Creato da iogiocondamisteriosa il 26/09/2007

GIOCONDAMISTERY

la magia e il mistero dell'Anima e di ciò che ci circonda, pezzi di scrittura di altri viandanti che formano il sapere sconosciuto............LASCIO A VOI IL COMPITO DI ANDARE A CERCAE GLI AUTORI, AFFINCHE' ATTRAVERSO LA CURIOSITA' POSSIATE AMPLIARE IL VOSTO SAPERE. AGLI AUTORI CHIEDO VENIA SE NON RIPORTO I LORO SITI....SAREBBE FACILE PER CHI NON SA...FERMARSI AD UN SOLO CONTATTO, PERCIO'......DIVERTIAMOCI AD APPRENDERE, A CERCARE, A RICORDAE...CHI SIAMO E COSA DOBBIAMO FARE!!

 

 

VI HO MAI DETTO CHE.......

Post n°48 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da iogiocondamisteriosa

NONOSTANTE LA PASSIONE PER IL MISTERO...SONO UNA PERSONA NORMALE

 ED AMO LE CANZONI DOLCI MA ANCHE IL RITMO...BALLERECCIO...COSI' OGGI,

PER DARVI IL TEMPO DI LEGGERE I POST INSERISCO SOLO MUSICA...

E PERCHE' NO, IL SUONO E' IL CREATORE DI TUTTO...

E ALLORA ECCOVI IL MIO CANTANTE PREFERITO......A VOI DEDICO L'ASCOLTO

  PRIMA APRIAMO IL CUORE E ...LA MENTE...

E ADESSO SCATENIAMOCI NEL BALLO.......

  DOLCE...SUGAR FINE SETTIMANA A TUTTI !!!!!!!

 
 
 

immagine.......

Post n°47 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

di tenerezza.......

 
 
 

MARIO PINCHERLE.....

Post n°46 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

Gli Archetipi fondamentali, lo Zed, il Contatto dell'uomo con Dio. Le emozioni provate esplorando la camera del Re nella Grande Piramide e scoprendo le energie dei Monti Sibillini…
Al nome di Mario Pincherle sono legate scoperte come lo Zed (la torre di Osiride), il sistema di "legni corti" con cui fu eretta la Grande Piramide e traduzioni di testi antichi come il 5° Vangelo, il Sfr Isiré di Abramo e i libri di Enoch. Da più di venti anni Mario Pincherle, ingegnere, archeologo e paleotecnologo, scrive libri in cui illustra le scoperte da lui fatte sulla realtà storica dell'uomo e sulla figura di Cristo.
Lasciamo parlare direttamente il ricercatore, incontrato nel suo appartamento nei pressi di Pisa.

Perché ha iniziato ad interessarsi del passato dell'uomo?

È stato dopo il mio primo viaggio in Egitto. In quell'occasione entrai nella Grande Piramide e improvvisamente piansi; provai una nostalgia simile a quella che si prova quando si torna nella casa in cui si è vissuto da bambini. Al mio rientro mi posi delle domande su come fosse stato possibile edificare un monumento tanto particolare. Da lì ho cominciato a studiare le antiche tecniche costruttive e gli archetipi fondamentali. Quest'ultimo compito mi è stato facilitato dal lavoro di Jung, che già ne aveva scoperti sette. il contributo di Jung era però incompleto ed io l'ho potuto concludere soltanto grazie al libro di Abramo: il Sfr Isiré.

Cosa sono gli archetipi fondamentali?

Lo spazio è diviso in sei dimensioni, che unite diventano tre.
Il tempo è diviso in due dimensioni (futuro e passato), che unite diventano una.
Allo stesso modo l'uomo e l'Universo sono fatti di 22 archetipi, ma soltanto tre sono quelli morali attorno a cui ruotano lo spazio ed il tempo; questi tre sono misurati sul piatto del merito e sul piatto della colpa. Gli archetipi corrispondono alle lettere dell'alfabeto ebraico e ai comuni Tarocchi, ma possiedono dei significati superiori a quanto si crede comunemente. Ad ogni archetipo corrisponde un suono, un odore, un sapore, una funzione, ecc. In certi giorni influisce un archetipo e in altri giorni un altro. Gli archetipi sono i pennelli con cui Dio ha disegnato l'Universo. La nostra mente non è solo energia, è una forza pensiero che si manifesta attraverso l'uso degli archetipi. Se volessi fare un solco userei l'archetipo del pungere e così via per ogni altra azione. Si è arrivati a capire che gli archetipi fondamentali sono 22. Se ne si contano 23 si trova un doppione, se ne si trovano 21 si scopre che ne manca uno. I tre archetipi fondamentali sono:
A (Alef, che indica l'unione dei complementari),
M (Mem, che indica il riempirsi dell'energia e della gioia della vita),
Sc (Scin, che determina la perfezione dello spirito nella materia).
Unendo insieme questi tre archetipi otteniamo la parola "MeScA", cioè Messia. In passato ci fu qualcuno che volle spacciarsi per Messia; fu Mosè, il quale si fece chiamare "MeScE", che significa "finto Messia".

In un'intervista radiofonica, ha dichiarato di aver sperimentato le capacità degli archetipi su delle persone. Che risultati ha ottenuto?

Mentre ero ospite di una trasmissione, in una radio di Ancona, mi chiamò un ventenne che dichiarava di avere assolutamente bisogno del mio aiuto.
Allora sospesi la trasmissione e mi recai da questo ragazzo, che mi stava aspettando seduto su di un muretto. Il giovane mi raccontò di avere un dolore intenso al petto e di riuscire a non sentirlo soltanto durante il sonno. Mi spiegò anche di essere andato da medici e maghi, ma di non essere riuscito a risolvere il suo problema. Allora lo resi edotto di come guarirsi da solo. Gli feci notare il motivo per cui i militari che portano la baionetta alla cintura non si tagliano. Dipende dall'utilizzo del fodero. Il pugnale è il pieno, mentre il fodero è il suo vuoto: se si mette il vuoto sopra il pieno il coltello non ferisce più. In quel momento ricevetti i ringraziamenti del ragazzo che, per la prima volta dopo un anno, non sentiva dolore al petto. La guarigione era avvenuta soltanto grazie all'aver compreso il concetto legato al funzionamento di due archetipi.

Quale delle sue scoperte giudica più importante?

Sicuramente la torre Zed (Djed) collocata nella Grande Piramide, di cui non ho solo effettuato la scoperta materiale, ma ne ho anche compreso la funzione.

Qual è la storia dello Zed?

Lo Zed e la piramide sono due cose distinte. All'inizio lo Zed era una struttura a sé stante, poi fu piazzato in cima alla piramide di Saqqara ed infine è stato nascosto nella Grande Piramide. Lo Zed ha due canali propri che non corrispondono ai canali di aerazione della camera del re: uno punta verso la stella polare (nord) e l'altro verso l'Alfa del Dragone, che a quel tempo corrispondeva a Sirio (sud). Lo Zed è molto più antico della Grande Piramide e rappresenta la spina dorsale di Osiride, ovvero il contatto dell'uomo con Dio.

Nel libro "Lo Zed", lei afferma di aver passato la notte nella camera del re. Come è andata?

Stetti per un po' di tempo nella camera del re, mentre altre persone mi aspettavano fuori dalla piramide. Ad un certo punto uscii, convinto che fossero passate alcune ore, ma in realtà erano trascorsi solo alcuni minuti. Da lì capii che all'interno della piramide il tempo scorre diversamente.

Non ebbe visioni, come altri che l'avevano preceduta?

Nonostante a quel tempo mi interessassi di spiritismo, non ebbi alcuna esperienza di quel tipo. Sotto questo punto di vista è stato deludente.

So che a cavallo degli anni '70 e '80 una signora, che la conosceva solo di fama, le fece recapitare dei messaggi, ricevuti in telescrittura, firmati da Enoch. Cosa pensa ora di quegli scritti?

Chi mi fece avere quei messaggi fu colei che io chiamo la mia "segretaria telepatica". A quel tempo credevo a ciò che mi scriveva, però a distanza di anni mi sono accorto che alcuni messaggi sono inattendibili e che i messaggi realistici sarebbero validi per chiunque li leggesse.

Dopo le lettere telepatiche da parte di Enoch, hanno cominciato a giungerle anche quelle di due entità particolari, una si faceva chiamare il Maestro. Come spiega queste due figure?

Probabilmente la mia "segretaria telepatica" aveva mangiato troppo o si era montata la testa leggendo chissà cosa. Frasi come "noi siamo sulla Terra per aiutarvi" sono molto stereotipate. lo credo si possa dire tutto, ma bisogna anche avere delle prove.

Come considera gli angeli?

La parola "angelo" deriva dal greco "anghelo", cioè "annuncio" e questi annunci sono delle regole. Ad esempio, c'è un angelo che si chiama "Volume del triangolo = base per altezza diviso due" e più in là non va. Un altro angelo dice "questa sostanza mescolata a quest'altra dà origine all'acido solforico". Gli angeli sono tutte le regole, gli annunci e le verità dell'uomo.

Lei si è anche sottoposto a delle regressioni ipnotiche per scoprire di più sulle sue vite passate. Vuole raccontarci qualcosa?

Una volta odiavo gli uomini di chiesa, poi ho scoperto che fui il migliore amico e braccio destro di un grande inquisitore. Me lo rivelarono le accuse di una donna, la quale affermava che in una vita passata l'avevo fatta bruciare sul rogo. Comunque non credo sia tanto importante ciò che si è fatto, conta molto di più ciò che si sta facendo ora.

I suoi studi hanno fornito interpretazioni anche al fenomeno UFO?

Una volta mi recai con degli assistenti sul monte Venere, nei pressi del lago di Vico. Stavamo aspettando un ritardatario e, nell'attesa, io e i miei compagni ci proponemmo di essere sul lago di Vico alle 15,15. Non riuscimmo ad essere puntuali ma, tempo dopo, lessi sul Giornale dei Misteri che lo stesso giorno dell'incontro, proprio sul monte Venere alle 15,15, era stato visto discendere un disco volante, il quale aveva pure lasciato delle tracce nel terreno. In quel momento capii che gli UFO sono qualcosa di molto diverso da ciò che credevo allora. Per verificare la mia teoria ho mandato alcuni miei aiutanti sui monti Sibillini, zona particolarmente ricca di avvistamenti, per filmare e fotografare eventuali UFO. L'operazione riuscì e dopo aver visionato le riprese e le foto mi sono reso conto che le manifestazioni ufologiche non sono altro che fenomeni dell'antitempo. Infatti nei filmati si vede chiaramente che gli oggetti volanti mangiano la propria scia. il fenomento ufologico non è altro che una manifestazione sul piano dell'antitempo, di qualcosa creato da persone che esistono sul piano del tempo. L'antitempo è quella forza che trasforma un pianoforte in organo, quando si ascolta il nastro magnetico al contrario. È dunque possibile creare questi appuntamenti.

Le testimonianze che ha raccolto parlano di luci volanti. Anche lei ha visto luci oppure anche qualche navicella metallica?

Mi trovavo con mia moglie in macchina, nei pressi di Ancona. Fu lei a notare una stella cadente che, invece di scendere, andava verso l'alto. Alcuni giorni dopo il mio elettricista mi riferì di aver dovuto fare delle misurazioni su un'impronta da UFO, proprio nella zona sottostante a dove avevo visto l'anomala stella. L'impronta dell'elettricista era identica a quella descrittami dai miei assistenti. Ciò significa che non dobbiamo più chiamarli oggetti volanti non identificati, perché sappiamo cosa sono: manifestazioni energetiche di forza pensiero che va verso il passato e che agisce allo stesso modo di come agiamo tutti noi, che andiamo verso il futuro. Il pensiero può fare qualunque cosa, può creare o eliminare organi e può anche lasciare tracce nel terreno.

In uno dei suoi ultimi libri, "Il Gesù Proibito", scrive cose per certi versi sconvolgenti.

Racconto di come l'apostolo Paolo parli di Gesù senza conoscerlo affatto. Sfortunatamente l'immagine di Gesù che abbiamo ora si basa molto su ciò che scrisse Paolo, però la realtà su Cristo non corrisponde al fenomeno Gesù.

Sempre nello stesso libro menziona anche una nascita divina andata male.

Sì. Mi è capitato di trovare una notizia stampata un secolo e mezzo fa dal giornale "Il bonitore piceno". L'articolo parlava di una certa Guidelma Picciafuochi, una ragazza metà zingara, che si era sposata con un soldato, il quale, a causa di una bomba, non era più in grado di generare figli. Dopo alcuni mesi di matrimonio la Picciafuochi rimase incinta, ma quando tentò di spiegare al marito di non essere stata con nessun altro, questi non le credette e in un impeto di rabbia la scaraventò a terra. Nella caduta batté la testa e morì. Il marito si dileguò. Il cadavere di Guidelma Picciafuochi venne rinvenuto ma, al momento della sepoltura, i becchini trovarono vicino alla donna un neonato dai capelli biondi. Quel bimbo era nato da solo e sul petto recava un simbolo simile ad una mano con tre dita; questo simbolo corrisponde alla lettera ebraica Scin, cioè all'archetipo che corrisponde alla discesa del divino sulla Terra. Sfortunatamente il piccolo morì poco dopo essere nato.

La Scin equivarrebbe alla discesa di Dio in un corpo mortale?

In ebraico "Dio" si scrive "IEUE". Per modificare questa parola ed ottenere il nome di Gesù, basta aggiungerci una S (Scin) a metà parola. Dalla modifica risulta la parola IESUÈ, da cui poi sono derivati Geova, Giove, eccetera. Per poter concepire un Messia non serve l'intervento di un uomo, basta che la donna sia pura e aperta per essere fecondata dall'Universo; basta cioè che la purezza sia tale affinché il Divino faccia scendere un'anima elevata dentro di lei.

Come sono relazionate a Dio le figure dei patriarchi?

Innanzi tutto bisogna dire che è stata fatta molta confusione nel distinguere tra Dio, i profeti e i patriarchi. Dio esiste pienamente solo in uomini come Cristo, i profeti sono persone che hanno determinate capacità, mentre i patriarchi sono i padri dell'Arca. I patriarchi viaggiavano sulla nave di Osiride, costituita da una doppia nave, cioè un'imbarcazione normale ed una rovesciata, legata sotto la prima. La nave capovolta era sott'acqua, creava una campana d'aria ed ospitava i sommozzatori che, attraverso il Nilo, riuscivano a giungere, in apnea, fino ad un corridoio subacqueo che usciva dall'acqua e portava in una tomba presso le zampe della Sfinge.

Ultimamente il numero di ricercatori nel campo dell'ignoto è aumentato. Che caratteristiche bisogna possedere per percorrere questo difficile sentiero?

Per poter indagare sul passato e sul divino si deve partire da alcuni punti fermi, attraverso i quali capire la realtà. La maggior parte delle persone crede che il contrario del bene sia il male. Invece il contrario del bene è il bene stesso. Nell'Universo ci sono due forze fondamentali: lo ying e lo yang. Una stringe e l'altra allarga, sono dunque in continua lotta tra loro, però sono buone entrambe. Questo fenomeno si vede anche nel cuore: yang è la diastole che lo dilata, ying è la sistole che lo contrae. A questo punto viene da chiedersi: se è buona la luce quanto le tenebre, allora il male non esiste? Purtroppo il male esiste e si chiama sfunzionamento. Mio fratello, che lavorava come fisico a Londra assieme ad Enrico Fermi, non credeva in Dio, però dopo la sua morte ho ricevuto dei messaggi medianici in cui affermava di essersi "svegliato" e di aver compreso che avevo ragione a proposito dell'esistenza di Dio. Però per capire questo bisogna comprendere bene la differenza tra anima e spirito. La nostra società è basata su tali errori da far credere alla gente che la morte esiste. Le persone non sono più funzioniste. Bisogna conoscere gli archetipi per capire che anche Dio ha il naso e la bocca. Come si è arrivati a questo sfunzionamento? Uno degli individui che hanno portato la civiltà al degrado è stato Mosè. Egli ha imposto alle donne di partorire sdraiate, quando la posizione giusta è stando in piedi, per sfruttare il peso stesso del neonato. Questa è solo una delle regole non naturali che Mosè ha diffuso spacciandole per "parola di Dio". Ciò sembra incredibile, ma è tutto scritto nel Pentateuco. È stato lui a creare la colpa del peccato originale, similmente a come fanno le banche moderne quando dichiarano che ogni bambino italiano nasce con un debito pubblico di oltre due milioni e mezzo. Le banche ci derubano dei soldi in un modo pazzesco e se ora si volesse inquadrare la figura del "padrone del mondo", costui sarebbe un dirigente di banca.

 
 
 

I BAMBINI INDACO

Post n°45 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

I bambini indaco, sono i bambini del "Nuovo sogno" o della "Nuova era".
Con il termine Bambini Indaco, si intendono i bambini con delle capacità straordinarie, anche molto diverse tra loro. Alcuni sono molto sensitivi, altri definiti super psichici hanno doti di telepatia, telecinesi, psicocinesi, e veggenza.
Ci sono i bambini dell'A.I.D.S che sono praticamente immuni a qualsiasi tipo di malattia, ma a parte questi estremi ci sono moltissimi bambini, circa l'80% dei nuovi nati dal 2000 ad oggi (dati forniti da Kryon) che hanno queste caratteristiche:
precoci, intuitivi, consapevoli, sensibili e non di rado sensitivi, essi possiedono un'energia interiore subito percepibile, non si adeguano agli abituali modelli di comportamento, agiscono in base a leggi proprie, non fanno niente sotto costrizione, non si accontentano di risposte facili.
Questi bambini hanno un grande compito: riportare pace e armonia in un mondo che sembra aver ormai smarrito il buon senso, e i valori fondamentali della Vita. Essi nascono su questo pianeta per essere messaggeri e creatori di una Nuova Era.
Potranno farlo però, soltanto se non taglieremo loro le ali, e sapremo farli crescere ed evolvere nel modo corretto. Si hanno notizie di nascite in massa di questi bambini sin dall'inizio degli anni '80, ma, mai come ora stanno scendendo fra di noi per portare più Luce e consapevolezza all'umanità.
Con i dati recenti, che indicano circa l'80% dei nuovi nati con le caratteristiche dei bambini indaco, si sta dando l'opportunità a tutte le famiglie di avere al proprio interno un maestro che le guiderà verso la nuova era. E' una grande opportunità che abbiamo tutti, sperando soltanto che la maggior parte di noi sia in grado di onorare al meglio questo grande dono del Cielo.

Gli inizi
Alla fine degli anni 70 Nancy Ann Tappe, psicoterapeuta, ricercatrice presso l’università di San Diego, sensitiva e figlia di sensitivi, fu la prima a ravvisare il singolo colore indaco nell’aura di un bambino.
Infatti la Ann era capace sin dalla più tenera età, di distinguere il colore irradiato dal corpo umano o da creature viventi animali.
In quel periodo un suo collega medico le chiese un aiuto per il figlio nato da pochi giorni.
Questo bimbo era venuto alla luce con un grave soffio al cuore, tale da far pensare all’uomo, che Ann potesse dargli consigli o comunque dirgli ciò che vedeva.
Il bambino purtroppo morì dopo qualche tempo, ma questa esperienza fu fondamentale per la dottoressa, perchè da quel giorno continuò a studiare questo fenomeno inconsueto rendendosi presto conto, che sempre più nascituri presentavano questo nuovo colore dell’aura.
Con il libro “Your Life Trough Color” negli anni '80 Nancy Ann Tappe, concretizza e mette su carta le sue ricerche, e di lì a poco i suoi studi trovano accoglimento tra scienziati accreditati, francesi e Americani come Gregg Braden, Tober,Lee Carrol, Drunvalo Melchizedek, Odon ecc…
Furono proprio Tober e Carrol a definire e utilizzare il termine “Bambini Indaco”.
Infatti avevano trovato notevoli punti di contatto tra le ricerche condotte dalla Tappe e i loro stessi studi.
Quindi correlandosi alla dottoressa che parlava di colore indaco, i due ricercatori identificarono con il medesimo termine questa nuova realtà infantile.

I colori dell'Aura
Secondo diverse correnti orientali ed esoteriche l’uomo ed ogni cosa del creato emana ed esterna un campo elettromagnetico, il cui colore e spessore sono una sorta di carta d’identità dell’ Anima.
Secondo la psicoterapeuta Ann Tappe ogni persona viene al mondo con un “colore di vita", un colore che identifica la “lezione” che deve essere appresa nel corso della vita che si conduce.
E’ evidente che Ann Tappe crede nella reincarnazione e nell’evoluzione dell’anima.
La scienza ufficiale si è mossa con grande serietà riguardo l'Aura, dimostrandone l'esistenza attraverso la tecnica delle foto di Kirlian. Tali foto eseguite con apparecchiature sofisticatissime, permettono di vedere l'Aura delle creature viventi.
Se avete la pazienza di seguirci ancora un po', vedremo i colori (tranne alcune eccezioni), con i quali si nasceva fino agli anni 80.

  • Aura Rossa: Personalità fisica e coraggiosa, leale, diretta, ama la vita e lavora molto, concreta, solida, indipendente
    e portata al combattimento e all’autenticità delle cose. I bambini dal colore rosso sono diligenti e volenterosi, amano le materie pratiche, sono però anche spesso impazienti e hanno bisogno di comprensione e sostegno.

  • Aura arancio: Amante del rischio, vive le situazioni in maniera estrema . L’anima arancio è allegra, entusiasta,
    amichevole ed espansiva, tende poco alla spiritualità e non ama che si metta in discussione la sua libertà. I bambini arancio sono maldestri ed impacciati nei primi anni di vita, per crescere in maniera equilibrata hanno necessità di essere molto amati e seguiti e per disciplinarli e’ consigliabile indirizzarli alla pratica degli sport.

  • Aura gialla: Comandanti nati, sono allegri ed energici, ma sono anche sensibili e vulnerabili per questo. Amano l’onestà e sono portati per l’espressione verbale per il confronto, sono intelligenti e molto creativi. Da bambini possono essere molto timidi e chiusi o completamente aperti. In entrambi i casi è necessario lasciarli liberi e farli giocare molto. Hanno necessità di alimentare la loro vena creativa.

  • Aura verde: Anime autonome, vanno dritte per la loro strada; hanno grande equilibrio, amano osservare, veloci nell’apprendimento, lavorano sodo. Da bambini sono molto maturi e hanno bisogno di sostegno per la realizzazione delle loro idee. Infatti, se frustrati diventano problematici.

  • Aura blu: Realisti ed equilibrati amano la casa e la famiglia, aiutano molto il prossimo e tendono ad avere un ruolo rassicurante. Da bambini sono generosi, sono sensibili ed ospitali, portati per la spiritualità sono attenti sempre a non deludere.

  • Aura violetta: Sono le anime antiche, quelle che sono nate con tutti i colori fin ora elencati tranne l'indaco.Sono personalità magnetiche che non sopportano la non accettazione. Spirituali e leader, sono sensibilissimi e molti di loro vedono angeli, l'aura e percepiscono le diverse dimensioni.

  • Aura indaco: Sono bambini portati per la tecnica, presentano a livello celebrale un ottima sinergia tra i due emisferi,
    sono veloci nell’apprendere, indipendenti e mal si adattano alle cose precostituite. Nascono con una consapevolezza superiore, sono molto aperti e sensibili, amano il mondo e molti di loro presentano una iperattività dovuta proprio a questa enorme energia interna che portano. Molti di loro sono psichicamente sensibilissimi, dotati di conoscenze spesso ignote all’adulto che li deve crescere. In America molti venivano trattati con psicofarmaci che ne rallentavano l’energia con danni celebrali ed emotivi gravissimi. Fortunatamente con i nuovi studi e’ possibile crescerli con la dovuta attenzione e con il dovuto amore. Più avanti parleremo della straordinaria scoperta sul DNA nei bambini indaco, e sul come riconoscerli.

Gli studi della scienza e il DNA
La scienza classifica tre nuovi tipi di bambini oggi nel mondo, con caratteristiche biologiche e neurologiche diverse.
Questi tre tipi di bambini, sono così classificati:

  • Il Bambino Super Psichico e Indigo: il primo caso è stato scoperto nel 1984, e si trattava di un bambino dagli incredibili poteri.  I ricercatori hanno eseguito su di lui tutti i test psichici possibili, risultati alla fine tutti esatti al 100%. Facciamo ora degli esempi di questi test: una persona mescolava un mazzo di carte in una stanza attigua a quella dove si trovava il bambino, ne estraeva una e il bambino senza nessuna difficoltà indovinava sempre la carta scelta. Gli inviati della rivista OMNI sono andati in Cina ed hanno scritto un articolo su questa scoperta. Dopo il primo bambino ne sono stati trovati altri e, poiché sospettavano che si trattasse di un imbroglio, hanno voluto fare degli esperimenti. Hanno chiuso 100 di questi bambini in una stanza, hanno strappato a caso la pagina di un libro, l'hanno accartocciata e nascosta sotto il braccio. Tutti i bambini sono stati i grado di leggere la pagina del libro. Oltre a questo sono stati fatti altri esperimenti psichici che sono risultati tutti esatti al 100%. Ma la storia non finisce qui, non si limita solamente alla Cina, ma, di bambini con queste capacità ne sono stati trovati in tutto il mondo. Drunvalo ha parlato con alcuni dei genitori di questi bambini egli hanno detto:" Che cosa dobbiamo fare…. Abbiamo un bambino che sa tutto!" Lee Carroll chiama questi bambini nati in America "Bambini Indigo". Drunvalo crede che questi bambini abbiano la stessa origine, ma, non ne è sicuro. Dice che potrebbero anche essere differenti, anche se entrambi psichici e dotati.

  • Il Bambino dell'AIDS: circa 10 o 11 anni fa, è nato un bambino con l'AIDS. Il test è risultato positivo sin dalla nascita, a sei mesi e fino al primo anno di età. Poi non è più stato visitato fino all'età di sei anni, quando, sorprendentemente, il test è risultato negativo. Dagli esami fatti il suo sangue è risultato perfettamente sano, come se l'AIDS non ci fosse mai stato. Il bambino fu portato alla UCLA (Università di Los Angeles) per essere sottoposto ad ulteriori esami che potessero spiegare che cosa fosse mai successo. A questo punto la storia prende una piega veramente fantastica. Il DNA del bambino, non era un DNA normale umano. Nel DNA normale umano ci sono 4 acidi nucleici che si combinano in gruppi di 3, formando 64 schemi o patterns diversi, chiamati codoni. In qualsiasi luogo del pianeta, il DNA umano è formato da 20 codoni "aperti" (attivi); gli altri codoni sono "chiusi" (disattivi), ad eccezione di 3 che segnano l'inizio e la fine del messaggio. La scienza ha sempre supposto che i codoni chiusi facessero parte di vecchi programmi genetici. Questo bambino aveva 24 codoni aperti, 4 in più di qualsiasi altro essere umano. In seguito a questa scoperta, hanno fatto degli ulteriori esperimenti per verificare la forza del suo sistema immunitario, ed anche qui non sono mancate le sorprese. Hanno messo una dose di una sostanza letale all'interno di un contenitore di petri, l'hanno mischiata con alcune cellule del bambino che sono rimaste inspiegabilmente illese. A questo punto hanno aumentato la dose letale fino a 3000 volte il necessario per infettare un essere umano, ma anche in questo caso le sue cellule sono sopravvissute. Poi, hanno messo a contatto con il suo sangue altre cellule, anche, di tipo canceroso, ed hanno scoperto che questo bambino era immune a tutto. Con il passare del tempo, hanno trovato altri bambini con le stesse caratteristiche, fino ad 1.000.000 di questi bambini. A fronte di queste ricerche, all'Università di Los Angeles pensano che, se fosse possibile analizzare l'intera popolazione della terra, ci sarebbe l'1% dellla popolazione con il nuovo DNA. Pertanto pensano che circa 60.000.000 di persone non sono più umane secondo i vecchi schemi.  Questa attivazione dei nuovi codoni del DNA, si trova principalmente nei bambini, ma, anche in persone adulte. Come nella teoria della "centesima scimmia", può essere trovata in ogni tipo di persone, e pare che questo numero sia in aumento. Drunvalo ci porta a riflettere anche su un altro aspetto di questa faccenda legato al nuovo libro intitolato  "Decifrando il codice della Bibbia". In questo libro, viene spiegato, come nella versione ebraica della Bibbia, sottoposta ad un particolare programma elaborato al computer,  viene fuori un vero e proprio codice, che è stato decifrato. Questo ha portato a grandi scoperte, quella che ci interessa è la seguente: a pagina 164 del libro, potete leggere che cosa accadde quando i ricercatori vi hanno inserito la parola AIDS. Il programma di decodifica ha dato come risultato parole come "HIV", "nel sangue", "sistema immunitario", "morte";  tutte parole che si può immaginare come corollario del termine AIDS. In basso in un angolo era apparsa anche una frase apparentemente incomprensibile, che diceva così: "la fine della malattia". E' proprio questo che Drunvalo crede stia accadendo.

Attitudini dei bambini Indaco:

  • Bambino Indaco umanista: futuri medici, avvocati, commercianti, insegnanti, politici, sono anime aperte e solidali che non amano le ingiustizie e tengono molto alla parola data. Non curano molto l’aspetto fisico essendo molto attratti dal mondo letterario e speculare. In genere amano il mondo naturale. Sono molto sensibili e se non accettati possono chiudersi in se stessi.

  • Bambino Indaco concettuale: atletico e sportivo, sarà architetto, pilota, disegnatore ecc... Ha bisogno di indicazioni chiare e precise per procedere con equilibrio, perchè molto creativo e quindi tendente alla dispersione. E’ attivo e non molto emotivo.

  • Bambino Indaco artista: è l’artista e l’insegnante di domani. Ama l’arte e la musica e fin da piccolo ci si dedica con passione. E' molto sensibile e forte interiormente, pondera con attenzione e velocità le situazioni e quindi riesce a districarsi nelle situazioni con una certa abilità. Se non educato adeguatamente diviene narcisista, egoista e autoritario.

  • Bambino Indaco interdimensionale: è un bambino difficile da crescere perchè ha un'alta maturità e mal si adatta, essendo portatore di nuove idee e filosofie, alla nostra società. E’ pieno di nuove idee e ha necessità di essere cresciuto con riferimenti chiari che gli lascino la libertà necessaria per svilupparsi. Ha una grossa forza interiore e spesso credendo di saper tutto da comandi all’adulto. E’ il tipico bambino indaco per eccellenza.

Pleidiana

 
 
 

PER PURIFICARCI UN PO'......CHIUDETE GLI OCCHI.......ASCOLTATE......

Post n°44 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

IL SUONO DEL SILENZIO.......FATE ENTRARE LE NOTE NELL'ANIMA E......

SOGNATE.....

 
 
 

.......DEL KARMA E DELLA REINCARNAZIONE

Post n°43 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

PERCHE' OGNI TANTO PENSIAMO CHE NON SIAMO UN CORPO, CHE NON ABBIAMO SOLO UNA VITA...CHE SIAMO IN GRADO DI MODIFICARE IL NOSTRO DESTINO......PER MANTENERE LA SPERANZA DI MIGLIORARE!!!!

Il karma e la reincarnazione

"Per l'anima non vi è nascita nè morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e primordiale. Non muore quando il corpo muore." (Bhagavad-gita 2:20)

Può sembrare che ciò che si pensa su ciò che succede dopo la morte non sia così importante, e che ciò che veramente conta sia solo come si vive qui e adesso. Ma che dire se le due cose fossero strettamente connesse? Che dire se ciò che si fa ora influisse in modo determinante sul futuro e le mie attività del passato avessero ora i loro effetti? Con un'analisi approfondita, inoltre, si può osservare che lo stile di vita nelle diverse culture del mondo si può facilmente mettere in relazione al concetto che ciascuno ha della vita dopo la morte.

Spesso è proprio questo che modella l'intera impostazione culturale. Sebbene i particolari della trasmigrazione dell'anima, la reincarnazione, siano differenti da religione a religione, le basi scientifiche di questo credo o i princìpi su cui si fonda, sono gli stessi. In sostanza il concetto è che la forza vitale, o l'essenza che distingue un corpo vivente da uno morto, sopravvive alla morte del corpo; bisogna passare di corpo in corpo, proprio come in questa vita si passa dall'infanzia all'adolescenza e dall'adolescenza alla vecchiaia, fino a quando non si raggiunge la perfezione, vale a dire la relazione di puro amore per Dio che rende coscienti della propria posizione originale. Fino a che non saremo abbastanza puri e desiderosi di ricongiungerci a Dio, torneremo più e più volte a prendere nuovi corpi materiali al fine di purificare appunto la nostra coscienza da tutti i desideri di natura materiale.

La legge di causa ed effetto, conosciuta nella letteratura vedica come "legge del karma" e simboleggiata nella Bibbia dalla frase "ciò che semini raccoglierai", accompagna logicamente il concetto di reincarnazione. Spesso confuso con una specie di punizione, il karma, propriamente compreso, è un sistema didattico dal quale si può trarre insegnamento; se si fanno le cose giuste, tutto andrà bene, mentre se si fanno cose sbagliate tutto andrà male; così è possibile imparare dai nostri errori. Spesso l'apprendimento è sottile quindi, anche se non ricordiamo gli errori commessi nelle vite precedenti, saremo guidati naturalmente verso il progresso, o il regresso, secondo i desideri e le attività del passato. Il fatto che non si possano ricordare le attività del passato non dimostra affatto che non esistano. D'altro canto chi ricorda le prime parole di questo articolo? Gli scettici sostengono che la reincarnazione è la speranza di chi non riesce ad accettare la morte. Molti non desiderano però reincarnarsi, ma cercano di perfezionare le loro vite in vista di un obiettivo al di là del mondo materiale.

Esistono anche parecchie ricerche che suggeriscono che la reincarnazione sia più di una speranza. Ian Stevenson, dell'Università della Virginia, ha raccolto numerose testimonianze secondo le quali molte persone sostengono di ricordare vite precedenti. In molti casi bambini hanno dato indicazioni sufficienti ad identificare una famiglia precedente. L'ipotesi che queste persone possano davvero aver trovato la famiglia giusta è, alcune volte sostenuta da segni particolari congeniti, o caratteristiche che erano presenti nel corpo precedente. Anche nel mondo della scienza, Einstein, Stromberg, Edison, ecc..., erano sostenitori della dottrina della reincarnazione, e i primi filosofi dell'antica Grecia ne erano ardenti sostenitori e la spiegavano in termini di ragione e di logica. Socrate, Platone e Pitagora non sono che pochi tra i grandi pensatori che sostennero la verità della reincarnazione. La scienza considera molto importanti le relazioni di "causa" nel mondo fenomenico. Ogni evento fenomenico ha la sua causa, ed ogni causa avrà il suo effetto; questa è la terza legge di Newton. Le scienze spirituali, specialmente i Veda, allargano questa concezione anche alla vita morale e spirituale dell'uomo. Anche le religioni occidentali lo sostengono. "Ciò che uno semina raccoglie"; oppure "Chi di spada ferisce, di spada perisce", ecc.

Le conseguenze delle scelte passate condizionano la vita presente, come un giocatore si trova la partita vinta in mano, ma è comunque libero di giocarla in diversi modi. Ciò significa che il viaggio dell'anima da un corpo ad un altro è guidato dalle nostre scelte.

 

La reincarnazione e le religioni del mondo

Proprio come gli hindu e i buddisti accettano la dottrina della reincarnazione, così tutte le tradizioni religiose l'hanno accettata in tempi diversi. Gli antichi Egizi e i Greci la accettavano come un fatto della vita, mentre i Druidi arrivavano a prestare denaro pensando di riaverlo in una vita futura. Gli indiani d'America, gli aborigeni australiani e molte tribù africane includono la reincarnazione nei loro credo. L'idea, pienamente accettata da Ebrei ed Esseni, era largamente diffusa ai tempi di Gesù, e ha continuato ad essere popolare tra gli Ebrei europei fino alla fine del Medioevo, tra gli Ebrei Cassidici e mistici, presso i quali è conosciuta come gilgul ed è spiegata abbastanza in profondità in varie opere cabalistiche.

I Drusi, di origine musulmana, non solo credono nella reincarnazione ma considerano le memorie delle vite passate una cosa normale, anche se fino a poco tempo fa era loro vietato di parlarne al di fuori del loro popolo. Il concetto di reincarnazione è decisamente una componente anche nel primo Cristianesimo; ciò nonostante molti cristiani moderni tendono a considerare l'idea come una buffa superstizione. I padri della Chiesa Cristiana, comunque, testimoniano che le reincarnazione era parte del pensiero cristiano primitivo. Per esempio, nel terzo sec. d.C., Origene che era considerato secondo solo ad Agostino per la sua influenza durante i primi tempi della Chiesa, scrisse nella sua opera Sui principi:

"A causa di una certa inclinazione verso il male di alcune anime, esse perdono le ali e prendono corpo, prima sotto forma di uomini; quindi a causa dell'associazione con la passione irrazionale, dopo il periodo assegnato con la forma umana, essi si trasformano in bestie, forma dalla quale passano poi alla forma di piante. Restano in queste diverse forme di corpi fino a quando non saranno degni di essere riportati alla loro posizione spirituale."

Con il tempo, quando la teologia cristiana iniziò a cambiare, l'idea della reincarnazione divenne sinonimo di eresia, e nel 553 d.C., nel secondo Concilio di Costantinopoli, l'Imperatore Giustiniano proclamò il suo anatema contro Origene: "Se qualcuno dovesse proclamare che l'anima trasmigra da un corpo ad un altro che sia maledetto". Questo pose fine ad ogni disquisizione seria sulla trasmigrazione dell'anima nella cristianità organizzata.

 

La conclusione vedica

Secondo i Veda, che danno informazioni più dettagliate e scientifiche sulla trasmigrazione dell'anima, la forza vitale è legata al corpo nella stessa misura in cui il corpo è legato ai vestiti che indossa o alla casa in cui abita. Quando un vestito sta stretto o la casa è piccola li cambiamo. La scienza spiega che nel corso di sette anni tutte le cellule del corpo cambiano, quindi il corpo di sette anni fa, non è più lo stesso, difatti basta... guardarsi allo specchio. La nostra mente e la nostra personalità subiscono, nel corso della vita, cambiamenti altrettanto radicali. Eppure, nonostante questi cambiamenti, su un altro livello (quello spirituale) siamo sempre gli stessi, siamo sempre la stessa persona. Che cos'è questo livello più profondo e fondamentale che continua in mezzo a tanti mutamenti? L'anima.

Il vocabolo 'personalità' deriva dal latino persona, che in origine indicava la maschera indossata dagli attori sulla scena. La maschera aveva le caratteristiche del personaggio interpretato, mentre l'attore restava anonimo. Anche noi, usando stratagemmi simili alle maschere, camuffiamo la nostra vera identità con i trucchi e le apparenze del ruolo che stiamo interpretando. Le nostre reali personalità sono nascoste. Sfortunatamente chi sceglie di ignorare il messaggio di Dio, così com'è rivelato dalle Sacre Scritture, tende a perdere di vista la differenza tra la vera personalità e la personalità materiale, che è la maschera che stiamo indossando attualmente, ma che ci verrà tolta alla fine di questo show, con la morte. Siamo tanto identificati con questa parte, che non riusciamo più a vedere nient'altro. Però c'è chi decide di ritrovare la propria vera identità nascosta, cercando di portare la propria attenzione sull'elemento spirituale che sta sotto alle apparenze esteriori. Così riuscendo ad eliminare tutti gli strati della maschera della falsa identificazione materiale, possiamo scoprire il vero attore che c'è sotto: un'anima, che per 'vera' natura è piena di conoscenza, di felicità ed è eterna servitrice di Krishna, Dio, la Persona Suprema.

LA RUOTA DEL KARMA

 
 
 

per te...

Post n°42 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da shantiom0

 
 
 

marte!!!!

Post n°41 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

La strana figura è stata fotografata all’estrema sinistra di un’immagine panoramica scattata da uno dei due rover, dal sommo di un basso altipiano. I due robot-gemelli sono incaricati di compiere studi geologici sulla superficie di Marte, per analizzarla e scoprire le verità nascoste dal Pianeta Rosso.

Roma - Tam-tam su internet per una foto misteriosa di Marte scattata dal robottino della Nasa Spirit a fine 2007. Secondo alcuni appassionati di astronomia, in uno scorcio ingrandito più e più volte del pianeta rosso, grande osservato speciale degli scienziati, sembra apparire una figura femminile.

Una figura femminile Una figura che sembra quasi preghi con le mani giunte e che sembra quasi sia proprio verde, come nella migliore delle tradizioni della fantascienza marziana. La foto arriva dritta dalle tante, splendide immagini catturate nel corso della missione Mars Explorer che la Nasa pubblica sul suo sito e gli astrofili in questione, spinti da una grande curiosità, l’avrebbero ingrandita così tante volte da scoprire il cruciale particolare. La foto, diffusa poi via internet, è sembrata talmente suggestiva da attirare l’attenzione dei media londinesi "Daily Mail" e "Times". E tanto incredibile da mettere in allarme gli ufologi di mezzo pianeta. Da qui al tam tam a tutta rete il passo è stato breve davvero. C’è vita su Marte? E questa figura cos’è? Un effetto ottico, una statuina. Cos’è?

L'esperto: "Quaggiù c'è qualcuno che scherza" "Che ci sia acqua su Marte non abbiamo dubbi e con i nostri radar stiamo guardando fin in profondità - spiega all'Adnkronos la scienziata dell’Asi Simona Di Pippo, responsabile dei Programmi di Osservazione della Terra - se c’è e c’è stata acqua non si può escludere che prima o poi troveremo anche forme di vita. Ma certo non credo che ci potremo ritrovare forme di vita già così evolute e glamour come questa graziosa figura femminile". Che subito solleva un dubbio. "Non c’è un solo particolare nella foto originale della Nasa che faccia scattare alcuna curiosità, tanto da voler ingrandire e ingrandire la foto in questione», aggiunge la scienziata ricordando la grande kermesse che si scatenò con le foto di Marte riprese dal Viking I, foto in cui apparve una sagoma a forma di volto umano. "In quel caso, e con le tecnologie di quel momento - aggiunge - è stato comprensibile porsi tante e tanto strane domande. Poi nel 2006 è arrivato intorno al pianeta rosso lo strumento Hrsc montato sulla sonda Mars Express e addio faccia di Marte. Tutti abbiamo verificato che si trattava solo di rocce". E ora? Di Pippo controlla bene la foto originale e immacolata della Nasa, la controlla in alta definizione. Poi taglia corto: "Lassù c’è roccia, acqua, ghiaccio... E quaggiù qualcuno che scherza".

 
 
 

MEDIOEVO

Post n°40 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

Vita nel Medioevo
Epoca di mezzo tra l'età antica e quella moderna, il Medioevo è stato giudicato negativamente in alcuni periodi storici, rivalutato in altri. Considerato a lungo un'era di barbarie, di stasi e di oscurantismo tra l'aurea età classica e l'innovatrice civiltà dell'Umanesimo e del Rinascimento, il Medioevo, per opera della storiografia novecentesca, è stato analizzato attraverso i suoi elementi di originalità, di ricchezza di riflessione politica, sociale e culturale. Alla prima civiltà medievale appartennero una moltitudine di realtà istituzionali il cui denominatore comune era rappresentato dalla fede cristiana e dall'organizzazione feudale. Accanto alla Chiesa, unica istituzione presente in modo omogeneo in tutta Europa, assunsero sempre maggiore potere politico ed economico le sedi vescovili, i monasteri e le abbazie, veri centri feudali che in molti casi dominarono vaste aree territoriali. Gli ordini monastici svolsero anche un importante ruolo culturale, che si espresse nella conservazione dei testi classici, trascritti negli scriptoria. Accanto ai monasteri e alle sedi vescovili assunse via via sempre maggiore importanza il castello, dove fiorirono la cultura dei trovatori, che si ispirava ai codici dell'amor cortese, e la civiltà cavalleresca, la cui figura emblematica fu quella del crociato che partiva per liberare la Terra Santa. Le città divennero centri di attività artigianali, commerciali e bancarie; si svilupparono le corporazioni di arti e mestieri e l'istituzione dell'universitas di maestri e allievi, centro di studi filosofici, teologici, giuridici e medici. Il passaggio a forme più dirette di autogoverno, sia rispetto alla Chiesa sia all'impero, si realizzò soprattutto nelle comunità cittadine, che godevano di una notevole prosperità e potenza: la ripresa economica e sociale, la circolazione di merci e denaro favorirono infatti la nascita di un ceto borghese che aspirava a spezzare i vincoli feudali, ma il processo di rinnovamento interessò anche le campagne, dove fu abolita la servitù della gleba. Il rafforzamento della volontà di autogoverno si espresse nella nascita degli organismi comunali, la cui autonomia sul piano politico produsse spesso scontri con il potere imperiale. Un altro passaggio cruciale nel tardo periodo della civiltà medievale fu la trasformazione del Comune in Signoria, vero e proprio stato regionale insignito del titolo feudale dall'imperatore o dal papa: l'affermarsi delle Signorie avrebbe segnato la fine del feudalesimo, mettendo altresì in moto quel processo di laicizzazione della vita civile, sociale e culturale che sarà definito Umanesimo.

 
 
 

Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da precicchio

 
 
 

2012........

Post n°38 pubblicato il 20 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

        

Al presente, l’anno 2012 è di interesse solo per quelli di noi che credono nella saggezza delle culture antiche. Ma presto, molto presto, tutti vorranno sapere di più su quell’anno del destino profetizzato dai Maya, che molti credono essere la fine del calendario Maya e quindi la fine dei tempi come noi lo conosciamo.
                            Il Calendario a Lungo Termine
            In verità tutto cominciò con una scoperta nota per decadi sulla cultura che inventò ciò che è noto come il Calendario a Lungo Termine. Sulla pianura del Chiapas, nel Messico, che costeggia il Pacifico, qualche miglia dal confine con il Guatemala, era collocato l’osservatorio astrologico della civiltà Izapa. Alcuni credono che gli Izapa siano stati la cultura di transizione fra la civiltà più antica degli Olmechi e gli emergenti Maya; altri credono che gli Izapa siano stati gli Olmechi.
            Per quasi mille anni il Calendario a Lungo Termine veniva documentato dagli Izapa su monumenti e vasi di ceramica. La maggior parte delle date si riferisce a eventi locali, mondani, come l’incoronazione di un particolare re. Alcuni dei monumenti a Lungo Termine, però, si riferiscono ad eventi mitologici che erano avvenuti all’inizio della corrente “Era Mondiale” in cui viviamo e che presto avrà fine.
                                            Cicli Cronologici
            Gli studiosi hanno scoperto come il Calendario a Lungo Termine sia correlato con il nostro calendario Gregoriano (usando molta aritmetica), così sappiamo che il periodo leggendario dell’inizio della nostra Era Mondiale attuale - quando tutte le cifre vennero azzerate - avvenne l’11 agosto del 3114 a.C. Usando un sistema complesso di Baktun Maya (unità di misure cronologiche) possiamo calcolare quando il loro calendario raggiungerà un nuovo punto zero - essenzialmente ogni 13 Baktun (5125 anni) il Conteggio Lungo ritorna a zero - il tempo calcolato in cui finisce la nostra Era Mondiale attuale ed inizia un nuovo ciclo cronologico.
                              Creazione, Caduta e Resurrezione
            Diversi monumenti sulla creazione descrivono eventi che ebbero luogo nel 3114 a.C. I testi che accompagnano questi monumenti sulla creazione dichiarano che “la creazione avviene nel Buco Nero”, al “bivio”, e che “l’immagine” comparirà nel cielo. I Maya adottarono il calendario degli Izapa, i miti della creazione e il metodo che conta i cicli cronologici.
            La ricercatrice e autrice rinomata Linda Schele scrisse: “Mi resi conto che ogni immagine importante proveniente dal simbolismo cosmico Maya era probabilmente una cartina del cielo... Gli schemi nella Via Lattea e nelle costellazioni erano direttamente connessi con la visione dei sulla creazione.” La sua intuizione ha aperto la porta alla comprensione della cosmologia e della profezia dei Maya.
            Per cogliere il messaggio dei Maya dobbiamo sapere qualcosa su come essi vedevano il cielo e come gli eventi nel cielo indicavano tempi di morte, rinascita e il passaggio del tempo per le anime che vivevano in questa galassia e in questo sistema solare.
            La Via Lattea è la loro immagine più importante nel cielo. Come sappiamo, viviamo nelle parti periferiche della nostra galassia, e la Via Lattea è l’ammasso stellare denso che vediamo quando guardiamo verso il centro della nostra galassia. Essa ci appare come una lunga striscia di stelle nel cielo sopra di noi. Per i Maya, il sorgere, passare e scendere della Via Lattea nel cielo segnava dei punti principali nel ciclo del tempo. Inoltre, parti della Via Lattea e di altre stelle importanti nel nostro cielo hanno un significato particolare nella nostra vita e nella storia dell’umanità e nei regni celesti, i regni degli dei.
            Per i Maya, le caratteristiche più importanti della Via Lattea e i cambiamenti nella sua posizione e forma durante la notte rivelano la nostra origine, il nostro passaggio e destino. Esse sono l’Albero della Vita, il Coccodrillo Celestiale che rosicchia l’Albero della Vita; la Canoa Cosmica degli “dei Rematori” che insegue il Coccodrillo; il “cielo sdraiato” o Posto del Sogno Nero, e sette stelle nell’Orsa Maggiore che rappresentano gli egocentrici Sette Macao che tentarono di prendere il posto del Sole.
            Detto in modo semplificato, il passaggio del cielo racconta la storia del sorgere dell’Albero della Vita al tramonto, seguito dal sorgere dell’egoismo (come si vede nei Sette Macao) il quale porta con sé l’aumento di impulsi inferiori pericolosi che avanzano strisciando (come il serpente maledetto nel Giardino dell’Eden) e attaccano la nascita della vita. Ma questi vengono scacciati dagli dei Rematori, e alla fine l’Albero della Vita rinasce e sorge di nuovo poco prima dell’alba - la storia completa di nascita, caduta e resurrezione della vita.
                                     Rinascita nel 2012
            L’11 agosto 3114 a.C. ebbe inizio una nuova Era Solare, e rinacque il Signore del Sole. Divinità come Signori della Creazione vengono spesso descritti nell’atto di essere presenti alla rinascita del mondo, compresa quella chiamata Bolon Yokte K’u la quale è intimamente connessa con guerra, conflitti e gli Inferi. Malgrado queste relazioni, Bolon Yokte è un dio spesso presente durante avvenimenti di creazione. Egli viene dipinto su un oggetto di ceramica chiamato Vaso dei Sette Signori il quale contiene la data 3114 a.C., l’inizio del nostro attuale ciclo di 13 Baktun. La data che ci interessa, naturalmente, è l’inizio nel prossimo ciclo di 13 Baktun che avrà luogo il 21 dicembre 2012, la fine del calendario Maya. Una traduzione recente di un testo da Tortuguero, un sito classico dei Maya a nord di Palenque, esplicitamente indica la data del 21 dicembre 2012. Tradotta dall’epigrafista David Stuart, la parte leggibile del testo è: “Alla fine di 13 Baktun, il 4 Ahau 3 Kankin, 13.0.0.0.0, qualcosa avviene quando Bolon Yokte discende.” Il glifo per il verbo che descrive che cosa succede è cancellato, così è stato sostituito con la parola qualcosa, ma è stato rappresentato il signore della creazione Bolon Yokte, e questo significa che il 2012 è stato considerato dai Maya come una creazione o ricreazione del mondo, forse durante un periodo di guerra, conflitto e dominio degli Inferi e dei Signori degli Inferi.
            Come possiamo vedere, la fine del Calendario dei Maya è semplicemente la fine dell’attuale Era Mondiale. E, cosa importante per noi, essa segna semplicemente l’inizio del prossimo ciclo di rinascita, rinnovamento.
            Sugli artefatti archeologici di Izapa non ci sono segni o dichiarazioni particolari riguardo all’anno 2012, ma a Izapa ci sono innumerevoli immagini che dipingono un allineamento celeste raro che comparirà nei cieli negli anni intorno al 2012. Questo allineamento galattico segna la rinascita del solstizio di dicembre e la rinascita del Signore del Sole sui tentativi dei Sette Macao di sostituirlo. Il Signore del Sole sorge attraverso la Crepa Scura nella Via Lattea, collocata fra Sagittario e Scorpione. Nelle illustrazioni Maya, Scorpione viene dipinto vicino alla base dell’Albero della Vita. Le anime sulla Terra sperimentano un cambiamento delle stagioni galattiche, uno spostamento del ciclo temporale celestiale, con il nostro Sole che entra nella rinascita al “Buco nero” alla base celestiale dell’Albero della Vita (una collocazione nella grande Via Lattea). Il 21 dicembre 2012 segna la fine di questa era di 5125 anni in cui siamo vissuti e l’inizio di una Nuova Era della Terra.
            Interrogato sul significato della Nuova Era per l’umanità, Edgar Cayce replicò: “mediante la piena coscienza della capacità di comunicare con le Forze Creatrici e essere consapevoli dei rapporti con le Forze Creatrici e gli usi degli stessi negli ambienti materiali. Questa consapevolezza durante l’epoca o era nell’Era di Atlantide e Lemuria o Mu portò che cosa? La distruzione per l’uomo, e il suo inizio delle necessità del viaggio verso l’alto attraverso la fase dell’egoismo.” (1602-3)
            Qui Cayce ci informa che, in un ciclo cronologico precedente, l’umanità aveva un livello di coscienza e un rapporto con le Forze Creatrici che ci permettevano di vivere sulla Terra e oltre su livelli superiori di attività materiale, mentale e spirituale. Sfortunatamente abbiamo usato male questa coscienza e il potere che venivano in seguito al rapporto stretto con le Forze. Questo uso sbagliato portò con sé la distruzione delle nostre grandi culture e un lungo viaggio karmico dell’anima attraverso dolore e confusione che derivavano dal nostro egoismo e dall’uso egocentrico esclusivo della nostra volontà senza riguardo della volontà del Creatore e degli altri. Ora che i cicli stanno di nuovo tornando, ci stiamo avvicinando ad un periodo in cui il livello di coscienza e di rapporto con le Forze Creatrici ci permetteranno di nuovo di riacquistare questi poteri. Come li useremo questa volta?
            Prima di disperare che l’umanità li userà di nuovo in modo sbagliato, ricordiamo che molte, molte anime e persino il Logos, il Verbo, sono venuti e continuano a venire nella materialità per aiutare a preparare la via per questa rinascita. Sopravalutiamo il potere del mondo e i suoi leader. Le forze invisibili, celesti, hanno un potere più grande e supereranno l’oscurità e l’egoismo del mondo, irrompendo con una luce che trasformerà questo regno per mille anni, quando ogni male e ogni tentazione saranno legati, e regnerà un’era dorata. Il libro biblico dell’Apocalisse ci fornisce questa profezia: “Vidi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - che inganna tutta la Terra abitata, e lo incatenò per mille anni.” (ap 20,2)
            Il 2012 è l’inizio del compimento di queste profezie meravigliose di Cayce e dell’Apocalisse, o solo un altro passo nel lungo viaggio verso tale compimento?

 
 
 

L'ARCA DELL'ALLEANZA

Post n°37 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da iogiocondamisteriosa

Stampa E-mail

Secondo la Bibbia, fu proprio Mosè a fabbricarla.
Alla ricerca dell'Arca dell'Alleanza. È custodita da un guardiano e ha ossessionato storici e ricercatori. Si trova ad Axum, in quella valle che nasconde tanti misteri. AXUM - Axum è il luogo dei misteri: misterioso è il significato delle steli, numerosissime nella zona (si calcola siano 300), anche se quella di Roma (assieme ad altre 2, una eretta, l’altra crollata al suolo) viene considerata la più maestosa e la più bella; misteriosa è la presenza nella basilica ortodossa di Santa Maria di Zion dell’Arca dell’Alleanza, un oggetto descritto nel Vecchio Testamento. Nessuno può vederlo e tanto meno toccarlo. Solo un guardiano per generazione ha questo privilegio. Il mistero dell’Arca ha affascinato decine di ricercatori, tra cui l’archeologo ebreo Vendil, che ha ispirato al cinema Indiana Jones. Secondo la Bibbia, fu Mosè a fabbricare l’Arca. L’ordine di costruire una cassa di legno di 125 centimetri di lunghezza per 75 di altezza rivestita dentro e fuori di oro puro, gli venne direttamente da Dio. Secondo le istruzioni il profeta costruisce la cassa e la copre con un coperchio dorato, il propiziatorio. Sopra ci aggiunge due piccole statue, raffiguranti dei cherubini. E ai lati della cassa aggiunge quattro anelli in modo che questa possa essere trasportata senza toccarla, infilandovi due pali. All'interno della cassa, l'oggetto più sacro della tradizione religiosa ebraica, il profeta depone un po' di manna raccolta durante la traversata del deserto, la magica verga con cui erano state scatenate le piaghe contro l'Egitto e separate le acque del Mar Rosso, ma soprattutto le Tavole dei Dieci Comandamenti, il segno tangibile dell’alleanza con Dio (da qui il nome).

GLI ORDINI DI MOSÈ - Secondo il libro dell’Esodo, Mosè impone al suo popolo, per la custodia del sacro oggetto, una serie di ordini precisi: dell’arca si occuperanno i figli di Aronne e nessuno si potrà avvicinare né tanto meno toccarla. Solo Mosè potrà utilizzare i poteri magici e solo con lui Dio, seduto su un trono, comparirà nello spazio fra i due cherubini. Il motivo di tanto mistero viene legato alla pericolosa ed incontrollabile potenza attribuita alla cassa d’oro. Secondo i resoconti della Bibbia, con l’Arca alla loro testa gli ebrei riescono ad annientare le decine di tribù ostili incontrate durante l’esodo nel deserto del Sinai. Ma la più grande impresa di questa potentissima arma, come spiega il Libro di Giosuè, è la distruzione della città di Gerico. Per sei giorni le armate di Israele, guidate da sette sacerdoti con sette trombe e l’Arca dell’Alleanza, girano attorno ai bastioni ciclopici. Al settimo, suonate le trombe, le mura crollano. L’Arca viene conservata nel sancta sanctorum, una segretissima cella sotterranea nel Tempio di Gerusalemme, ma è già scomparsa nel 587 a.C. anno in cui le armate babilonesi sconfiggono gli ebrei e saccheggiano la loro capitale.

L'ARCA DELL'ALLEANZA - Secondo lo scrittore francese Robert Charroux l’Arca dell’Alleanza non era altro che un enorme condensatore elettrico, capace di produrre forti scariche dell'ordine dei 5-700 volt. La sua struttura - il rivestimento d’oro (conduttore) dentro e fuori e il legno d’acacia (isolante) nel mezzo - ricorda infatti quello dei condensatori. Secondo l’affascinante ipotesi di Charroux, l’arca veniva posta in una zona secca, dove il campo magnetico naturale raggiunge normalmente i 600 volt per metro, e si caricava. Per spostarla si inserivano negli anelli due pali di legno per evitare possibili scosse. Un cronista etiope del Trecento, Nebure Id Ishaq, nel suo Kibre Nagast (il libro dei re), racconta che l’Arca dell’Alleanza fu portata segretamente ad Axum da Ibn Al Malik (il nome poi corrotto diventerà Menelik), figlio di re Salomone con Makeda, la regina di Saba. Grazie ai suoi poteri, i falascià, cioè gli ebrei etiopi, avrebbero sollevato senza sforzo i giganteschi obelischi. Sul libro dell’Apocalisse, infine, c’è scritto che l’Arca ricomparirà tra le nuvole, nei giorni del giudizio universale. Stiamo a vedere.

Fonte:Corriere della Sera
Massimo A. Alberizzi
19 aprile 2005

 
 
 

ovunque Tu sia....

Post n°36 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da shantiom0

                                                                                  ......un caldo abbraccio! shanti

 
 
 

BUONE FESTE A TUTTI!!!!

Post n°35 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da iogiocondamisteriosa

AUGURI A TUTTI, DAL CUORE, CON LA SPERANZA DI INCONTRARVI DI NUOVO.......NEL 2008 !!!!!!

 
 
 

NICOLAS FLAMEL..........

Post n°34 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da iogiocondamisteriosa

Chi si imbatte nella figura di Nicolas Flamel,alchimista e filantropo,vissuto a cavallo tra il 1330,data della sua nascita a Pontoise,e quella della sua presunta morte,avvenuta nel 1418 a Parigi,pensa di trovarsi davanti ad una figura leggendaria,creata ad uso e consumo dei coltivatori dell’occulto,dei misteri più estremi.
Non è così,perché la figura di Flamel è documentata storicamente,al punto da risultare uno degli enigmi più inestricabili di sempre.
A cominciare dalla sua tomba,trovata,subito dpo la sua morte, misteriosamente vuota.
O dalla sua ultima abitazione, in rue de Montmorency,al numero 51,ancora in piedi a distanza di sei secoli.
O partendo da un altro punto fermo della sua vita,il matrimonio con Pernelle,la compagna che lo seguì come un’ombra,una ricca vedova che gli permise di entrare nella buona società,visto che Flamel non era altro che un modesto copista nato da una famiglia che più che farlo studiare altro non fu in grado di fare.
La storia di Nicolas diventa importante in una notte,quando nasce la leggenda,mista a realtà,della sua visione di un angelo che gli dice: "Guarda bene questo libro, Nicholas. All’inizio non comprenderai niente di esso, né tu né altri uomini. Ma un giorno vedrai in esso quello che nessun altro uomo sarà capace di vedere."
Siamo nel 1357,e Flamel,grazie al suo sogno profetico,si imbatte per caso in un venditore,sul cui banco c’è un libro.
E’ un libro strano,con legature in ottone,scritto con caratteri sconosciuti.
L’unica parte decifrabile è il frontespizio,che recita testualmente: Abramo l’Ebreo, Prete, Principe, Levita, Astrologo e Filosofo alla nazione degli ebrei dispersa in Francia (o fra i galli) dall’ira di Dio, augura Salute.
Per anni Flamel si arrovellò sul libro,cercando di carpirne insegnamenti,che sembravano spaziare tra alchemia e Cabbala ebraica.
Si,perché la lingua misteriosa in cui era scritto altro non era che l’ebraico,con i suoi curiosi arabeschi,le strane consonanti.
Flmael ci perde le notti,sul libro.
Ma non fa grandi progressi e così decide di cercare qualcuno esperto di Cabbala,e lo trova nella persona di Maestro Chances,che lo segue a Parigi e lo aiuta nella decifrazione del libro,con l’aiuto della fida Pernelle,che nel frattempo ha mandato avanti,con successo,la copisteria che la coppia possiede.
Lo studio del libro misterioso porta Flamel a conoscere qualche antico segreto perduto.
E ad esso potrebbe essere attribuita l’improvvisa ricchezza dell’uomo..
Poichè non c’è documentazione sull’origine della sua ricchezza,possiamo pensare,speculando,che il libro lo abbia portato alla trasmutazione alchemica,probabilmente alla povere di proiezione,quindi alla mitica Pietra filosofale,la sostanza alchemica in grado di trasformare “il vil metallo in oro”
Flamel dispone di grosse somme;e le usa per fare beneficenza.
Restaura chiese,contribuisce alle spese per la gestione di ospizi,dona soldi a ospedali ed enti,in pratica diviene una figura nota più per la sua filantropia che per le sue arti “magiche”
Ovviamente una tale ricchezza non può passare inosservata,e suscita ammirazione certo,ma anche invidia.
C’è chi mormora che Flamel si sia arricchito non con l’alchimia,ma con speculazioni legate alla gestione dei beni degli ebrei espulsi,o che sia dedito all’usura,o ancora che abbia gestito con oculatezza e intelligenza i beni della moglie.
Ma sono solo supposizioni.
Flamel muore nel 1419,all’età di 89 anni.
Alla sua morte,la fama oscura che lo circonda,alimentata dalle voci sulla sua ricchezza,spingono molti loschi figuri alla ricerca della reale fonte della sua fortuna.
Così vengono depredati oggetti a lui appartenuti,viene spogliata la sua casa,e viene messa a soqquadro la sua tomba,dove però il corpo non c’è.
La chiesa di Saint Jacques la Boucherie,dove era situata la tomba,venne distrutta durante la rivoluzione francese ;stessa sorte capitò alla tomba di Flamel,della quale si salvò solamente la lapide,che verrà ritrovata fortunosamente in un negozio antiquario.
Una vicenda,quella di Flamel,che è piena di lati oscuri.
A cominciare dal famoso libro di Abramo l’ebreo,mai più rinvenuto,e dal quale l’alchimista potrebbe aver ricavato formule segrete;l’unico ad assomigliare,quanto meno nelle illustrazioni,al manoscritto misterioso è il Figures Hieroglyphiques d’Abrahm Juif,conservato a Parigi.
Ma è una traccia labile.
Flamel non rivelò mai il contenuto del manoscritto,limitandosi a qualche racconto su di esso,fra i quali quello di cui parlavo all’inizio,per giustificarne il possesso;forse per depistare chiunque volesse mettersi alla ricerca della sua fortuna,o forse perché effettivamente le formule del libro erano pericolose per i non iniziati.
Altro punto controverso è la sua morte.
Come abbiamo visto,non si trovò traccia del corpo:forse i predoni che spogliarono la sua tomba ne distrussero la salma,o forse non vi fu mai seppellito.
All’epoca di Luigi XIV venne mandato un archeologo in Oriente,per alcune ricerche storiche.
L’uomo al ritorno raccontò di aver avuto uno strano incontro con un filosofo,che gli aveva raccontato di aver conosciuto Flamel e la moglie,e che questi ultimi,a distanza di tempo,giravano il mondo grazie alla scoperta dell’elisir di lunga vita,la cui formula era contenuta nel libro di Abramo.
Leggenda o no,il mito di Flamel varcò le soglie del tempo.
Lo stesso cardinale Richelieu,l’eminenza grigia di Francia,cercò i segreti di Flamel,sia nella sua casa,sia nella sua tomba:fu difatti in questo periodo che si diffuse la voce della scoperta del sarcofago vuoto.
Forse Richelieu ebbe tra le mani il misterioso libro,ma non potè mai utilizzarlo,per la sua assoluta impenetrabilità:solo un iniziato come Flamel era riuscito a carpirne i segreti.
Una storia dai contorni sfuggenti,in definitiva.
I punti fermi ci sono,è vero.m possono essere letti in più chiavi.
Forse Flamel davvero trovò la pietra filosofale,o forse,più semplicemente,tutta la sua storia,la sua leggenda,altro non sono che un percorso iniziatico tipico degli alchimisti medioevali.
Un cammino spirituale teso a superare la materia e ad elevarla al rango di spirito.

SCRITTO DI

Paul the Templar

 
 
 

SIGNIFICATI CELTICI

Post n°33 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da iogiocondamisteriosa

Solstizio d'inverno - Il solstizio d'inverno cade il 21 dicembre, è detto il giorno più breve dell'anno, “il giorno che non è giorno” poiché segna il punto di frattura fra un semestre e l’altro: il sole tocca il punto più basso dell’orizzonte, così questa è la giornata con le ombre più lunghe. Si dice che anche la sua notte sia più lunga, la più buia dell'anno.
In antichità il solstizio d’inverno era un’importante festività dei popoli pagani, le celebrazioni si prolungavano per più giorni. Veniva chiamato anche Mezz’inverno, Alban Arthuan o Yule.
Yule deriva dalla parola anglosassone “Yula”, che significa “ruota” (wheel), la Ruota dell’Anno: per le popolazioni anglosassoni proprio il solstizio marcava l’inizio del nuovo anno. Alban Arthuan è un termine che ha un’origine druidica, deriva da una Raccolta, codificata in tempi moderni, di antichi aforismi e detti dei Bardi d’Irlanda e Galles. La Raccolta è anche conosciuta come “Codice Segreto dei Bardi” e fino a non molto tempo fa a poterne usufruire erano in via esclusiva i membri di associazioni druidiche.

Alban Arthuan
Alban Arthuan indica la rinascita del dio Sole in questo giorno, il termine Alban designa le Feste di Luce. Qualcuno traduce Alban Arthuan con “la Luce di Artù”: si diceva che Re Artù fosse nato il giorno del Solstizio d'Inverno, e il leggendario Re qui si associa al Re del Mondo, il sovrano dello spirito e del tempo, supremo vertice del mondo terreno, un simbolo di reincarnazione portatore di benefici e grandi doni. Un’altra interpretazione dice che Re Artù ha preso il nome del dio gallico Artaius o Artio e che la sua leggenda sia nata dapprima fra i Galli, diffondendosi poi in Galles e in Bretagna. Artaius è stato identificato con un’altra figura gallese, una divinità maschile di nome Gwydyon, patrono della magia, della poesia e della musica.
Quale che sia l’origine, la tradizione di rinascita del sole si rinnova attraverso i tempi, le culture, le leggende e le religioni: Re Artù dorme in una grotta segreta in una montagna, successivamente si risveglierà per portare pace e gioia nel mondo; il Re del Mondo rinasce nella Cripta del Tempo, una grotta oscura; e sempre in una grotta nasce Gesù Bambino.

Natale Festa della Luce: la tradizione del ceppo
Alban Arthuan in gallico antico prendeva il nome di Genimalacta (grande rinascita), era Saturnalia nell’antica Roma ed è il Natale dell’era cristiana.
Quando il Cristianesimo si diffuse, le preesistenti ricorrenze festive si conservarono ma gli antichi riti si sostituirono o s’interpretarono secondo significati conformi alla nuova religione. Avendo adottato il calendario solare romano, la chiesa celebrò la nascita di Gesù al solstizio d’inverno, già “dies natalis Soli Invicti” (il giorno di rinascita del Sole Invitto), e dedicò il solstizio d’estate a San Giovanni, che aveva battezzato il Cristo. Oggi come in antichità, si tratta sempre di una festa di pace e una celebrazione della luce solare che rinasce dopo il solstizio invernale.
I pagani festeggiavano l'avvento del Sole Bambino bruciando il ceppo nel fuoco e onoravano la Dea nei suoi molti aspetti di Madre. Nel folclore europeo e anche nel cristianesimo, l’antica festa sopravvive nella consuetudine del ceppo di Natale, che si accende con un frammento di quello dell’anno precedente, conservato appositamente; i resti del ceppo proteggono la casa da fulmini e incendi. Sempre dall’antico ciocco deriva il tronchetto di Natale, tipico dolce natalizio in cioccolato, diffuso in tutto il mondo, formato come un piccolo tronco d’albero tagliato. A Natale si possono, inoltre, trarre presagi per l’anno nuovo e in questa notte accadono prodigi, per esempio gli animali parlano nelle stalle e le nuvole nel cielo disegnano il futuro.

San Nicola e Babbo Natale
San Nicola di Bari, che si festeggia il 5 dicembre, è un dispensatore di doni del solstizio (come Sant’Andrea, Santa Lucia, Gesù Bambino e la Befana); la sua funzione ricopre il posto che un tempo era stato di Saturno, il Vecchio Dio del Cielo che rifondava periodicamente il cosmo con la sua benefica forza offrendo doni, e di altri dei pagani con analoghe funzioni. Negli ultimi due secoli san Nicola si è trasformato in Santa Claus, da “Sankt Nikolaus”, come lo chiamarono le popolazioni germaniche dall’Austria in su. Ai primi dell’Ottocento gli americani trasformarono il suo abito vescovile con un costume rosso ornato di pelliccia, la mitra fu sostituita dal cappuccio, e gli fu assegnata una slitta con le renne. Oggi Babbo Natale/San Nicola non si limita più a comparire nella notte del 5 dicembre ma anzi, è diventato una figura familiare che guida tutte le feste fino a Natale.
 


L’albero di Natale
Decorare l’albero di Natale ha origine pagana, la tradizione arriva dall’Europa del nord ed è da sempre legata a questo periodo. Le decorazioni colorate e luccicanti che vengono appese ai rami, solitamente di un pino, simboleggiano la presenza nel cielo di sole, luna e stelle, e rappresentano anche le anime delle persone che sono morte nell’anno precedente e sono in viaggio verso la Luce. La moderna usanza dello scambio di doni deriva anch’essa dalla tradizione degli antenati pagani, che dedicavano offerte simboliche agli dèi appendendole all’albero di Yule.

 



Agrifoglio
Pianta con rotonde bacche rosse e foglie munite di aculei, l’agrifoglio è un simbolo delle feste di questo periodo. Siamo abituati a vederlo sui cartoncini d’auguri natalizi, ma fin dai tempi più remoti simboleggia protezione e difesa dalle influenze nefaste: le popolazioni celtiche consideravano le case, le cui porte fossero costruite con il suo legno, protette dalle forze ostili e dalle negatività. Ancora oggi in Europa c’è l’usanza di appendere rametti di agrifoglio alla trave della porta d'ingresso per tenere fuori gli spiriti maligni. Secondo le leggende irlandesi, questa pianta è in grado di produrre incantesimi notevoli. Il suo potere contro le forze ostili è così grande che i Celti lo portavano con sé perfino in battaglia e molti carri da guerra erano costruiti con il suo legno. Rappresenta il Vecchio Dio del Cielo, chiamato anche Re Agrifoglio.



Il vischio
Ha foglie carnose, verdi e lanceolate, e rotonde bacche bianche perlacee che maturano proprio in dicembre. Il vischio, pianta semiparassita e sempreverde che cresce sui rami di alcuni alberi, oggi si raccoglie per le feste natalizie ed è di buon augurio. L’usanza di appenderlo sull’uscio o in casa risale ai Celti, che lo onoravano come pianta sacra giunta dal cielo, dono degli déi. Secondo le fonti, soltando i druidi potevano raccoglierlo, con l’ausilio di un falcetto d’oro. Il vischio non ha radici a contatto con la terra e cresce su un’altra pianta, pertanto non deve mai toccare terra nemmeno dopo essere stato racccolto.
A esso sono attribuite molte proprietà curative e in antichità era conosciuto come la pianta in grado di guarire da qualunque malattia, i druidi lo usavano per ottenere infusi e pozioni medicamentose. La ricetta magica della tradizione popolare vuole che il vischio venga immerso nell’acqua, che si dinamizza con le sue magiche proprietà e poi si distribuisce a quanti desiderano guarire o preservarsi dalle malattie.

 
 
 

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da iogiocondamisteriosa

SIMBOLI CELTICI

La prima precisazione da fare riguarda la distinzione tra i simboli che sono celtici e quelli che non lo sono, e sfatando un grande mito che imperversa a proposito delle Rune: non sono celtiche! Questi segni di scrittura sacra che oggi, come anticamente, vengono usate soprattutto come simboli di protezione e divinazione, provengono dall'area germanico-scandinava e si diffusero nei territori celtici di Scozia, Britannia e Irlanda solo a partire dall'VIII secolo con le incursioni vichinghe. Lo stabilirsi dei Vichinghi sulle coste sottoposte al loro controllo portò l'insorgenza di interi villaggi dove le culture gaelico-celtiche e germanico-scandinave si mescolarono.

Questo naturalmente nulla toglie al valore prezioso delle Rune e della tradizione magica scandinava, ma chi le associa ai Celti commette un errore storico. Lo stesso discorso vale per il martello di Thor e tutti gli atri simboli legati alle divinità come Odino, Freya, ecc.

Passando ai disegni conosciuti come 'intrecci celtici' e 'nodi' che compaiono sui manoscritti compilati dai monaci cristiani a partire dal VI-VII secolo c'è da dire che, seppur più recenti della storica 'epoca celtica', si possono annoverare tranquillamente fra i simboli celtici, sia perchè i loro produttori erano tutti ex-druidi e bardi divenuti monaci o comunque persone provenienti dalla cultura celtica tradizionale, sia perchè riprendono le antiche forme presenti su spade, foderi, punte di lancia, ornamenti per i carri. Bardature di cavalli, ecc.

Stesso discorso vale per le spirali, da cui nasce il triskele, che pur essendo più antiche dell'epoca celtica, sono state ampiamente utilizzate dai Celti e dai druidi, loro sacerdoti e sapienti. 

IL CAVALLO

Il cavallo è legato alla Dea nelle sue molteplici manifestazioni, sia nel suo aspetto luminoso, sia in quello tenebroso e sotterraneo. Il cavallo è una guida dell'uomo nei mondi spirituali luminosi degli dei, ma anche fra le oscure regioni accessibili dal sogno. E' perciò una guida, un mezzo di trasporto fra i mondi, viaggiatore fra il regno terrestre e quello spirituale. Spesso viene associato al fuoco o all'acqua (le due porte sui mondi dell'Aldilà), alla vita e alla morte, incarnando in sé lo spirito del grano e i poteri della fecondità della terra e della sessualità, della vegetazione e del suo rinnovamento periodico, della vita attraverso la morte, dei cicli vitali legati alla luna e alle acque, dei poteri del sogno, della divinazione, ma anche i caratteri luminosi dell'eroismo e la nobiltà.

 IL CIGNO

I cigni sono in stretta relazione con gli dei luminosi d'Irlanda, i Tuatha Dé Danann, e sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà per la/il propria/o compagna/o, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco (del sole) da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, fra i diversi mondi e come animale sacro alla Dea è considerato un simbolo del sole e un messaggero degli dèi, benefico e sacro, possessore di poteri magici legati alla musica e al canto, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell'acqua. Il cigno rappresenta anche la luce interiore dello spirito umano, la scintilla divina nell'uomo. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente e rappresenta la parte dell'uomo che tende al bene, al meglio di sé, alla perfezione, alla spiritualità. Nel medioevo era l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla Cerca del Graal, la Sacra Coppa.

IL LUPO

Nella cultura celtica è un simbolo di benessere, cura, lealtà, capacità di amare e proteggere i propri cari. E' una guida per coloro che si avventurano nei mondi spirituali, un animale di potere che viene in aiuto di chi ne ha bisogno. Il lupo è il messaggero della Dea della Morte-nella-Vita e fungeva da accompagnatore verso la Terra dei Morti, guidando le anime attraverso le foreste dell'Altromondo.

IL CANE

Per i Celti questo animale era visto come un essere appartenente a due mondi: quello umano e quello spirituale. E' simbolo di protezione della comunità umana dei vivente, ma anche dei defunti, essendo il guardiano del regno dei morti, animale caro alla Dea, come guardiano del suo regno e dei suoi misteri. Il cane ha anche funzioni di guaritore, ed è quindi associato alle acqua curative e al potere di guarigione.

IL CINGHIALE

Ha una simbologia complessa e viene associato a differenti posizioni sulla croce celtica (corrispondente europea della Ruota di Medicina dei Nativi Americani).
1) All'Est è un simbolo spirituale, di saggezza, conoscenza, guarigione, verità, lealtà, messaggero fra il Mondo Sotterraneo e quello umano e rappresenta la classe sacerdotale (in qualità di 'spirito' in grado di vitalizzare la materia, altrimenti inerte). Il cinghiale, come il Druido, vaga per la foresta solitario o in compagnia dei suoi simili, per 'scavare' alle radici dell'albero della conoscenza ed estrarre il frutto della sapienza proveniente dal Cielo.
2) Al Sud diviene il portatore di fertilità e vitalità, simbolo della Dea Madre, la Natura divina della terra legata ciclo lunare, alla Dea e alla femminilità feconda e aggressiva, ma anche al ciclo solare, agli dèi, alla frenesia riproduttiva maschile e all'aggressività dei guerrieri. Rappresenta le energie del territorio, il potere della terra che si manifesta come energia vitale. E' quindi simbolo di abbondanza, nutrimento, ospitalità, festeggiamenti e riunioni sociali, fertilità, salute e protezione dal pericolo, potere e vitalità.
3) All'Ovest racchiude le qualità dell'iniziazione ai misteri della vita e della morte, del passaggio, della fine di un ciclo e inizio di un altro, alla rinascita.
4) Al Nord è ispiratore di musica e poesia. Per i Druidi il cinghiale rappresenta il ciclo dell'epoca odierna e simboleggia il polo immutabile (il nord) e l'autorità spirituale. La costellazione oggi chiamata dell'Acquario, un tempo era quella Cinghiale, considerata sede dell'energia mistica e dell'iniziazione, oggi della spiritualità nascente. Per i Romani rappresentava simbolicamente l'intera Gallia.

IL DRAGO

E' il simbolo della protezione, della forza in combattimento e dell'energia vitale di grande potenza. E' il guardiano dei luoghi nascosti che custodiscono tesori e quindi rappresenta la capacità interiore di proteggere la nostra interiorità dalle intrusioni. Incarna le potenti forze all'interno della terra che ispirano e guariscono, ma se non onorate e armonizzate, è possono anche portare distruzione.

GLI UCCELLI

Sono i messaggeri fra il mondo umano e quello divino. Incarnano forze di guarigione, ispirazione, gioia, semplicità, profezia, combattività per giustizia, saggezza, benevolenza.

 IL PAVONE

Rappresenta il sole, essere immortale che perpetua il grande ciclo senza fine di nascita (alba) e morte (tramonto). E' simbolo del potere benefico di trasformare le energie negative in positive.

 IL SERPENTE

E' strettamente connesso con tutti gli elementi: terra, acqua, fuoco, aria ed energia. E' il Portatore di Vita, l'essere che meglio incarna e rappresenta la forza vitale che scorre sinuosa sotto e sopra la superficie. Appartiene alla terra e al cielo allo stesso tempo attraverso l'acqua: fluisce come fiume sotterraneo, sgorga alla superficie come sorgente, risale verso il cielo come arcobaleno (il ponte che collega la terra al cielo, la Materia allo Spirito, formato da un gioco di evaporazione e luce solare), scorre infinito come Via Lattea e quindi ricade sulla terra come pioggia. E' legato all'aria e al fuoco quando si muove guizzando nella forma delle fiamme che danzano nel focolare e delle spire di fumo che si elevano sopra di esse, dei mulinelli di polvere formati dal soffiare del vento, del saettare dei fulmini durante i temporali. Infine è simbolo dell'etere/energia, il quinto elemento che fa da legame per gli altri quattro, rendendosi veicolo per l'energia divina e spirituale che vi infonde la vita e permette l'esistenza fisica.E' legato alla Dea Madre Terra e alla sua fecondità, all'abbondanza donata con grande generosità, ma la grande energia che incarna può anche divenire distruttiva se mal utilizzata. Il serpente è presente negli spermatozoi (simili al serpente con la testa d'ariete) che corrono verso l'ovulo per dare origine a una nuova vita; i nostri intestini vengono paragonati ad un grande serpente e così il cordone ombelicale che ci nutre nel seno materno e ci accompagna nell'esistenza, primo vero iniziatore; il fluire delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri somigliano al sinuoso moto del serpente, così come il rapido scivolare delle correnti dei mondi spirituali riprende il suo movimento. E' legato al ciclo dell'anno che si ripete in eterno sempre uguale a se stesso, ma sempre diverso. Rappresenta perciò la fecondità, la vitalità, l'energia, l'abbondanza, il ritmo, il ciclo, la rinascita, il rinnovamento, la reincarnazione, la conoscenza/saggezza, la protezione, il fuoco guaritore e quello ispiratore.

IL SALMONE

Rappresenta l'incarnazione della saggezza e della magia racchiusa nella profonda conoscenza delle cose, la conoscenza divenuta saggezza.E' quindi simbolo di Conoscenza (la visione perfetta del passato e dell'avvenire), di Saggezza (l'utilizzo a fin di bene di tale conoscenza) e di Nutrimento Spirituale (la vitalità che scaturisce dall'esercizio della Saggezza). La sua particolarità di lottare contro la corrente del fiume con grande volontà, impegno e costanza per raggiungere la sorgente lo rendono un importante simbolo spirituale per i Celti. Rappresenta quindi il coraggio, lo spirito indomito, la fermezza nel raggiungere la meta, la costanza, la volontà umana tesa a uscire dalle tenebre dell'ignoranza e acquisire conoscenza e saggezza tramite lo sforzo, l'impegno e la ricerca. Il salmone viene considerato lo spirito guardiano dei pozzi, delle fonti, dei laghi, dei torrenti e dei corsi d'acqua in generale in grado di donare il potere di guarigione.

 LA SPIRALE

Simbolo antichissimo che racchiude in sé il concetto di espansione, crescita, sviluppo. Rappresenta il sole nel suo movimento del cielo se a partire dal centro si svolge da sinistra verso destra, ma se il suo moto procede dal centro verso sinistra è connessa all'acqua che scorre e fluisce dal sottosuolo verso la superficie. In questo caso la spirale simboleggia il potere della Terra in quanto Dea della vita, colei che guida le tribù a spostarsi nel territorio. Questa spirale rappresenta anche la strada da seguire per entrare in se stessi e trovare la luce interiore, come indicato sulla pietra di ingresso del tumulo di Newgrange, mentre al contrario è il sentiero che lo spirito deve percorrere per giungere agli dei celesti. Essenzialmente rappresenta lo scorrere e il fluire dell'energia divina, ben incarnata dai fili intrecciati che formano il corpo dei torques.

LA DOPPIA SPIRALE

Rappresenta il sorgere e calare del sole in successione stagionale e quindi i due centri delle rispettiva spirali indicano i giorni degli equinozi, le parti più esterne i solstizi. E' simbolo perciò dell'equilibrio interiore raggiunto nel movimento, di comprensione del ciclo della Vita composto dall'armonizzazione degli opposti (luna/sole, maschile/femminile, caldo/freddo, luce/buio, estate/inverno, andare/venire, nascere/morire, ecc.). Rappresenta il ritmo, la danza, il flusso, il respiro, lo scorrere del tempo, le stagioni. E' un aiuto per comprendere e amare il percorso di vita.

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da iogiocondamisteriosa

 TRISKELE

Chiamato anche triscele o triskellion (dal greco tre gambe) è il simbolo celtico più conosciuto. Racchiude in sé il potere del numero Tre. Se, a partire dal centro del simbolo, le tre spirali che lo formano si avvolgono su loro stesse da destra verso sinistra, rappresenta il turbinare delle energie dall'interno verso l'esterno, la manifestazione; se invece si sviluppano da sinistra verso destra simboleggia il discendere nei mondi inferi. Ha diversi significati e rappresenta:
1) La Triplice Manifestazione del Dio Unico: Forza, Saggezza e Amore e quindi le tre classi della società celtica che incarnavano tali energie, Guerrieri, Druidi e Produttori.
2) I Tre Cerchi della manifestazione o dell'esistenza: Ceugant, il Mondo dell'Assoluto; Gwynwydd, il Mondo Spirituale dell'Aldilà e Abred, Mondo Umano o della Prova.
3) All'interno di Abred il simbolo dei tre aspetti del mondo materiale: Terra (cinghiale), Acqua (Salmone), Cielo (Drago) che con il loro movimento si riuniscono tutti nel quarto elemento, il Fuoco, simboleggiato dal cerchio che racchiude il triskele.
4) Il Passato, il Presente e il Futuro riuniti in realtà al centro in un unico Grande ed Eterno Ciclo chiamato Continuo Infinito Presente, in cui tutto esiste contemporaneamente. Si riesce così a comprendere come, durante la festa di Samhain del 1¼ novembre i Celti potessero incontrare i loro antenati defunti, ma anche i loro discendenti non ancora nati.
5) Le tre fasi solari in manifestazione: alba, mezzogiorno, tramonto
6) Nell'uomo la sua triplice manifestazione come corpo, emozioni/sentimenti/pensieri e spirito, ma anche l'Azione, il Sentimento, il Pensiero e le tre età: infanzia, maturità, vecchiaia.
7) La Dea nel suo triplice aspetto di Vergine-Madre-Vecchia/Figlia-Madre-Sorella.
8) La triplice specializzazione della dea Brigit come custode e dispensatrice del Fuoco Sacro, in quanto protettrice dei poeti, dei fabbri e dei guaritori.
9) Il simbolo della trinità femminile della battaglia Morrigan-Macha-Boadb e di quella maschile Ogma-Lugh-Dagda
10) Il segno sul quale Patrizio spiegherà il concetto della Trinità Cristiana (in realtà un'idea del cristianesimo celtico) agli irlandesi, trasformando però il triskele in un trifoglio.

 INTRECCI E NODI

In generale rappresentano la Continuità della Vita, l'infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno e notte, ecc. Per i Celti la Vita non aveva un inizio e una fine, ma procedeva con continuità e infatti non esistono leggende sulla creazione del Mondo nella mitologia celtica. Gli intrecci e i nodi formati da animali, vegetali ed esseri umani o da semplici linee rappresentano lo scorrere dell'energia divina nelle forme, della Vita Unica che incessantemente riempie e vivifica le molteplici manifestazioni materiali. La morte è solo l'abbandono delle forme da parte di questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere. Muore chi si identifica con le forme; è immortale chi si identifica con l'Energia della Vita. Gli intrecci rappresentano perciò la Vita, l'energia spirituale, il percorso di crescita, la continuità, la resurrezione, le relazioni con tutti gli esseri (minerali, vegetali, animali, umani e divini), l'immortalità nel movimento, la buona fortuna che deriva dalla capacità di mettere in moto le energie vitali e collaborare coscientemente con esse. Simboleggiano anche il ciclo dell'esistenza nascita/crescita/maturazione/invecchiamento/morte/rinascita e vengono usati come talismani di protezione contro le negatività e anche come rinforzo dell'energia spirituale che vive dentro di noi. Sono anche 'mandala' di meditazione (seguendo con gli occhi il loro percorso è possibile entrare in un differente stato di coscienza), come facevano i monaci del cristianesimo celtico che leggevano una pagina del Vangelo e quindi seguivano con lo sguardo le forme degli intrecci a bordo pagina riflettendo sulla lettura e, cambiando stato di coscienza, riuscivano a evocare il significato profondo della Sacra Scrittura e del suo messaggio spirituale.

 LA SPADA

E' il simbolo della Forza, incarnata nella società celtica dalla classe dei Guerrieri. Indica la Volontà, il Potere Interiore che spinge ad agire e che pone l'individuo in contatto con il proprio essere profondo che percorre i sentieri della Vita per realizzare il proprio destino. Rappresenta sia l'autorità e la sovranità sia la raggiunta maturità fisica/emotiva/mentale/spirituale simboleggiata dal Cavaliere Antico e da Artù al momento dell'estrazione della Spada dalla Roccia e dal ricevimento di Excalibur da parte della Dama del Lago.

TORQUE 

E' il simbolo della Libertà, del Valore individuale e dell'Onore. Veniva indossato solo da uomini e donne liberi e dai guerrieri. Rappresenta l'energia spirituale della Vita che scorre nella gola (da cui passa respiro e nutrimento) di chi lo indossa. Indica nobiltà d'animo e capacità d'azione

 LA CROCE CELTICA

Anche se il Cristianesimo in Irlanda fece suo questo simbolo, in realtà la più antica rappresentazione della Croce Celtica, chiamata anche "Ruota del Sole" o "Anello Crociato" o "Croce Druidica"o "Sigillo dei Druidi", risale in Europa al 8-10.000 a.C. ed è stata trovata in una grotta dei Pirenei francesi. Rappresenta l'Albero della Vita, le Quattro Direzioni del Mondo, il Cosmo (cerchio) in cui è inserita la Terra (croce), i Quattro Elementi (la croce: terra, acqua, aria, fuoco) uniti dal Quinto (il cerchio: lo Spirito, l'Energia), le Quattro Feste Stagionali (Samhain, 1¡ Novembre; Imbolc, 1¡ Febbraio; Beltane, 1¡ Maggio; Lughnasadh, 1¡ Agosto), il Sole, il Ponte dell'Arcobaleno fra il Mondo Terreno (asse orizzontale della croce) e quello Divino (asse verticale della croce) racchiusi nell'infinità dell'Universo (il cerchio). Corrisponde alla "Ruota-di-Medicina" dei Nativi Americani, anche se i simboli associati alle Quattro Direzioni Sacre sono lievemente differenti. Per i Celti l'Est rappresenta lo Spirito, associato all'elemento Aria e alla Lancia del dio Lugh; il Sud è legato alle Emozioni/Sentimenti, all'elemento Fuoco e alla Spada di Nuada; l'Ovest alla Mente/Pensiero, all'elemento Acqua e al Calderone di Dadga; il Nord al Corpo, all'elemento Terra e alla Pietra del Destino (L’a Fàil).

IL LABIRINTO

Il Labirinto non deve venire confuso con il Dedalo. Entrambi seguono percorsi tortuosi, ma nel Labirinto è impossibile perdersi; ha una sola via per raggiungere il Centro e lo stessa serve anche per uscirne; si può vagare e fermarsi, ma mai smarrirsi. Nel Dedalo invece le vie sono molte, con strade chiuse ed è difficile trovare la strada. Nella tradizione celtica è importante il Labirinto che rappresenta il Cammino di Ricerca, la strada che conduce al centro di se stessi e della Conoscenza, lo Spazio Sacro, il Percorso Magico che può far raggiungere e sviluppare grande potere interiore. Il Labirinto è fonte di Magia Sacra che unisce le energie della Terra (l'interiorità dell'uomo) con quelle del Cielo (il cosmo) grazie alla concentrazione, alla danza, al movimento.

OGHAM (ALFABETO ARBORICOLO)

L'Ogham è un antico alfabeto dei Bardi e Druidi celtici irlandesi, usato, nel passato e ancora oggi, per scopi divinatori e magici. La tradizione narra che fu inventato dal dio Ogma Viso-di-Sole, quando lo utilizzò per scrivere il primo messaggio Ogham al dio Lug su un bastoncino di betulla (la betulla è quindi il primo segno, o lettera, nella serie dell'Ogham). L'alfabeto Ogham è formato da 4 serie di cinque lettere-alberi ciascuna a cui ne è stata successivamente aggiunta una. E' chiamato anche Beth-Luis-Nion (BLN dal nome dei primi tre alberi-lettere che lo compongono, Betulla/Sorbo/Frassino) ognuno con un significato preciso. 
BETULLA B La Betulla è l'albero legato alla nascita, ai nuovi inizi, alla guarigione, all'ispirazione, all'arte e alla poesia. Allontana la negatività presente nel propria animo ed è un potente armonizzatore degli sbalzi dell'umore provocati dalle emozioni discordanti. Evoca la gentilezza del cuore. Indica la purificazione fisica, emotiva e mentale come rituale per iniziare qualcosa di nuovo e accoglierne degnamente i risultati.
SORBO L Il Sorbo è un grande simbolo di protezione. Funge da aiuto contro attacchi magici e negatività dirette contro di noi dall'invidia e dalla gelosia altrui. Il Sorbo è un albero magico usato per ricavare bastoncini su cui incidere i segni Ogham per scopi divinatori. Dà rapidità di pensiero, concentrazione, discernimento e ispirazione all'azione. Protegge dalla paura.
FRASSINO N E' l'albero che unisce il Cielo e la Terra e per questo offre l'integrazione dello Spirito con la Materia, equilibrando le forze dell'anima con quelle del corpo. E' simbolo di rinascita, trasformazione, iniziazione. Mette in contatto con la propria forza vitale interiore della gioventù e stimola all'azione.
ONTANO F Rappresenta un guardiano delle 'porte' che separano la coscienza ordinaria dalle forze del subconscio dalle quali funge da protettore. Mette in contatto con la propria forza e centratura e rende consapevoli dell'unicità dell'individuo. E' legato ai poteri oracolari e di protezione. Mette in contatto con la propria interiorità, anche se smuove forze molto potenti e quindi richiede equilibrio.
BIANCOSPINO H E' legato all'equilibrio della forza sessuale: la stimola se troppo poca e la attenua se troppo veemente. Stimola un processo di riacquisizione di salute e aiuta chi vuol smettere qualche vizio. Purifica la mente da ogni tipo di pregiudizio e chiusura libera il pensiero.
QUERCIA D Rappresenta la Forza della Saggezza e della Conoscenza e la stimola in se stessi. Offre la consapevolezza della soglia che esiste fra il mondo materiale e quello dell'aldilà. Tranquillizza l'animo irrequieto e stimola alla ricerca della conoscenza nascosta racchiusa nelle proprie domande e nell'Universo. Rappresenta l'abbondanza e la ricchezza a tutti i livelli.
AGRIFOGLIO T E' un simbolo di buona fortuna e protezione dalle persone e dalle forze ostili. Indica la direzione da intraprendere e aiuta a mantenersi sul cammino per realizzare ciò che si spera. Offre sia la fermezza sia l'apertura mentale per cogliere al volo le occasioni che si presentano.
NOCCIOLO C Ispira i cercatori di conoscenza e saggezza grazie allo sviluppo dell'intuizione che porta a individuare la sorgente interiore da cui tutto deriva. Facilita il raggiungimento di uno stato di meditazione che permette di accedere alla saggezza interiore e ala capacità di sintesi per poter usare e interpretare con efficacia i sistemi responsi oracolari. E' infatti il simbolo del sacro potere della parola che deriva da vera conoscenza.
MELO Q Rappresenta il contatto con il Mondi Spirituali e gli esseri luminosi che li abitano. Aiuta a rendersi degni di ricevere l'aiuto e l'ispirazione delle divinità. E' un simbolo di scelta consapevole e decisa di una direzione, oltre che di poteri di guarigione attraverso il sonno e il contatto con i mondi interiori. é un simbolo regale e rappresenta il frutto del nostro agire attivo: vitalità giovanile, abbondanza, guadagno, luce, benessere, gioia e bontà.
VITE M Rappresenta la liberazione dei poteri di profezia e di conoscenza intima della verità una volta che lasciamo andare le rigidità mentali e il nostro punto di vista troppo serioso e sicuro di sé. E' simbolo di gioia che nasce dalla risata, di allegria che scaturisce dalla rinuncia a voler controllare a tutti i costi una situazione o un problema nel quale ci si sente invischiati. Aiuta ad abbandonare il senso di pesantezza in situazioni difficili.
EDERA G E' simbolo di ebbrezza sacra che porta in contatto con le parti più profonde di se stessi e indica la spinta impellente alla ricerca della propria anima. E' perciò un ottimo aiuto per chi vuole intraprendere un cammino di conoscenza interiore, di chi sente di non avere più una direzione nella vita e non può rimandare oltre l'inizio di un rinnovamento. Cura le ferite interiori.
CANNA DI PALUDE Y E' il simbolo del potere interiore di sicurezza e fiducia in se stessi che rende capaci di compiere scelte determinate che guidino al meglio il vivere quotidiano. Dona quindi capacità di scelta consapevole e senza ripensamenti, assunzione di responsabilità e determinazione che scaturiscono dalla fiducia riposta nel Bene generale dell'Universo

LA SPILLA DI TARA

Rappresenta la Regalità e la Nobiltà dell'individuo. Tara è il luogo in Irlanda dove avevano preso dimora gli dèi luminosi, i Tùatha De Danann, sede dell'Ard R’, il Re Supremo. Indica la provincia del Mìde, la Quinta, corrispondente all'Energia Spirituale e all'Anima di chi indossa la Spilla di Tara.

LA STELLA

E' un simbolo druidico molto potente che indica protezione e potere di saggezza attraverso la magia. Indica anche l'individuo in contatto con il proprio lato spirituale e con l'energia divina.

 IL CARDO

E' il simbolo della Scozia scelto per ricordare un'invasione di Vichinghi Danesi respinta da un gruppo di guerrieri scozzesi svegliati dalle urla di dolore causate da questo fiore spinoso, messi in fuga al grido gaelico "Cha togar m'fhearg gun d“ oladh" (in latino "Nemo me impune lacessit" - "Nessuno mi attacca impunemente" o "Nessuno susciterˆ la mia collera senza pagare per questo"). E' quindi simbolo di protezione attenta, di bellezza protetta dalla forza, della potente energia maschile che difende la delicata energia femminile. Ispira coraggio e presenza di spirito nelle prove difficili.

POZZO DI GLANSTONBURY

L'oggetto è il coperchio in legno di quercia del pozzo di Glastonbury, la mitica Isola di Avalon dove fu portato il corpo di re Artù gravemente ferito per essere sanato. Il nome Glastonbury deriva dal celtico Yniswytrin 'Isola di Vetro' (uno dei nomi dell'Altromondo celtico), perchè la superficie era di colore verdazzurro perchè vi abbondava l'erba chiamata glast, ossia il guado - Isatis tinctoria - le cui foglie e radici contengono una sostanza colorante azzurra usata dai Celti per dipingersi il corpo. Nel periodo celtico a Glastonbury (Villaggio della Verde Collina) sorgeva una scuola druidica e il luogo era considerato una porta di passaggio verso l'Altromondo. Nel 1191 fu rinvenuta dai monaci dell'Abbazia la tomba di Artù e Ginevra e si narra che nel Pozzo di Glastonbury Giuseppe d'Arimatea gettò il Santo Graal. Il coperchio è quindi il simbolo del passaggio nell'oltretomba, di protezione, di guarigione sacra, di conoscenza dei misteri della salute.

IL FALLO

L'antica tradizione celtica prevedeva rituali di unione sessuale eseguiti in modo sacro durante la festa di Beltane (1¡ Maggio, inizio della metà luminosa dell'anno) che portava i bambini a nascere intorno alla festa di Imbolc e all'inizio della primavera. Una cerimonia per celebrare gli antichi riti della fertilità prevedeva l'accoppiamento di un sacerdote, rappresentante del dio e della forza maschile, con una sacerdotessa, portatrice della forza femminile e ambasciatrice della dea e doveva servire come veicolo per manifestare sulla terra le energie creative della nuova stagione luminosa e feconda. Il fallo è simbolo di fecondità, potere manifesto e benessere fisico.


 
 
 

buon natale

Post n°29 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da iogiocondamisteriosa

 
 
 

I TESCHI DI CRISTALLO, FANTASIA O REALTA??

Post n°28 pubblicato il 30 Novembre 2007 da iogiocondamisteriosa

Meraviglie contro ogni legge fisica. Gioielli del mistero che qualcuno dice di aver sentito urlare. Cristalli capaci di offrire all'incauto osservatore immagini orribili.

Un paio d’orbite vuote vi fissano. Sotto le cavità c’è un ghigno poco rassicurante. Voi fate finta di niente, ma il disagio resta. L’oggetto riluce come un gioiello. Ogni scanalatura offre un nuovo riflesso. Osservate a lungo e nel frattempo le orbite vi scrutano a loro volta. L’impressione finale è di aver ingaggiato una muta conversazione con una strana creatura che in qualche modo vi è familiare. In fondo, il teschio umano che state studiando con tanta attenzione non è altro che l’immagine di voi stessi. Che cosa c’è disegnato sulla bandiera dei pirati? Che cosa appare sul cartello pericolo: alta tensione? Che cosa campeggia sull’etichetta di una boccetta di veleno? Esatto, proprio quello. Il teschio è il simbolo della morte per eccellenza, ci parla di verità, di quello che c’è sotto la pelle e i muscoli. Ci spaventa e ci affascina allo stesso tempo. Se poi ci aggiungete il cristallo che sembra possedere misteriose proprietà avrete una combinazione esoterica molto potente. Il teschio di cristallo di Mitchell-Hedges, il più famoso tra quelli esistenti, è dunque un concentrato di energie, segreti e poteri che ancora non siamo in grado di classificare.
Alto tredici centimetri e largo altrettanto, profondo diciotto e pesante cinque chili. Ricavato da un unico pezzo di cristallo di rocca e perfettamente levigato. La mandibola è mobile e proviene dallo stesso blocco di quarzo (chiamato anche cristallo di rocca). A parte qualche leggera irregolarità sulle tempie e sulle ossa degli zigomi, è la replica esatta di un cranio umano. In base alla grandezza e ad altri dettagli si è arrivati a stabilire che potrebbe essere quello di una donna. L’autore? Sconosciuto. Altrettanto oscuro è il metodo usato per la sua realizzazione.
La sua storia ufficiale parte dal giorno in cui fu trovato dalla diciassettenne Anna, figlia adottiva dell’avventuriero Frederick Albert Mitchell-Hedges. Era il 1927 e Anna partecipava con entusiasmo agli scavi archeologici condotti dal padre a Lubaantum, un antico insediamento maya il cui nome tradotto significa ‘la città delle pietre cadute’, nell’Honduras britannico (l’attuale Belize). La città occupava un’area di quindici chilometri quadrati e ospitava piramidi, case, camere sotterranee e un gigantesco anfiteatro. Anna trovò il teschio mentre girovagava tra le rovine. Uno strano scintillio attirò la sua attenzione e la spinse a sollevare qualche pietra di un antico altare per liberare quello che aveva tutta l’aria di un oggetto fuori dal tempo. La mandibola fu trovata tre mesi dopo a circa otto metri di distanza. Frederick Mitchell-Hedges morì il 12 giugno 1949 e lasciò il teschio in eredità alla figlia Anna.
Ci sono molti dubbi sul fatto che sia stato veramente trovato da lei. Sono in molti a pensare che suo padre l’avesse ne avesse ordinato la realizzazione per poi programmarne il ritrovamento da parte della ragazzina, proprio il giorno del suo compleanno. Un regalo particolare di un papà appassionato di archeologia che trovò il modo di prendere due piccioni con una fava: fare una sorpresa alla figliola e attirare l’attenzione del mondo scientifico, ottenendo quindi sovvenzioni per i suoi viaggi. Un’altra versione della storia vedrebbe Frederick comprare il teschio a un’asta londinese di Sotheby nel 1943. In effetti, il teschio non figura tra le foto della spedizione nel Belize e non ci sono prove che fosse già nelle sue mani prima del 1943. Comunque siano andate le cose, ora il teschio appartiene ad Anna che ancora oggi (ormai ottuagenaria) giura di averlo trovato tra le antiche rovine di una città maya. Ha raccontato più volte di aver visto il teschio assumere le colorazioni più svariate anche se tenuto al buio, in assenza di fonti luminose che potrebbero produrre scherzi cromatici. Altro fenomeno particolare è l’odore di muschio molto forte che si sprigiona dal cranio di tanto in tanto.
Nel 1970 Anna ha permesso ai laboratori Hewlett-Packard di studiarlo e i risultati sono stati sconcertanti. Prima di tutto il teschio è stato intagliato in senso contrario agli assi cristallografici della pietra. Cesellando senza tener conto della sua struttura interna, il blocco avrebbe dovuto rompersi, cosa che non è avvenuta. Se i moderni ingegneri e scultori seguissero lo stesso metodo di lavoro, non sarebbero in grado di duplicarlo, nemmeno con il laser o altri strumenti d’avanguardia per l’incisione. Andrebbe in mille pezzi. Eppure qualcuno è riuscito, contro ogni legge fisica, a creare una meraviglia del genere. Non è stato ritrovato alcun segno che potesse indicare il tipo di oggetto impiegato per l’intaglio. Ma se non è stato usato un arnese comune, allora di quali mirabolanti attrezzi stiamo parlando? Bisogna forse pensare ad apparecchiature portate sulla terra da civiltà aliene? Per ora l’ipotesi più accreditata è che sia stato sbozzato con pezzi di diamante (il cristallo di rocca è leggermente più tenero di quest’ultimo) e quindi pazientemente lisciato con un composto di acqua e sabbia. Il problema è che per arrivare alla forma attuale, con una simile lavorazione, ci sarebbero voluti trecento anni di costante lavoro da parte di scultori dotati di grande talento. E’ dunque un oggetto che non dovrebbe esistere.

Il Mitchell-Hedges è in buona compagnia, poiché ci sono altri teschi in possesso di musei e privati. Le zone del centro e sud America sono ‘ricche’ di simili manufatti. Purtroppo c’è sempre chi confonde le acque e di conseguenza ai teschi genuini si sono aggiunti i falsi, complicando il lavoro degli esperti. La lista è nutrita e comprende, tra gli altri, il teschio di Londra (ospitato al British Museum) e quello di Parigi (Trocadero Museum). Furono acquistati da mercenari messicani nel 1890 e pur essendo ugualmente affascinanti, non sono ricchi di dettagli come il Mitchell-Hedges. Quello di Londra è conservato in una teca e suscita un interesse morboso nei visitatori. Gli addetti alle pulizie hanno chiesto e ottenuto il permesso di coprirlo con un panno durante il loro turno di lavoro, perché il suo sguardo li faceva sentire a disagio.

Il teschio parigino ha una fattura rudimentale ed è più piccolo. Di seguito troviamo il teschio Maya (trovato in Guatemala) e il teschio di Ametista (Messico), entrambi scoperti nei primi del novecento. Anche questa coppia fu studiata dagli esperti della Hewlett-Packard che rilevarono la stessa tecnica sbagliata di intaglio. Poi c’è il teschio del Texas, chiamato affettuosamente Max dalla famiglia che lo possiede. In origine apparteneva a Norbu Chen, un guaritore tibetano che regalò il teschio a Carl e Ann Parks. I due non si resero conto di che cosa avevano ricevuto in dono finché, anni dopo, videro una trasmissione televisiva che parlava del teschio di Mitchell-Hedges. Altro esemplare è E.T., così denominato per via del cranio a punta e della mascella esagerata che lo fanno sembrare il teschio di un alieno. Joke Van Dieteten Maasland lo acquistò da un mercante di Los Angeles. Sembra che fosse stato ceduto da una famiglia del Guatemala. Durante alcuni scavi in Messico, vennero alla luce altri due teschi: quello che è stato battezzato Sha-Na-Ra (in ricordo di uno sciamano) e il teschio Arcobaleno, chiamato così per gli splendidi colori che si vedono al suo interno quando viene esposto alla luce del sole. L’unico in grado di competere con il Mitchell-Hedges in termini di bellezza è il teschio Rosa Quarzo, ritrovato vicino al confine tra l’Honduras e il Guatemala. Non è trasparente come il primo, ma ha la mandibola mobile che testimonia il notevole impegno occorso per fabbricarlo. E’ infine d’obbligo ricordare il teschio che appartiene alla Smithsonian Institution di Washington che pesa ben venti chili.

Alcuni anni fa i membri della Fondazione Pelton per le ricerche sul paranormale, l’Istituto delle Scienze Psichiche e la Società dei Teschi di Cristallo decisero di girare un documentario su questi straordinari manufatti e i loro presunti poteri. Esperti di psicometria (la capacità di apprendere la storia di un oggetto attraverso il contatto), sensitivi e chiaroveggenti si riunirono per effettuare una serie di test. Per la prima volta alcuni teschi autentici si ritrovarono nello stesso luogo: E.T., Sha-Na-Ra, Arcobaleno, Max e il Rosa Quarzo. Alle prove dei sensitivi si affiancarono quelle degli scienziati: raggi-x per scoprire fratture interne del cranio e capire così se era composto da più parti incollate assieme, e indagini scrupolose con l’utilizzo della luce laser. Durante gli esperimenti di psicometria i sensitivi ebbero visioni riguardanti civiltà molto antiche che alcuni ricollegarono con il mito di Atlantide. Quello su cui si trovarono tutti d’accordo fu la certezza che i teschi fossero legati l’uno all’altro da forze particolari. Se riuniti nella stessa stanza e sullo stesso tavolo, questi oggetti emanavano un’energia capace di sfinire il sensitivo di turno. Alcuni dissero di aver visto una sorta di aura circondare il teschio su cui si stavano concentrando o la sua fronte diventare bianco latte. Altri riferirono di odori e rumori insoliti, provenienti forse da altre epoche o altri mondi. Uno dei chiaroveggenti ebbe delle visioni di spettri, ma non riuscì a fornire una descrizione chiara degli esseri che gli erano apparsi.
Nel 1996 la BBC decise di girare un altro documentario, stavolta escludendo indagini di natura paranormale. Risposero all’appello il Sha-Na-Ra, Max, il teschio di Londra e quello ospitato dalla Smithsonian Institution. Anna Mitchell-Hedges declinò l’invito spiegando che il suo era già stato analizzato a sufficienza in passato. Purtroppo, ancora oggi, non è possibile stabilire quanto realmente siano antichi questi reperti, perché il test al Carbonio 14 è utile solo in caso di sostanze organiche. Il metodo usato in quella circostanza per individuare i falsi fu quello di ricavare un’impronta del teschio con il silicone per poi studiarla al microscopio elettronico. Il silicone mette in risalto ogni piccola traccia lasciata dallo strumento con cui l’oggetto è stato scolpito. In base all’aspetto di tali microtracce di lavorazione è facile farsi un’idea dell’epoca a cui risale: la lucidatura manuale lascia molti solchi irregolari, mentre quella effettuata con una macchina ne lascia di meno e più regolari. Si scoprì allora che i teschi presenti nei due musei non erano antichi quanto si credeva, mentre il Sha-Na-Ra e Max erano stati prodotti circa cinquemila anni prima.
Che siano stati creati cento o mille anni fa, resta il fatto che hanno un notevole impatto sulla vita delle persone che li posseggono, sia positivo che negativo. Ci sono stati casi di guarigione spontanea da molte malattie, risoluzione di profondi blocchi psicologici e un generale miglioramento delle condizioni di vita dei proprietari. Ma ci sono anche persone che raccontano di essere state invase da un terrore inspiegabile alla vista dei teschi, di averli sentiti gridare e di aver visto al loro interno delle immagini orribili. L’effetto che hanno varia di volta in volta, come se fossero in grado di leggere nell’animo di chi li osserva e di comunicare in modo diverso con ciascun individuo. La stessa Anna Mitchell-Hedges confessa di provare sentimenti contrastanti per il suo reperto e di considerarlo come un demone buono.
I teschi sono spesso associati con i Maya, ma sarebbe più esatto associarli con gli Aztechi. Il teschio appare come simbolo in molte creazioni artistiche e religiose di questi ultimi che, tra l’altro, erano molto abili nella lavorazione del cristallo. Non è un caso che sia stato scelto proprio il cristallo per costruire questi oggetti. Il biossido di silicio, o silice, è la composizione chimica del quarzo, elemento presente in tutti i campi della vita umana da sempre. Nella preistoria la selce serviva per accendere il fuoco e per fabbricare armi e utensili. Nell’antico Egitto un pezzo di cristallo era posto sulla fronte dei defunti per rappresentare il terzo occhio. Dal quarzo deriva la sabbia, usata per costruire. Da esso derivano anche il vetro e la porcellana. E’ impiegato per costruire apparecchi ottici. Opportunamente lavorato, è resistente al calore, elastico, trasparente. Grazie alla sua sensibilità verso i campi elettrici è impiegato per fabbricare orologi (quelli al quarzo sono ritenuti i più affidabili), computer, trasmettitori radio e televisivi (le lamine di silicio sono presenti in tutti i circuiti integrati). Pensiamo poi ai suoi impieghi nel campo della magia: sfere di cristallo per vedere il futuro, ciondoli al collo per ottenere serenità, piccole piramidi come soprammobili contro le influenze negative. E’ un materiale che travalica i confini tra il mondo concreto e quello astratto, tra la scienza e il soprannaturale. Un potere enorme. Un teschio fabbricato con il quarzo è, in pratica, un universo in miniatura.
Da dove vengono questi oggetti dal fascino ipnotico? Dallo spazio? Da antiche civiltà di cui non si conosce ancora nulla? Da Atlantide? Non ci è dato saperlo. Si dice che contengano informazioni preziose sul futuro dell’umanità che noi non siamo ancora in grado di leggere. Una leggenda maya racconta che quando verranno riuniti tredici teschi a grandezza naturale, l’uomo avrà accesso a nuove conoscenze, ma questo accadrà solo quando egli sarà abbastanza evoluto da farne buon uso. Evoluto in senso spirituale e morale, soprattutto. Visto il grado di sviluppo in tal senso dell’uomo moderno, viene spontaneo sorridere amaramente. Forse è per questo che i teschi ghignano così. Ci guardano e sanno, ahimè, che dovranno aspettare ancora a lungo prima di condividere il loro segreto con noi.

 
 
 

FACEBOOK

 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ssassaroantisalefatamariegguargua2008scalino0vincentedgl14maini_robertoCarmine_Superioreleopardo30giuliocrugliano32hanna.sinkotoffanin.chiaracristina_cardellisiriox20lambrespa
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963