Caos Ordinato

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« La letteraLa Regina dei Mari »

Il silenzio del cosmo.

Post n°469 pubblicato il 18 Agosto 2012 da flavourfly
 
Foto di flavourfly

Siskam stava comodamente sdraiato sulla sua cuccetta leggendo un testo di carattere scientifico.

Un leggero ronzio dei sistemi di sostentamento lo accompagnava in sottofondo nel quasi totale silenzio della cabina.

Siskam, allungò un braccio verso il regolatore della temperatura interna ed alzò di qualche grado il termostato.

La cabina consisteva in uno spazio di circa tre metri per tre in cui erano sistemati alcuni arredi tra cui, un armadietto, una cuccetta, un tavolino richiudibile a parete e due sgabelli.

Non vi erano oblò da cui poter osservare il luccichio degli astri.

Su di una lato della cabina una piccola porta stagna, portava alla toilette dov'erano il water, un lavandino e la doccia.

La gravità artificiale era mantenuta dalla spinta costante di accelerazione dell'astronave e senza, le coperte, il cuscino così come tutti gli oggetti non fissati, si libravano nell'aria in un carosello caotico.

Il testo spiegava le varie fasi evolutive delle civiltà che abitano il cosmo.

Veramente, Siskam, trovava che il tutto fosse circondato da un alone di antropocentrismo per spiegare ciò che l'uomo non aveva mai incontrato.

Da centinaia di anni l'uomo aveva dato inizio alla ricerca delle prove dell'esistenza di altre civiltà ma, senza grandi successi.

Il testo spiegava come mai dopo anni ed anni di messaggi, segnali inviati dalla terra, dalle sonde verso le profondità del cosmo, non si era ancora riusciti ad ottenere risposta.

La domanda "siamo soli nel cosmo?" era sorta nell'uomo già ancora prima dell'esplosione tecnologica e i progetti di ricerca, nonché le tecnologie per soddisfare la domanda stessa, nel frattempo si erano evoluti e raffinati.

Le iniziali teorie in aggiunta a nuove eleganti teorie, avevano solo creato ulteriore caos alla già difficile impresa di entrare in contatto con altre civiltà.

L'immensità del cosmo, con le sue infinite galassie e le stelle che esse contengono, dava ragione agli scienziati e ai ricercatori che sostenevano la possibilità dell'esistenza di altre forme di vita e civiltà.

Il concetto di evoluzione lungo una direttrice che avesse affinità con l'evoluzione terrestre, era spiegato in modo abbastanza semplice.

Dapprima si forma la vita, intesa come particella biologica che nulla ha a che vedere con una forma di vita intelligente almeno, per come l'uomo intende una forma di vita intelligente.

Dopo miliardi di anni compaiono le prime forme di vita organizzata con, strutture più complesse e che vivono in simbiosi o interdipendenza con altre forme di vita.

Da qui l'albero della crescita evolutiva, prevede una prima biforcazione dove alcune strutture mantengono una forma essenziale di base mentre altre, si evolvono fino a raggiungere una struttura in grado di apprendere, di scrivere e conservare, nel proprio codice genetico, ciò che è stato appreso chimicamente.

E' un principio di adattamento ma comunque, in questa fase, il concetto di consapevolezza di essere vivi e di riconoscersi, come un'entità evoluta in grado di ragionare e prendere decisioni, è ancora un traguardo lontano.

Siskam seguiva il testo ed osservava i diagrammi che completavano visivamente, le informazioni descritte.

Fin dal 1960, quando Frank Donald Drake propose di fondare un istituto per la ricerca di vita intelligente extraterrestre, le teorie sull'evoluzione di vita intelligente nel cosmo avevano seguito percorsi diversi e invece, di gettare luce sul problema, avevano creato ulteriori problemi in un susseguirsi di rimpalli che altro non facevano che creare ulteriore caos.

Il programma SETI, Search for Extra-Terrestrial Intelligence ovvero, Ricerca di Intelligenza Extraterrestre, nacque ufficialmente nel 1974.

Il programma fin da subito risultò molto ambizioso e complesso.

Data la sola vastità della nostra galassia, la Via lattea, che copre circa centomila anni luce e considerando che le dimensioni medie delle stelle corrispondono a circa 0,5 masse solari potrebbero esistere, solo nella Via lattea, oltre trecento miliardi di Soli per cui la ricerca di segnali di origine intelligente è un compito molto arduo.

Tuttavia, l'esplosione tecnologica dell'umanità in accordo con precise regole per la valutazione dei segnali provenienti dal cosmo, spinsero i ricercatori e i governi ad investire in nuove ricerche.

Le teorie introdotte da ricercatori, sull'evoluzione delle intelligenze extraterrestri e il concetto d'intervallo del contatto, avevano rimesso ordine e soprattutto ottimismo perché spiegavano le ragioni del silenzio cosmico.

Dopo un periodo di evoluzione delle forme di vita candidate allo sviluppo d'intelligenza, si passa ad uno stadio di pre-accelerazione tecnologica.

Per passare dai falò, alle fiaccole fino alla lanterna ad olio ci sono voluti, per l'umanità, migliaia di anni.

Per passare dalla lampada ad olio alle lampade al neon o al laser ci sono voluti circa un centinaio di anni.

In questa fase di pre-accelerazione tecnologica, le forme intelligenti costruiscono le basi per giungere alla successiva fase di accelerazione o esplosione tecnologica.

Siskam si soffermò ad osservare un diagramma che esprimeva la curva di crescita tecnologica.

La curva, subiva un'improvvisa impennata fino a divenire iperbolica ad indicare il momento di accelerazione o esplosione tecnologica.

Ad un certo punto si formava un ginocchio, una sella da cui si ripartivano due strade.

La prima era seguita da quelle civiltà che come obiettivo primario vedevano la conservazione della biosfera la seconda, era seguita da quelle civiltà che scommettevano sul recupero della stessa grazie alle nuove scoperte scientifiche e alle nuove tecnologie introdotte.

In tutti e due i casi il rischio di auto estinguersi era alto.

Le successive equazioni che spiegavano la curva in termini matematici confermavano che, le civiltà che avessero optato per la conservazione della biosfera, avrebbero avuto la più alta percentuale di estinguersi in meno di un migliaio di anni.

La biosfera a quel punto risultava ormai compromessa e la mancata ricerca ed introduzione di innovazioni tecnologiche avrebbe causato l'estinzione della civiltà, non più in grado di proteggersi dalla crescita demografica con conseguente aumento degli inquinanti e l'esaurimento delle risorse planetarie.

In più, il crescente malessere per la sopravvivenza che verrebbe ad introdursi, favorirebbe l'esplosione di conflitti sociali.

La seconda strada non risultava meno pericolosa della prima.

Una civiltà che si inoltra in un percorso di crescita tecnologica non è priva di ostacoli e trappole.

L'errore che potrebbe sfociare in una catastrofe portando la civiltà all'estinzione può innescarsi quando s'introducono le prime applicazioni delle tecnologie su scala planetaria.

L'ingegneria planetaria è la prima fase dell'ingegneria cosmica.

La storia dell'umanità non era priva di accadimenti catastrofici già nella precedente fase prima dell'ingegneria planetaria.

Gli incidenti nucleari avevano lastricato il percorso dell'umanità per decenni.

Però, una volta superata la fase critica dell'ingegneria planetaria, la civiltà aveva buone carte per continuare la propria crescita.

La capacità di disporre di energia e risorse per soddisfare le richieste crescenti portava all'appianamento di tutti i conflitti sociali.

Le malattie venivano sconfitte nonché, l'invecchiamento, la fame, la sete.

Una civiltà in queste condizioni può continuare a crescere pressoché all'infinito.

A questo punto, il testo, affrontava il concetto di estinzione per cause extra-planetarie.

Una civiltà poteva anche estinguersi per cause che esulavano da problemi planetari.

L'esplosione di un Sole o l'impatto con oggetti extra-planetari poteva essere una realtà che portava all'estinzione di una civiltà.

Il nostro sistema solare non è privo di questi eventi catastrofici.

Da qui, una prima possibile spiegazione del perché il cosmo è silenzioso.

Una civiltà che fosse giunta a poter comunicare con altre lontane civiltà poteva anche sparire a causa di catastrofi naturali.

Siskam, inoltrandosi nella lettura, giunse al capitolo che introduceva ad altre teorie che tendevano a spiegare la mancanza di un contatto.

Il concetto d'intervallo del contatto o finestra del contatto era una tra queste e forse, la più interessante.

Una civiltà può entrare in contatto con un altra solo in un breve intervallo di tempo, che su scala temporale cosmica, è neppure un battere di ciglia.

L'intervallo è determinato da un limite inferiore al di sotto del quale una civiltà, che non abbia ancora sviluppato una tecnologie volte alla comunicazione interstellare, rimaneva silenziosa.

Il limite superiore dell'intervallo è determinato da una civiltà che ha raggiunto un livello di tecnologia tale per cui o comunica con un ristretto gruppo di civiltà equi potenziali oppure, si isola perché non ha più nulla di cui aver bisogno.

Questo, a grandi linee, spiegherebbe il perché del silenzio del cosmo.

Trovare una civiltà che non sia né al di sotto né al di sopra dell'intervallo è praticamente una possibilità su triliardi di triliardi.

Siskam ripose il testo su di una mensola sopra la cuccetta e rimase in silenzio a pensare.

Circa un anno prima della loro partenza, Stochkolm Seven, una nave commerciale di oltre ottocentomila tonnellate di massa, aveva captato nei pressi di Nettuno una comunicazione che aveva tutta l'aria di essere un segnale di vita intelligente extra-terrestre.

Alcuni fisici, che facevano parte dell'equipaggio come osservatori scientifici, riuscirono ad individuarne la fonte grazie al calcolo delle deviazioni del segnale causate dalle distorsioni delle lenti gravitazionali.

Il segnale giungeva da un sistema stellare lontano circa quindici anni luce dalla Terra in una regione della galassia conosciuta come Ross 780.

Il viaggio verso quella stella, una nana rossa, era stato possibile grazie alla scoperta dell'elemento 115.

L'elemento 115, sintetizzato meno di quarant'anni prima, permetteva di disporre di un'energia praticamente infinita senza residui di scorie radioattive perché, la produzione di energia, era basata sull'annichilazione degli elementi combustibili.

L'energia prodotta soddisfaceva sia la propulsione della nave ad amplificatori gravitazionali sia, il balzo spazio-temporale.

L'ultimo stadio del viaggio prevedeva, giunti ad una distanza di sicurezza, il balzo spazio-temporale.

Il motore ad annichilazione avrebbe fornito energia a due enormi toroidi posti a poppa e a prua della nave.

Il campo magnetico che si sarebbe formato avrebbe piegato, fatto collassare lo spazio attorno alla nave chiudendo la stessa in un tunnel temporale come in una sorta di buco nero artificiale.

Lo spazio così piegato, avrebbe fatto coincidere due punti distanti anni luce nello spazio in un unico punto.

Una volta spento il campo magnetico, la nave, si sarebbe trovata nel punto che prima era distante anni luce.

Il viaggio sarebbe durato solo una manciata di secondi per l'equipaggio mentre, per chi si fosse trovato al di fuori del tunnel temporale, il tempo sarebbe trascorso per anni.

Il suono di una sirena risvegliò Siskam dai sui pensieri.

Le operazioni finali per il balzo erano cominciate.

Siskam s'infilò una tuta e si diresse verso la porta della cabina.

Siforò con una mano la parete a lato della porta la quale si aprì con il caratteristico soffio dei sistemi pneumatici e Siskam, lungo il corridoio centrale, si avviò verso il ponte di comando...

 

- E' tutto colonnello Polski?

- Si generale queste, sono le ultime registrazioni dei diari di bordo e dei computers giunti dalla Gabriel prima del balzo.

- E secondo lei, colonnello, cosa può essere accaduto?

- Le analisi fatte con i fisici sui dati di bordo della Gabriel non hanno evidenziato nessuna anomalia sia del sistema propulsivo sia, del sistemi di sostentamento.

- Allora come si spiega la scomparsa della Gabriel e dei settanta uomini di equipaggio?

- Non lo sappiamo con certezza generale possiamo solo formulare delle ipotesi. Nel momento del balzo le nostre sonde gravimetriche hanno misurato valori che rientrano nella norma e, per una frazione di secondo, i magnetometri sono schizzati a fondo scala ad indicare l'apertura del tunnel temporale ma, n siamo in possesso di elementi sufficientiper spiegare l'incidente.

- Ma la Gabriel è davvero scomparsa?

- Si generale. Le nostre ricerche su lungo raggio non mostrano distorsioni gravitazionali apprezzabili come dire, la Gabriel è entrata nel tunnel spazio-temporale ma non ne è mai uscita.

- Va bene colonnello può congedarsi.

- Grazie generale.

Il colonnello Polski, dopo il saluto regolamentare, girò i tacchi ed uscì dalla sala.

Trovò ad attenderlo un suo caro amico, il tenente Steve Purcell.

- Allora colonnello?

- Niente tenente, niente di nuovo la Gabriel è scomparsa per sempre.

- Lei cosa ne pensa colonnello?

- Ufficialmente?

- No, in modo personale.

- Credo, caro Steve, che il cosmo resterà silenzioso ancora per molto tempo.

 
 
 
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Un blog di: flavourfly
Data di creazione: 08/06/2010
 
 

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