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Le Industrie di Isola del Liri (2)

Post n°26 pubblicato il 17 Agosto 2007 da faustomichele

(segue dal post precedente)

Nei primi tempi lanifici nacquero in Arpino centro, e contrade di Arpino come La Scaffa.. Cominciarono  a lavorare con i telai per la  produzione di panni, coperte, stoffe per vestiti, tutta la gamma dei filati per maglieria..

 I telai erano azionati manualmente. Cominciano ad apparire selfacting, che sono macchine di filatura, anche queste macchine azionate a mano, Siamo in un’epoca che l’energia elettrica non c’era.  

Cercherò di spiegare il movimento del tessitore a lavoro su un telaio.

La descrizione di un telaio a mano inizia da dietro.

Il telaio ha un subbio dove è stato arrotolata una lunghezza di filati  ordito (senso di lunghezza della stoffa). Per determinare la lunghezza massima  di ordimento si deve conoscere il titolo di filati (titolo significa peso del filato, cioè peso/lunghezza) per cui maggiore è lo spessore del filato di ordito minore è la sua lunghezza e viceversa.

Di solito la lunghezza avvolta sul subbio varia da 100mt a 150mt. ma per titoli finissimi

anche lunghezze superiori.

La larghezza del tessuto massima come la larghezza del telaio, le inferiori tutte.

Al centro del telaio è montata una “licciata” cioè quattro o più  quadri di legno che sono 50/55cm. di altezza e mt. 2.50/2,80, cioè larghi secondo la misura del telaio su cui sono montati.

Su ogni quadro sono inserite le maglie, sono attrezzi metallici  con due crune alle estremità e una cruna al centro.

Queste maglie servono a contenere un filo di quelli avvolti sul subbio dell’ordito. In fase di preparazione del telaio, per iniziare la tessitura,  ogni filo dell’ordito viene introdotto nella cruna della maglia. .

Una  “cassa battente” dopo i quadri contiene un “pettine” che è un dispositivo  alto cm 15/20  e lungo come il quadro  e fa da distanziatore dei filati , infatti questo dispositivo consiste in una serie di lamelle accostate.

Il progettista del tessuto calcola  per ogni stoffa una densità di fili per 10 cm,, che sono divisi dagli spazi vuoti fra lamella e lamella.

Tutti i fili avvolti nel subbio dell’ordito, passati attraverso le maglie dei licci, attraverso gli spazi delle lamelle del pettine, vengono attaccati a un telo di qualche metro di lunghezza, cioè quanto basta per attaccare l’inizio del tessimento.

A questo punto, controllata la tensione dei fili che nei telai manuali ha una regolazione  anch’essa manuale e per valutare se è giusta si deve accettare  il responso del tessitore il quale, con la sua pratica, sa il punto di tensione giusto per quel tipo di tessuto che sta avviando.. Interessante è il modo di sentire : praticamente vengono sfiorati i fili tesi con  il polpastrello delle dita della mano, sembra il chitarrista che fa vibrare le corde della chitarra per controllare se è intonata.

Finita la preparazione del telaio, si comincia a provare l’inserimento della trama. Vanno accennati a questo  punto i movimenti del telaio, la licciata si muove su/giù, in basso o in alto alternativamente secondo quanto predisposto con il disegno.

 

Un tessuto si forma con un tema minimo di due fili, quelli longitudinali si muovono per mezzo della licciata, su e giù alternativamente, quelli trasversali inseriti con la navetta che marcia destro/sinistra e sinistra/destra lasciando il filo che è avvolto in un fuso posizionato all’interno della navetta.

Ultimo dispositivo del telaio è la cassa fissa, cioè un piano su cui passa il tessuto che va ad arrotolarsi in un subbio del tessuto che si ingrandisce man mano che il tessuto cresce con la lavorazione.

Ed ora parliamo del movimento del telaio. Il tessitore, per movimentare il telaio deve pensare con la mente ed agire con il corpo.

Il tessitore si posiziona al centro del telaio e di fronte alla cassa fissa,, con i piedi su una pedaliera che fa muovere i quadri della licciata in su e in giù.  Sto  presentando il tessuto più facile, per il tessitore che deve tenere in memoria il tessuto che sta producendo.

La pedaliera si compone di quattro pedali e il loro movimento forma l’intreccio desiderato.

Il più semplice è il tessuto “tela” ed i movimenti sono come segue:

            primo movimento: pedali dispari (uno e tre)

            secondo movimento:  pedali pari   (due e quattro) …da ripetere continuamente.

Il secondo esempio, ancora di tessuti semplici: è il “batavia” cioè diagonale:

            primo movimento  :  pedale uno + due

            secondo movimento: : pedale due+tre

            terzo movimento:   pedale tre+quattro

            quarto movimento: pedale quattro+uno

Abbiamo visto il tessitore posizionato al centro del telaio, ora cominciamo a lavorare:

  1. inserire la spola nella navetta e posizionarla nella apposita celletta di sinistra
  2. primo movimento della pedaliera,
  3. tiro a strappo della navetta, da sinistra alla destra
  4. battere forte la cassa battente sul bordo del tessuto,
  5. si ricomincia dal n° uno per otto ore di lavoro.

Ritengo che il telaio, la macchina principale nelle produzioni tessili. all’epoca ancora una macchina manuale, cerco di presentare il tessitore il quale deve essere visto come il complemento naturale di questa macchina.

Il tessitore, posizionato come più sopra descritto, comincia a lavorare:

1.      primo movimento: accostamento della cassa battente su quella fissa,

2.      secondo movimento: sulla pedaliera:

3.      terzo movimento: spingere all’indietro la cassa battente,

4.      curare che i fili restino aperti (i fili sono intercalati:  uno su e uno giù,

5.      tirare la navetta che da sinistra va a destra,

6.      battere la cassa battente su quella fissa.

Finita la tessitura la stoffa viene sottoposta a diverse operazioni di appretto (finitura): rammendatura, follatura, stiratura, cimatura, garzatura, il tutto secondo la qualità del prodotto e le sue caratteristiche.

(continua .......)

 
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