Creato da EasyTouch il 05/09/2008

LA FATA IGNORANTE

Per chi ignora, le colline sono sempre in fiore.

 

 

Tutto giace

Post n°1085 pubblicato il 24 Aprile 2015 da EasyTouch

I racconti del terrore giacciono placidi sotto il posacenere. Sopra il posacenere la solita sigaretta che scintilla al buio. Ora è giorno e non scintilla. Allan Poe non esercita più alcun fascino, infatti il suo libello giace abbandonato.  All'altro angolo della scrivania giace Eugénie Grandet, liberata dal padre padrone, in un finale riscritto su pagine bianche, lasciate al centro della scrivania. L'uccello di Murakami giace su chissà quale ramo d'ulivo in chissà quale giardino, infatti è primavera, è il suo posto, non si tocca.

Tutto giace. Ma non tace.

 

 
 
 

Fungere da scoglio

Post n°1084 pubblicato il 02 Aprile 2015 da EasyTouch

Tutti i pregi che ho in coppia si trasformano in boomerang. Quindi ad un certo punto ho pensato di invertire la questione e mi sono resa impossibile, inaccessibile, una granrompicazzo, mai contenta e sempre assorta nelle salite e discese di scale di piano incomprensibili ad anima vivente. Qualche risultato l'ho ottenuto, ma pure il risultato mi si è ritorto contro, poichè quando ero stanca delle mie difese e le allentavo, si stancava l'altro e lasciava la battaglia e il proprio cadavere, a me. Quindi un gran nulla di nulla, asincrono, potenziato da una più accurata precisione nel colpire il punto debole indicato dal mio stesso indice. Perddippiù. Ad un certo punto ho smesso qualsiasi pensiero, difesa, prevenzione e i ripari li utilizzavo solo in caso di esondazione o invasione. Anche a questo punto, però, la situazione non è che sia andata migliorando di molto. Poi ho tolto pure la distale prevenzione non pensando che al momento, ma pure questo metodo dalle gambe corte mi ha fregata. Cosa rimaneva? Le persone più sagge che ho avuto la fortuna di interpellare, prendendo da lontano la questione, mi hanno caldeggiato l'abbandono delle aspettative. Ma questo ha procurato il mio suicidio in vita. Una volta resuscitata, le aspettative me le sono riprese una ad una e prima di rinutrirle, le ho tenute nella gabbietta qualche tempo per l'interrogatorio. Non ci ho ricavato un bel nulla.

Scrivo questo post per quale motivo non lo so, perchè forse esisto e qualche cosa devo fare per far uscire quest'onda e farla infrangere. Sono stanca di essermi scoglio. Qualche volta incontro qualcuno che è anima gentile e si presta o come roccia o come spiaggia, ma a volte passo ore accasciata al suolo a piangere e a cercare il perchè di questa disperazione. Ho solo troppo tempo libero. Tempo che sarebbe in linea con la mia maturazione occupare in altre faccende, invece io mi ostino a dirigere la mia crescita...non so forse dovrei abbandonare, forse se abbandono affondo. Una cosa, però.

In tutto questo ho trascurato il dettaglio, quando è il dettaglio che restituisce il tutto. Nei frammenti l'intero.

Lancio questo frammento e sicuro spacco qualcosa.

 

 
 
 

Caverna

Post n°1083 pubblicato il 22 Marzo 2015 da EasyTouch

Vorrei appuntarmi dei progetti per il futuro sulla Moleskine, ma mi accorgo di non essere in grado di focalizzare nemmeno cio' che vorrei evitare. Guardo dalla finestra e mi compiaccio dell'assenza di figure umane: solo prati e campi sterminati, qualche gatto a caccia, qualche merlo che si dondola sui filari. Deve essere una pace simile, dove sei tu e dove la mia anima ostinatamente staccata da questo corpo, va a ristorarsi. Qualcosa che non c'è mi è sempre piaciuto di più di tutto quel pieno che c'è, questo sarà anche un difetto ma che colpa ne ho. Nella moltitudine di cose e esseri che passano attraverso il mio campo, non vedo nulla che assomigli ad un te. Nel taccuino dovrei scrivere tra i molti progetti per il futuro, non sottovalutare le conseguenze della socializzazione, il mio eterno errore.

 

 
 
 

Infilarsi ciabatte interdette

Post n°1082 pubblicato il 20 Marzo 2015 da EasyTouch

Mi impegno a rispondere a Francesco, quello che mi scrive insistentemente per darmi una nuova opportunità. Di guadagno immediato e comodamente da casa. E ci metto proprio tutta me stessa, inforco gli occhiali che non ho, oscuro la camera, accendo la luce sopra il pc e svuoto un posacenere zeppo, una bottiglia di Jack Daniel's ritrovata e un cestino pieno di carte. All'angolo della scrivania, dei libri accatastati a casaccio, a fianco dell'Olivetti ferma sulla stessa pagina da settimane. Sono una scrittrice notturna, ho i capelli lunghi, morbidi sulle spalle, il torso dritto e longilineo, le ciabatte a ballerina con un fiocco rosa, sono alta il giusto, impegnata politicamente, non uso cosmetici, ho sempre 25 anni, dormo regolarmente sul divano, so stare sola, cioè senza un uomo.

Quando inizio le mie risposte a Francesco sono sempre favole, lo chiamo "mio diletto", o "principe del mio regno", o "foro imperiale dei miei pensieri" e in questo non c'è nulla di ipocrita. Poi continuo con puntuali descrizioni delle mie giornate, quasi fosse il papà a cui dare un resoconto. Ma non ho marachelle da dissimulare. L'impegno nella risposta a Francesco, a questo punto, si intoppa. Nella scena della stanza ci infilo un vagito di bambino venuto da chissà quale angolo della mia testa malata, mi alzo dalla sedia che protesta per lo strattone, schricchiolando.

L'interruzione coinvolge anche me, che osservo tutta la scena e che non so più come continuare questo post. Rimango sempre interdetta, ad un certo momento.

(to be continued in an other place, in an other life)

 
 
 

L'inutile esistere della canna

Post n°1081 pubblicato il 05 Marzo 2015 da EasyTouch

Sta lì, aggrappata ad un terreno spolpo come delle gengive ritratte. Ma sta lì e cerca ancora, un giorno si volta a nord, un giorno ad est. La notte non si ripiega, rimane ferma e dritta, sembra abbia due occhi enormi che sfiorano il velluto del nero intorno. Anche quelli rimangono lì, aggrappati allo stelo, ogni tanto si chiudono per il battito di ciglia, poi tornano grandi e interrogativi. La mattina il vento soffia forte, la terra si stringe a se stessa, la canna ci rimane di sasso. Attorno non c'è nulla da abbracciare, ha solo gli occhi, che si stringono l'un l'altro.

 
 
 

Ansia curva

Post n°1080 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da EasyTouch

Terra gravida, godo della gestazione, la pancia è gonfia. L'ansia si svela e mi rivela racconti privi di lieto fine che la dissolvono, in compiacimento del momento rotondo. Terreno fluido, animale e divino, in perfetta tensione, lascio strisciare serpenti in su e in giù e correre le belve inquiete sulla mia carcassa. Ammazzami di più, ma sono già morta per una vita. Ammazzami, e se avrai ragione ed io torto, sarò ormai morta e non potrò ribattere né soffrire. Insomma, provaci, ammazzami e credo che vivrò, poco e contro i miei principi, li seppellirò accanto ai miei brandelli di carne e ad una nostra foto scattata la domenica con il cellulare, in tarda età. Prendi questa offerta, fanne ciò che vuoi, disprezzala, farne un fantoccio, giocaci con questo corpo vuoto. L'ansia crea il desiderio e si curva, la terra è umida.

 
 
 

ma non è questo il punto

Post n°1079 pubblicato il 11 Febbraio 2015 da EasyTouch

if I cut you down to things I can use, I fear there'll be nothing good left on you

 
 
 

PearlPie

Post n°1077 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da EasyTouch

Solita fermata, solita mattina, solita situazione. La Emma parla anche controvento, l'ascolto si fa ancora più difficoltoso ma non le dico niente. Osservo un sasso, esiste e non esiste. Può essere considerato vivo? C'è, ma il vento non lo muove. Si dice "cuore duro come un sasso", mi dico cercando di deviare le ultime parole della più informata del paese, mentre saliamo sul mezzo, che ci accomuna in un centesimo del nostro destino. Nel tuo destino ci sono finita pure io, chissà in quale parte, nell'angolo recondito o più verso il centro, non me lo sapresti dire con esattezza nemmeno tu. Ma quando c'eravamo dentro nessuno se lo chiedeva, che casino la vita, te la interroghi quando la vedi da lontano o quando la vedi volare via. In qualche momento e in qualche piega dei miei retropensieri, mentre ci si parlava negli ultimi tempi, è passata l'ombra della tua assenza. Ero conscia che poteva succedere prima a te che a me, ma sai, chi osa far disegni? La mia mano trema ogni giorno di più e io non voglio fermarla. E non è paura. Solita fermata, solito sasso. E' sempre lì. E rimane lì a meno che io non decida di calciarlo più in là. Nemmeno un cane potrebbe avere motivo di smuoverlo, avrebbe invece motivo di smuovere una pianta. La conclusione è che una pianta serve, un sasso no. Quindi vivere è servire a? Non credo alle favole e alle logiche, non ci posso più credere. Posso solo niente. Non mi serve o forse non sento di servire a, però non sono un sasso. L'immagine di te che mi saluti al treno l'ho persa, ma mi hai salutato? Non siamo più arrivati a dirci quelle due cose, ma importa? Chissà in quale piega del mio destino eri, il caso fa quello che gli capita. Capita anche al caso!

Volevo dirtelo, chè tu lo sapessi che è successo,  quando ripenso a me e lui in quei giorni, qualsiasi cosa sia il caso, qualsiasi cosa succeda, lì mi sono sentita a casa.

Grazie per la visita,

La tua amica a cui tu ricordi di tornare ad un anno e mezzo e iniziare a camminare.

 
 
 

Desiderio

Post n°1076 pubblicato il 16 Gennaio 2015 da EasyTouch

Desidero desiderare di sentire te desiderare che io desideri te desiderante me.

Por el arco de Elvira
voy a verte pasar,
para beber tus ojos
y ponerme a llorar

(...)

Por el arco de Elvira
voy a verte pasar,
para sentir tus muslos
y ponerme a llorar.


   (TRES POESIAS, Gacela del mercado matutino, 12, F. Garcia  Lorca)

 
 
 

Dove non ho più parole

Post n°1075 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da EasyTouch

Eppure lo sapevo. Ma persiste il tratto infantile. Eppure ho avvertito di nuovo, sperando di evitare epiloghi già scritti, copioni ripetuti. Eppure lo sapevo, che non avrei evitato un bel niente, che pur avvertendo, le mie parole sarebbero cadute e rimbalzate contro di me. Io sono, quindi, definitiva, giudicante e risolta. Ma come fare? Non fare, questo è. Non dire e non fare equivale a non vivere più. E bene sia. Preferisco questa fine.

 
 
 

Fuoco alle polveri

Post n°1074 pubblicato il 21 Dicembre 2014 da EasyTouch

Eppure ho sempre creduto vi fosse una scienza negli incontri e che divenisse un'arte coltivarli. E deve essere così, ma l'unico modo per scoprire ulteriori verità è attendere.

Una delle caratteristiche che non fa parte quasi mai delle persone naiv è il senso dell'attesa. Perdere in spontaneità, invece, è la caratteristica degli scienziati riduttivisti.

Non si è necessariamente una cosa e un'altra no: indice di chi impara dal proprio passato è saper dove si dove no, dove ni, dove so. E con dove includo il quando.

Attendere può diventare perdere irrimediabilmente, ma l'unica cosa irrimediabile che so è la morte, per cui.

Càpita: questa è una parola che mi sta simpatica, mi fa simpatia.

E mi è capitato: non ho alcuna sicurezza di non andare in cocci e poi in polvere, di nuovo. Nessun passato mi dà alcuna sicurezza.

Non c'è una scienza esatta nella scienza degli incontri.

 

 

 
 
 

espulsione

Post n°1073 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da EasyTouch

Potrei stare a scegliere in maniera certosina le parole da scrivere, che descrivano, che dicano, che comunichino, che allaccino o che riallaccino: non ve n'è alcuna di. Ogni prepensiero concomitante (?) al sorgere delle parole che sembrano giuste, le calcia una ad una dietro la montagna. Non si tratta di sentire merito o demerito, qua si tratta di totale e desertica inadeguatezza. Ogni rimedio cui ricorro è inadatto, sono alla conclusione che in questo orizzonte debba abbandonare ogni pensiero a me conosciuto e altri di nuovi non ne vedo. Sono a destinazione. Non ci sono nuovi schemi o frame o diavolerie psicologiste. Forse è questo che succede dopo aver impresso nella retina la crudezza delle cose. Forse è questo che resta, niente e come sottofondo una sinfonia iperstrutturata, inumana, lontana da ogni forma vitale, agghiacciante e bellissima. Mi arrendo e lancio questi vestiti troppo stretti, ora il meglio che mi può accadere è di morire.

Forse è questo che succede a chi non sceglie tra il bene ed il male e sa fin dalla nascita, senza saperlo, che essi originano da un unicum e sono la risultante di un punto di vista, utile fino al momento in cui non diventa mutilante o autoassolvente. Questo è ciò che succede a chi tratta continuamente con il caos e non soggiace all'istinto di ordinarlo fino a ridurlo. Lui non può essere accettato, deve essere espulso, negato, annientato perchè non si distingue ma nemmeno appartiene.

Mi è tutto di fronte? E' l'unica cosa che mi chiedo. Quando me lo chiedo mi rendo conto che più credo di poter/saper maneggiare pensieri, più loro maneggiano me. Questa domanda non serve.

 

 
 
 

Merito

Post n°1072 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da EasyTouch

Premetto che no so proprio niente, men che meno sul merito. Più vado avanti e meno so, perddippiù tendo a dimenticare. O forse non ho più bisogno di schemini logici di orientamento. Più vado avanti e più riscopro che ciò che mi orienta mi appartiene da sempre. Questa è una divagazione, ma forse può servire. Del merito, dunque. Ne ho sentito parlare, se ne sente parlare continuamente, a livello politico, sociale, psicologico, personale, implicito ed esplicito. Lungi da me formulare una teoria omnicomprensiva, ma vorrei analizzarne parzialmente alcune dinamiche e aspetti. Il merito è un giudizio. Si dice giudizio di merito, no? Quindi appartiene alla sfera del pensiero. Tutto ciò che attiene a questa sfera non esiste ancora, ma è il carburante per l'esplosione che si avrà, cioè i fatti. Il giudizio di merito copre quella parte di pensiero che comunica con la potenza dell'altro ed è in grado di attivarla. Oltre a poter attivare l'atto, il giudizio di merito ha il potere di modellare i pensieri dell'altro: sappiamo tutti che i nostri pensieri non sono solo nostri ma sono costruiti insieme. Un certo grado di manipolazione è inevitabile. Alcuni giudizi di merito hanno dei meriti, se l'intenzione è di muovere verso la costruzione di un sé indipendente. Altri sono solo dei sottili modi per tracciare i confini delle responsabilità, mi viene in mente "ti meriti una promozione=sei responsabile del tuo buon operato". Altri sono dei modi per addossare responsabilità o per spronare ad ancora inesistenti luoghi della nostra esistenza che ci spetterebbero. Questi ultimi modi lasciano scorgere delle cattive intenzioni nell'utilizzo del giudizio di merito. Il giudizio di merito porta con sé la valutazione, il peso che il dichiarante fa del valore della persona di cui esprime il giudizio. La persona è valutabile da un'altra persona, non sono di certo quella che sostiene che le persone non vadano giudicate: come ci orienteremmo nel mondo? Quando il giudizio di merito è pilotato da un'intenzione diversa dal bene che si desidera per la persona che lo riceve (non contemplo un altro contesto, se non quello della completa gratuità quando si usa il giudizio di merito su una persona, diverso è invece quando si esprime un giudizio di merito su un comportamento o un operato oggettivabili, allora è possibile inscriversi in un sistema più obiettivo sganciandosi il più possibile da un giudizio di valore assoluto della persona) allora tale giudizio è sempre dannoso. Non è possibile che non lo sia. Che sia positivo o negativo, è dannoso. Lo è perchè il presupposto da cui parte è diverso dal bene che si desidera per quella persona. Che sia anche "so quale è il tuo bene quindi ti riferisco cosa ti meriti" il presupposto è "so io qual è il tuo bene", non "ti voglio bene". Se fosse "ti voglio bene" non ci sarebbe mai l'assunzione a monte di sapere quale sia il bene per l'altro. Il discorso qui riguarda persone alla pari, ovviamente.

Tutta questa manfrina per togliere. Togliere e semplificare per giungere a pensare che chiunque mi dica cosa mi merito nella vita ignora o fa finta di ignorare che nella vita spesso le cose non si devono meritare, capitano e poi si scelgono anche se non hanno speranza di essere, o non si scelgono e fine del discorso. Non sostengo il primato del soggetto e della sua capacità di scelta sul mondo, cioè per me il soggetto nel mondo è depotenziato e spesso non è nelle condizioni di poter scegliere.

Alcune volte, poi, le cose semplicemente capitano.

Rileggendo quanto sto scrivendo, mi fermo a metà e intuisco il perchè dell'incipit sul bisogno di orientamento schematizzato: cercavo di slegarmi di fronte a me stessa dal dover assumere un punto di vista disciplinare specifico. Sappiamo che ogni analisi corretta non può prescindere dalla dichiarazione del proprio punto di vista, quando si vuole operare nel campo giusto con gli strumenti giusti. Questo però è un caso personale e non disciplinare, il tentativo è volto all'ordinamento dei miei pensieri, l'unica dichiarazione che posso riferire sul mio punto di vista e che va a inquadrare il discorso complessivo è che l'intenzione che mi ha mosso è voler comprendere perchè provo fastidio ogni qual volta mi si dice cosa io meriti in ambito privato.

E ancora: scrivo scrivo e delirando logicamente immagino il tuo giudizio nel leggermi. Quanto indipendenti siamo dal giudizio altrui? io me ne frego.

 
 
 

Data recovery

Post n°1071 pubblicato il 03 Dicembre 2014 da EasyTouch

Activated process of: salvaging and handling the data through the data from damaged, failed, corrupted, or inaccessible secondary storage media when it cannot be accessed normally.

Per messaggi urgenti, citofonare Giusy.

 
 
 

Piovono gatti e cani

Post n°1069 pubblicato il 11 Novembre 2014 da EasyTouch

Ad un certo punto, naturalmente, si ripristina il sistema automatico di galleggiamento. Non si può annegare più, nemmeno se ci si spingesse in quel blu profondo che rievoco per immaginare la quiete. Posso dire di averlo respirato sotto e dentro, e sfiorato l'idea di rimanerci. Ha vinto, sono risalita e poi il sistema è ripartito da sé, collaudandosi. Che prodigio, la lidocaina come antiaritmico presenta dei problemi di gestione, richiede cautela, per via degli effetti fatali. Nell'indicazione topica, invece, produce un piacevole pizzicore superficiale. In un'altra vita ero un'alchimista femmina, bandita e mandata al rogo. In questa sono una strega, morirò dopo una lunga, sotterranea e tortuosa caccia. Dopo. Molto dopo. E molto tardi.

 
 
 

Codice di sblocco inesistente

Post n°1068 pubblicato il 05 Novembre 2014 da EasyTouch

Sono assolutamente peggiorata. Ma era anche prevedibile, mi sono inaridita, razionalizzata, rinsecchita. E sono andata a trovare uno stregone, non so dire se sia intuito o disperazione, credo sia il momento del superamento della logica. Lo attendevo da un bel pò, dopo anni di rigore, ma lo aspettavo dall'esterno, mentre mi cresceva dentro, nell'incavo della razionalità. Speranza, saggezza e ricompensa. Queste tre parole, l'ultima mi risuona da molto tempo, forse da troppo; le ricompense, mi sono già ricompensata buttando via questo stupido procedere per schemi. Nel momento in cui ci si affida a teorie, ci si assicura l'incertezza del risultato, per cui, fine di ogni teoria, ove possibile [cazzo -l'ho detto- come è radicato il ragionamento.."ove possibile" ma che cosa vuol dire?????:)].

Leggo libri a casaccio, cioè a ritroso e/o aprendo pagine dal mezzo, senza un ordine [ordine, cazzo!] e solo in questo modo entrano a fare parte di me: me li consumo.

Non funziona scrivere post con la punteggiatura, per essere giusta  [deleted, he he] con me stessa dovrei usare puramente il punto e accapo o l'accapo

Via "ERGO" lo sto usando troppo, troppa schiuma per un fottutissimo shampoo.

 

Saggezza:

con l'età si consolidano modi che diventano certezze

le certezze sono schemi e non verità

parziali e perfettibili

riguardano quell'unica persona, in relazione al suo contesto

perchè possa radicarvisi meglio

perchè il prodigio dell'adattamento possa essere portato a pieno compimento.

Punto

-Virata di pdv avviata, capitano-

Nothing to deal with

SAGGEZZA.

E per ora ho chiarito il punto saggezza

Le mie sinapsi sono tornate agili

il lubrificante è tornato in circolo

 
 
 

Discretezza e continuità

Post n°1067 pubblicato il 05 Novembre 2014 da EasyTouch

Del crepaccio, nascosto dalla massa di neve permanente. La contrazione degli strati nevosi genera stiramenti longitudinali, che vanno a confliggere con altri crepacci trasversali, intersecandosi di continuo, fino a generare crolli di cavità interne. Una danza secca di vuoti e pieni, un moto non elegante della natura.

Delle onde che si propagano nello spazio. Uno scorrere gentile di energia e non di materia, all'interno dello stesso corpo. Dell'onda dello spirito non so riferirvi.

Della vita, ordine in omeostasi, capace di riprodurre questa proprietà in organismi simili. Non ne so nulla.

 
 
 

Astra_azione 2: per aspera ad..

Post n°1066 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da EasyTouch

A seguito, sempre dopo e mai prima, scaturisce l'ansia e non risposta positiva, data. Nella prassi in cui si snoda la relazione, emerge l'incertezza e mi sento sola di fronte alla totalità instabile. L'orizzonte che mi si profila davanti si sposta sempre più in là man mano che mi avvicino ad esso. Questo naufragio avviene nel mare del divenire, tra i miei occhi e i suoi, nel momento in cui si incontrano. Incapace di reggermi da sola, non vedo rimedio, la stabilità è un concetto irrecuperabile. Del naufragio affronto la sfida, il dolore iniziale ora è tollerato come effetto collaterale nel bilancio rischio-beneficio: non esiste la condizione ideale, nemmeno nell'alcova di Utopia. D'altronde, se mi fossi sottratta a questo movimento, tutto, lui, io, noi, saremmo rimasti nell'oscurità della possibilità del non-essere. Attendo il salto nella pace, conscia che anch'essa si dissolverà continuamente.

 
 
 

Astra_azione 1.

Post n°1065 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da EasyTouch

Un rincorrere continuo, e, mentre mi staglio dritta in avanti, mi aggrappo all'indietro. Il tempo ti divide sempre più da me, è una lotta impari, dovrei probabilmente convincermi che esiste quel luogo dove non vi sia vittoria di quello che sfugge, sempre, inesorabilmente. Per farlo credo servano due, il canto solipsistico non arriva alle stelle, che fisse e gelide mi guardano da un lontano dove, ma è un dove. Dove sei? Mi rendo conto dell'inappropriatezza della domanda stessa. Cosa sei ora? Ed è inesatta pure questa. Nel momento in cui lo domando, pur superando il momento con il pensiero, mi posiziono comunque in un momento, le mie parole escono e prendono un posto nello spazio-tempo. Come poterle e potermi astrarre dal quell'istante, in cui sono dentro, finita, definita, mentre tu non sei più, continuamente? Vorrei raggiungerti, ma non si raggiunge un non so che cosa e chi e dove, poi. Se negassi il carattere anfibio dell'uomo,- egli appartiene al mondo animale e biologico e insieme ne emerge e se ne distacca- dovrei ridurmi a pensare che tu sia in disfacimento sotto terra. Non sai quante volte mi figuro l'atto di scavare per poterti riabbracciare. E' ovvio che per affrontare simili temi ci si debba armare di un metodo di ricerca e di una dottrina gnoseologica. Ma che mi manchi è tutto quello che so e che importa e ha conseguenze sulla mia vita.

 

 
 
 

Diario ingrovigliato di Mardou Fox

Post n°1063 pubblicato il 10 Ottobre 2014 da EasyTouch

Signora, sia generosa, cosa le costa prestare orecchio al lamento straziante di un'esistenza sacrificata. Signora, abbia pazienza, è solo questione di attesa dei giusti tempi e modi, che Le insegnerò strada facendo, ma porti pazienza e sarà certamente ricompensata.

Gioirò in cambio di questa attenzione.

Signora, abbia premura di farmi arrivare i Suoi saluti e li custodirò nello scrigno rosso del mio amore, sino al Suo ritorno.

A queste parole, ho già il fiato spezzato, sono tutta un tremor e sono quasi svenuta. Mentre pensavo di mancarmi, mi ha telefonato M.J.. Lo punto perché non lo conosco ancora, ed è quell'ancora a procurarmi la sottile ansia, appena percettibile sotto la tempesta della passione del mio poeta, ovviamente sempre A.J.. O era A.O.? Per fortuna che i poeti sono abituati alle metafore e non sottilizzano o sottilettano.

Vado, devo scrivere un po' di whatsapp. Sono così felice.


Mondieu qu’est-ce que elle a fait? Elle a dejà péché!

 
 
 

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