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Funambola

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Qualcosa di me

Post n°92 pubblicato il 31 Agosto 2007 da Gioiasole

Il tizio a cui ho stretto la mano oggi, non deve avermi dato una mano vera da stringere. Era un qualcosa di più vicino ad un guanto di gomma, molle e inerme. E mentre mi tuffavo, in avanti quasi, con la mia stretta che voleva essere energica, forte - la mia stretta di sempre - mi sono sentita come un naufrago a cui avessero mollato un salvagente sgonfio. Per un attimo mi sono sentita appesa al nulla, temevo quasi di perdere l’equilibrio. E mi è venuta in mente quella volta, in chiesa – avevo undici anni, più o meno – al momento dello scambio del ‘segno di pace’, quando ho stretto la mano ad un ragazzino nel banco dietro al mio. “Decisa, eh” fu il suo commento sussurrato, tra i nostri “Pace a te”.

Mio padre, quando ero piccola, non era capace di fare il padre. Era sempre troppo preso dai suoi impegni di banca, i suoi amici, i suoi libri. Lo ricordo costantemente immerso nella lettura. Da bambina ero un essere insicuro e timido, silenzioso. Odiavo essere al centro dell’attenzione; quando andavamo a casa di altri facevo sempre in modo di confondermi tra le sedie, mi appiccicavo alle pareti della stanza, nell’ingenua speranza di mimetizzarmi più facilmente. Ma morivo dalla voglia di avere un briciolo delle attenzioni di mio padre. Un pomeriggio di fine settembre avevo deciso di far bella figura con lui. Avevo preso il libro d’inglese di mia sorella – di lì a pochi giorni avrei iniziato le medie – ed imparato a recitare a memoria l’alfabeto e a contare fino a one hundred. Un intero pomeriggio da autodidatta. Non vedevo l’ora che lui arrivasse, per fargli vedere com’ero stata brava. Ero fiera di me. Quando lui arrivò, aspettai pazientemente che si cambiasse le scarpe e venisse in soggiorno. “Papà, ho imparato tutto l’alfabeto inglese da sola e so pure contare! Guarda: ei, bi, si, di…” Mi fermò con una mano sulla testa – forse voleva essere anche una carezza – “Non ora, topolino, più tardi”. Non ha mai saputo come ero stata brava a fare tutto da sola. Non era mai il momento giusto. Poi andai alle medie ed allora fu tutto scontato.

Crescendo, ho visto mio padre trasformarsi. Non nel padre che desideravo, ma in un qualcosa di diverso. Forse più vicino ad un fratello o uno zio. Figlio unico, era abituato ad avere le attenzioni familiari concentrate su di sé. Ma, una volta cresciuti, gli dev’essere stato più facile trovare con noi figli un canale di comunicazione più diretto, meno a frangisole. Non con tutti e tre allo stesso modo, ovviamente. Ma immagino che in un certo senso dovesse sentirsi sollevato della nostra accresciuta autonomia. La nuova dimensione del rapporto cambiato, almeno nei miei confronti, mi si mostrò in tutta la sua evidenza quando lasciai il mio primo ragazzo. A quell’epoca ero iscritta al secondo anno di università. Di passaggio per motivi di lavoro, si fermò a trovare me e mia sorella. Mi trovò distesa sul letto, in lacrime. Non mi chiese nulla, né mi disse nulla. Mi invitò semplicemente a fare due passi. Mi comprò anche un paio di scarpe nuove. Al momento di partire, mi diede un bacio sulla fronte e mi disse qualcosa che non avrei più dimenticato. Che i migliori matrimoni sono quelli che non si fanno per forza.

Oggi mio padre è una persona completamente diversa dall’uomo che ho vissuto da bambina. Un inguaribile ottimista che di primo mattino fischietta arie della Boheme o della Traviata. Che accudisce nostra madre – sua moglie - con un amore che non aveva mai mostrato così apertamente. Che prima che io esca per andare al lavoro mi chiede sempre cosa voglio trovare per cena e quando torno mi chiede se è andato tutto bene e se io sto bene. L’uomo che non ha mai mosso un dito in casa in vita sua, ora lava i piatti, cucina, mi stira i pantaloni. Va a fare la spesa e mi compra quella pizza al taglio che mi piace tanto. Ed è ancora quell’uomo che ad ogni mia delusione sentimentale mi ha incoraggiata a non mollare. A credere che, prima o poi, l’amore – quello vero - arriva. Un uomo dalla stretta di mano energica e forte. Decisa.

Commenti al Post:
ilmondodiAle
ilmondodiAle il 01/09/07 alle 00:04 via WEB
Una sretta di mano energica credo sia un segno di stima, di rispetto, di affetto...quando ci si ritrova a stringerne una molliccia, non so perchè, ma mi rimane una sensazione sgradevole...da sempre, malgrado la mia esile corporatura, ho stretto con tale vigore le mani delle persone da suscitare anche qualche sguardo meravigliato....Ho letto con attenzione i tuoi pensieri di figlia. Forse perchè i genitori non li scegliamo, forse perchè non sono mai come veramente li vorremmo, forse perchè esser genitori è il mestiere più complicato...forse perchè i genitori sono spesso lì ad interrogarsi circa le cose da fare, da dire, da dimostrare, forse perchè nel cuore si agitano mille paure...di fatto a volte si sbaglia, ma quel che veramente conta è che poi ti stiano vicino nel momento del bisogno, che sappiano stringerti in un silenzioso abbraccio, che sappiano trasmettere tutto il loro amore attraverso piccoli gesti...tuo padre mi sembra che riesca benissimo...mi ricorda, in alcuni atteggiamenti, il mio papà. Ciao Gioia, ti stringo in un energico abbraccio, Ale:-))
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 01/09/07 alle 20:13 via WEB
In effetti, ho sempre pensato che la stretta di mano sia anche il nostro biglietto da visita. Può dire molto, se la si lascia parlare, della persona che ci sta di fronte... e molto spesso resto delusa da persone, a prima vista interessanti, con una stretta devitalizzata, sfatta. Ci sono quelli che, addiittura, ti porgono appena la punta delle dita. Ben diverso, il nostro caso, come quello dei nostri padri, vedo... Crescendo sono diventata sempre più consapevole di quanto sia difficile essere un buon genitore. C'è una posta in gioco molto alta. Ma mi rendo conto che la cosa più difficile è proprio mettere da parte se stessi, i propri bisogni e desideri. Non tutti ne sono capaci e molti assolvono al proprio compito in maniera inadeguata, non per mancanza di affetto nei confronti dei propri figli, ma semplicemente perchè non ne sono capaci. Ho scritto questo post perchè il cambiamento di mio padre è stato straordinario. Senza di lui, quest'anno già difficile di per sè, sarebbe stato ancora più pesante da affrontare ed è la riprova che le persone possono cambiare, se vogliono. Noi non l'avremmo mai detto, eppure quest'anno mio padre è stato il migliore dei padri e il miglior compagno che chiunque possa desiderare. Grazie per il tuo commento, so cosa significa in questo periodo così importante per te... ti abbraccio forte con l'affetto di sempre, Lu :))
 
mara2003
mara2003 il 01/09/07 alle 01:15 via WEB
ti ho parlato di mio padre, sai l'importanza che ha avuto e che ancora ha per me...non è facile perlare di lui per me, forse perchè non ho l'altra parte delle radici con cui dividere il ricordo... lui non c'era quasi mai a casa eppure ogni mio riferimento al passato, anche quello più lontano, ha lui come principale soggetto...sia per le cose che mi ha insegnato sia per la forza d'animo che riusciva a trasmettermi, il sentirlo vicino, sempre, anche nelle decisioni sbagliate e nei momenti più importanti, quello sguardo fiero, le spalle erette, un gigante, quello della stretta di mano energica e forte, decisa, che trasmetteva sicurezza, sempre e comunque...comne non voler bene a padri come i nostri? un bacio Lu
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 01/09/07 alle 20:21 via WEB
Ho capito subito che tuo padre è stato una figura centrale, grande, nella tua vita. E mi hanno commossa i tuoi occhi, mentre mi parlavi di lui, della vostra quotidianità, di quello che ha fatto per voi. Sono sicura che molto di lui viva nel rapporto che hai con le tue figlie e nell'approccio deciso che hai con la vita. Sembri una donna forte, e lo sei. Però anche tu avresti bisogno di una spalla solida su cui contare. Qualcuno che possa darti quell'appoggio morale che abbia il sapore vivo di una presenza vera. E il mio augurio è che tu possa finalmente dire di qualcuno, con sorpresa genuina, ogni giorno, "ecco, c'è". Un forte abbraccio (un po' commosso, accidenti a me) amica mia. Un bacio, Lu
 
   
mara2003
mara2003 il 01/09/07 alle 22:33 via WEB
mi sa che ci vorrebbe una macumba positiva, una danza della pioggia, un miracolo insomma... Grazie Lu della tua presenza...un bacio grande (modello treno in partenza, ricordi?)
 
     
Gioiasole
Gioiasole il 01/09/07 alle 22:37 via WEB
Chi era quello che diceva che i miracoli accadono tutti i giorni? Ma forse l'ho letto sui baci perugina... Ora che ci penso, una bella fetta di sacher torte non ci starebbe male, eh... magari in loco :)
 
Demian1968
Demian1968 il 01/09/07 alle 14:21 via WEB
Va bè..allora ditelo.....
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 01/09/07 alle 20:27 via WEB
Qui, più spesso di quanto si immagini, c'è la vita vera... e la vita di ogni persona che incontriamo porta sempre in sè un po' di noi. E' inevitabile, Demian e, forse, può anche insegnarci qualcosa. O, ancora, può aiutarci a far venire fuori ciò che di noi ancora non siamo in grado di vedere, ma che c'è. Un forte abbraccio, Gioia
 
Demian1968
Demian1968 il 01/09/07 alle 23:58 via WEB
Forse la verità di molti di noi stà soprattutto qui. Notte ...e quattro...:-)
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 02/09/07 alle 00:11 via WEB
E se tu avessi ragione... Notte...eh no, il tuo è cinque, il mio è sei :)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 02/09/07 alle 19:45 via WEB
grandi padri. qualcuno lo è fin dall'inizio, qualcuno lo diventa. ma perché no? in fondo è un "mestiere" anche quello di genitore. non per tutti è una vocazione.
conosco anche certi tipi di padri che lo sanno essere solo di bimbi piccoli, perché è facile e gratificante, se la pura fatica fisica non spaventa. ma che si squagliano come neve al sole di fronte alle prime difficoltà del giovane adulto che avanza.
non il mio. ho avuto un grande padre anche io.
anche qui .
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 03/09/07 alle 22:44 via WEB
E' vero, non per tutti è una vocazione. Nel mio caso credo di essere stata fortunata, perchè sto godendo i frutti di un cambiamento in positivo, soprattutto in un momento particolarmente difficile della nostra vita. Sono felice che tu abbia voluto condividere con me (con noi) il tuo amore per tuo padre... ho riletto i tuoi post (che già conoscevo) con piacere e commozione. Un grande abbraccio, Lu
 
volpoca0
volpoca0 il 02/09/07 alle 22:28 via WEB
che bella questa cosa che hai raccontato goietta. ti abbraccio. un abbraccio DECISO!
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 03/09/07 alle 22:45 via WEB
Ciao Volpetta... un grande abbraccio deciso anche a te :D
 
multiramengo
multiramengo il 03/09/07 alle 12:57 via WEB
Ho letto questo affettuoso post e un brivido mi è passato lungo la schiena...mio padre...potrei parlare per ore su di lui ma di sicuro annoierei il mio interlocutore...in tutti i casi hai dato un immagine della storia familiare molto bella...
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 03/09/07 alle 22:49 via WEB
...ti aspettavo, lo sai? Non credo affatto che annoieresti nessuno con la tua storia. E anche se frequentato da diverse persone, in fondo questo blog è casa mia e tu puoi scrivere quello che vuoi, sei sempre il benvenuto. A presto, Gioia :)
 
   
multiramengo
multiramengo il 04/09/07 alle 10:15 via WEB
...grazie.....:))....mannaggia a te mi fai diventare rosso e qui tutti mi guardano strano...!!!
 
     
Gioiasole
Gioiasole il 04/09/07 alle 22:03 via WEB
...ehm, credo che qui nessuno guardi nessuno... :))
 
     
multiramengo
multiramengo il 05/09/07 alle 10:32 via WEB
...sciocchina spiritosona...:))....!!!!!
 
Xeinar
Xeinar il 04/09/07 alle 16:46 via WEB
Un po' ti invidio, ma nel senso buono. Sei fortunata.
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 04/09/07 alle 22:05 via WEB
Beh, lo so. Però il mio racconto dimostra che le cose - e le persone - possono cambiare... Un abbraccio a te.
 
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