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Un blog creato da nathanien il 01/02/2010

AFFACCIATI AL MONDO

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 Testamento biologico
una X per la libera scelta


Una X da disegnare, da indossare, da esporre sul balcone o sulla propria auto. Una X che vuol dire libertà: la libertà di scegliere. Una X che fa da logo a FammiScegliere, un'iniziativa che chiede che si faccia una buona legge sul testamento biologico

 

 

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VERITA'

Post n°30 pubblicato il 30 Settembre 2010 da nathanien

Cosa è la verità?

La verità è unica e inequivocabile oppure esistono molte verità?

E' verità quelle delle riviste patinate con calciatori e veline o quella degli operai che scioperano nelle piazze.

In questi giorni sto leggendo un libro di TIziano Terzani: "La fine è il mio inizio", nel quale c'è un passaggio, tra i tanti che mi ha particolarmente colpito.

Racconta quando lui da bambino veniva vestito di tutto punto la domenica per andare in centro a vedere i ricchi mangiare il gelato; a VEDERE, non a mangiare il gelato, perchè la sua famiglia di umili origini non poteva permettersi di comprare il gelato.

Quei tempi sono lontani oramai e lui personalmente è riuscito ad uscire dalle sue umili origini, ma non ho potuto non fare analogie con la mia famiglia e il mondo che mi circonda.

Ricordo i racconti dei miei nonni da piccoli, e quelli dei miei genitori da i piccoli e c'è sempre la stessa tematica ricorrente, FARE SACRIFICI.

Se guardo la mia storia famigliare ricordo bene che è fatta di piccole e grandi rinunce; non che a me fosse negato il gelato, tuttaltro, ma rigurdandomi indietro rivedo sotto una luce nuova certi comportamenti dei miei genitori.

Sicuramente oggi si vive un po' meglio, possiamo comprarci un'automobile, abbiamo guardaroba ben forniti, ma da quando sono divenato genitore a mia volta non so più cosa significhi andare a cena fuori ad esempio, oppure cosa sia un buon cinema e , ironia della sorte, quando usciamo il gelato per il bambino c'è sempre, ma noi preferiamo non mangiarlo,  lanciandoci in frasi del tipo: "meglio di no, altrimenti ingrassiamo"

Sembra di vivere meglio, ma sotto c'è la stessa lotta di sempre di arrivare alla fine del mese, che non è cambiata mai, da sempre.

A fare da contraltare vediamo un altro paese che nuota nell'agiatezza, che può permettersi cio che vuole senza limitazioni, fatto da persone che sono di famiglia già agiate, ma fatto anche da persone che in un modo o in un altro sono riuscite a passare di là dalla barricata, molto spesso con la professionalità, ma altrettanto spesso  con l'ingegno e un po' di furbizia, utilizzando doti più o meno consone al raggiungimento del proprio obiettivo.

Quando mi è possibile cerco di conoscere la storia di certi personaggi per capire da dove venivano, che storie avevano, e spesso leggo della dubbia moralità che li circonda per aver raggiunto certi risultati.

Ma cosa è la moralità, con quale metro si misura?

E' giusta la moralità di chi "non c'è l'ha fatta" ma può andare a testa alta, o è giusta la moralità di chi c'è l'ha fatta e viaggia a testa alta comunque? 

Ecco il mio dubbio amletico sul concetto di verità.

Chi ha la verità, l'operaio cassaintegrato che vede disgregarsi il suo mondo o il calciatore superpagato conteso dai vari club a suon di milioni?

Conosco persone, sopratutto donne, che non si creano una famiglia non perchè non hanno le possibilità, ma proprio perchè non vogliono fare sacrifici, oppure cercano dichiaratamente l'uomo ricco perchè non vogliono ritrovarsi come le loro mamme a stirare in ciabatte con i bigodini in testa. Hanno torto o ragione?

I soldi si dice non diano la felicità, ma noi viviamo in una società basata sul denaro e su i consumi, cosa si può insegnare ai propri figli per vivere al meglio in questa società?

Ma soprattutto, cosa si può dire a una figlia che ti fa un discorso lucido e motivato come quello descritto sopra.

Mi torna in mente un detto che dice pressapoco così:

E' MEGLIO ESSERE TRISTI IN ROLLS ROYCE CHE FELICI IN CINQUECENTO

Buona serata...

 
 
 

PROGRESSO

Post n°29 pubblicato il 16 Luglio 2010 da nathanien
 

Come si misura il progresso, qual'è il giusto valore da dare a questa parola?

« C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti. »

(henry Ford)

Mi è sempre piaciuta questa massima, ma anche questa  di seguito non è male come definizione, che ho trovato a questo link qui mentre cercavo tutt'altro materiale:

« Il termine progresso designa il processo di avanzamento e di sviluppo delle discipline e delle condizioni umane ed è frutto dell'esperienza acquisita ai fini di migliorare l'efficienza produttiva. Non è dunque il buttare via le esperienze passate per ricominciare da zero: questo errore di interpretazione pervade purtroppo la nostra società, tanto è vero che si ci dimentica della storia e delle passate esperienze, ripetendo ciclicamente errori.»

Questa definizione mi ha colpito perchè spesso sento parlare di "sacrifici" da fare in nome del progresso, il progresso deve andare avanti e altre baggianate simili.

Lasciamo perdere il progresso che ad esempio in alcuni casi ruba il lavoro alla persone, perchè è altrettanto vero che in molti casi le aiuta.

Io mi sono messo a pensare al progresso dopo aver visto l'ultima uscita pubblicitaria del film catastrofico del momento.

Siamo davvero sicuri che se arrivasse una catastrofe di dimensioni mondiali noi sopravviveremmo?

Mi è tornato alla mente un altro film, "FUGA DA LOS ANGELES" (occhio che svelo il finale), dove il mitico Jena/Snake Plissken "riporta" il mondo nel medioevo grazie ad un marchingegno tecnologico che "spenge" per sempre la possibilità di usare l'elettricità.

Il mio profondo pensiero filosofico è: ma veramente riusciremmo a sopravvivere?
Oppure più facilmente sopravvirebbero le tribù che abitano le foreste o le giungle?

Mi immagino noi, abituati ad avere l'acqua che esce dal rubinetto e il gas dal fornello, che il cibo lo troviamo al supermercato già confezionato.
L'acqua dei nostri fiumi è marrone, difficile immaginare che ha la stessa composizione chimica di quella in bottiglia che siamo abituati a bere. E prova a spiegare a qualcuno che la carne in origine nasce con testa, zampe e che va mecellata per mangiarla.

Nei film fanno sempre vedere che ci sono i governi che aiutano la povera gente, razionando generi alimentari a medicine per salvare quante più vite possibile; di solito c'è il riccone di turno che inizialmente col denaro fa quello che gli pare per poi soccombere in un clima catartico. Ma i generi razionati prima o poi finirebbero se nessuno li produce più.

Ma non voglio creare un clima allarmistico; d'accordo, prima o poi qualche enorme catastrofe ritornerà, come già accaduto nei millenni,basti pensare ai dinosauri, ma ancora oggi esistono dei loro lontani parenti.

Oltretutto in un libro che ho letto un paio di anni fa descriveva situazioni simili e diceva che, anche se si estinguesse il 99,99 % della popolazione mondiale, resterebbo sempre 600.000 esseri umani capaci di ripopolare il pianeta.

Ma qui mi sorge un altro pensiero profondo: in quel 0,01 % ci sarebbe la casalinga del mondo del progresso, oppure un bel selvaggio con anticorpi grossi come cavallette per bere l' acqua dei nostri fiumi e armato di lancia pronto a cacciare la carne con la testa e le zampe?

e' bello finire la settimana con un pensiero positivo... evviva il progresso!!!

 
 
 

STUPIDITA'

Post n°28 pubblicato il 12 Luglio 2010 da nathanien
 
Foto di nathanien

Leggo sui giornali di oggi che la Spagna ha vinto il mondiale di calcio 2010, e sinceramente penso che non mi importi più di tanto, perchè tanto a me sinceramente non è cambiato niente.

Devo ammettere che io ho amato molto il calcio da ragazzo; ma quello giocato, non quello alla tv.

Non sono mai riuscito a seguirlo, tranne quando si trattava dei mondiali di calcio.

Mi rivedo ancora ragazzetto quando nel '82 seguivo la finale del mondiale al circolo del mio paese, dove tutti seduti su sedie di plastica sporche e logore seguivamo quegli ultimi 90' fatidici per poter festeggiare la "nostra" ITALIA.

Ricordo persino le battute iniziali dove ci fu il rigore che Cabrini sbagliò, e io mi alzai urlante con la bandiera perchè mi sembrava fosse finita dentro; e mi ricordo l'orgoglio che sentimmo dentro quando l'arbitro sollevo al cielo la palla decredtando la fine del mondiale e la vittoria dei "nostri" campioni.

Ricordo bene anche l'ultimo mondiale vinto dall'italia nel 2006, la semifinale vinta con la germania grazie a Fabio Grosso e Alex Del Piero, e alla finale vinta ai rigori con la Francia grazie al gol decisivo sempre di Grosso; mi restò molto impresso questo giocatore che nelle prime battute mi chiedevo chi mai fosse.

Ebbene sì, nel 2006 mi sentivo molto orgoglioso e oggi ripenso... ma è cambiato qualcosa a me grazie a quel giorno???

Ebbene sì, oggi mi sento un po' più stupido!!!

 

 
 
 

LIBERO MERCATO

Post n°27 pubblicato il 07 Luglio 2010 da nathanien
 

Circa due anni fa partecipai con la lista civica del mio paese ad una conferenza su i rifiuti e raccolta differenziata. Chiedo scusa in anticipo se non metto i nomi ma è semplicemente perchè non li ricordo dopo tutto questo tempo. 

Intervennero diverse personalità locali, rappresentanti del comune, della provincia e il rappresentante di un comune che aveva fatto della raccolta differenziata la sua forza "vincendo" le forze politiche che volevano costruire un inceneritore nel loro paese.

durante la conferenza sentii molte belle parole e devo dire che a posteriori mi pento di non aver posto alcune domande.

il promotore della raccolta differenziata difendeva con forza quello che erano riusciti a fare nel proprio comune in pochi anni, asserendo che si potevano raggiungere percentuali di riciclo altissime, portando gli sperchi a zero; qui avrei fatto meglio a chiedere cosa intendesse per "rifiuri zero", perchè nonostante io creda nella raccolta differenziata credo altrettanto che il 100 % in natura non esista, sotto nessuna forma; un margine di errore esiste sempre.

Il rappresentante di un ente credendo nella raccolta differenziata diceva semplicemente che per diminuire i rifiuti era doveroso diminuire l'uso di certi materiali, soprattutto contenitori di vario genere, creando per alcuni settori la cosidetta distribuzione "alla spina" (latte, vino, detersivi, shampoo etc). questo discorso mi colpì molto, perchè faceva da "bilanciatore" per arrivare ai "rifiuti zero" (utopico per me) del promotore della R.D.. Sarebbe stato un buona idea legare insieme iniziative del genere, ma durante il congresso ognuno dei due conferenzieri rimase sulle proprie posizioni senza cercare un incontro.

Il più incredibile per me fu un conferenziere, direttore di un' azienda che disse chiaro e tondo che l'idea di di fare prodotti alla spina era deleteria per il mercato affermando che le aziende produttrici di contenitori avrebbero chiuso. Per me questa è una questione ostica perchè capisco le necessità di una ditta per vivere, ma allo stesso tempo il "progresso" non può fermarsi per mere questioni personali. Se è vero che il mercato si autoregola, per un' azienda che non fa più flaconi ne nasce una che costruisce distributori alla spina e una che li ripara.

Mi è tornata in mente questa cosa perchè riflettevo sul progresso e sul libero mercato che secondo me non esiste più, e forse non è mai esistito.

Molte aziende di oggi sono nate quando il mercato aveva poche regole e sgomitando sono riuscite a crearsi il proprio spazio; adesso che il mercato è saturo e più regolamentato vorrebbero tornare ad avere meno regole ma allo stesso tempo non vogliono correre il rischio che qualche nuovo imprenditore lungimirante dia loro qualche spallata con nuove idee e progetti.

Le imprese storiche sono ormai irrigidite, dei dinosauri che hanno fatto il loro tempo, difficili da buttare giù, che semmai cadessero non riuscirebbero più ad alzarsi, così un "libero mercato" dove loro possono schiacciare le "uova" delle nuove idee anzichè pensare a reinventarsi gli sembra più semplice. Peccato che anche se sono esistiti per 60 milioni di anni alla fine i dinosauri si sono ESTINTI...

A breve un post anche sul "PROGRESSO", che mi è venuto di gettito dopo questo post; per adesso chiudo, non ho più ne tempo ne voglia

BUONA SERATA...

 
 
 

sognare...è ancora possibile?

Post n°26 pubblicato il 21 Giugno 2010 da nathanien
 

In questo periodo non faccio altro che pensare al lavoro, al mio che vedo sempre più precario, e a quello di questo belpaese, che non vedo messo meglio del mio.

Viviamo in un mondo consumistico che si autoalimenta divorandosi e che ormai è sull’orlo del collasso. In sessanta anni siamo passati dall’essere un paese che usciva dalla guerra e aveva bisogno di tutto, ad essere un paese post-industrializzato che deve inventare nuove regole per obbligarci a consumare, prima su tutte la famosa euro1, euro2, fino ad euro5 per obbligarci a cambiare auto anche quando non ne abbiamo bisogno.

Mi accorgo di vivere in un paese meraviglioso afflitto da una fortissima miopia; un paese  che a mio  modo di vedere potrebbe vivere solo di turismo e di cultura, tante sono le bellezze naturali e artistiche che ci circondano, e invece affoga nel cemento, che non riesce a regolamentare i flussi migratori facendo abbassare il costo del lavoro togliendo sempre più diritti ai lavoratori garantendoli alle classi dirigenti; un paese che aveva nel made in italy il suo cavallo di battaglia ma ha spostato molte sue produzioni all’estero; mi sembra di vedere in scala nazionale quello che molte aziende di produzione hanno fatto nel loro piccolo in questi anni, TRASFORMARSI IN AZIENDE COMMERCIALI; ma se tutti commerciamo e nessuno produce, cosa succede...?

La mia riflessione mi porta a pensare cosa succederà quando il lavoro sarà principalmente precario, per chi avrà la fortuna di lavorare, in un paese che ha bisogno di “consumare” (e consumarsi) per poter sopravvivere; con le poche tasse che saranno versate saranno sempre meno garantiti i servizi essenziali (che già ci stanno togliendo), e la politica allora come farà a vivere?

Meno male che proprio in questi giorni si contratta per riportare la produzione di un’autovettura italiana in italia (sembra già un paradosso scriverlo), basterà togliere “qualche“ diritto ai lavoratori che i nostri padri hanno conquistato con lotte e sputando sangue; chi comprerà questa autovettura dalla tecnologia ormai obsoleta? Noi  probabilmente no, con gli stipendi che vogliono darci.

In teoria sempre la politica dovrebbe pensare allo sviluppo del paese, ma quale sviluppo? Quello che hanno scelto i grossi gruppi imprenditoriali per noi, sì, ma quale? I paesi alla fame sono gestiti col manganello per tenerli in riga.

Non sarebbe stato meglio creare occupazione sviluppando nuove tecnologie, ricreare su nuovi fronti del trasporto il made in italy che ci ha reso famosi in tutto il mondo?

Oggi 20 giugno 2010 ho guardato fuori dalla finestra e ho visto vento, pioggia, grandine, e ho dovuto coprirmi perché avevo freddo, e allora ho capito che sto sognando, tutto quello che ho visto e che ho elaborato è solo un sogno.

Domani, primo giorno di estate, mi sveglierò e ci sarà un sole bellissimo, la calura spaccherà le pietre, io sarò un manager rampante trentenne con una moglie modella venticinquenne, due figli in età adolescenziale, una villetta con giardino e un cane, e mentre mi farò la barba mi guarderò allo specchio, il volto volitivo, lo sguardo magnetico e penserò: che sogni a bischero che faccio…

 
 
 
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