Creato da lukyll il 19/08/2008
GIRO INTORNO AL MONDO IN BARCA A VELA
 

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NEW ZEALAND -- ISOLE FIJI

Post n°65 pubblicato il 22 Giugno 2009 da lukyll
Foto di lukyll

 N.Z. -  Fiji

 

Domenica 14 Giugno

 

Sveglia alle 7, colazione e subito al lavoro. Riempire i serbatoi di acqua, portare via l’immondizia, restituire le chiavi dei bagni, sistemare la coperta della barca, preparare le volanti e tesare quella di sinistra, ecc.

In attesa del personale della dogana trovo 10 minuti per andare al bagno e lavarmi.

Arrivato il doganiere, riempiamo un modulo, controlla i passaporti, si beve un caffè ed alla fine ci saluta. Tutto regolare, possiamo partire.

Lasciamo l’ormeggio con un vento sui 10-15 nodi e ci inoltriamo lungo il canale che ci conduce in mare aperto. Il vento sale a 20-25 nodi. Le colline ci scorrono davanti con i loro verdissimi prati di tanto in tanto illuminati dal sole che riesce a filtrare tra le nuvole basse che minacciano pioggia ed un tempo poco bello. Le colline sono ripide, ed in cima ci sono delle creste che le uniscono, rocce sparse qua e la ancora non corrose dal tempo, segno di una recente vulcanica origine di queste isole.

Arriviamo fuori dal canale ed il vento sale a 40 nodi. Basta così, grazie! Per fortuna le onde non sono alte perché siamo riparati dall’isola.  

Sven decide di tirare su le vele, penso sia meglio prendere almeno due mani di terzaroli alla randa ed issare la trinchetta, ( fiocco più piccolo e spostato verso il centro barca ). Infatti quella è la decisione dello skipper.

Issiamo la randa ma le cime dei terzaroli sono incasinate, Jola al timone, Peter mezzo sdraiato sul boma che trattiene la vela perché non voli via, Sven che cerca di districare la matassa ma senza riuscirci perché non vede bene da sotto il boma. Salto sopra la tuga e tenendomi al maniglione del boma, (come si dice: una mano per se ed una per la barca!) raggiungo il groviglio di cime e le sistemo come si deve. Finalmente la randa è funzionante. La barca intanto, piegata dal vento balla allegramente sulle onde. Non parliamo degli spruzzi di acqua arrivati addosso. Una onda batte sulla prua e mi rovescia una secchiata d’acqua addosso. Devo andare a cambiarmi ed a mettere la cerata nuova regalatami dai miei cari colleghi per la festa di pensionamento. Dentro capocciate da tutte le parti ma alla fine esco elegantissimo con la cerata grigio chiaro e rossa, nuova. Dopo essermi bagnato anche le scarpe metterò pure  gli stivali.

Sven si lega un cappellino con uno spago al collo, mi guarda come dire “questa volta il vento non mi frega, non me lo porterà via!” Sale su ponte ed alla prima raffica il cappello se ne vola nell’acqua …  Il mio invece è trattenuto con un cordino e due forti mollette di acciaio al collo della cerata. Più volte mi viene portato via ma rimane sempre attaccato al bavero. Meno male! E pensare che quel cordino l’avevo preso come gadget alla mostra della nautica a Fano, qualche settimana prima della partenza, credevo fosse per gli occhiali ma era troppo corto. Non capendo a cosa servisse me lo sono portato dietro lo stesso. Prima o poi lo scoprirò. Infatti ad Auckland, guardando una vetrina, vedo esposto un cappellino con un cordino simile al mio. Ecco a cosa serve, a trattenere il cappello perché non voli via. Posso testimoniare che il cordino funziona.

Intanto la barca comincia a filare a 9 – 10 nodi ma la situazione metereologica non tende a migliorare. Me ne sto nel pozzetto al riparo dagli spruzzi, si fa per dire, e pronto a dare una mano.

Sven dice a Jola se prepara qualcosa da mangiare e lei si precipita in cucina a  lavorare.

Dopo 5 minuti esce di corsa, viene nel pozzetto e si precipita sul bordo sottovento della barca a vomitare. Si sa, la cucina è tremenda per queste cose. Allora va giù Sven ma anche lui dopo poco risale percorrendo la stessa strada per vomitare. Ah, meno male che sono due o tre anni che vivono in barca e dovrebbero essere ormai pronti e abituati anche a queste situazioni! A me è passata la fame, ma arrivano alla fine due toast ripieni con un po’ di tutto. Finito di mangiare è la volta di Peter. Neozelandese, buona esperienza velica, il Big Gym della situazione con i suoi muscoli alle braccia che  vomita con rumori baritonali come la sua voce! Io zitto, penso che prima o poi toccherà anche a me. E invece niente! Ma sto attento.

Il vento non si placa e filiamo ancora a 10 nodi e superata la protezione dell’isola ci arrivano addosso anche le onde da sud ovest del pacifico che si incontrano con le altre creando mare incrociato. Veramente poco piacevole. E meno male che l’oceano si chiama Pacifico …. Altrimenti…!!

Sven chiama al timone Peter che se la cava bene e dopo un’oretta chiama me … che me la cavo altrettanto bene a condurre la barca.

Essere al timone di un venti metri con quaranta di vento è un bel divertimento, secchiate di acqua comprese. La ruota è abbastanza leggera quando il timone è quasi diritto che non crea sforzo, ma, ma se l’angolo di incidenza con l’acqua risulta maggiore diventa faticoso muoverlo. Per fortuna c’è ne è bisogno solo di tanto in tanto, bastano pochi leggeri aggiustamenti per mantenere la rotta e , soprattutto, anticipare i movimenti della barca. Prova timone superata.

Ogni tanto mi domandano come sto’, non gli deve andare giù che non vomiti. Pensare: un italiano, cocco di mamma, delicatini come siamo, in confronto ad un danese, un neozelandese e ad una polacca rotti a tutte le intemperie …. Non dico niente e non ci scherzo sopra, tanto so che prima o poi capiterà anche a me.

A sera il vento cala a 35 nodi, Sven decide i turni di guardia e a me tocca quello dalle tre alle 6. La notte passa quasi bene, dormo poco perché sono in continuo movimento sul letto. Jola mi consiglia di dormire nella cuccetta di sopra che è regolabile come inclinazione ed in effetti è meglio ma non è certamente tanto confortevole. Mi consolo pensando che la notte dopo dormirò sicuramente di più. La stanchezza fa miracoli per l’insonnia!

Il giorno dopo il vento è calato, siamo sui 25 nodi. Portiamo la randa ad una mano di terzaroli e si guadagna qualcosa in velocità.

All’ora di pranzo Jola mi chiede cosa voglio da mangiare e così anche Sven, capisco che non vogliono andare a cucinare e ci vogliono mandare me. Dico che a me va bene tutto, quello che vogliono loro ….. Insistono, ho capito che mi vogliono fare la prova cucina. Devo accettare il rischio di non farcela. L’anno scorso, nell’oceano indiano non avevo problemi  a cucinare, anche se non era proprio il massimo della goduria. Due sandwich e via. Apro il frigo e vedo le penne con i broccoli avanzate da due giorni. Lo dico a Sven che accetta di mangiarle. Gliele scaldo e gliele offro nel tegamino. Però vuol fare a metà. Quindi mi tocca mangiare una romaiolata di penne con i broccoli che avevo preparato io. Buone, ma mai errore fu più fatale di questo. Bisogna preparare da mangiare ovviamente in cucina ma mangiarlo nel pozzetto o comunque sopra altrimenti …. Infatti, finite le penne, preparo i sandwich ma appena finito sento che sto male, li porto di sopra nel piatto, mi siedo nel pozzetto con la speranza che il mal di stomaco mi passi ….. ma non c’è niente da fare, troppo tardi. Anch’io come gli altri. Nessuno dice niente, mi offrono del tè ecc. Peccato, ce l’avevo quasi fatta !!! Maledetti broccoli !! Ma va bene lo stesso, questa è una barca democratica,  tutti uguali !

Il giorno dopo, martedì, sempre vento sui 25-30 nodi. Con Sven sistemiamo le vele più volte ed alla fine prendiamo tre mani di terzaroli , ammainiamo il Genoa e tiriamo su la trinchetta. Si vedono avvicinarsi dei temporali con relativi colpi di vento. Poco dopo 40 nodi! Siamo stati prudenti. Inoltre la barca naviga più tranquilla ed in maniera confortevole per tutti. Quando arriva la pioggia battente il vento diminuisce, le onde diventano opalescenti  ed il mare sembra olio in leggero sommovimento.

Si sono susseguiti tre temporali e quando si è fatta notte c’era un gran nero intorno ed infatti nella notte si sono avuti altri scrolloni di pioggia e vento.

Il primo giorno abbiamo percorso 219 miglia ed anche nell’ultimo giorno poco meno ma sempre sopra le duecento. Ottima velocità! Per forza, con questo vento…!

 

 
 
 
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