Creato da pensieripericolosi il 20/11/2008

Pensieri Pericolosi

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VOGLIA DI SPENDERE - 1a parte

   Era domenica pomeriggio, ero annoiato e avevo desiderio di spendere, di fare shopping estremo.

   In particolare avevo deciso di darmi una smossa per quel che concerne l'arredamento del mio salotto: era arrivato il momento di togliere da mezzo quello schifo di materasso di lana che mi faceva da giaciglio e comprare un cazzo di divano letto.

   Si, perchè io un letto ce l'ho, è nella mia camera da letto ed è pure matrimoniale. Ma spesso finisco col passare la notte in salotto, addormentandomi su un vecchio materasso di lana piuttosto sottile che tengo accostato ad una parete insieme ad un mucchio di cuscini, che uso per trovare conforto alla durezza del pavimento.

   Di norma su quel materasso ci trascorro tutte le mie serate: guardo la televisione, fumo, ascolto lo stereo, leggo, ci faccio l'amore con la partner di turno. In un modo o nell’altro ogni notte mi riduco ad uno straccio, solitamente crollo e non mi va più di alzarmi da quel cazzo di materasso. E dormo lì. Tra gli acari, la puzza di fumo e le briciole di patatine.

   Dicevo, era domenica pomeriggio e avevo voglia di spendere.

   Chiamo Mara, un'amica fuori di testa con cui un tempo ero in forte intimità ma che non vedevo più da un paio di mesi, da quando mi aveva fatto girare i coglioni per una storia di gelosia: le dico ciao Mara voglio comprare un divano mi accompagni da Ikea?

   Quella poveretta proprio non se l'aspettava. Magari si stava disintossicando da me, da quel modo brutale che avevo di trattarla. Eppure non ci mise molto a rispondere. Disse bhè, sbuffò o sospirò pesantemente, si rigirò nervosamente il telefono in mano, tanto che io sentii il suo anello sbattere accidentalmente contro la cornetta, poi mi rispose va bene, dammi mezz'ora e sono da te.

   Io attaccai senza aggiungere nulla. C'eravamo - implicitamente - detto tutto quello ce c'era da dirsi: io sono ancora pronto a dominarti, e tu non hai ancora trovato nessuno che ti faccia sentire come ti facevo sentire io.

   E’ per questo che Mara viene sempre lei da me e non sono mai io ad essere andato da lei: le piace fare tutto il possibile affinché io mi possa sentire davvero il suo padrone. E io l’assecondo, cosciente che poi - una volta qui - mi toccherà farla sentire importante, unica e inimitabile.

Il racconto continua qui

 
 
 
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