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HO SOLAMENTE PERSO TE

Post n°24 pubblicato il 20 Settembre 2006 da EvelineH
 

immagineStiamo uscendo adesso dal locale deserto, dopo esserci incontrati per parlare.
"Ti racconterò tutto. Anche quello che non sai." mi avevi scritto poche ore prima. Quello che non so… Mi fa sorridere l’espressione "quello che non so". Quello che hai sempre negato, forse, sarebbe stata l’espressione più corretta, ho subito pensato.
Be’… devo dire che mi hai stupita per l’ennesima volta. C’era molto di più da sapere.

E ti guardavo mentre parlavi, e pareva ti allontanassi.
E ti ascoltavo mentre non mi guardavi, e a testa bassa ti raccontavi.
Non sono riuscita ad avercela con te, nemmeno in quel momento. E ho riversato la mia rabbia in quelle cento mani che ti hanno toccato, in quelle cinquanta bocche che in pochi mesi hai baciato, in quelle donne che ti hanno avuto.
Come sembrano stupide, agli occhi esterni, le persone innamorate, vero?
Vedi… mi pareva di leggere dolore e delusione in te, mentre parlavi. Ti raccontavi, e nemmeno a te piaceva quello che, di te, raccontavi.
E ho odiato quelle donne, perché t’hanno usato. Perché non hanno compreso il tuo bisogno immenso d’amore. Perché t’hanno avvolto con lusinghe di sesso, perché t’hanno coperto con gli umori del desiderio. Il loro.
Questi erano i miei pensieri stupidi di quel momento. Lo so… il mio modo di pensare è parziale ed immaturo. Non posso impedire che la pecora mangi la mia rosa, la rosa che ho protetto per tanto tempo, che ho dissetato ogni giorno. E in questa mia testa devo rendermi conto che, forse, è la rosa che vuole essere mangiata. Devo capire che la mia rosa… scusa, non più la mia rosa, ma, semplicemente, LA ROSA, è libera di scegliere. È libera di morire di sete. È libera di non farsi proteggere.
Ma non ce la faccio, cazzo! T’avrei abbracciato, in quel momento. T’avrei stretto forte, se solo avessi potuto, perché era quella la cosa che più al mondo desideravo.
È stato un dialogo sereno il nostro. Ed è strano… Mai nulla di sereno tra di noi. Ogni nostra parola ha sempre saputo di passione. Passione intellettuale, passione fisica, passione verbale, passione e passione. E invece, oggi, c’è stata serenità…

Adesso usciamo. Io precedo, tu chiudi le luci del locale, poi chiudi la porta. Piove. Anche quando ci siamo conosciuti pioveva, ricordi? C’era la tempesta quella notte. E "Tempesta" è il soprannome che io ho dato a te. Tempesta, per il tuo ingresso improvviso e dirompente nella mia vita.
Non c’è tempesta, adesso. Pioviggina appena, e sono fastidiose queste gocce di pioggia gelida sul viso. Mi alzo il cappuccio del cappotto.
Non avevamo cappotti due anni e cinque mesi fa. Ed era divertente la pioggia estiva che inzuppava i nostri vestiti leggeri, mentre si correva per trovare riparo.
Mentre ce ne fregavamo di trovare riparo.
Ed era piacevole il rumore della pioggia che martellava la tua auto, mentre ci baciavamo per la prima volta e non riuscivamo a staccare le labbra e sciogliere le lingue intrecciate.
Non ti bacio, stasera. Nemmeno i due classici baci della nonna. Mi dirigo alla mia auto. Tu ti dirigi alla tua. Riesco ad alzare gli occhi per guardarti ancora una volta, solamente quando le nostre due auto si sono già frapposte tra noi. Anche tu mi stai guardando.
"Ciao…"
"Ciao…"
Sì, ciao.
Chi cazzo se ne frega? Ho solamente appena perso quello a cui tenevo di più nella mia vita.
Ho solamente perso te.
Ciao...

“Gli uomini”, disse il Piccolo Principe, “coltivano cinquemila rose nello stesso giardino... e non trovano quello che cercano” “E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua”... “Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore “
(Saint-Exupéry, 1943, pag. 108).

 
 
 
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Un blog di: EvelineH
Data di creazione: 07/03/2006
 

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immagine"Nessuna donna desidera abortire come potrebbe desiderare un gelato o una Porsche.
Desidera l'aborto così come un animale preso in trappola desidera strapparsi una zampa." (Frederica Mathewes Green)

 

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