Creato da AeAInsiemePerLoro il 01/06/2012 |
Messaggi di Giugno 2012
Post n°22 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro
LE INDAGINI - Sono iniziate addirittura nel 2006 quando le associazioni animaliste avevano rintracciato i video sul web e avevano fatto un esposto alla polizia postale. Gli inquirenti sono risaliti alla donna di Rho, madre di tre figli minori, protagonisti dei crush movie. «Le immagini sono vomitevoli, si fatica a reggerne la visione», conferma l’avvocato Iosca. «Finalmente per le vittime di tanta crudeltà – annota invece la Lav – è stato compiuto un paso in avanti per rendere loro giustizia, portando alla ribalta un fenomeno ancora troppo sommerso. Va ricordato che in Italia l’uccisione di animali è un reato punito grazie alla legge 201 del 2010, con la reclusione». Alla donna di Rho, data la sua incensuratezza, è stata concessa la condizionale. |
Post n°21 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro
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APPELLI NEL VUOTO - Per anni Jelena Paunovic ha cercato aiuto dalle istituzioni per bloccare questo scempio ma nessuno è mai intervenuto con la scusa che il luogo dove erano tenuti prigionieri i cani era proprietà privata e, quindi, sarebbe stato necessario un mandato di perquisizione che sembrava impossibile ottenere da parte di un giudice. Tutto quello che la volontaria Jelena è riuscita a fare negli anni era portare a questi cani che aspettavano di diventare carne da macello un po’ di cibo appoggiandolo a delle feritoie nel muro che la Saric aveva scavato per non far soffocare gli animali. ![]() |
Post n°20 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro
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LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI - Contro questa pratica è in atto da anni una forte mobilitazione popolare in tutta Europa, dove generalmente le politiche di gestione del randagismo, salvo alcuni casi - vedi gli stermini di massa dei cani di strada praticati in Romania -, sono più rispettose del benessere degli animali. E l'Italia è uno dei Paesi in prima fila in questa campagna. Nei giorni scorsi è stata l'Oipa a farsi carico del problema, incontrando a Bruxelles il rappresentante del commissario europeo John Dalli, per chiedere azioni concrete per la tutela di cani e gatti randagi in tutta l'area comunitaria. Il presidente dell'associazione Massimo Pradella e l'eurodeputato Andrea Zanoni non erano però soli: idealmente, con loro, c'erano anche 112.683 cittadini che hanno firmato una petizione chiedendo l'immediato stop delle esecuzioni nei canili spagnoli. Esecuzioni che avvengono spesso con metodi barbari, dal soffocamento in vere e proprie camere a gas al ricorso a percosse o a farmaci che agiscono sul sistema nervoso. E che, in alcuni casi denunciati dagli animalisti che hanno potuto assistervi o raccogliere testimonianze, hanno sfiorato il pulp, con animali cremati ancora vivi o solo semicoscienti. MA LA UE TENTENNA - I membri dello staff di Dalli hanno spiegato di essere a conoscenza del problema e di ricevere molte pressioni da cittadini e politici delle varie nazioni. Ma al tempo stesso hanno dovuto ammettere che la Ue ha ancora le mani legate, perché per quanto il Trattato di Lisbona accenda i riflettori sull'esigenza di tutelare gli animali in quanto esseri senzienti, non ci sono ancora leggi applicative che vadano oltre il principio generale e che consentano di intervenire sulle legislazioni nazionali. Tuttavia è stato ribadito l'impegno a fare fonte al più presto a questa lacuna. La petizione italiana è stata affiancata da altre tre presentate da gruppi tedeschi, finlandesi e spagnoli. «E' necessario continuare a fare pressione affinché lo sdegno dei cittadini europei venga ascoltato - ha commentato Massimo Pradella -. Azioni vergognose e indegne di una società civile, come il trattamento riservato ai randagi in Spagna e Romania, devono essere portate sul tavolo di chi ha il potere di porvi fine». I VIAGGI DELLA SPERANZA - Nel frattempo però c'è chi non resta alla finestra. Diverse associazioni italiane si prendono in carico i cani delle perreras e li portano in Italia per farli adottare. Veri e propri viaggi della speranza, che spesso hanno un epilogo a lieto fine. Ma il lavoro è immane, perché per quanti animali si possano portare nel nostro Paese, dove peraltro sono già molti i trovatelli in attesa di adozione, sono tanti quelli che ogni giorno dovrebbero essere riscattati. Va da sè che quelli che riescono a salvarsi siano solo una minoranza, piccole gocce in mezzo ad un mare di abbandono, di violenze e sopraffazione. Per questo motivo è indispensabile un'azione di tipo istituzionale. «L’intervento dell’Ue nei confronti degli Stati membri che quotidianamente sopprimono migliaia di randagi - dice ancora Pradella - dovrebbe essere tempestivo, perché nei prossimi due anni verranno uccisi e maltrattati ancora moltissimi animali. Tuttavia accogliamo positivamente l’apertura della Commissione Europea e ci auguriamo che ora dia effettivamente seguito alle pressanti richieste dei cittadini». |
Post n°19 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro
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CARNEFICINA - Tutti gli animali presenti nella foto sono morti dopo essere stati investiti da auto o dopo essere stati sbranati da cani. Sono stati gli stessi veterinari della clinica a proporre al fotografo Joel Sartore di raccontare questa quotidiana strage attraverso un'immagine cruda ed eloquente. Lo scopo è far conoscere anche a chi vive fuori dai confini australiani quest’inutile mattanza. A commuovere i lettori è soprattutto la presenza nella foto di cuccioli di koala senza vita, stretti tra le braccia delle loro mamme: «Vedere questi piccoli morti abbracciati alle loro genitrici è stato davvero deprimente», ha spiegato all'australiano Herald Sun l'autore dello scatto. «In questi giorni ne ho visti tanti morire così. Li ho guardati mentre spiravano sul tavolo operatorio. È stato davvero triste. Questi che compaiono nella foto sono quelli morti in una sola settimana». NUOVE MISURE - La vera causa di questa carneficina, affermano gli animalisti, è la nuova espansione urbanistica e l'irresponsabilità dei costruttori che non si fanno scrupoli a cementificare intere zone di campagna che fino a ieri erano l'habitat naturale dei marsupiali. Lo scorso 30 aprile il ministro dell'Ambiente Tony Burke, sotto la pressione delle associazioni animaliste, ha dichiarato i koala animali «vulnerabili» e ha promosso una campagna di sensibilizzazione nell'intero Paese. Adesso i difensori dei koala sperano che severe norme siano adottate per frenare la mattanza: «Il koala è l'animale simbolo dell'Australia», ha dichiarato il ministro Burke. «Occupa un ruolo speciale nella nostra comunità. I nostri concittadini vogliono che l'esistenza di questa specie sia assicurata e desiderano che i koala siano protetti per le future generazioni». |
Post n°18 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro
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AGGIORNAMENTO CONTINUO - Luoghi, strutture, servizi: chi parte sa dove soggiornare senza privarsi della compagnia del gatto o del cane. L'aggiornamento del sito, realizzato in collaborazione con l'Anci e gli esercenti, è continuo. Chiunque può comunicare di essersi «messo in regola» e chiedere di essere inserito. Gli utenti, poi, possono esercitare un controllo diretto, segnalando disservizi ma anche punti di merito. L'iniziativa vuol prevenire il randagismo, sostenere i proprietari di animali domestici (22 milioni in Italia), in qualche modo aiutare anche lo sviluppo del turismo. ![]()
UNA SCELTA CHE PAGA - Michela Brambilla condivide in pieno. «Occuparsi di animali significa occuparsi delle persone», osserva la deputata, tra le più attive sul fronte dei diritti animali. Da ex ministro del turismo, può testimoniare l'importanza di gestire una struttura turistica accogliente anche per cani e gatti. «I dati parlano chiaro: chi è in grado di accogliere anche gli animali domestici, fa il tutto esaurito o quasi», spiega Brambilla mostrando ai giornalisti l'adesivo di «vacanzea4zampe». Potranno esporlo solo le strutture accoglienti e ritrae un cane e un gatto mentre sorseggiano una bibita, sotto l'ombrellone. Anche per loro, per una volta, un posto al sole |