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IL NIDO VIOLATO
Post n°1436 pubblicato il 09 Settembre 2021 da cannibale3
Esplode la famiglia... avviene qualcosa di imprevisto che genera il crollo dell’ambiente protetto, come di un nido violato. Prendere atto della nuova condizione e minimizzare gli effetti negativi per proseguire nella strada della crescita, diviene essenziale. Evitare di affrontare il problema, procrastinare semplicemente la crisi, magari dando il tempo di costruire le difese, utile strategia. Poi i nodi vengono al pettine, implacabili e si ripresenta il fantasma rinchiuso nell’armadio, che non hai voluto affrontare. Ha il volto di qualcuno che conosci; un volto caro ed amorevole. Non è più il tempo di attribuire le colpe e le responsabilità ma di ragionare sugli effetti a lungo termine ed elaborare il lutto, come si dovrebbe fare per la perdita di una persona cara o di un congiunto. Partiamo dalla situazione di fatto. Sei cresciuta in un ambiente protetto (come già detto) amata ed incoraggiata nella tua crescita. Alle elementari tuo padre ha aperto una finestra sul futuro, prevedendo i tuoi passi. Sei stata rispondente alle attese ed agli elevati obiettivi fin da subito, dimostrando rara capacità di apprendimento, supportata da una intelligenza, probabilmente superiore alla media. Laurea, dottorato di ricerca, premi ed attività lavorativa immediata, ti hanno spalancato le porte di un mondo inesplorato, comunque infido se privata dei consigli dell’unico reale “tutor” della tua vita. Improvvisamente quella persona l’hai avvertita come un ingombro, perchè intorno a te tutti ti deliziavano di complimenti e dimostrazioni di stima, mentre quel “vecchio idiota” riusciva ancora a farti sentire alunna: insopportabile. Quella persona era la stessa che tu avevi posta su di un piedistallo, nel tipico atteggiamento della figlia con il padre. Perchè la famiglia era esplosa, se quell’uomo, quel padre che sembrava controllare tutto, se ne stava occupando? Ecco fatto: individuato il colpevole. Il tuo malessere è stato generato dalla fine del suo matrimonio ed a nulla servirebbe attribuire la responsabilità a tua madre che dava l'idea di subire, mentre in realtà era libera come non lo era mai stata. Ho svolto il mio compito con amore, disponibilità, coscienza e (talvolta) sacrifico, dando realmente il 100% delle mie possibilità. Ho puntato tutto sulla famiglia e quindi ho perso letteralmente tutto. Mi attribuirai colpe che non ho, ed io mi limiterò ad una alzata di spalle. Buona vita! |
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