Creato da mariannliberamente00 il 11/01/2010

Poesiando

Pensieri in versi, versi in pensieri- parole nel vento della vita- parole pronunciate quotidianamente dalla natura-emozioni e sentimenti relativi al viere quotidiano con le sue meraviglie e con i suoi respiri foschi-

 

 

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La Madre

Post n°100 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da mariannliberamente00
 

 


Dal grembo generoso sgusciano fili d'erba, piante e fiori, frutti e fuoco, acqua e nettare che allegra la tavola, dal seno antico lievitano tracce che millenni hanno custodito gelosamente e che parlano ancora, descrivono e insegnano.

Dagli abissi risalgono vita e morte, gioia e dolore, luci e ombre ma la madre  è infinita creatura che si rinnova e si ricicla, vomita e assorbe, sorride e sghignazza , madre e giustiziera inflessibile sopporta le formiche sul suo ventre che corrodono, succhiano linfa, deturpano e con uno scrollone fa pulizia e ristabilisce equilibri.

La madre è montagna che partorisce altre madri, è una piramide che custodisce segreti e continua ad essere decifrata ma mai del tutto compresa, è una fornace che cuoce rocce grezze per trarne fuori oro e pietre preziose, è fragile foglia che vibra nel vento autunnale e s'aggrappa al ramo per non essere spazzata via, è radice che affonda nell'humus della vita e lo trasferisce ad altre radici perché possano tener salde altre piante ed altri frutti.

La madre è un grande piede che lascia la sua orma; come può un piede guardare la sua impronta e non sorridere anche se non è  uguale per forma, come può non provare tenerezza?

E come può l'onda guardare la sua scia e non ubriacarsi di gioia anche se il maestrale la plasma a suo piacimento e la trasforma rendendola diversa da come era stata cesellata?

Come può la notte guardare l'ultima stella del mattino fondersi con la luce e non struggersi di commozione nel lasciarla andar via verso il suo destino?

Come può il sole non ardere di trepidazione e di gioia contemplando un suo raggio scindersi, attraverso una piccola goccia d'acqua, in colori così diversi tra di loro che s'arrampicano lungo la volta a formare un arco le cui frecce sono bellezza ed armonia che vibra e stupisce, cattura e intimorisce lo sguardo che dalla terra si leva verso il cielo?

Come può il manto nero della notte, gravido di pianto, non piegarsi con compassione su schegge calpestate e derise, sfruttate e incomprese, inferme e sfortunate, come può non avvolgerle nell'abbraccio morbido del suo amore?  


 

 
 
 
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