Creato da lukyll il 19/08/2008
GIRO INTORNO AL MONDO IN BARCA A VELA
 

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DANA-FELICIA

Post n°64 pubblicato il 22 Giugno 2009 da lukyll
Foto di lukyll

DANA-FELICIA

 

La barca è lunga 19,95 metri, tutta in alluminio, ha una bella linea filante, ed è attrezzatissima. Ma potete vederla anche nel sito: www.dana-felicia.dk

Sven è figlio di pescatori, suo padre aveva due pescherecci, da generazioni, così come la madre  era vissuta in un ambiente di pescatori . Si laurea in ingegneria e lavora per una piccola impresa che produce impianti per disidratare, eliminare l’acqua. Il caffè solubile in polvere od il latte in polvere ecc. Evidentemente è bravo e si fa un sacco di soldi, beato lui! Nel duemila circa lascia il lavoro e si dedica per cinque anni alla progettazione della Sua barca, quella dei sogni, che però lui riesce a realizzare. Non bada a spese. Tutto quello che c’è di meglio è qui dentro,non solo di attrezzature nautiche ma anche congelatore, microonde e lavatrice, come quella di casa. Avere la possibilità della corrente a 220 V è una gran risorsa per un’abitabilità decente per lunghi periodi. Per esempio ti puoi abbrustolire il pane da mettere nella zuppa! E se si rompe una pompa per l’acqua? Nessun problema c’è n’è un’altra già installata, basta girare una valvola.- Insomma quasi tutto doppio, almeno delle cose indispensabili. Per esempi ha tre piloti automatici. Non ha il motore, ma una sala macchine dove si può stare in piedi ed un tavolo da lavoro con tutta l’attrezzatura possibile o quasi. Queste cose mi fanno impazzire !! Aprendo un gavone si vedono le ordinate che tengono il fasciame della barca, sono vicine, segno di grande robustezza. 4 mm di spessore delle lastre di alluminio ma in certi punti anche  10 mm. Insomma una barca strasicura.

L’interno poi è tutto in tek, chiaro, bellissimo, il colore da’ luminosità e respiro agli ambienti. Tutto progettato al computer, compreso gli interni. Ogni pezzettino di legno progettato, tagliato con il laser e numerato per l’applicazione. Un lavoro da certosini che dice gli è costato un occhio della testa. Ma si sa quando si fa per se stessi si vuole il meglio, possibilità permettendo. Ha detto che si è divertito come un matto per cinque anni a progettare la barca nei suoi minimi particolari. Andava dall’ingegnere navale 3 volte a settimana per discutere del suo progetto. Ed in effetti ha pensato proprio a tutto! Anche le poltroncine che sono nella timoneria esterna alzandole si possono girare e servire come sedile per tirare su i pesci …. quando abboccano.

A prua la cabina armatoriale con bagno e doccia, grande, il salone con divani ad u per 6 persone, un tavolo da studio grande con computer utilizzato anche per vedere  films in compact disc. La cucina, una cabina ospiti che è collegata con la sala macchine contenente due cuccette, ed un’altra cabina, la mia, con due cuccette ed il bagno con doccia accanto ma in comune con gli altri ospiti. La parte più bella, e che piace molto anche a me e che avrei anch’io voluto così, è la pilot house con tavolo da carteggio e con tutta la strumentazione necessaria in alto, con  una  finestratura dalla quale, stando seduti, si può ammirare l’esterno. Qui non ci si sente chiusi, è come nel soggiorno di casa, anzi, con vista mare! Naturalmente c’è un tavolo dove possiamo mangiare ma adesso, per la navigazione seria, è stato tolto perché serve il sostegno per appoggiare i piedi quando la barca è sbandata.. Pensato a tutto! 8 posti nei divani della pilot house.

Ottimo il riscaldamento, ad acqua ma ventilato, 10 minuti ed è tutto caldo. C’è naturalmente anche l’aria condizionata ma ancora non l’abbiamo usata. Molto bello è lo spazio vuoto sopra il salone da pranzo che da’ grandissimo respiro a tutti gli ambienti, il tutto quasi un monovolume con la parte superiore. E’ ovvio che si può pilotare la barca dall’interno, agendo sul pilota automatico.

Il pozzetto è grande e ben proporzionato, tubo centrale per appoggiare i piedi e con il tavolo apribile. Due ruote del timone con il rinvio della strumentazione interna. Il tutto riparato, in questo momento dalla pioggia, da un lungo tendalino che servirà soprattutto per il sole.

L’unica modernità non desiderata è stata la randa  avvolgibile che, ormai, quasi tutte le grandi barche adottano. Sinceramente molto comoda. Schiacci un bottone e la randa si avvolge, potresti non uscire mai dalla cabina. Invece Sven ritiene che possa dare problemi e che è meglio così. Certo quando si deve ridurre la tela perché c’è troppo vento si deve andare a prua per prendere una mano di terzaroli e qualcuno deve stare ad aiutare nel pozzetto. Credo sia difficile portare la barca da soli, anche se si può fare sicuramente.

Insomma una gran bella barca, sicura, comoda, con tutto ciò che serve per stare bene e godersi la vita. Mi piace proprio. Fa freddo? Piove? Tutti nella pilot house, chi legge, chi scrive, si beve una birra si fanno due chiacchiere mentre dalla vetrata il mare scorre veloce, con le sue onde ed i suoi spruzzi. Altro che villa!!!!

Immagino quanto si sarà divertito Sven a progettare questa sua creatura, infatti ogni tanto, quando gli dico che ha una bella barca mi risponde  entusiasta “ oh,  fantastic”!

 

 

 

 

 

 

L’EQUIPAGGIO

 

Jola.

Appena arrivato a Whangarei mi è gentilmente venuta a prendere con la macchina, con quei bagagli non so come avrei fatto. La figlia, Kika, intanto preparava la cena in barca, peperoni ripieni e vino. Buoni veramente. Accoglienza cordiale da parte di entrambe. Jola è polacca di nascita ma ben presto, subito dopo Solidarnosc, si è trasferita in Germania lavorando a progetti sulle eliche delle navi. Infatti è ingegnere. Ha due figli, Kika ed un maschio che attualmente studia e lavora in Australia. Lei è partita 4 anni fa, credo con amici, per la traversata dell’Atlantico, poi a Trinidad o in altra isola caraibica vicina, ha incontrato Sven e adesso naviga con la sua barca.

E’ tranquilla e dolce, sempre disponibile ad aiutare e sorridente. Mi aiuta per l’inglese, alle volte mi ripete quando non ho capito bene le cose importanti.Ha 54 anni circa.

Prima che tornasse Sven dalla Danimarca ha pulito alla perfezione la barca, insomma, oltre ad aiutare a portare la barca fa anche la donna di casa. Cucina e lava. Certo lo facciamo a turno, adesso che ci siamo anche noi, cuciniamo un po’ ciascuno e a turno laviamo i piatti. E il Comandante? … è il Comandante e basta! Esentato dai servizi ed anche dai turni di guardia. Jola è anche brava in cucina e tutti i minestroni che fa sono buoni. Ma anche il resto.

 

Sven.

 Danese, 65 anni circa, ha studiato ingegneria, ha lavorato in marina come militare e poi ha lavorato in una industria che realizza impianti di disidratazione. Evidentemente bravo si è fatto dei soldi che ha usato per realizzare il suo sogno: Una barca come piaceva, voluta e progettata nei minimi particolari da lui stesso.

Ha avuto da sempre la passione per il mare che per i genitori era una professione da generazioni, pescatori e quando il mare da lavoro e vita non si dimentica. La famiglia possedeva 2 pescherecci, grandi, da Atlantico, quindi credo benestanti.  Sven tiene molto ad un orologio che ad ogni ora suona avvisando quanto manca per il nuovo turno di guardia, glielo ha regalato suo padre quando aveva 25 anni, lo ha fatto ripulire e rilucidare e adesso fa bella mostra di se nel salone di Dana-Felicia. In questo momento ha fatto 39 nodi di vento! Allegria!! Ma torniamo al Comandante. Appena arrivato mi sembrava molto serio, forse stanco dal viaggio, ed ho pensato che forse poteva essere peggiore di Main Kaptain. Invece il giorno dopo ha fatto anche qualche sorriso e poi, sistemate le cose urgenti della barca prima della partenza, che evidentemente lo preoccupavano, si è disteso, è cordiale anche se non espansivo, e molto tranquillo. Una persona con la quale si sta bene. Poi è ingegnere e questo basta. Nel senso che abbiamo una mentalità razionale e ci capiamo quasi al volo. Si fa per dire! Con il mio inglese!!

Gli piace la fisica ed ha grande ammirazione per Newton, io per il pisano Galilei, chissà perché!

Abbiamo alcune cose in comune, per esempio non sta tanto fermo e spesso va a regolare le vele, a sistemare questo o quest’altro, amante del fai da te ha un’officina nella sala macchine e spesso, almeno prima di partire stava a pulire, oliare, cambiare i filtri dell’acqua ecc.

Amante di una regolazione delle vele seria e ragionata, fa esattamente quello che anche io farei. Riduzione equilibrata sia della randa che del fiocco, quando necessario in modo che la barca sia sempre ben bilanciata ed il timone non sia sottoposto a sforzi eccessivi.  Insomma una persona molto competente : un ingegnere!

A Sven, nome vichingo dal significato sconosciuto, piace mangiare bene e bere, ma con moderazione. Preferisce i vini italiani perché hanno un buon rapporto qualità –prezzo e soprattutto il Brunello, il Chianti, il Nobile di Montepulciano ecc. Mi trova perfettamente d’accordo! E’ anche un buon mangiatore, rifinisce sempre tutto, con appetito.

Beve una birra a mezzogiorno prima di mangiare, si pranza alle 13-14, a pranzo non beve nessuno, poi a Whangarei verso le 5 si beveva l’aperitivo, Ginger e Rhum, adesso in navigazione l’abitudine è stata dimenticata, pazienza, infine per cena un bicchiere di vino. Bevuta equilibrata. Avremo imbarcato quasi 100 litri di vino, senza considerare la birra, diversi scatoloni da 12 bottiglie. Va bene così. Teniamo conto che dovranno stare sei mesi a zonzo per queste isole prima di tornare in N.Z. a fine novembre o inizio dicembre.

 

 

Peter.

 Neozelandese, 52 passati da un paio di anni, non alto, dal fisico atletico, pratica la canoa, braccia robuste, come ho già detto un po’ da Big Gym.  Parla con una tonalità di voce bassa  e profonda, sembra che non esca dalla faringe ma dal duodeno. Capelli pochi ed il mento pronunciato. Parla un inglese che non riesco a ben capire, ovvio, si sa, ma più difficile con quelle lettere pronunciate in maniera indefinibile, un misto fra le vocali a, e, i. Insomma proprio giusto per me che non ci capisco più niente!

Però sembra disponibile, sa fare bene in barca, almeno fino a che stava bene. Certo che appena partiti si è sentito male e da allora, sono passati ormai 5-6 giorni, non si è più ripreso. Non ha mangiato per tre giorni, poi ha ricominciato ma sta male, passa la giornata sulla sua cuccetta a dormire o sdraiato nel pozzetto. Mi dispiace. Cerco di farlo sorridere,  di dargli la mia solidarietà ma non so fino a che punto ci riesco. Certo che si trova in una situazione imbarazzante, imbarcato per aiutare si ritrova ad essere un po’ di peso a tutti. Meno male che fa i turni di guardia, per il resto pazienza. Speriamo gli passi e non gli ritorni.

 

 

 
 
 
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