D'ORIA Opinioni

CARA LIRA

Amministrando l’euro,  ogniqualvolta apro il portafoglio,  sinceramente rimpiango la “Lira italiana” che si è spenta pur avendo accompagnato la mia più parte dell’esistenza  e che ha alle sue spalle, una secolare storia valutaria. Non ha mai ricevuto, nel suo trapasso finale, alcun onore delle armi per il lungo servizio prestato, spesso in termini burrascosi e in angustie nazionali memorabili. Una festa d’addio, sarebbe stata doverosa non certo per un vacuo ricordo, nè per una sequela di stanche nostalgie, nè per  una concessione ad un passato che passa. Tra l’altro, se si fosse reso dignitoso omaggio di congedo ad una moneta, come la lira, si sarebbe espressa riconoscenza a quanti, reggitori illuminati delle sorte italiche, hanno saputo difenderla da mille insidie e da spavalde speculazioni sino a renderci una delle sette potenze economiche del mondo. Invece, la decretata tumulazione è avvenuta in silenziosa indifferenza, in lenta agonia, forse lacrimata da pochi semplici come me. Vi è, quindi, proprio da dire che per la lira, seppellita, è andata molto male. O meglio, è andata secondo i riti del momento, invasi da un goffo, spregiudicato nuovismo, per giunta estroso, anzi bislacco. Una tendenza che ogni giorno di più si rafforza, pur se si canticchia, senza conoscerlo, l’inno di Mameli, se si parla di ritornante Patria e se fasce decorative vengono indossate, perfino ad evidente sproposito, da parte di amministratori locali. Sorella “Lira” addio di fronte ad un borioso e trionfante euro, di cui conosciamo ancora poco o niente nel mentre avanza scetticismo e diffidenza. Purtroppo questa è la stagione dei “grandi fratelli”! Perciò, non indignarti, cara Lira, riposa in pace e scusaci, se puoi.  E se la facessimo resuscitare o la si legasse ad una doppia circolazione euro – lira ?