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Le Industrie di Isola del Liri (3)

Post n°27 pubblicato il 17 Agosto 2007 da faustomichele

(Continua dal post precedente)

All’inizio del 1900 cominciano ad arrivare telai meccanici in sostituzione di quelli manuali.

La differenza è data dai  movimenti che vengono azionati con motori elettrici e non più con le mani dell’uomo, lo stesso dicasi per la qualità del tessuto. Nei telai meccanici è importante regolare la tensione dei fili provenienti dal subbio dell’ordito. Il meccanismo per ottenere questa tensione è dei più semplici: un freno alla rotazione del subbio di ordito.

Col tempo, soprattutto con la disponibilità dell’energia elettrica, le  fabbriche si adeguavano con macchinario nuovo che venivano fabbricati messi a disposizione dai mercati..

Fino alla seconda guerra mondiale i lanifici di Isola Liri hanno  avuto attrezzature per la produzione di filato cardato. I lanifici di Arpino furono trasferiti a Isola Liri, insisto perché a Isola  Liri cominciarono a produrre elettricità con diverse centrali che ancora oggi sono in attività.     

Negli anni cinquanta del secolo scorso, nel settore tessile, c’è stata una radicale trasformazione tecnologica.

La produzione del filato cardato è stata, nel  giro di pochi anni, sostituito dal filato pettinato le cui caratteristiche sono di qualità molto superiore sia per l’aspetto che si è potuto dare al prodotto, e sia per la qualità e durata.

L’industria locale non ha saputo cogliere questo momento, quando hanno iniziato a prendere in considerazione la produzione a ring anziché con il selfacting  era troppo tardi e l’inserimento sul mercato è stato fatale, quasi impossibile.

Non essendo più competitiva i locali sono rimasti ancora in vita per una diecina d’anni e poi ha chiuso i battenti. Come industria tessile sono rimasti in vita, ed ancora lo sono, fabbriche tessili con produzione speciali – tessuti per l’industria cartaria -.

Si tratta di fabbriche che producono articoli tecnici come i feltri per la fabbricazione della carta ed essendo collaterale alla produzione di carta il discorso di questo tipo di azienda può essere fatto unico per due.

Fin dall’inizio del 1500 si è cominciato a parlare di cartiere.

La felice posizione di Isola Liri, circondata e beneficata  da rigogliosi corsi d’acqua destava a ragione l’attenzione e l’interesse dei pionieri europei dell’industria, che ben avevano capito come la disponibilità  naturale, gratuita e costante, costituisse la base operativa per l’automazione e per il rifornimento idrico delle industrie meccaniche.

Un’altra notizia comunica che già nel 1519 furono presentati progetti per l’impianto di una cartiera nella zona di Isola Liri. Sicuramente una cartiera era già in funzione intorno al 1600.

Nei due secoli successivi altri opifici adibiti alla produzione di carta proliferarono nella contrada, al punto che molte industrie dedite ad articoli differenti furono ristrutturate verso la produzione della carta.  Erano ancora i tempi in cui la carta veniva prodotta “a mano” ed aveva un formato di cm da 50x50, 60z60, 80z80,

A tale sistema sarebbe seguita , di lì a poco, comunque intorno al 1830, la produzione a mezzo di macchina continua, che fu una svolta decisiva e storica in questo campo.

Fin dall’inizio del 1500 sembra che a carattere artigianale ci sia stato qualche fabbricante di carta formato “a mano” che metteva un panno di lana tra uno strato adatto ad assorbire l’acqua presente nel foglio di carta.

Intanto diverse cartiere cominciarono ad operare nella nostra zona  e nel anni del 1800 si cominciò a parlare di macchine continue, grandi  e complesse, che producevano un foglio largo da mt 1 a mt 2, fino a mt 4,50 (in breve tempo) e lungo migliaia di mt arrotolati nel cilindro di fondo macchina. Fondo macchina si forma la bobina che, spesso calandrata era pronta per la vendita.

Oppure la bobina veniva accettata dal reparto taglio per la vendita in formati.

Cerchiamo, in modo semplice, di descrivere una macchina da carta “continua” (continua perché produceva un nastro di carta  avvolta in un cilindro per migliaia di metri).

La macchina da carta continua, consiste:

1.      L’impasto della carta consiste cellulosa + specifici prodotti chimici che danno resistenza, porosità, permeabilità, grado di bianco, (le caratteristiche della carta sono centinaia) amido ecc.

2.      vasca circolare per la lavorazione dell’impasto.

3.      tela di formazione.  E’ una tela sintetica o metallica, sulla quale le fibre lavorate nella vasca vengono depositate con disposizione alla rinfusa e in quantità precisa per ottenere la grammatura richiesta.  La tela di formazione ha un movimento di scuotimento che serve per allineare le fibre nella massa.

4.      Nel transito sulla  di formazione una grossa quantità di acqua viene eliminata, Infatti l’impasto ad inizio di lavorazione è formato dal 90/92 per cento acqua e 8/10 per cento di fibra cellulosica. Quando la carta arriva al cilindro avvolgitore di fine macchina, la carta è formata da 95% carta e 5% umidità.

5.      prima pressa umida: si tratta di due cilindri. quello inferiore è coperto da feltro e quello superiore esercita  una pressione, in alcuni caso peso proprio, in altri casi è montato un dispositivo per tarare la pressione.

6.      seconda pressa umida: come sopra feltro su cilindro inferiore e pressione cilindro superiore. (ventaNip?)

7.      terza pressa montante: come seconda pressa oppure peso proprio,.

8.      batterie cilindri essiccatori: su ogni macchina sono installati una serie di cilindri riscaldati a temperatura prefissata. Ogni due o tre cilindri è montato un feltro essiccatore,

9.      cilindro avvolgitore per raccogliere la carta prodotta. La carta subisce altre operazioni  a secondo del tipo e delle caratteristiche  del suo impiego. Le operazioni comunque di lisciatura, calandratura, sono fatte con altre macchine.

(Continua .......)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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