Creato da AeAInsiemePerLoro il 01/06/2012
 

Insieme per loro

sito contro il maltrattamento degli animali

 

Messaggi del 01/06/2012

Gettati nel cassonetto e poi salvati La nuova vita di Vegan, Romeo e Giulietta

Post n°25 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

I due vitelli Romeo e Giulietta salvati a Ragusa dall'EnpaI due vitelli Romeo e Giulietta salvati a Ragusa dall'Enpa
MILANO - Gettati in un cassonetto ancora vivi. Tolti di mezzo come spazzatura inutile. Scaricati tra il pattume senza alcuna remora e senza alcuna preoccupazione per quella che avrebbe potuto essere la loro sorte. La barbarie contro gli animali unisce l'Italia, dal profondo Nord di Lodi al profondo Sud di Ragusa. Ma per fortuna in questi casi l'Italia è unita anche dal lieto fine di questa storia che vede protagonisti due vitellini e una capretta. E' la storia di Romeo e Giulietta e della piccola Vegan. Sono due storie che ne fanno una sola. Quella che oggi possiamo per fortuna raccontare con un sorriso.

 

QUI RAGUSA - Romeo e Giulietta sono due vitellini dal musetto simpatico. Sono nati in Sicilia e in quella splendida terra potranno ora davvero crescere. Non sarebbe stato così se fosse stato per il loro ignoto proprietario che, subito dopo la loro nascita, aveva deciso di sbarazzarsene. Nel modo che probabilmente gli era apparso il più comodo e indolore: scaricandoli all'interno di un cassonetto per la raccolta stradale dei rifiuti. L'episodio avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche per i due animali, se non fosse stato per un passante che si è accorto della loro presenza e ha dato l'allarme. Sul posto sono subito intervenuti polizia locale, vigili del fuoco e guardie zoofile dell'Enpa di Ragusa. Tratti in salvo, sono stati affidati temporaneamente ad un’azienda agricola. Ma non era ancora il momento di tirare un sospiro di sollievo. «In casi come questo – ha spiegato Antonio Tringali, coordinatore Enpa per la Sicilia -, la prassi legale prevede che si proceda all’abbattimento. Sarebbe stata una beffa insopportabile». L'intervento di vari soggetti istituzionali ha però permesso di trovare una soluzione. E oggi, a pochi giorni dalla Pasqua, per Romeo e Giulietta è iniziata una nuova vita, affidati alle cure di una fattoria gestita dall’associazione “Filodoro” in contrada Giubiliana. «Non abbiamo salvato due animali soltanto da un pericolo immediato, abbiamo anche evitato che finissero in un mattatoio – ha commentato il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi –. Vogliamo che Romeo e Giulietta diventino il simbolo della nostra battaglia a favore dell’alimentazione vegetariana e vegana, tanto più che proprio in questi giorni centinaia di migliaia di agnelli vengono uccisi in nome di una tradizione anacronistica e crudele».

 

La capretta Vegan con l'ex agnello CharlieLa capretta Vegan con l'ex agnello Charlie
QUI LODI - Una storia non dissimile è quella della capretta Vegan: nel marzo 2008 un pastore e il suo aiutante decisero di gettarla in un cassonetto a Lodi perché non riusciva a stare al passo del resto del gregge. Erano stati gli agenti della polizia locale, allertati da una donna che aveva assistito alla scena, a recuperare l'animaletto e a rintracciare i responsabili dell'atto. I due in un primo tempo avevano cercato di negare, poi hanno provato a sostenere di averla lasciata solo temporaneamente. Alla fine però la verità è venuta a galla. E nei giorni scorsi è stata decisa la definitiva confisca della capretta. Il giudice ha anche inflitto ai due uomini una multa di 2.280 euro ciascuno. Vegan era stata affidata alle cure della Lav, che aveva poi provveduto alla denuncia dei due pastori per maltrattamento e abbandono di animale. «Ora è finalmente libera e al sicuro - spiegano all'associazione -. L'animale ha trovato accoglienza al centro ippico L’Ortica, presso la Cascina Santa Maria Bassa di San Martino in Strada (Lodi), dove tuttora vive liberamente, insieme a Charlie, agnello ormai cresciuto e scampato, anche lui, 10 anni fa dai pranzi pasquali».

 
 
 

Bracconaggio, inquinamento e penuria d'acqua La lontra scompare dai fiumi italiani

Post n°24 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Un esemplare di lontra, animale sempre meno presente nei corsi d'acqua italiani Un esemplare di lontra, animale sempre meno presente nei corsi d'acqua italiani
MILANO - La lontra rischia di scomparire dai nostri fiumi: l'animale, classificato come «in pericolo» nella Lista rossa nazionale delle specie minacciate di estinzione, conta meno di 250 individui sul territorio nazionale. I ceppi più compromessi sono quelli piccoli e isolati, come quelli molisano e calabrese. Motivo per cui il Corpo Forestale dello Stato – in occasione della “Giornata mondiale dell'acqua” – ha promosso un incontro sulla salvaguardia del mustelide.

 

La lontra a rischio scomparsaLa lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa

INQUINAMENTO E INCIDENTI - In Italia, i maggiori fattori di declino sono la distruzione dell'habitat, l'inquinamento e gli incidenti stradali: dalle segnalazioni raccolte sul sito «La lontra» dell'Università di Trieste gli esemplari morti o feriti sono 27 sul totale stimato in 220-260. Il controllo del territorio, perciò, risulta fondamentale: «Il trend positivo nella riproduzione – spiega Livia Mattei, primo dirigente del Corpo Forestale – va incoraggiato. Dall'Italia meridionale, le lontre stanno risalendo verso il centro, in Molise e Abruzzo. Dobbiamo preservarle dal pericolo di essere investite, perché così morirebbero una seconda volta». Altra causa di spopolamento è la scarsa disponibilità di risorse alimentari, dovuta all'instabilità del regime idrico, all'eccessivo sfruttamento dei bacini e alla cattiva gestione della pesca. «Siamo in allerta – conferma la Mattei – dato che i nostri fiumi sono molto degradati e discontinui, mentre il mustelide per diffondersi e colonizzare nuovi territori ha bisogno di muoversi per chilometri». Se i bacini fluviali sono in secca, l'animale riesce a sopravvivere solo in presenza di pozze d'acqua residue, laghi e invasi artificiali. L'insufficienza di acqua è più accentuata in Italia, dove il consumo medio pro capite è superiore alla media europea.

IL BRACCONAGGIO - La lontra è anche vittima del bracconaggio, per la sua naturale conflittualità con la pesca e l'itticoltura: tra il 1963 e il 1973 sono stati uccisi illegalmente circa 660 esemplari, mentre tra il 1999 e il 2008 in Puglia e Basilicata ne sono stati abbattuti 9 malgrado il divieto di caccia. Tra gli agenti inquinanti che incidono di più sulla scomparsa del mammifero si segnalano i pesticidi e i metalli pesanti, assorbiti per via diretta o tramite la catena alimentare. I danni maggiori si riscontrano nell'apparato riproduttivo. Le contromisure? «Il Piano d'azione nazionale per la conservazione della lontra – ricorda la Mattei – ha individuato una serie di interventi per incrementare la popolazione e migliorare l'ecosistema».

PREVENZIONE E RECUPERO - Non solo: il Corpo Forestale, oltre all'azione di monitoraggio e prevenzione dei reati ambientali, è impegnato nel Centro Visita di Caramanico Terme, nel Parco della Majella. Il centro svolge attività di ricerca su mustelidi in cattività, non idonei al ripopolamento. «Studiamo il comportamento del mammifero e raccogliamo informazioni», precisa la Mattei. L'attività divulgativa punta sul coinvolgimento emotivo del pubblico per stimolare maggiore consapevolezza: dall'allestimento museale per i più piccoli, che si immedesimano nei cuccioli di lontra, ai filmati sulla nascita e le cure parentali. La prossima sfida? «Riuscire a recuperare gli esemplari feriti e a reinserirli nel loro habitat», auspica la dirigente del Corpo Forestale. Già, perché se la lontra è in lento recupero, il processo va difeso e incentivato. Complici le “sentinelle” in divisa, pronte a intervenire nelle zone più colpite dall'urbanizzazione e dall'inquinamento.

 
 
 

Lotta dei cani, bandiere Heineken sul ring Assalto al profilo Facebook della nota birra

Post n°23 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Il ring mongolo con gli stendardi dell'HeinekenIl ring mongolo con gli stendardi dell'Heineken
MILANO - La rete non dimentica e non perdona. E per rendersene conto basta dare un’occhiata alla pagina Facebook della Heineken. Il profilo della nota marca di birra è stato letteralmente preso d’assalto nelle ultime ore dagli utenti indignati. E il motivo è un’immagine di un combattimento tra cani, scattata un anno fa, in cui compaiono stendardi con il logo del brand. Come se la Heineken avesse sponsorizzato e appoggiato una pratica così cruenta e considerata illegale in molti paesi del mondo e che solo in Italia, secondo Enpa, provoca la morte di 5.000 esemplari ogni anno.

 

PETIZIONI E BLOG FURIOSI - La fotografia in questione mostra le bestie che si accaniscono una contro l’altra, con il pubblico che le sta a guardare divertito in un’arena improvvisata, all’interno della discoteca Oasis di Ulaanbaatar in Mongolia, paese dove la pratica del dogfighting è molto diffusa. Sullo sfondo gli striscioni verdi con il marchio della birra. E, nonostante l’immagine sia apparsa per la prima volta in rete l’anno scorso, solo negli ultimi giorni ha avuto una propagazione virale. Ispirando petizioni on-line, articoli furenti dei blogger di settore e insulti contro i criminali che sfruttano questi animali per le scommesse, salvo poi farli vivere (e morire) in condizioni terribili. Ma non solo. Furiose lamentele sono piovute anche sul profilo Facebook dei birrai olandesi, accusati di trarre vantaggio e appoggiare una crudeltà simile. La replica? Dalla sede ufficiale di Amsterdam si sono subito dissociati con un comunicato ufficiale. «Siamo sotto shock e dispiaciuti e condanniamo pratiche così cruente nei confronti degli animali».

IL CONTROLLO DEL MERCHANDISING - Poi la precisazione. «Dopo un’indagine abbiamo appurato che il gestore del locale non aveva rimosso gli addobbi della serata promozionale avvenuta il giorno precedente al combattimento». E all’azienda non sono bastate le scuse del proprietario del locale che è stato immediatamente privato della licenza e delle forniture di birra. Dalla Heineken è arrivato anche l’invito agli utenti a segnalare altri episodi simili. «Quella foto è lontanissima dalle nostre politiche aziendali. Abbiamo sempre portato avanti campagne di comunicazione responsabili. Addirittura non sponsorizziamo nemmeno la boxe» dichiara Alfredo Pratolongo di Hieneken Italia. Il problema? «controllare che i distributori cui viene appaltata la gestione del merchandasing facciano rispettare le nostre policies aziendali».

 
 
 

Nuda e in tacchi a spillo uccideva pulcini, conigli e altri piccoli animali, condannata a 4 mesi

Post n°22 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Pulcini (foto Epa)
MILANO – Nei sotterranei del web trova spazio ogni genere di crudeltà e perversione ma il «crush movie» è pratica che è ancora sconosciuta ai più: consiste nell’infliggere crudeltà a piccoli animali fino a provocarne la morte e a caricare on line il filmato di tali atrocità. Il tribunale di Milano (sezione distaccata di Rho) ha condannato oggi - e si tratta del primo pronunciamento di questo genere – una donna protagonista di alcuni di questi video: nuda e in tacchi a spillo uccideva pulcini, conigli e altri piccoli animali. Ne dà notizia l’ufficio stampa della Lav (Lega anti vivisezione) che assistita dall’avvocato Paolo Iosca ha ottenuta la condanna a quattro mesi di reclusione (convertiti in 4.400 euro di multa) della donna, di 40 anni residente a Rho: il fascicolo di inchiesta ha acquisito agli atti i filmati in cui l’imputata, seminuda e indossando solo scarpe con il tacco si divertiva a schiacciare animaletti o insetti e a filmarne poi l’agonia. Le immagini, nel frattempo già rimosse dalla rete, venivano poi caricate su siti specializzati nel cosiddetto «crush fetish».

 

LE INDAGINI - Sono iniziate addirittura nel 2006 quando le associazioni animaliste avevano rintracciato i video sul web e avevano fatto un esposto alla polizia postale. Gli inquirenti sono risaliti alla donna di Rho, madre di tre figli minori, protagonisti dei crush movie. «Le immagini sono vomitevoli, si fatica a reggerne la visione», conferma l’avvocato Iosca. «Finalmente per le vittime di tanta crudeltà – annota invece la Lav – è stato compiuto un paso in avanti per rendere loro giustizia, portando alla ribalta un fenomeno ancora troppo sommerso. Va ricordato che in Italia l’uccisione di animali è un reato punito grazie alla legge 201 del 2010, con la reclusione». Alla donna di Rho, data la sua incensuratezza, è stata concessa la condizionale.

 
 
 

Murava i cani nell'intercapedine della cantina

Post n°21 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Uno dei cani murati vivi nell'intercapedine di una cantina di SarajevoUno dei cani murati vivi nell'intercapedine di una cantina di Sarajevo
MILANO - Anche se sembra impossibile, la storia andava avanti da anni ed erano in molti a Sarajevo, capitale della Bosnia Herzegovina, a conoscerla. Ma nessuno, tranne Jelena Paunovic, ha veramente cercato di fermare questa barbarie. Oggi, finalmente, la sadica responsabile di chissà quante migliaia di uccisioni di cani è stata fermata e arrestata. Il suo nome è Senka Saric e per anni ha raccolto cani randagi dalla strada per infilarli in un’intercapedine muraria della cantina della sua casa nel centro di Sarajevo per poi portarli nella sua casa di campagna dove li massacrava insieme al marito per poi venderne la carne a macellai e ristoranti.

 

APPELLI NEL VUOTO - Per anni Jelena Paunovic ha cercato aiuto dalle istituzioni per bloccare questo scempio ma nessuno è mai intervenuto con la scusa che il luogo dove erano tenuti prigionieri i cani era proprietà privata e, quindi, sarebbe stato necessario un mandato di perquisizione che sembrava impossibile ottenere da parte di un giudice. Tutto quello che la volontaria Jelena è riuscita a fare negli anni era portare a questi cani che aspettavano di diventare carne da macello un po’ di cibo appoggiandolo a delle feritoie nel muro che la Saric aveva scavato per non far soffocare gli animali.

Uno dei cani liberati Uno dei cani liberati
L'INTERVENTO DEI VICINI - Per anni dal palazzo è fuoriuscita una puzza orribile e i vicini non potevano dormire di notte per il guaito disperato degli animali. Eppure nessuno è mai intervenuto. Una volta tanto, però, una storia così orribile ha conosciuto il lieto fine, grazie alla perseveranza della Paunovic, ai suoi appelli e alle sue petizioni in Internet e alla diffusione di questa maledetta storia presso i suoi concittadini. Come? Grazie ai cittadini che hanno circondato la casa dove venivano tenuti prigionieri i cani fino a che la polizia è dovuta intervenire aprendo la porta del condominio, liberando dall’orrore i sei cani prigionieri e arrestando Senka Saric. I poliziotti sono convinti che nella casa, piena di feci e immondizia, ci sia nascosto qualche altro cane e nelle prossime ore si recheranno ancora sul posto per cercarlo e portarlo in salvo.

 
 
 

Quei canili come lager, l'Europa si mobilita

Post n°20 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

MILANO - Avete presente il senso di tristezza e di impotenza che vi prende visitando uno dei tanti canili italiani gestiti da associazioni animaliste, gruppi di volontari, Asl o consorzi comunali? Per quanto si possa provare a trovare consolazione nel fatto che i trovatelli presenti in questi rifugi abbiano un tetto sotto cui ripararsi dalle intemperie, non soffrano la fame, siano controllati dai veterinari e accuditi con professionalità e quasi sempre anche con amore non ci si riesce mai a togliere dalla testa l'idea di quanto possa comunque essere triste per loro trascorrere una parte della propria esistenza - che in alcun casi significa mesi o addirittura anni - dietro alle sbarre di una gabbia. Eppure è davvero nulla rispetto alla realtà delle perreras, i canili municipali spagnoli, che sono veri e propri bracci della morte, dove cani e gatti vengono sipati in condizioni precarie in attesa di adozione o, molto più spesso, di esecuzione. Il tempo per trovare una famiglia disposta ad accoglierli è infatti brevissimo, una decina di giorni o poco più. Dopo di che la legge consente di eliminare il problema alla fonte, ovvero sopprimendo gli animali.

 

LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI - Contro questa pratica è in atto da anni una forte mobilitazione popolare in tutta Europa, dove generalmente le politiche di gestione del randagismo, salvo alcuni casi - vedi gli stermini di massa dei cani di strada praticati in Romania -, sono più rispettose del benessere degli animali. E l'Italia è uno dei Paesi in prima fila in questa campagna. Nei giorni scorsi è stata l'Oipa a farsi carico del problema, incontrando a Bruxelles il rappresentante del commissario europeo John Dalli, per chiedere azioni concrete per la tutela di cani e gatti randagi in tutta l'area comunitaria. Il presidente dell'associazione Massimo Pradella e l'eurodeputato Andrea Zanoni non erano però soli: idealmente, con loro, c'erano anche 112.683 cittadini che hanno firmato una petizione chiedendo l'immediato stop delle esecuzioni nei canili spagnoli. Esecuzioni che avvengono spesso con metodi barbari, dal soffocamento in vere e proprie camere a gas al ricorso a percosse o a farmaci che agiscono sul sistema nervoso. E che, in alcuni casi denunciati dagli animalisti che hanno potuto assistervi o raccogliere testimonianze, hanno sfiorato il pulp, con animali cremati ancora vivi o solo semicoscienti.

MA LA UE TENTENNA - I membri dello staff di Dalli hanno spiegato di essere a conoscenza del problema e di ricevere molte pressioni da cittadini e politici delle varie nazioni. Ma al tempo stesso hanno dovuto ammettere che la Ue ha ancora le mani legate, perché per quanto il Trattato di Lisbona accenda i riflettori sull'esigenza di tutelare gli animali in quanto esseri senzienti, non ci sono ancora leggi applicative che vadano oltre il principio generale e che consentano di intervenire sulle legislazioni nazionali. Tuttavia è stato ribadito l'impegno a fare fonte al più presto a questa lacuna. La petizione italiana è stata affiancata da altre tre presentate da gruppi tedeschi, finlandesi e spagnoli. «E' necessario continuare a fare pressione affinché lo sdegno dei cittadini europei venga ascoltato - ha commentato Massimo Pradella -. Azioni vergognose e indegne di una società civile, come il trattamento riservato ai randagi in Spagna e Romania, devono essere portate sul tavolo di chi ha il potere di porvi fine».

I VIAGGI DELLA SPERANZA - Nel frattempo però c'è chi non resta alla finestra. Diverse associazioni italiane si prendono in carico i cani delle perreras e li portano in Italia per farli adottare. Veri e propri viaggi della speranza, che spesso hanno un epilogo a lieto fine. Ma il lavoro è immane, perché per quanti animali si possano portare nel nostro Paese, dove peraltro sono già molti i trovatelli in attesa di adozione, sono tanti quelli che ogni giorno dovrebbero essere riscattati. Va da sè che quelli che riescono a salvarsi siano solo una minoranza, piccole gocce in mezzo ad un mare di abbandono, di violenze e sopraffazione. Per questo motivo è indispensabile un'azione di tipo istituzionale. «L’intervento dell’Ue nei confronti degli Stati membri che quotidianamente sopprimono migliaia di randagi - dice ancora Pradella - dovrebbe essere tempestivo, perché nei prossimi due anni verranno uccisi e maltrattati ancora moltissimi animali. Tuttavia accogliamo positivamente l’apertura della Commissione Europea e ci auguriamo che ora dia effettivamente seguito alle pressanti richieste dei cittadini».

 
 
 

Australia sotto choc per la foto dei koala morti

Post n°19 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Un koala ucciso da un'auto su una strada australianaUn koala ucciso da un'auto su una strada australiana
MILANO - La foto dei koala senza vita sciocca la comunità australiana. È l'animale simbolo del Paese e dopo una lunga campagna promossa dai suoi sostenitori lo scorso mese è stato inserito in una lista di specie protette dal governo federale. Tuttavia la strage dei marsupiali non si arresta. Lo racconta un reportage del National Geographic che nel numero di maggio rivela come in Nuovo Galles del sud e Queensland la popolazione dei koala si sia ridotta fra il 30 e il 40% negli ultimi vent'anni. Per rendere ancora più efficace la denuncia, il celebremagazine ha pubblicato un'immagine, scattata in una clinica del Queensland, nella quale si vedono una dozzina di koala privi di vita stesi su un grande telo blu.

 

CARNEFICINA - Tutti gli animali presenti nella foto sono morti dopo essere stati investiti da auto o dopo essere stati sbranati da cani. Sono stati gli stessi veterinari della clinica a proporre al fotografo Joel Sartore di raccontare questa quotidiana strage attraverso un'immagine cruda ed eloquente. Lo scopo è far conoscere anche a chi vive fuori dai confini australiani quest’inutile mattanza. A commuovere i lettori è soprattutto la presenza nella foto di cuccioli di koala senza vita, stretti tra le braccia delle loro mamme: «Vedere questi piccoli morti abbracciati alle loro genitrici è stato davvero deprimente», ha spiegato all'australiano Herald Sun l'autore dello scatto. «In questi giorni ne ho visti tanti morire così. Li ho guardati mentre spiravano sul tavolo operatorio. È stato davvero triste. Questi che compaiono nella foto sono quelli morti in una sola settimana».

NUOVE MISURE - La vera causa di questa carneficina, affermano gli animalisti, è la nuova espansione urbanistica e l'irresponsabilità dei costruttori che non si fanno scrupoli a cementificare intere zone di campagna che fino a ieri erano l'habitat naturale dei marsupiali. Lo scorso 30 aprile il ministro dell'Ambiente Tony Burke, sotto la pressione delle associazioni animaliste, ha dichiarato i koala animali «vulnerabili» e ha promosso una campagna di sensibilizzazione nell'intero Paese. Adesso i difensori dei koala sperano che severe norme siano adottate per frenare la mattanza: «Il koala è l'animale simbolo dell'Australia», ha dichiarato il ministro Burke. «Occupa un ruolo speciale nella nostra comunità. I nostri concittadini vogliono che l'esistenza di questa specie sia assicurata e desiderano che i koala siano protetti per le future generazioni».

 
 
 

Cane e gatto in vacanza con noi Sul web l'estate a quattro zampe

Post n°18 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Uno scorcio del portale «Vacanze a 4 zampe»Uno scorcio del portale «Vacanze a 4 zampe»
MILANO - Hotel, ristoranti, bar campeggi e spiagge animal friendly. Tutti gli indirizzi e i servizi offerti ai proprietari di animali domestici sono ora a disposizione dei turisti grazie al sito www.vacanzea4zampe.info. Il portale, presentato a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale, e dalla deputata del Pdl Michela Brambilla, fondatrice della Federazione italiana Associazione diritti animali e ambiente, raccoglie in un data-base tutte le informazioni che consentono a proprietari e animali domestici di trascorrere insieme i periodi di vacanza.

 

AGGIORNAMENTO CONTINUO - Luoghi, strutture, servizi: chi parte sa dove soggiornare senza privarsi della compagnia del gatto o del cane. L'aggiornamento del sito, realizzato in collaborazione con l'Anci e gli esercenti, è continuo. Chiunque può comunicare di essersi «messo in regola» e chiedere di essere inserito. Gli utenti, poi, possono esercitare un controllo diretto, segnalando disservizi ma anche punti di merito. L'iniziativa vuol prevenire il randagismo, sostenere i proprietari di animali domestici (22 milioni in Italia), in qualche modo aiutare anche lo sviluppo del turismo.

Michela Vittoria Brambilla e il sottosegretario  Adelfio Elio Cardinale Michela Vittoria Brambilla e il sottosegretario Adelfio Elio Cardinale
«LOTTA AL RANDAGISMO» - «È un primo passo, importante, per combattere la piaga del randagismo. Ed è un atto culturale per il riconoscimento dei diritti degli animali», spiega a tal proposito Cardinale. «Ma è anche un'iniziativa che aiuta la crescita. Dove c'è meno randagismo, c'è più sostenibilità economica e civile e maggiore sviluppo. Lo dico io che sono siciliano». Lampedusa, in effetti, è quasi un caso simbolo: nella bellissima isola siciliana c'è il più alto numero di randagi per area geografica. Ma è l'Italia intera a dovere fare i conti, dicono le stime, con 600mila-700mila cani abbandonati sulle strade. Rimuovere l'alibi, di chi partendo per le vacanze si sbarazza del cane, è il primo passo per combattere il randagismo.

 

UNA SCELTA CHE PAGA - Michela Brambilla condivide in pieno. «Occuparsi di animali significa occuparsi delle persone», osserva la deputata, tra le più attive sul fronte dei diritti animali. Da ex ministro del turismo, può testimoniare l'importanza di gestire una struttura turistica accogliente anche per cani e gatti. «I dati parlano chiaro: chi è in grado di accogliere anche gli animali domestici, fa il tutto esaurito o quasi», spiega Brambilla mostrando ai giornalisti l'adesivo di «vacanzea4zampe». Potranno esporlo solo le strutture accoglienti e ritrae un cane e un gatto mentre sorseggiano una bibita, sotto l'ombrellone. Anche per loro, per una volta, un posto al sole

 
 
 

Rush finale contro Green Hill e la vivisezione

Post n°17 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Un momento della  mobilitazione a Brescia (Fotogramma)Un momento della mobilitazione a Brescia (Fotogramma)
MILANO - Mercoledì una mobilitazione in quaranta città italiane, tra cui Milano, Roma e Brescia. E tra un mese una nuova manifestazione nazionale. Obiettivo: dire basta a Green Hill, l'allevamento di Montichiari diventato tristemente famoso per essere una «fabbrica» di beagle destinati ai laboratori di ricerca; e dire basta anche alla vivisezione nel suo complesso, considerata una pratica di ricerca ormai superata e non efficace per la sperimentazione di medicinali destinati all'uso umano. Il nuovo appuntamento è promosso dal Coordinamento antispecista del Lazio e da Occupy Green Hill.

 

SUPERARE LA VIVISEZIONE - «Quello che è accaduto il 28 aprile, con la liberazione di oltre 70 cani da Green Hill - si legge in una nota delle associazioni che fanno parte del coordinamento - è il sintomo che la chiusura di questo lager non è più demandabile e che occorre iniziare subito un percorso che porti presto l' Italia a considerare la vivisezione solo un brutto ricordo di un passato nero, e non il presente della ricerca». «Per questo - dice ancora il comunicato - manifesteremo a Roma, per dare un messaggio chiaro e forte alle istituzioni, che serve a cambiare le cose ora. Cercheremo di organizzare mezzi di trasporto da ogni città per portare a Roma il 16 giugno un oceano di gente, che faccia capire ai nostri politici che vogliamo l'inizio di un nuovo corso e la fine di barbarie che non possono essere accettate da una società che si vuole definire civile».

 

(Fotogramma)(Fotogramma)
LA BATTAGLIA FINALE - Tra le città in cui si è manifestato mercoledì c'è anche Berlino, dove un presidio ha trovato spazio in Alexander Platz. Non è un caso che la mobilitazione si sia svolta il 16 maggio: era infatti il termine ultimo per la presentazione alla XIV Commissione del Senato degli emendamenti alla legge comunitaria del 2011. L'inizio del voto è previsto per giugno; se la norma non verrà modificata potrebbe portare alla chiusura di Green Hill. In caso di approvazione l'azienda ha già annunciato un ricorso all'Unione europea. La manifestazione nazionale servirà anche per sottolineare la volontà popolare di un cambiamento di rotta in materia di vivivsezione.

 

LE NUOVE NORME - «Dalle piazze ai palazzi della politica: quella di mercoledì è stata veramente l'ultima chiamata sul caso Green Hill - ha commentato la deputata ed ex ministro, Michela Vittoria Brambilla, una delle attiviste in prima fila in questa campagna -. E confido che i colleghi senatori ascolteranno la richiesta arrivata con tanta chiarezza dai cittadini». Ma qual è la richiesta del mondo animalista? «Che venga approvato il testo dell'articolo 14 della legge comunitaria 2011 così com'è uscito dalla Camera - spiega la parlamentare - cioè con modifiche restrittive rispetto alla direttiva europea 2010/63 sull'uso di animali per scopi scientifici. Tra le modifiche c'è anche la norma che ho scritto, che prevede il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati ai laboratori (la cosiddetta norma anti-Green Hill) e l'obbligo di ricorrere all'anestesia durante gli esperimenti».

 
 
 

Botte e sevizie ai cavalli per farli trottare meglio

Post n°16 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Le immagini delle sevizie

Per far acquisire loro un’andatura più elegante e spettacolare, da mostrare nelle competizioni equestri, durante gli addestramenti erano torturati con congegni elettrici e picchiati con grandi bastoni di legno. Un video choc trasmesso dalla Abc nel programma televisivo «Nightline» e girato in incognito da un membro della Human Society, la più grande organizzazione statunitense a difesa degli animali, ha raccontato le sevizie e gli abusi perpetrati su alcuni Tennessee Walking Horse, razza equina molto famosa in America. Sott'accusa sono finiti Jackie McConnell, considerato uno dei più importanti addestratori di cavalli negli Usa e tutto il suo staff, incriminati per aver violato alcune norme a difesa degli animali come l’Horse Protection Act.

LE SEVIZIE - Nel video si vede McConnell che con profonda crudeltà utilizza un grande bastone di legno per picchiare i cavalli e poi utilizza congegni elettrici per insegnare agli animali a effettuare l'high-stepping, un particolare passo, molto apprezzato dai giudici delle competizioni equestri, nel quale l'animale tiene le zampe molto alte. Per rendere ancora più efficaci e spettacolari i loro movimenti sulle caviglie dei cavalli sono applicate sostanze chimiche corrosive che provocano un dolore intenso, ma permettono agli equini di sollevare le zampe sempre più in alto: "Troppo spesso si deve barare per vincere le competizioni equestri" ha dichiarato alla Abc Keith Dane della Humane Society of the United States

COMMENTI - McConnell, raggiunto da un reporter del network americano, non ha rilasciato dichiarazioni e non ha nemmeno voluto chiedere scusa per le sevizie protratte sugli animali. L'addestratore è stato incriminato da una giuria federale e secondo quanto ha dichiarato uno dei suoi avvocati dovrebbe dichiararsi colpevole delle accuse mosse contro di lui. I principali organizzatori delle competizioni equestri nelle quali gareggiano i Tennessee Walking Horse hanno rilevato che tali brutalità sono davvero rare e che alla fine non è detto che servano a far vincere le gare. Quello che è certo è che il valore economico dei cavalli che si aggiudicano queste competizioni aumenta vertiginosamente: "Non c'è bisogno di barare per vincere - sostiene Steve Mullins, membro del gruppo Show, incaricato di supervisionare gli animali prima degli eventi più importanti - Non è necessaria questa spazzatura per primeggiare nelle gare. E noi siamo terribilmente contro questa roba"

 
 
 

Centinaia di gufi abbandonati in Gran Bretagna Adottati per il successo di Harry Potter

Post n°15 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Harry Potter con la sua civetta EdvigeHarry Potter con la sua civetta Edvige
MILANO - Li hanno voluti sulla scia del successo di Harry Potter e poi li hanno lasciati liberi perché non li volevano più. È emergenza in Gran Bretagna dove centinaia di gufi sono stati abbandonati dai loro padroni. Risultato, ora i volatili rischiano di morire di fame perché non sono abituati a procacciarsi il cibo da soli. E i rifugi non riescono a far fronte al problema.

 

DUE CIVETTE SUL COMODINO -Ora che la saga è conclusa - e la moda di avere un gufetto (o una civetta, come Edvige la fedele messaggera di Harry Potter) per animale domestico è passata - la fatica di stare dietro agli uccelli ha preso il sopravvento e gli animali vengono liberati nelle campagne. Riporta il Daily Mirror che all’Owlcentre di Corwen, nel Nord del Galles, prima dell’uscita dei film si contavano appena sei gufi. Ora ce ne sono cento. Senza considerare tutti quelli che vengono liberati in campagna, spesso malati. Il gufo, infatti, ha bisogno di spazio a sufficienza per sbattere le ali almeno cinque volte prima di riposarsi sul trespolo dopo il volo, altrimenti rischia un’infezione toracica. Ma gli esperti del centro si sono imbattuti in una signora che ne costringeva ben due a vivere sul suo comodino, in camera da letto. «So che non è colpa di JK Rowling - spiegano all'Owlcentre - ma la gente non ha riflettuto abbastanza prima di comprare un gufo». Anzi l'autrice ha lanciato un appello affinché i suoi fan non seguano questa moda. E se in Gran Bretagna non è illegale detenere un gufo, liberare quelli domestici è un reato punito con un’ammenda di 5 mila sterline e fino a 9 mesi di carcere.

I PRECEDENTI - Non è la prima volta che si verificano fenomeni simili: centinaia di bambini chiesero ai genitori una tartaruga in dono, per il successo dei Ninja. Stessa cosa è capitata dopo il cartone Alla ricerca di Nemo, con un boom di acquisti dei pesci pagliaccio. E ancora, nei giorni seguenti all'uscita del film con Richard Gere, Hachiko a Dog’s Story, vennero registrate migliaia di adozioni di cani razza Akita Inu che non sono adatti al clima europeo ed alla vita da appartamento. Per non parlare dei poveri Dalmata: passata la moda di Crudelia Demon, la «Carica dei 101» è finita purtroppo nei rifugi per cani abbandonati.

 
 
 

I gorilla congolesi sotto assedio dell'esercito

Post n°14 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

MILANO - I gorilla del parco nazionale di Virunga bombardati dall'esercito africano. Nell'ultimo conflitto armato che insanguina la Repubblica Democratica del Congo e che vede di fronte le milizie regolari della Fardc (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo) e il gruppo ribelle M23 (Movimento 23 marzo) potrebbero non esserci solo vittime umane. Le truppe ammutinate si sono rifugiate da circa due settimane nella celebre foresta pluviale che ospita circa un quarto dei gorilla di montagna presenti sull'intero pianeta. I gorilla sarebbero finiti sotto il tiro dei mortai e delle cannonate dell'esercito regolare che tenta di sconfiggere le truppe ribelli

 

SCONTRI - Come racconta un reportage pubblicato dall'Independent sulla Terra il gorilla di montagna è una specie ad elevatissimo rischio di estinzione. Ne sono sono rimasti solo 800 esemplari e circa 210 vivono nel parco nazionale di Virunga, dichiarato dall'Unesco nel 1979 Patrimonio dell'Umanità. La foresta pluviale sarebbe stata invasa lo scorso otto maggio dall'esercito ribelle che avrebbe creato una base operativa a Runyoni, altura strategica nel territorio di Rutshuru, vicino al confine con l'Uganda. Il giorno successivo le truppe ribelli, guidate dall'ex generale delle Fardc Bosco Ntaganda, soprannominato Terminator e ricercato dalla Corte Penale Internazionale dell'Aia per crimini contro l'umanità commessi nel territorio africano dal 2006, avrebbero ucciso un ranger del parco e due soldati dell'esercito regolare. Secondo quanto ha raccontato il colonnello Vianney Kazarama, portavoce di M23, l'esercito congolese sabato scorso avrebbe bombordato la zona vicino a Bukima, settore dove ci sarebbe una delle basi dei ribelli e dove vivrebbero diversi gorilla di montagna: "La Fardc ci ha attaccato con elicotteri e sei carri armati" ha confessato Kazarama.

CONSERVAZIONE - Emmanuel de Mérode, direttore del parco nazionale, dichiara che tre zone su cinque del parco sono state evacuate e almeno 100 gorilla non possono più essere monitorati costantemente e sono esposti al fuoco dei belligeranti. Naturalmente il conflitto ha dato un colpo mortale al turismo: "La presenza del parco è il motivo principale per cui i turisti vengono nella Repubblica Democratica del Congo e fino a che non sono scoppiati gli scontri ne stavano arrivando sempre di più giorno dopo giorno. Il turismo è l'industria che ha conosciuto la più grande crescita tra tutti i settori economici nella provincia del Kivu Nord". Non è la prima volta che il parco diventa un teatro di guerra. Tra il 2007 e il 2008 i guerriglieri del gruppo CNDP occuparono la foresta pluviale e si scontrarono con l'esercito regolare per diversi mesi. Alla fine ben nove gorilla furono uccisi. Nonostante le difficoltà odierne e passate negli ultimi 20 anni, grazie a uno speciale programma di conservazione, la popolazione dei gorilla di montagna che vivono nel parco nazionale di Virunga è più che raddoppiata

 
 
 

Salvati dal macello, rischiano di ritornarci

Post n°13 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro


Sing Song, trotter di colore baio, sarebbe dovuto diventare un campione e far guadagnare un sacco di soldi ai padroni. Ma dopo avere cercato di sfruttarlo a dovere, gli umani si sono accorti che il carattere di questo «quattro zampe» era molto indipendente, orgoglioso e ribelle a ogni diktat. Così un giorno hanno sentenziato: «Non corri? Allora andrai al macello, sarai un campione di bistecche». Lo hanno salvato per un soffio i volontari di Ippoasi e lo hanno portato nella loro riserva, a Marina di Pisa, tre ettari e mezzo alla foce dell’Arno.

 

 

LE STORIE - Povero cavallino: all’inizio era diffidente, scontroso, persino aggressivo. «Adesso è diventato un tesoro. E’ libero e felice», racconta Egon Botteghi presidentessa di Ippoasi, onlus nata per salvare gli animali da macellazione. Di storie come quella di Sing Song ce ne sono molte nella felice fattoria toscana e per ogni animale, una settantina per ora, hanno un diario. Come le mucche Terra e Luna, per anni legate e imprigionate in una stalla senza mai vedere il sole; oppure il pony Liu che aveva rifiutato di diventare il giocattolo di un bambino viziato. Come non ricordare poi le storie strappalacrime degli asini Abramo e Cagliostro (anche loro condannati alla morte), dell’anatra Ugo che si è salvata miracolosamente dall’alluvione della Lunigiana, delle capre Rachele e Giulia, dei cani beagle da laboratorio Pompadour e Trombino.

 

 

L'APPELLO - Storie a liete fine. Fino ad oggi. Perché adesso il centro, dove ogni giorno arrivano le scolaresche per capire la meraviglia degli animai allevati allo stato brado e non trasformati in schiavi rischia lo sfratto e i settanta animali il macello. «Se entro il 30 giugno non troveremo una nuova sistemazione – conferma Egon Botteghi – il nostro rifugio dovrà essere smantellato e gli animali rischiano di essere sacrificati. Abbiamo chiesto aiuto al Parco naturale di Migliarino San Rossore, al Comune e alla Regione. Far morire così la nostra associazione, tra le pochissime in Italia, sarebbe un gravissimo errore. E non solo per gli animali ma per il ruolo sociale che svolgiamo. Oltre alle visite delle scolaresche collaboriamo a molti progetti sociali per anziani, diversamente abili e per il recupero di tossicodipendenti».

 

LE PROMESSE - Qualcosa si sta muovendo per fortuna. La Regione ha promesso un suo interessamento diretto per salvare Ippoasi e trasferirla nel Parco di San Rossore-Migliarino-Massaciuccoli. Devono essere risolti problemi burocratici, ma la speranza c’è anche se il tempo dello sfratto si avvicina. E anche gli animali sembrano aver capito qualcosa. Sono inquieti, come Lorenzo l’agnellino strappato al banchetto di Pasqua 2012. «Una notte abbiamo sentito i suoi belati disperati: qualcuno lo aveva messo nel pollaio dell’Ippoasi. – raccontano i volontari del centro - Lì è rimasto una settimana, il tempo di appurare che fosse in grado di nutrirsi da solo e che fosse sano, poi è stato liberato nel grande recinto, vicino al gregge delle capre. Oggi ha anche un amico: il montoncino Peter un altro degli animali salvati».

 
 
 

Lac sequestra 72 cuccioli cane provenienti da Ungheria

Post n°12 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

(ANSA) - PADOVA, 17 MAG - Le guardie zoofile della Lac (Lega Abolizione Caccia) hanno sequestrato in provincia di Padova 72 cuccioli di cane di razze diverse, molti dei quali di eta' inferiore ai tre mesi, assetati e disidratati, trasportati da un camion che veniva dal sud dell'Ungheria.

I cuccioli, provenienti da due allevamenti, sono rottweiler, chiwawa, golden retriever, cocker, bulldog, barboncini, maltesi, labrador e bassotti. Il camion era stato fermato dalla polizia municipale a Piacenza d'Adige (Padova). L'ipotesi di reato per il conducente del camion e' maltrattamento di animali.

 
 
 

Alvignano, i carabinieri sequestrano un canile lager

Post n°11 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Nel corso di un blitz condotto dalla Stazione dei Carabinieri di Alvignano, nell’ambito di una serie di servizi predisposti dalla Compagnia di Piedimonte Matese, è stato scoperto un vero e proprio “lager” dove erano stati rinchiusi una decina di cani di provenienza sconosciuta e in prevalenza di razza meticcia, tutti in stato di denutrizione e tenuti in gravi condizioni igienico sanitarie. Il proprietario del caseggiato, trasformato in una sorta di prigione per i poveri animali, 50enne del luogo, dovrà ora rispondere di omessa custodia, malgoverno e maltrattamento di animali, reati per i quali è stata inviata una informativa alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Nella circostanza i militari, che si sono trovati davanti ad una scena assolutamente raccapricciante, hanno anche rinvenuto la carcassa di un cane in avanzato stato di decomposizione, morto verosimilmente per la mancanza di cibo e acqua. Inoltre altri dieci cani, regolarmente iscritti dal proprietario all’anagrafe canina, risultavano essere spariti nel nulla, e lo stesso proprietario interpellato in merito non ha saputo dare alcuna valida spiegazione. Così i Carabinieri hanno fatto intervenire anche l’Unità Operativa Veterinaria dell’A.S.L. che si occuperà delle successive incombenze. Nelle ultime 72 ore, salgono a quattro gli arresti, oltre venti le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria e numerosi anche i sequestri eseguiti durante le operazioni predisposte dai Carabinieri per contrastare reati di ogni genere, tra i comuni di Piedimonte Matese, Gioia Sannitica, Alvignano, Dragoni, Alife, Ailano, Prata, Capriati e San Gregorio Matese.

 
 
 

Strage di elefanti in Congo, 22 animali uccisi a fucilate

Post n°10 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Si tratta di una vera strage di elefanti: in Congo 22 animali sono stati uccisi a fucilate dai bracconieri, i quali hanno agito tramite un elicottero per massacrare gli elefanti. La strage è stata compiuta nel Parco Nazionale di Garamba, uno dei parchi naturali che fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. Il tutto semplicemente per alimentare il commercio di contrabbando, che ormai sta raggiungendo livelli davvero elevati. Vengono vendute zanne e genitali, proprio le parti del corpo che i bracconieri hanno estratto dagli animali, dopo aver compiuto la strage.

 
 
 

Green Hill, a Roma la sfida finale contro la vivisezione

Post n°9 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Si protesta ancora contro Green Hill e contro la vivisezione. L’obiettivo della prossima manifestazione nazionale, che si svolgerà tra un mese a Roma, è quello di dire ancora una volta basta alle pratiche crudeli contro gli animali, che vengono considerate pratiche ormai superate e non efficaci. Per questo, ancora una volta, il Coordinamento antispecista del Lazio, in collaborazione con Occupy Green Hill, ha deciso di preparare una nuova manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma tra un mese, dopo le manifestazioni dello scorso mercoledì, che si sono svolte in quaranta diverse città italiane.

 
 
 

Europei 2012, continua la protesta contro la strage di cani in Ucraina

Post n°8 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Europei 2012 ancora nel mirino: la strage di cani randagi in Ucraina che si sta facendo nel paese pensando così di ripulirlo in occasione dell’evento calcistico non smette di far discutere. Il Governo locale fa di tutto per evitare l’argomento, minimizzando e dicendo che la realtà è ben diversa. In realtà, però, il massacro di cani e di gatti è sotto gli occhi di molto e viene costantemente denunciato da molteplici associazioni, dall’Enpa alla Lav fino all’Oipa. E’ grazie a loro, infatti, che sappiamo quanto sia stato “surreale” l’incontro avvenuto con i rappresentanti dell’ambasciata dell’Ucraina.

 
 
 

Arrestato perché guidava ubriaco con una zebra e un pappagallo

Post n°7 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Jerald Reiter è stato arrestato per maltrattamento sugli  e guida in stato di ebbrezza.

È stato trovato ubriaco alla guida con una zebra e un pappagallo seduti accanto a lui. Un passante che aveva osservato tutta la scena ha chiamato la polizia che lo ha bloccato proprio nel parcheggio del locale dove stava per entrare a cenare.

I due animali, ha spiegato l’uomo, sono sempre con lui, anche in casa e lo accompagnano spesso nei suoi spostamenti e come se non bastasse, ha sottolineato che non è la prima volta che cenano con lui nel pub in questione.

Ma la versione di Jerald non ha convinto i poliziotti che gli hanno effettuato un alcol test, dov’è risultato positivo e il proprietario del ristorante ha smentito, dicendo che i suoi animali non sono mai entrati nel bar.



 
 
 

Fermati in autostrada con 400 cuccioli

Post n°6 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Trecentonovantanove cuccioli di razza, dai 2 ai 2 mesi e mezzo di vita, destinati al mercato nero degli animali, sono stati intercettati, ieri all’alba, a bordo di due furgoni che transitavano lungo l’autostrada A4. Cuccioli estremamente debilitati, non solo per la fame e la disidratazione, ma anche a causa di sostanze dopanti. Fino alla tarda mattinata ne sono morti almeno sette.

 
 
 

Cani maltrattati in allevamento A Caravaggio condannata titolare

Post n°5 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Maltrattamento di animali, truffa, deposito e smaltimento non autorizzato di rifiuti pericolosi. Queste sono le accuse per le quali la titolare di un allevamento fino all'anno scorso in attivita A Caravaggio ha patteggiato una pena di 8 mesi di reclusione e 900 euro di multa. 

Nel suo allevamento canino, la fuardia forestale e l'Enpa, nella primavera del 2011, avevano trovato, in ambienti non ritenuti salubri, cani malnutriti e in cattivo stato di salute. L'allevamento era vicino le abitazioni ed erano stati proprio i vicini a sollevare il caso. 

Attraverso un'esposto all'Asl avevano denunciato puzze e rumori provenienti dall'allevamento e ritenute particolarmente molesti a causa del gran numero degli animali allevati: basta dire che Guardia Forestale e Enpa, nei loro controlli, avevano accertato in via alle Volte la presenza di 126 cani e 829 cuccioli oltre a 20 capre e un cavallo.

Il primo controllo dell'Asl di Treviglio risale al novembre del 2008 al quale poi era seguito, in dicembre, un controllo da parte dell'ufficio tecnico del comune. Risale invece all'ottobre 2009 una nota dell'Asl di Bergamo che giudicava l'allevamento insalubre dal momento che era distante dalle abitazioni solo circa 20 m e non almeno 100 come previsto dal regolamento d'igiene. 

 
 
 

Taglia le ali al pappagallo, rinviato a giudizio per maltrattamento animali

Post n°4 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

I fatti risalgono al mese di febbraio 2011, quando le guardie zoofile dell' E.N.P.A. nel corso di controlli effettuati presso il mercato domenicale di Portaportese, sorpresero un uomo di 56 anni, originario della provincia di Napoli, mentre chiedeva l'elemosina con un pappagallino ondulato.

Il povero animale era portato in giro sopra uno scrigno di legno al fine di attrarre l'attenzione dei numerosissimi frequentatori dello storico mercato capitolino. Gli agenti dell'E.N.P.A. sequestrarono l'uccello e per il suo detentore scattò la sanzione, in quanto la pratica dell'accantonaggio con sfruttamento di animali è vietata. 

Successivamente, il pappagallino venne sottoposto ad un controllo veterinario durante il quale emerse una realtà ancora più triste e crudele; le piume remigranti erano state tagliate per impedire all'uccello di spiccare il volo. A fronte di questa triste scoperta, le guardie zoofile dell'E.N.P.A. denunciarono l'uomo all'autorità giudiziaria per maltrattamento di animali. 

 

 
 
 

Commercio clandestino di animali via posta

Post n°3 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

E' un vero e prorio allarme quello che coinvolge il commercio clandestino di animali in Italia. Contrariamente a quanto si possa pensare, si tratta di una pratica molto diffusa, che riguarda principalmente le tartarughe. Il commercio illegale di tartarughe coinvolge tutta la penisola e viene effettuato semplicemente attraverso internet. Proprio sulla rete è relativamente semplice acquistare tartarughe, ma anche altre specie di animali protette.

 

 
 
 

Origini

Post n°2 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

L'interesse di creare un blog sul maltrattamento degli animali, nasce in noi (A&A) il 27 Giugno 2012, quando passeggiando per le campagne di Castellana specificamente in C.da Montecipolla 27, ci siamo imbattute in qualcosa di talmente raccapricciante che non credevamo ai nostri occhi. Nell'ex ospizio vi è presente una chiamiamola così ''Staccionata'' talmente malridotta che solo lontanamente vi assomigliava e all'interno : il terrore. Una povera cagnolina era obbligata a condividere la sua ''casa'' con il suo amichetto che per colpa del suo padrone era morto per la mancanza di acqua e cibo, per miracolo lei non ha dovuto ricevere una tale pena perchè magrissima non aveva un briciolo di niente da mangiare, ma solo due ciotole stralipanti di fango. I suoi occhi parlavano chiaro nonostante il muso pieno di zecche e il collo sanguinante per le catene, la piccola cagnolina è riuscita a salvarsi grazie alla nostra telefonata ai vigili di Castellana e alle attente cure della protezione animali.

e sì una storia commuovente e con il vostro aiuto diventeranno molte di più.

Lo staff A&A.

 
 
 

:P!

Post n°1 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Eccoci qui tutti insieme per inaugurare il nostro blog contro il maltrattamento degli animali!

P.S. Se avete qualke idea, non esitate a mandarla!

Kiss kiss! Lo staff A&A

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Ninnina45macleanarturoraptorxcristinaromitoventurinocarmelovalguarneragiannigrisu20030bianca28.brgossipcoccinellamicheluccio.53demonio66PerlaViolaKmetalvetro.sasEngy.thebestmah.bo
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
Template creato da STELLINACADENTE20