè l'operazione un paio di volte e sgranò gli occhi quando mi vide azionare la freccia ...

"Che fai?"

"Non puoi essere così egoista, non ti pare?"

Accostai l'auto, lo baciai sulla bocca e armeggiai per tirare fuori il suo campione...

"Tesoro, che gli succede? E' così duro...ma chi sarà stato?"

"Non ne ho la più pallida idea... guarda un po'... c'è anche la gocciolina..."

"Vedo...vedo..." e in un attimo fui giù a prenderla con la lingua, ad immergermi nel profumo del suo sesso inebriante che non avevo mai dimenticato...

"Ora basta!" mi sgridò... poi sorrise dolcemente e mi prese il viso tra le mani: "Voglio averti con calma, con dolcezza, senza fretta, amore mio... ripartiamo..." e mi baciò intensamente...

Ripresi la marcia con le difficoltà del caso visto che continuavamo a stuzzicarci a vicenda in un misto di dolce provocazione altamente erotizzante...

Finalmente giungemmo in albergo...  Pietro chiese la chiave della camera e prendemmo l'ascensore... una volta chiusa la porta mi bloccò col suo corpo alla parete e mi strinse forte a sè, lo specchio di fronte a noi ci rimandava l'immagine di un uomo e una donna innamorati e vogliosi che ci eccitò ancora di più...

Giungemmo al piano, camera 306... aprimmo la porta, gettammo uno sguardo veloce in giro e poi finalmente noi...

Pietro procedette con una calma estenuante che accrebbe la nostra eccitazione, mi toccava sopra gli abiti senza aver fretta di spogliarmi... vidi una sedia dietro di noi e l'invitai a sedersi, lui accettò e io mi sedetti a cavalcioni sopra di lui per strofinare il mio pube sul suo sesso duro come il marmo con un ritmo instabile, poi cominciò a sbottonare la mia camicia facendo balzare fuori i miei seni che prese tra le mani con delicatezza, quasi fossero degli oggetti di cristallo, li accarezzò attraverso il reggiseno e tastò la durezza dei capezzoli, quindi li liberò da quella morsa per leccarli avidamente e alternativamente... sbottonai la sua camicia e leccai anch'io i suoi capezzoli, sapevo che era un gioco che lo eccitava parecchio... intanto lui cominciò a leccarmi le ascelle e mi diceva che era fantastico assaporare il gusto salato della mia femminilità...seguii il suo esempio... erano gesti che mai mi sarei sognata di fare con qualcuno ma con Pietro era tutto naturale, spontaneo... mi piaceva sentire il suo odore maschio e assaggiare il suo sudore... mi alzai e lo costinsi ad alzarsi... sbottonai i suoi jeans e glieli tolsi, mi sedetti ancora sopra di lui alzando la gonna... potevamo sentirci meglio adesso...

"Amore mio, quanto t'ho desiderata... é meraviglioso tutto questo..."

"Ti amo, Pietro..."

"Ti amo, Mary..."

Mi fece alzare e mi condusse verso il letto, mi adagiò e fece scivolare via la mia gonna, poi si inginocchiò a terra ai bordi del letto e cominciò ad assaporare le mie cosce, la mia pancia, finché non si fermò tra le mie labbra ad annusare per cominciare un gioco con la lingua facendola saettare dentro e compiendo dei giri attorno al clitoride senza essere eccessivamente morbido ma pressando quel tanto che mi provocava un piacere senza uguali...

"Senti che bel sapore hai..." e si alzò per ficcarmi la sua lingua in bocca piena del mio miele...

Cambiammo posizione: volevo essere io la dominata, così mi sedetti sul bordo del letto e l'invitai a stare in piedi davanti a me... sfilai i suoi slip e tuffai la mia testa tra le sue cosce a stordirmi del suo profumo, poi cominciai il mio gioco con la lingua facendolo partire dalla cappella e scendendo giù, sempre più giù, gli leccai le palle, quindi le presi in bocca una per volta massaggiandole quando erano dentro con la lingua, poi tornai all'asta, la inumidii di saliva mentre risalivo verso la cappella e mi soffermai nel giro vorticoso attorno ad essa, poi mi concentrai sul frenulo disteso da una mano che teneva l'asta e lo scappellava del tutto mentre l'altra accarezzava i suoi testicoli e avanzava anche nella zona dietro loro... lo sentii gemere di piacere e alzai gli occhi: volevo che mi guardasse... lo vidi godere alla vista del mio sguardo dolce e ammaliante nello stesso tempo... raccolsi la sua gocciolina con la lingua e mi alzai in piedi per darla a lui..."Adesso tocca a te, senti quant'è buono il tuo sapore..." e alternativamente ci leccammo e ci scambiammo i sapori...

"Pietro.. voglio sentirti dentro... ti voglio, adesso..."

Distesa sul letto aprii le gambe per accoglierlo e lui venne sopra di me in un abbraccio dolcissimo, mi penetrò con calma... poi si fermò... "Tesoro, questo é un momento importante per noi, adesso siamo una cosa sola... io sono te e tu sei me... ti amo, piccola..."

"Ti amo, Pietro..."

Cominciò una danza lenta e dolcissima... era stupendo sentirlo muovere dentro di me...

"Voglio sentirti godere Mary..."

"Amore, non ce la faccio se non stimolo clito, lo sai..."

"Lo faccio io o lo fai tu?... no, decido io... toccati per me... "

Mi prese la mano e l'avvicinò al mio pube, tirò fuori il suo sesso per far bagnare il mio dito... "Vai..."

Cominciai a masturbarmi davanti a lui, senza vergogna, lui i guardava pieno d'amore e di devozione: sapeva quanto fosse stata triste la mia vita sessuale fino ad allora e vedermi libera fino a quel punto era per lui il raggiungimento di un traguardo che aveva coltivato a lungo,  poi riprese a penetrarmi dolcemente cercando di indovinare a che punto fossi per dosare le spinte...

"Amore...ci sono..." Pietro a quel punto intensificò il ritmo "Tesoro, tesoro mio...godi, godi...Dio quanto ti amo... godi...godi..." i nostri respiri si fecero intensi, i nostri gemiti aumentarono e finalmente esplodemmo, insieme...

"Ti amo... sei stupenda, piccola..."

"Ti amo anch'io...da morire..."

Rimanemmo abbracciati a lungo dopo, lo tenni dentro me, parlammo guardandoci negli occhi, interrotti soltanto da baci e carezze senza fine: quello era il paradiso! Ogni gesto, ogni parola trasudavano amore, ci sentivamo pieni di noi, ricchi dell'amore che sapevamo donarci!

Poi riprendemmo ad esplorarci, ad amarci ancora... con tenerezza... finché non fu ora di andare: non potevo permettermi di dormire fuori casa e così scese giù con me e mi accompagnò all'auto, la magia non finiva lì perchè un altro giorno ci attendeva!

Percorsi il tragitto verso casa con la tristezza d'aver lasciato qualcosa di prezioso ma la gioia infinita di poter riappropriarmene l'indomani... una notte, una notte soltanto...

Durante il viaggio verso casa ebbi modo di pensare, di riflettere sul mio cambiamento: ero diventata un'altra e questo grazie all'amore... non potevo evitare di fare paragoni con quello che era stato il sesso per me prima e quello che avevo vissuto negli istanti precedenti: intercorreva la stessa differenza che può esserci tra il dì e la notte!

Con Pietro c'era amore, mi sentivo amata e rispettata nei tempi, nei desideri, e poi mi aveva dimostrato quanto importante fosse per lui che io provassi piacere, inoltre mi aveva insegnato che la libertà di esprimersi era fondamentale e io potevo finalmente sentirmi libera con lui perchè certa che non avrebbe mai giudicato male una mia richiesta, anzi l'avrebbe apprezzata!

Com'era bello amare a quel modo!

 
 
 

NOTTE INSONNE... E POI...

Post n°25 pubblicato il 24 Marzo 2008 da erotica_2007

Quella notte non chiudemmo occhio né io né Pietro, troppo grande l'emozione provata, immensa la gioia d'aver scoperto che forse ci amavamo già da tempo anche se avevamo voluto tener nascosta l'evidenza perfino a noi stessi.

Rimanemmo al telefono fino al mattino e io ebbi la consapevolezza che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata..

Pensavo a Giulio e a quanto male mi aveva fatto nella nostra vita insieme, non mi sentivo in colpa verso di lui: Giulio sapeva da tempo che non lo amavo più ma nonostante questa verità aveva continuato imperterrito per anni a far finta di nulla e a volere quei rapporti che di amore non avevano nemmeno l'odore... adesso sapevo che non gli avrei mai più consentito di usarmi, di abusare di me.

La mattina all'alba mi preparai e prima di scendere giù feci uno squillo a Pietro, anticipai Sara nello scendere a prendere un caffè, Pietro stava già al bancone... ci guardammo con falsa indifferenza, prendemmo il nostro caffè uno accanto all'altra sfiorandoci con i gomiti.. quando lo vidi andar via lo seguii con lo sguardo impossibilitata a seguirlo per un ultimo saluto poichè anche Sara adesso era con me...

Ci recammo in ospedale per il controllo e nell'arco della mattinata sentii Pietro alcune volte: aveva la disperazione nella voce, pensava che forse sarebbe stata quella la prima e ultima volta in cui ci saremmo incontrati e stava male... lo sentivo quasi piangere e lo consolavo dicendogli con estrema sicurezza che non poteva essere così come lui diceva.. gli dicevo che dovevamo esser felici per ciò che avevamo avuto e che, se il nostro fosse stato davvero amore, sicuramente il destino ci avrebbe offerto altre possibilità.

Quando a sera giunsi all'aeroporto dopo il volo di ritorno trovai ad attenderci Giulio: lo guardai e in un attimo ebbi la certezza della più completa estraneità nei confronti di quell'uomo che pur essendo stato il padre dei miei figli e la persona con cui avevo condiviso gran parte della mia vita, in realtà era la persona più estranea che avessi mai potuto avere per compagno... certamente Pietro mi era molto più familiare di lui, conosceva la vera me stessa, sapeva dei miei pensieri più intimi e profondi, dei miei desideri, delle mie aspirazioni, sapeva perfettamente qulai fossero le cose mi facevano paura e quali mi mettessero a mio agio...

Tornare a casa con una nuova consapevolezza mi faceva sentire viva ed energica, forte di quell'amore che provavo e che sentivo verso me da parte di Pietro... fu così che ebbe inizio la fine!

Dopo aver sentito cosa volesse dire amare una persona e fare l'amore con questa non potevo di certo permettere a Giulio di continuare a profanare il mio corpo senza rispetto alcuno come aveva fatto per anni e, come previsto, al mio rifiuto sfacciato seguì una lunga serie di ritorsioni e di conflitti accesi, soprattutto davanti ai bambini: ecco, quella era la sua nuova arma!

Anni prima aveva coinvolto i familiari, ora voleva farmi apparire come una mamma egoista, così faceva la vittima davanti ai nostri figli.

Non mi scoraggiai e andai avanti per la mia strada, non potevo permettere più a quelle mani di toccarmi, a quel sesso di strusciarmi addosso freneticamente nella ricerca di un piacere a senso unico, preferivo di gran lunga mantenere il rispetto di me e dei miei desideri!

 Fu un periodo tremendo, quello, la rabbia incontenibile di Giulio non aveva limiti e vivere nella stessa casa da "separati" era uno stillicidio continuo.

Di contro avevo l'amore di Pietro, seppur sussurrato a un telefono o digitato in un'anonima chat, la pazienza di lui di ascoltarmi, la sua determinazione quando aveva dovuto scuotermi perchè mi dessi da fare per non precipitare nella depressione dovuta a un inevitabile senso di impotenza nel poter cambiare le cose, l'incoraggiamento quando tutto andava male anche con i ragazzi, il sostegno e la forza nell'incitarmi a non cedere alle provocazioni di Giulio che avrebbero potuto innescare uno di quei meccanismi fatali di cui, a volte, si legge sui giornali il tragico epilogo finale; ricordo che talvolta Pietro mi confessava quanto fosse grande la sua paura che io potessi reagire in malo modo agli attacchi continui di Giulio e che quest'ultimo potesse trovare l'occasione per vendicarsi!

Un anno dopo Giulio capì che non avrebbe potuto farmi cambiare idea e fece le valigie trasformando la nostra "separazione in casa" in "separazione di fatto" e lì cominciai a rimboccarmi le maniche per recuperare il rapporto con i miei figli e per dare loro l'equilibrio che oramai vacillava.

Passò ancora qualche mese prima che io e Pietro potessimo rivederci... nel corso di quell'anno tremendo capitava spesso di ricordare la tenerezza del nostro primo incontro e di riviverla attimo per attimo... e nel ricordarla, ogni volta, ci ritrovavamo eccitati da morire... il desiderio che avevamo l'uno dell'altra si accresceva ogni giorno di più, probabilmente anche in virtù del mancato appagamento dello stesso... eravamo lontani, molto, era un dato di fatto, potevamo soltanto comunicare a parole scritte attraverso lunghe e-mail o in chat... e fu in una delle nostre chattate/ricordo che cominciò il nostro rapporto virtualsessuale... ricordavamo i nostri baci, le lingue che si intrecciavano, le mani che correvano lungo i nostri corpi, il nostro assaporarci a vicenda e la voglia cresceva, cresceva, cresceva a dismisura... ci confessammo la nostra vicendevole  eccitazione e da lì a masturbarci il passo fu breve...

Comiciò così il nostro gioco, fatto di complicità e fantasia... ci comunicavamo cosa avremmo desiderato fare o ricevere in quell'istante e ci masturbavamo insieme, oppure chiedevamo in tutta libertà di agire in un certo modo, toccandoci così come avrebbe voluto toccarci l'altro in quell'istante e sincronizzavamo i gesti in modo da avere l'orgasmo in contemporanea.

Certo, non era il massimo, agli occhi di chiunque tutto questo poteva apparire squallido e perverso ma né io, né Pietro, ci vedevamo del misero nelle nostre azioni: era l'unico modo che avevamo a disposizione per far vivere quell'amore inespresso che era nato senza che nessuno dei due l'avesse richiesto!

Al telefono parlavamo molto sempre di tutto ma quando ci prendeva la nostalgia dovevamo consolarci in qualche modo, così proseguivamo a toccarci senza mani, a leccarci senza lingua, a penetrarci senza sfiorarci nemmeno... e quando sentivamo i gemiti l'uno dell'altra e l'esplosione finale era come se davvero fossimo stati insieme... condividevamo il tutto, seppur a un telefono!

Qualche volta, quando lui era in casa, avevamo perfino cominciato a giocare attraverso lo scambio di sms provocanti ed erotici al massimo... finchè Pietro non si chiudeva in bagno e mi chiamava per l'atto finale...

Tutto questo ci rese pronti e, sicuramente, sessualmente più disinibiti e aperti a ogni novità quando finalmente potemmo riabbracciarci sul serio... oramai avevamo imparato quali fossero le cose che ci sarebbe piaciuto ricevere dall'altro e quali avremmo voluto far provare, anche il comunicarsi i modo in cui ci si masturbava aveva accresciuto in noi, ma soprattutto in me, la consapevolezza che in amore nulla fosse impossibile o sporco se alla base ci fossero stati l'assenza del giudizio e la certezza della disponibiltà verso il nuovo, a meno che non fosse qualcosa di non gradito...

Il giorno in cui Pietro mi comunicò che avrebbe potuto spostarsi con la scusa del lavoro e avrebbe potuto alloggiare molto vicino alla mia città piansi di gioia: finalmente quegli abbracci, quelle carezze, quei baci sarebbero stati di nuovo realtà!

 
 
 

A CENA...

Post n°24 pubblicato il 20 Marzo 2008 da erotica_2007

Quando sentii bussare alla porta della mia camera ero quasi pronta, mi ero trastullata con i miei pensieri e le mie emozioni fin troppo; Sara entrò, mi chiese a che punto fossi, le dissi che dovevo finire di truccarmi... indossai un jeans e una maglia molto semplici ed entrai in bagno per completare l'opera, prima di uscire feci il mio squillo a Pietro per avvertirlo che stavamo scendendo...

La sala era abbastanza grande, l'albergo in quel periodo era piuttosto pieno, ci accomodammo in un tavolo posto ad un angolo e scelsi di sedermi in modo da avere la visuale libera... dopo qualche minuto arrivò Pietro e prese posto qualche tavolo più in là, anche lui poteva guardarmi mentre cenava... era tutto molto intrigante: parlavo con Sara del più e del meno, di cosa avremmo avuto da fare l'indomani, di come avremmo trascorso il tempo dopo cena, ma io ero in un'altra dimensione, soprattutto quando incontravo lo sguardo di Pietro che stava fisso sopra me... mi batteva il cuore, lui mi comunicava mille cose senza parole, solo con lo sguardo e per me far finta di nulla era una vera tortura... vederlo armeggiare poi con il cellulare era il massimo: sapevo che stava scrivendomi qualcosa che io, in quel momento, non potevo permettermi di leggere!

Finito di cenare andammo in giro per le vie della città a piedi, poi decidemmo che era ora di tornare in camera... Sara era molto nervosa e agitata per via dell'esame cui avrebbe dovuto sottoporsi l'indomani, così si fermò in camera mia ancora un bel po'... era trascorsa l'una da qualche minuto quando decise che sarebbe stato meglio provare a dormire.

Appena chiusa la porta presi il cellulare: erano almeno una decina i messaggi di Pietro in memoria! Mi parlava delle sue emozioni, della conferma che aveva avuto vedendomi, della voglia che aveva di stringermi ancora, della tenerezza che aveva provato quando mi aveva vista entrare in quella camera in penombra, col faccino spaurito della bimba che viene trovata con le mani nel barattolo dlla marmellata... in uno addirittura mi diceva: "TI PREGO, NON CAMBIARE ESPRESSIONE...SEI DOLCISSIMA IN QUESTO ISTANTE COL MENTO APPOGGIATO SULLA MANO... DAI, GUARDAMI, GUARDAMI ADESSO... TE LO ORDINO!" e, ripercorrendo le fasi della cena, ricordai immediatamente a quale istante preciso si riferisse! Stavo ascoltando uno sfogo di Sara ed ero immedesimata nella parte dell'empatica che ascolta e quando, per un attimo, avevo gettato lo sguardo su di lui, gli avevo visto fare un cenno che mi dava l'idea del "ce l'ho fatta! urrà!"

Sorrisi leggendo, accarezzai il cellulare come se volessi trasmettere la mia carezza a lui, in quell'istante arrivò un SMS: "NON PUOI PENSARE CHE IO STIA DORMENDO, VERO? PENSO AL MIO FIORELLINO ADORATO E MI CHIEDO COSA STIA FACENDO... POSSIBILE CHE NON SIA ANCORA RIUSCITA A LIBERARSI?"

Chiamai... "Pietro, solo sola adesso..."

"Era ora... come stai fiorellino?"

"Sto..."

"Stai...?"

"Sì, sto...non so come... sono agitata..."

"Qualcosa non va?" sentii un'incrinatura nella sua voce.

"No... é tutto a posto... sono solo stravolta dalle emozioni: troppe in una sola giornata, non credi?"

"Sì, ma fossero tutte così belle e positive ogni giorno... guarda, ci metterei la firma su! Parlo per me, naturalmente... non so tu come abbia vissuto il tutto..."

"E' vero... e credo di aver vissuto nè più nè meno la stessa identica cosa che hai vissuto tu..."

"Ma io ho avuto la certezza di amarti, Mary... oggi è un giorno importante per me..."

"Beh, io ho cominciato ad avere il dubbio di amarti... diaciamo che la cosa mi agita non poco..."

"Piccola... è stato stupendo vederti entrare nella mia camera..."

"Dio mio, se ripenso alle condizioni in cui mi sono presentata..."

"Eri bellissima, stupenda... avresti dovuto vederti con i miei occhi... bella, bella, bella, senza artefici, senza montature, tu, col trucco scomparso, accaldata, impaurita... Mary... perché non scendi?"

"Pietro, ho paura... se Sara venisse a cercarmi? Era così nervosa stasera..."

"Ma dai, non verrà... è andata a dormire, no?"

"Sì, però temo che non riesca ad addormentarsi e possa venire da me... nello stesso tempo ho un senso di colpa nei tuoi riguardi: sei venuto fin qui per me e saperti giù, solo... sapermi a due piani da te... che tortura!"

"Se non te la senti non importa, mi basta già averti vista, averti stretta tra le braccia anche se per pochissimo tempo, aver cenato con te di fronte a me, nella stessa sala... un mese fa non mi sarei nemmeno sognato una simile esperienza, non mi sarei permesso nemmeno di pensarla... invece è realtà... "

"Sì... è così anche per me... "

"Domani andrete via presto, vero?"

"Sì, alle 6.30 al massimo ci muoveremo da qui... andremo in ospedale e finito l'esame andremo un po' in giro fino al pomeriggio, poi ci sposteremo verso l'aeroporto... il volo è previsto per le 20,45..."

"Quindi, non ci vedremo più..."

Non appena disse quella frase mi sentii bloccare lo stomaco, di colpo capii che dovevo ancora rischiare... che potevo inventarmi? Se Sara avesse bussato in camera mia potevo essermi addormentata profondamente e non sentirla... ma lei conosceva che tipo fossi e come avessi difficoltà a dormire in posti nuovi e in situazioni particolari come quella... e se m'avesse incontrata in corridoio? A un tratto pensai che un improvviso mal di testa avrebbe potuto costringermi a scendere giù in portineria per chiedere un cachet o una camomilla..."

"Pietro... fammi riflettere un attimo... anch'io voglio rivederti... ho troppa paura ma... lasciami pensare..."

"Mary... non costringerti a fare nulla che non ti senti di fare... non preoccuparti per me... anche se... te lo dico col cuore... verrei io su da te... voglio abbracciarti, voglio ancora stringerti... ma lo farò col pensiero, non preoccuparti... so già quanto devo stringere per contenerti, so che la tua testa poggia sul mio petto per immaginare di accarezzarti il volto... "

"Ok, nessuna forzatura..."

"La porta é sempre aperta..."

Trascorsi una decina di minuti nel caos totale: da una parte la voglia di scendere, dall'altra la paura che mi bloccava... poi mi resi conto che mai più, forse, avrei avuto una simile occasione... chiusi la porta a chiave e affrontai le scale in pigiama e vestaglia... secondo piano... scale... primo piano... il corridoio... aprii la porta...

Pietro era sul letto, disteso, di colpo balzò seduto... mi fece cenno di avvicinarmi... andai da lui, sedetti sul letto e mi abbracciò a lungo, stringendomi ora con forza, ora con delicatezza, accarezzandomi la testa, i capelli, il viso... poi prese a baciarmi mentre io accarezzavo il suo viso... sentivo sussurrare sottovoce un continuo "..Ti amo...ti amo...piccola mia...fiorellino... ti amo sul serio..." mi sentivo in paradiso e cominciai a percepire lacrime calde che scendevano lungo le gote, Pietro si scostò improvvisamente..."Che c'è?" chiese "ho fatto qualcosa che non dovevo?"

"Assolutamente no... c'è che mi sento felice, Pietro... e anche se mi sembra assurdo... sento d'amarti anch'io..."

"Amore mio... amore... amore...." e cominciò la nostra danza dell'amore, insieme ai vestiti cadde ogni resistenza, ogni paura, ogni domanda senza risposte... la sua bocca sui miei seni, la lingua che roteava attorno ai capezzoli che si inturgidivano sempre più al suo passaggio, le mani sui fianchi e io lì, arrendevole, mi aprivo a lui, lo accoglievo felice di sentirmi viva, sentirmi amata... mi aiutò a distendermi sul letto mentre continuava a baciarmi dappertutto, sulla pancia, sui fianchi... scendeva, immerse la testa tra le mie gambe e lo vidi annusare a fondo..."amore...com'è buono il tuo profumo..." poi con delicatezza scostò le mutandine e affondò la lingua, ansimai, mugolai di piacere... si scostò, tolse via l'ostacolo per la sua bocca avida, prese le mie gambe e le mise sulle sue spalle, poi si tuffò ancora tra le mie, leccava il mio nocciolino mentre con le mani teneva aperte le labbra facendomi sentire ancora di più il piacere, quindi affondava la lingua nella vagina a raccogliere il frutto del piacere per tornare di nuovo su, là dove sentiva che partivano le onde di gioia per me... quando vide che inarcavo la schiena e mi offrivo spudoratamente alla sua bocca non smise di leccare e affondò un dito in vagina... l'orgasmo che seguì violento mi fece sussultare per parecchio, mentre lui godeva alla vista del mio piacere...continuò fino a quando non spostai la sua testa prendendo il suo viso tra le mani per condurre la sua bocca alla mia... ci baciammo appassionatamente... Pietro continuava a sussurrami parole tenere, diceva di vedermi bella, anzi bellissima... di avere un buon profumo e un buon sapore... passai all'attacco io... cominciai ad assaporarlo dal petto, a giocherellare con i capezzoli, con la sua pancia, poi cominciai a passare la mia lingua attorno all'ombelico, ai fianchi, all'inguine...mi avvicinavo pericolosamente e poi cambiavo strada dilettandomi a osservare le sue smorfie di piacere, quindi mi soffermai sul  gonfiore che premeva dagli slip, col viso cominciai ad andare su e giù percorrendolo tutto, poi lo liberai e lo ammirai in tutto il suo splendore... bello, lucido, duro.... lo leccai girando con la lingua attorno alla cappella, soffermandomi sul buchetto che cominciava a produrre il succo dell'amore, lo insalivai per tutta la lunghezza andando su e giù, poi lo accolsi in bocca mentre con una mano stringevo l'asta e lo segavo... lo vedevo contorcersi dal piacere, lo sentivo gemere in mio potere... lui scostava i miei capelli per non perdersi nessun dettaglio, io lo guardavo negli occhi mentre succhiavo, facevo girare la lingua attorno, titillavo il suo frenulo con colpetti veloci mentre tenevo disteso il suo membro... a un tratto mi tolse da lì... lo guardai... "voglio sentirti mia... vuoi?"

Non ci fu bisogno di parole, venne sopra di me e mi penetrò dolcemente aumentando pian piano il ritmo, finché il suo respiro non si fece affannoso e uscì da me per inondare il mio ventre del suo seme caldo...

Appagati e felici trascorremmo dell'altro tempo l'uno tra le braccia dell'altra...poi uno sguardo all'orologio mi costrinse ad andare via...

Col cuore in gola ripercorsi la strada di ritorno, arrivata su provai ad ascoltare: nessun rumore proveniva dal profondo buio... arrivai alla porta, aprii ed entrai...

Chiamai Pietro che aspettava la mia conferma...

"Tutto ok Mary?"

"Sì, tutto ok..."

"Sono felice Mary... felice e triste al contempo... grazie per tutto quello che mi hai regalato, grazie per avermi fatto dono di te... sei meravigliosa, ora ne ho la piena conferma..."

"Pietro, sono felice anch'io, non immagini nemmeno cosa significhi per me tutto questo..."

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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