Quando tuo figlio comincia a leggere il tuo blog....E' ora di cambiare....( blog:) )
Fessure.
Che lasciano colare il piacere.
Che fanno grondare il dolore.
Che suturano lacrime.
Che ci dipingono di sole
Che ci accarezzano di ombra.
Che filtrano la luce.
Che urlano il buio.
Che soffiano il vento.
Che ti modellano di creta e melodia.
Come il mare gli scogli.
Che ti rendono unico.
Per ogni istante che ti hanno regalato.
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« Sale | Centrini » |
Si era immaginata la scena almeno un migliaio di volte. Era di mattina presto, inverno, buio e pioggia. Lo vedeva davanti alla sua porta, con la barba sfatta dalla rassegnazione e lo sguardo di quelli che sanno di aver perso qualcosa per sempre. Avrebbe raccolto quell’anima randagia e lo avrebbe portato dentro senza fare domande e l’avrebbe asciugato con morbide spugne e coccolato come faceva da piccola con le sue bambole. Avrebbe telefonato in ufficio simulando un malore e sarebbe rimasta a casa in penombra e silenzio ad ascoltare la pioggia sferzare le serrande e a fissare le strisce di luce oblique e pallide svelarsi sulla parete. Niente parole, solo silenzio e presenza, fino alla dissolvenza. La scena era diversa ora e non ci si ritrovava. Cielo azzurro d’estate, cicale di dopo pranzo, barba fatta e sorriso fiducioso di chi non cammina ramingo infagottato nel proprio dolore, ma alza la testa prende ciò che è suo per diritto di nascita, solo stendendo la mano, perché le sue di battaglie le ha già combattute e non contano quelle vinte o quelle perse. E lei…all’improvviso, non aveva nessuno da raccattare, riscattare, mondare, perdonare, e tutte quelle cose che fanno eroina, guerriera, cime tempestose. Aprendo la porta sentì la caligine estiva avvolgerla di un respiro caldo e vivo. Si accorse allora che aveva appena pianto e sentito freddo e si era sentita sola in quella casa buia e quanto era difficile fare entrare quel calore che continuava a negarsi con un’ostinazione suicida. Ma come la spada del samurai che quando si sfodera va affondata in un cuore pulsante, richiuse la porta. Alla porta, al guerriero invitto, al caldo, al sole, all’estate, ad un nuovo sorriso, alla vita stessa. Le cose conosciute, per quanto siano brutte, danno sempre molta più sicurezza di una sconosciuta e incontrollabile felicità.
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