Creato da fra873 il 19/01/2008

RHO CRISTIANA

UN CONFRONTO SUI PROBLEMI DELLA VITA

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fra873
fra873 il 01/10/15 alle 13:38 via WEB
Nessuna può dire se la nostra fede è DPCG. Solo Dio può affermarlo. Tuttavia vi è solo un modo di scoprirlo. Gesù disse: Se uno ascolta le le parole e le mette in pratica questi è figlio di Dio. Quindi, non solo un ammasso di insegnamenti etico-morali, piuttosto una radicale conversione nella nostra vita che contempla la veridicità del peccato insito nell'uomo e che porta alla morte. Certo la fede genuina porta alle opere, è falso il sontrario. Poichè è scritto che le nostre opere sono solo dei panni sporchi al cospetto di Dio. Se uno pensa di compiacere Dio con una sua presenta buona condotta, ahime! è completamente fuori strada. Solo attraverso la fede che rinnova, che modifica la nostra natura e che rende figli di Dio può garantirci la vita eterna. Gesù disse, Se uno non è nato di nuovo no entrerà nel regno dei cieli. Questa nuova nascita naturalmente non è fisica, bensì spirituale, ed è il processo, la conseguenza di un incontro personale con Cristo che avviene dopo aver ascoltato (letto) il messaggio divino dell'Evangelo che è un messaggio di Buona novella e di certezza per ognuno che crede. Credere significa rendersi conto della nostra situazione di peccatori (Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio) ed eliminare quel muro che ci separa dal nostro creatore. Non è certo un atto religioso, bensì un fatto spirituale, che avviane in noi e ci trasforma rendendoci coeredi di Cristo.
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 28/09/15 alle 20:01 via WEB
Solo le prime due righe, del mio commento sopra, avrebbero dovuto comparire in corsivo: pazienza. :)
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 26/09/15 alle 23:05 via WEB
Io sarei portato a pensare, piuttosto, che si tratti di un sigillo all'esclusiva portata del nostro Dio, in quanto autore dello stesso.
Lei crede che possa veramente esserci qualcuno tra di noi in grado di assicurarci che la fede che pensiamo di nutrire per Dio sia definibile DOCG? Piuttosto, non sarebbe preferibile sperare, oltremodo con molta cautela, di riuscire ad interpretare bene la volontà del Creatore? "Credere", secondo lei, può rappresentare un concetto tanto definibile? Non riterrebbe piuttosto più plausibile l'idea di aiutarci a vicenda in un tentativo così complesso come quello di credere, appunto, senza la pretesa di comprenderne il valore fino in fondo?
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 26/09/15 alle 22:28 via WEB
”...Dio stesso manderà una “potenza d’errore”, ovvero lascerà libero sfogo a Satana, affinché coloro che hanno rifiutato la verità credano alla menzogna.”
Caro fra, a lei – se preferisce il lei io mi adeguo – la frase in corsivo non le suona come una una sorta di vendetta, di castigo dettati da un animo fragile, esposto all'ira né più, né meno, di quello miseramente umano? Lei è disposto ad accettare l'idea che si tratti di un comportamento dallo “spessore divino”? Io, sinceramente, no. Trovo questo approccio – lo dico senza alcuna intenzione di offesa – eccessivamente arcaico, d'altri tempi, da rivedere con urgenza, ormai insostenibile se visto ed analizzato alla luce del significato dell'espressione “infinito amore”.
Glielo voglio dire nella più totale apertura, amicizia, franchezza: io mi fido talmente tanto dell'amore del Padre e della sua disponibilità che non temo neppure la sua eventuale volontà di punirmi per tutte le mie mancanze, anche per quelle di cui neppure mi rendo conto, per il passato come per il presente, comprese quelle che verranno, se questo dovesse servirmi per comprendere meglio, per il mio bene. Mi fido talmente di lui che rifiuto di credere che proprio lui possa concepire qualcosa che possa farmi inciampare; piuttosto penso che non smetterà mai di tentare e ritentare, con me come con chiunque altro.
Lei che avrà certamente più dimestichezza di me con certi argomenti, quale significato pensa sia da attribuire al concetto di “purgatorio”: a cosa, ma soprattutto a chi dovrebbe servire questo “luogo”? A me non risulta che il figliol prodigo - ritorno a questa parabola che tanto mi piace - avesse ricevuto dal padre una data di scadenza oltre la quale fargli trovare la porta della casa sbarrata.
Io ho la sensazione che troppo spesso si tenda a proporre e ad interpretare il nostro Dio come un essere da temere, dal quale guardarsi di non deluderlo, per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Sono altresì convinto che nel giorno in cui dovessimo rispondere delle nostre azioni, queste non potrebbero identificarci molto se costantemente inquinate dalla volontà di quell'essere diabolico, Satana, sempre pronto a farci lo sgambetto.
Non crede che sia molto più lineare, logico e soprattutto più attribuibile ad una più semplice logica d'amore, l'idea che Dio ci abbia creati capaci di intendere, di volere, di scegliere autonomamente per il nostro bene, oppure anche per il contrario? Lei crede proprio necessaria ed imprescindibile l'azione negativa di qualcuno che voglia, per suoi scopi, il nostro male? Se così fosse, io crederei, piuttosto, che la forza di persuasione dell'Onnipotente sarebbe immensamente superiore, altrimenti di che onnipotenza potrebbe trattarsi? Inoltre, sappiamo anche della mansuetudine del nostro Dio, capace di farsi nostro servo, di farsi addirittura umiliare per amore, nell'estremo tentativo di persuaderci del suo bene per noi. Se così non fosse non avrebbe accettato la morte in croce, inventandosi, magari, qualcosa di diverso.
Ancora, sinceramente, le dirò che mi rendo conto che più ci spingiamo a volere spiegare a noi stessi e agli altri, fin nei più minimi particolari, ciò che Dio è, più corriamo il rischio di sbagliarci.
Quanto e cosa si potrebbe tradurre in parole rispetto ad un infinito amore che solo lontanamente, forse, la nostra mente può concepire? Credo che i secoli che hanno succeduto la venuta di Cristo su questa Terra abbiano visto troppi preoccuparsi di spiegare a parole chi è Dio dimenticando, invece, che Dio sta, prima di tutto, nelle nostre azioni, nella nostra quotidianità concreta, nel calore della nostra presenza, nell'amore accompagnato da un nostro gesto, compiendo atti, all'opposto, che con quell'Amore nulla potevano spartire.
 
fra873
fra873 il 23/09/15 alle 13:44 via WEB
Non sono certo io che posso affermarlo. Saranno semmai gli altri che mi guardano. Ma la Parola afferma che ognuno chre ascoltato la Parola di Dio ha creduto ha ricevuto il dono dello Spirito Santo che attesta che siamo figli di Dio. Certo non sono e non sarò mai perfetto fino a quando sarò in cielo
 
fra873
fra873 il 23/09/15 alle 13:42 via WEB
Vedi la mia risposta sopra
 
fra873
fra873 il 23/09/15 alle 13:41 via WEB
Caro amico. La cautela qui non è in discussione. Questa è la parola di Dio, quindi scevra da ogni possibile pensiero personale o convinzione. E' il Suo eterno pensiero che sussiste nei tempi e per l'eternità. Se è verità che Dio è amore, l'amore fa parte del Suo DNA, è anche vero che Dio è un Dio giusto, SANTO, perfetto, che non tratterà l'empio come il giusto. Egli nel Suo amore si è fatto uomo, è moprto dndoci la possibile di salvarci da un giusrizio ormai certo che k'uomo nella sua ribelione aveva scelto. L'uomo tuttavia ha rigettato ancora una volta questo ennesimo atto d'amore di Dio rbellandosi. Pertanto solo coloro che avranno accettato per fede questo atto, avranno riconoscito il loro peccato, avranno confessatop e si saranno convertiti e cammineranno in nuova vita condotti dallo Spirito Santo saranno salvati. Per tutti gli altri vi sarà solo il giusizio. Questo non vuol dire che Dio è "cattivo". E' l'uomo che è ribelle. Il discorso è molto lungo ha ho cercato di condensalrlo. Dio la benedica
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 21/09/15 alle 00:24 via WEB
Condivido il significato di fondo di questi pensieri, il richiamo alla coerenza nel rapporto col prossimo, con sé stessi, con Dio, ma non riesco ad evitare di sottolineare che non credo che Dio sia così permaloso, così facilmente alterabile a causa dei nostri miseri capricci. Lo immagino proprio come un padre col figlioletto da fare crescere, con pazienza, speranza e infinita bontà, proprio secondo l'esempio della parabola del figliol prodigo. Il ragazzo, lasciato libero di scegliere, alla fine è ritornato alla casa del padre, dopo avere compreso, ancora liberamente, l'errore commesso. E sappiamo com'è andata a finire.
Non è il padre severo ad allevare figli più giusti: autorevolezza non significa necessariamente autorità, o severità.
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 16/09/15 alle 20:13 via WEB
Credere, convincersi che "fare del bene" sia la strada maestra da percorrere nella nostra vita, fino a rispondere al male col bene, fino ad imparare ad amare anche il nemico, costituisce senz'altro un processo di crescita personale estremamente impegnativo, che richiede non solo estrema fermezza intellettuale e morale, ma soprattutto un affinamento del rapporto con sè stessi molto particolare.
Nel ragionare di questi concetti, in diretto rapporto con Dio, io inizierei ad escludere, una volta per tutte, l'idea di un Dio intriso d'ira nei confronti degli "infedeli ; certo, qualcuno sicuramente dirà che lo riportano i Vangeli, però sappiamo tutti che questi sono comunque stati scritti da uomini come noi, pure animati dai migliori propositi, che però, condizionati dai loro tempi, probabilmente non saranno stati in grado di concepire un Dio immensamente amorevole. L'ira di Dio non si sposerebbe con la bontà inconcepibile di Gesù Cristo, il quale avrebbe potuto resistere ed evitare tanto dolore, per insegnarci qualcosa di così impegnativo: vogliamo pensare che il Padre non ne sarebbe all'altezza?
Io, caro fra, ritengo che Dio non abbia bisogno di mostrarci la sua ira, tanto che potrebbe essere semplicemente la nostra coscienza, il rapporto con noi stessi a farci comprendere quanto abbiamo sbagliato, pure nei suoi confronti: esattamente come quando sentiamo il bisogno di chiedere scusa per un torto fatto.
Mi piace moltissimo, troppo, pensare a Dio come un padre instancabile che fa, e farà, di tutto per recuperare anche l'ultimo figlio, il quale, quest'ultimo, potrebbe anche non accettarlo come Padre, ed anche in quel caso estremo penso a Dio come dispiaciuto, ma non irato.
Ciao. Roberto.
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 13/09/15 alle 22:00 via WEB
Forse ti starai chiedendo: “Da cosa sappiamo che c’è questo sigillo?”. Semplice… quando il sigillo c’è, si vede. Allo stesso modo se lo Spirito Santo è presente, è visibile nella nostra vita.
Per tua esperienza, quanto impieghi a comprendere la presenza del sigillo in una persona che incontri? Ti senti di ipotizzarne la presenza, o lo dai per scontato?
Vorrei chiederti se ti senti di potere affermare che su di te è impresso un cosiddetto sigillo docg.
Grazie.
 

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