Secondo il rito Bassanini si tenta di raggiungere una netta distinzione tra atti di gestione amministrativa, spettanti alla dirigenza burocratica, e atti di indirizzo politico, esercitati dagli organi elettivi.
Una norma –madre, probabilmente anche giusta, ribadita nelle varie leggi, se non presentasse, sul piano pratico, alcune difficoltà in fase attuativa. Infatti, tale regola dovrebbe accordare un’ampia autonomia di carattere sostanzialmente indipendente all’apparato burocratico dirigenziale con reali connotazioni di terzietà. Purtroppo, sembra difficile poter raggiungere tanto traguardo se si considera che i dirigenti apicali, anche negli Enti locali, derivano, oramai, da scelte fiduciarie dei vertici amministrativi che può scarrozzare in sudditanza ossequiosa verso chi ha deciso la chiamata fiduciaria, fonte di prestigio, di potere , di abbondanti prebende, che divengono, umanamente parlando forti incentivi a praticare la filosofia del “vuolsi così colà dove si puote e più non dimandare”.
Inviato da: giuseppedoria2010
il 18/06/2015 alle 07:19
Inviato da: Magic_Instinct
il 26/07/2014 alle 16:37
Inviato da: giusedoria0
il 28/06/2014 alle 09:47
Inviato da: ormalibera
il 28/06/2014 alle 08:00
Inviato da: giusedoria0
il 21/06/2014 alle 07:43