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Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 2 – Di Omega Click

Post n°10792 pubblicato il 14 Agosto 2024 da childchild

Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 2 – Di Omega Click

Akhenaton, padre di Tutankhamon, fu certamente il faraone più controverso dell’Antico Egitto. Regnò dal 1353 al 1336 a.C. e fu definito il faraone eretico poiché portò un drastico cambiamento religioso all’interno dell’intera comunità egizia.
I faraoni sono sempre stati raffigurati come potenti, belli e perfetti. Basta guardare la maschera mortuaria di Tutankhamon. Invece, le analisi della mummia di Tutankhamon hanno rivelato un aspetto molto diverso. Bene, anche se più brutti di uno scarabocchio nel piano divino, sono sempre stati raffigurati come potenti e perfetti. Tuttavia, Akhenaton è stato raffigurato in un modo insolito e deforme.
Perché Akhenaton è passato alla storia?
Akhenaton
Poche figure sono state così polarizzanti come Akhenaton. Il regno di questo faraone egizio fu caratterizzato da sconvolgimenti sociali, politici e religiosi che poche altre culture al mondo hanno  sperimentato.
In poco meno di due decenni, per tutta la durata del suo regno, Akhenaton impose nuovi aspetti della religione, riorganizzò lo stile artistico reale, spostò la capitale egiziana in un sito precedentemente inutilizzato, implementò una nuova forma di architettura e tentò di cancellare i nomi e le immagini di alcune divinità tradizionali.
È in parte dovuto alla natura tumultuosa del mandato di Akhenaton che questa epoca della storia egiziana, nota come periodo di Amarna, ha ricevuto così tanta attenzione da parte di studiosi e pubblico.
Akhenaton propose una vera rivoluzione in Egitto ed essendo il dio, nessuno poteva ribellarsi: tutti credevano nella discendenza divina dei faraoni e la parola degli dei non poteva assolutamente essere messa in discussione.
Akhenaton è meglio conosciuto per la nuova religione incentrata su una divinità chiamata Aten (o Aton), il dio del disco solare, l’incarnazione del Sole e della luce prodotta dal sole stesso.
Il re eretico salì al trono con il suo nome di nascita Amenofi IV, ma nel quinto anno del suo regno cambiò il suo nome in uno che riflettesse meglio le sue idee religiose.
Amenofi significa “Amon è soddisfatto”, mentre Akhenaton significa “efficace per Aton”: persino il nome del faraone doveva essere coerente con il cambiamento di paradigma in atto.
Ma cosa spinse Akhenaton ad un cambiamento di paradigma così drastico, introducendo per la prima volta una sorta di monoteismo in Egitto?
Quale nuova religione spinse Akhenaton a rovesciare così tanti elementi classici della storia egizia?
Bene, le risposte sono radicate nelle incertezze che hanno portato gli egittologi a dibattere a lungo sulla natura della trasformazione di Akhenaton. Gli studiosi si sono espressi a favore del monoteismo, dell’ateismo, dell’agnosticismo. Ciò che è certo, tuttavia, è che questa nuova religione elevò l’Aton di Akenaten alla posizione di divinità di Stato e si concentrò in gran parte sul suo culto.
Akhenaton perseguitò coloro che praticavano il culto di alcune divinità tradizionali, in particolare il culto di Amon, la principale divinità egizia, per gran parte della XVII dinastia.
Intorno al suo quarto anno di regno, Akhenaton inviò persino degli incaricati per cancellare i nomi e le immagini di alcune divinità dai testi e dai monumenti esistenti.
Il nuovo approccio di Akhenaton alla religione si manifestò in altri aspetti della cultura egizia, in particolare nella sfera artistica. Le prime opere commissionate dal re apparvero nello stile tradizionale tebano impiegato da quasi tutti i faraoni che lo avevano preceduto. Tuttavia, mentre implementava nuove idee religiose, anche l’arte vera e propria si adattò per riflettere i concetti di Aton.
I cambiamenti più sorprendenti si vedono nell’aspetto della famiglia reale stessa: le teste divennero più grandi e più oblunghe rispetto allo stile tradizionale ed erano sostenute da colli allungati e sottili.
Akhenaton ordinò che i membri della famiglia reale fossero raffigurati come simili ai Grigi, con teschi allungati, occhi grandi e corpi molto diversi dalle precedenti raffigurazioni faraoniche.

Aton aveva parlatoe Akhenaton era in contatto con questa divinità.

Akhenaton and NefertitiAkhenaton e NefertitiRicorda la storia del profeta persiano Zarathustra che fondò lo Zoroastrismo basato sul culto di Ahura Mazda che vide uscire sotto forma di luce da un disco d’argento in mezzo alle nuvole. Riferimenti a casi di UFO sono presenti in tutto l’Antico Medio Oriente, dai Sumeri alla Persia all’antico Egitto. Sicuramente il cambio di paradigma del Faraone eretico fu comandato da qualcuno.Al museo del Cairo c’è una delle più grandi statue dell’Antico Egitto. Questa statua svela un enorme mistero. La statua in questione raffigura il padre di Akhenaton o meglio il presunto padre di Akhenaton, ovvero Amenofi III il Grande, che regnò nel periodo di massima potenza ed espansione dell’Egitto. Accanto al dio c’era la regina Tiye. I due ebbero quattro figli, un maschio e tre femmine.Questa statua è il ritratto di famiglia: sono raffigurati Amenofi III, la regina e le loro tre figlie ma manca Akhenaton e questo è sensazionale perché avrebbe dovuto essere l’erede al trono. Non includerlo nel ritratto di famiglia, nella statua più grande della storia d’Egitto, è qualcosa di veramente assurdo.Perché Akhenaton non appare? La famiglia reale ha ignorato l’erede al trono?Anche nella sua infanzia sembra che ci sia stato qualcosa di sbagliato. Mentre le sorelle hanno ricevuto titoli e onori, la presenza di Akhenaton non è nota.Amenhotep III. Quando la corte faraonica si recava nei templi per le offerte votive al dio Amon, le presenze venivano registrate e in questo gli antichi egizi erano estremamente precisi nel redigere quelle registrazioni ma di Akenaton nemmeno l’ombra. Nessun Amenofi IV è stato registrato per le offerte votive.Nell’antico Egitto tutto ruotava attorno ai templi e alle migliaia di sacerdoti del re dio. La comunità scientifica suppone che il principe Akhenaton fosse stato bandito dai templi quando la famiglia reale portava doni agli dei e si diffuse la voce che persino gli dei non accettavano il ragazzo.A 300 km a sud delle piramidi di Giza troviamo Amarna. Nascosti sotto la sabbia ci sono i resti di uno dei siti archeologici più misteriosi di tutto l’antico Egitto. In questo luogo, 3000 anni fa, accaddero cose molto strane: qui nacque una nuova religione per ragioni e manifestazioni celesti che ancora oggi ci sono sconosciute, un faraone deforme morì lasciando dietro di sé un mistero che gli egittologi stanno ancora cercando di risolvere oggi.Alla fine del secolo scorso Flinders Petrie, il fondatore dell’egittologia moderna, scoprì un’enorme città perduta nel deserto.Tutto era come previsto, c’erano templi e palazzi ma mancavano le scene classiche del faraone che marciava in battaglia, mancavano le scene del faraone che sconfiggeva i suoi nemici. Non c’erano nemmeno le solite scene del faraone che faceva offerte alle divinità egizie e non erano presenti nemmeno le divinità classiche.Dalla scoperta di Amarna siamo venuti a conoscenza dell’intera storia del faraone eretico e del cambiamento del paradigma religioso. Nei 4000 anni di storia dell’Egitto, Akhenaton è l’unico faraone che è stato mostrato con un viso lungo, un petto flaccido e i fianchi larghi. In un’epoca in cui, indipendentemente dal vero aspetto, il faraone veniva sempre mostrato in modo imponente e perfetto.Akenaton sembrava letteralmente una creatura di un altro mondo, catapultata nel deserto egiziano per portare un drastico cambiamento di paradigma all’umanità. E cosa sia realmente accaduto in Egitto nel 1350 a.C. rimane un mistero.AmarnaNel 1922, la scoperta da parte di Howard Carter della tomba quasi intatta di Tutankhamon ricevette all’epoca una copertura mediatica mondiale, suscitando un rinnovato interesse per l’Antico Egitto. La maschera funeraria del faraone stesso rimane il simbolo più popolare tra i reperti della sua tomba.Dal 1922, il faraone Tutankhamon, figlio di Akhenaton, è diventato il simbolo moderno dell’antica cultura egizia. Tutankhamon o “Immagine vivente di Amon”, è il nome del re preceduto dall’epiteto Sa-Ra o Figlio di Ra nel titolo reale.Infatti, non è un segreto che i lignaggi faraonici derivino direttamente dagli dei Guardiani, le antiche divinità discese dal cielo che costrinsero i primi faraoni a prolungare gli imperi attraverso stretti legami di sangue.Il pugnale alieno del faraone Tutankhamon. Questo pugnale è alieno, nel senso letterale. Il materiale di cui è fatto questo antico manufatto proviene dallo spazio interstellare ed ha viaggiato per miliardi di anni nello spazio.Poiché la composizione e l’omogeneità della lama sono strettamente correlate alla composizione e alla omogeneità dei meteoriti, è stato determinato accademicamente che il materiale per la lama ha avuto origine da un impatto con un meteorite.Ciò significa che nel 1330 a.C. circa, quindi più di 3000 anni fa, per qualche strana ragione gli antichi egizi riuscirono a ottenere consapevolmente il metallo dai meteoriti.Basti pensare all’importanza rituale che dedicavano ad oggetti simili all’epoca: non solo era il pugnale del re dio ma il pugnale stesso era caduto dalle stelle che studiavano e desideravano ardentemente.Dagli anni ’60, l’elevato contenuto di nichel nella lama del pugnale è stato accettato come indicativo di origine meteoritica. Uno studio più recente pubblicato nel 2016, derivato dall’analisi dello spettrometro a fluorescenza a raggi X, mostra che la composizione della lama è principalmente ferro, 11% nichel e 0,6% cobalto. Ciò significa che la sua composizione è collocata nella media di un gruppo di 76 meteoriti di ferro precedentemente scoperti nella zona.Il contenuto di nichel nel metallo fuso della maggior parte dei meteoriti di ferro varia dal 5% al 35% mentre non supera mai il 4% nei manufatti storici in ferro provenienti da minerali terrestri prodotti prima del XIX secolo.Il pugnale di Tutankhamon è letteralmente un’anomalia perché è composto dal 11% di nichel e dallo 0,6% di cobalto. Questa scoperta di inestimabile valore, è uno dei misteri dell’antico Egitto.All’epoca della mummificazione del faraone Tutankhamon, intorno al 1123 a.C. – età del bronzo – la fusione e la lavorazione del ferro erano molto rare, persino per gli antichi egizi che avevano risorse e imperi molto ricchi.Gli oggetti in ferro venivano usati solo per scopi artistici, ornamentali, rituali, da regalo e cerimoniali, quindi il ferro in quell’epoca era più prezioso dell’oro.La determinazione della presenza del ferro nel passato molto antico, nonché dei metodi di lavorazione ma soprattutto tutto ciò che riguarda i metodi di lavorazione utilizzati per ottenere la fusione e introdurla in altre civiltà, è stato oggetto di studio e di discussione accademica.Il pugnale alieno del faraone TutankhamonDal tardo Neolitico all’Età del Bronzo, le antiche culture del Mediterraneo orientale raramente utilizzavano il ferro.I metodi di lavorazione del ferro in tempi così antichi e gli stessi usi del materiale, così come la sua dispersione e circolazione all’interno delle società preistoriche e antiche, sono questioni molto controverse all’interno della comunità scientifica, proprio a causa delle lacune nelle conoscenze e nei dati. Inoltre, è sempre stato difficile ottenere il permesso per testare gli antichi manufatti egizi. Dovevano essere testati con test non distruttivi, di certo non potevano fondere il pugnale di Tutankhamon.Ci sono voluti i progressi nelle tecnologie utilizzate per un’analisi più approfondita dei reperti, cosa che ovviamente è accaduta negli ultimi 20 anni, che ha permesso nuove applicazioni analitiche e non c’è quasi ombra di dubbio, sebbene ci siano lacune storiche incredibili riguardo al modo in cui lavoravano il ferro e soprattutto riguardo all’estrazione del ferro dai meteoriti nel 1330 a.C. quando a quanto pare, fu realizzato il sacro pugnale del faraone ragazzo.Anche se dicevano di essere figli degli antichi dei, anche se le dinastie faraoniche dicevano di essere in contatto costante con gli dei, il pugnale di Tutankhamon fu fuso da rocce meteoritiche in un periodo storico in cui la capacità degli antichi egizi di lavorare il ferro era molto scarsa.Ad Assuan c’è il più grande obelisco incompiuto d’Egitto e ci si chiede come siano riusciti a lavorare il granito, un materiale davvero duro. La Sfinge e le piramidi sono fatte di calcare molto più lavorabile mentre alcune statue e opere dell’antico Egitto sono composte dalle rocce più dure del mondo.Il taglio in sé non è poi così importante. Nella cava di granito di Assuan, un obelisco ordinato dalla regina Hatshepsut può ancora essere visto parzialmente attaccato alla roccia che, se completato, sarebbe stato il più grande mai costruito in Egitto. Fu abbandonato perché qualcosa andò storto e si crearono delle fratture nella roccia.Cava di granito di AssuanCiò che resta difficile da spiegare è lo straordinario livello di levigatura e lucidatura delle statue realizzate con pietre ancora più dure del granito come la diorite. Per lavorare il granito è possibile che abbiano utilizzato la diorite anche se ritengo che sia dura e nonostante le speculazioni non è mai stata trovata una prova certa di questa affermazione. Ma anche se si suppone che abbiano utilizzato la diorite per lavorare il granito, cosa hanno utilizzato per lavorare la diorite?Per informazione, la diorite si lavora con punte di diamante. La scala di Mohs è un criterio empirico per valutare la durezza dei materiali e la diorite è una delle più dure del pianeta.La diorite era così importante per le civiltà mesopotamiche che le campagne militari contro alcuni paesi del Golfo Persico avevano lo scopo di raccogliere anche quel materiale. Nei musei egizi di tutto il mondo sono presenti statue e manufatti in diorite. Nel corso degli anni sono state avanzate ipotesi relative a paste abrasive fatte di fango e cristalli di quarzo ma non ci sono assolutamente certezze. L’unica vera prova che abbiamo, l’unica certezza è che il rame egiziano non può scalfire il granito, figuriamoci la diorite.Esistono i diabasi, cioè rocce magmatiche con grane diverse, dolerite, diorite ecc… il diamante può lavorare la diorite ma gli egiziani di certo non lavoravano statue con punte di diamante, per quanto ne sappiamo.
Forse la dolerite sarebbe in grado di lavorare la diorite o la diorite con la diorite ma non ci sono certezze. L’unica certezza che abbiamo è che gli antichi egizi nel 3500 a.C. non solo ricavavano il ferro dai meteoriti ma mentre il resto del mondo non era nemmeno in grado di eguagliarli, disponevano di abilità e tecniche molto insolite. Resta un mistero, non tanto il taglio ma certi angoli, proporzioni e lavori di lucidatura su pietre molto dure, dal granito alla diorite.L’ipotesi più accreditata è che pietre di diorite lavorate a mano sono state trovate anche prima degli egiziani, addirittura al tempo dei Sumeri in Mesopotamia.La statua in diorite di Kefren, risalente alla quarta dinastia egizia nel 2600 a.C.I dettagli scolpiti in una roccia che oggi tendiamo a lavorare con punte di diamante sono davvero incredibili. Inoltre, il trono di Kefren dimostra che la statua è stata scolpita da un unico blocco di diorite.Come facevano gli egizi ad avere tali capacità? Una cultura davvero affascinante.Ci sono così tanti aspetti misteriosi di questa antica civiltà che nonostante siano stati ripetuti per 200 anni, non cessano mai di affascinare giovani studiosi e ricercatori in tutto il mondo.Pensate all’eredità duratura di queste straordinarie civiltà. Ogni geroglifico, ogni monumento e ogni tomba non solo ci ricordano una storia di potere e fede ma ci sfidano anche a guardare oltre il velo del tempo e a scoprire cosa significa essere umani.Gli antichi egizi ci hanno lasciato un messaggio immortale: la ricerca della conoscenza e del significato è una parte essenziale del nostro viaggio collettivo. Forse la vera grandezza del loro mistero risiede nel continuo risveglio della nostra meraviglia e curiosità.Ricordiamoci che i misteri dell’antico Egitto non sono solo una finestra sul passato ma anche un invito a continuare a cercare, scoprire e sognare. Ogni volta che avviciniamo la nostra mente a questa antica cultura del passato, ci rendiamo conto che non cessa mai di stupirci e affascinarci.Antico EgittoI misteri che circondano le sue monumentali piramidi, i suoi enigmatici geroglifici e la sua avanzata conoscenza astronomica, continuano letteralmente a sfidare la nostra comprensione. Gli allineamenti celesti delle piramidi con le stelle della cintura di Orione ci lasciano senza parole, suggerendo una profonda connessione tra cielo e Terra, tra dei e uomini.Ma c’è di più: gli antichi Egizi possedevano una sorprendente conoscenza dei movimenti delle stelle e delle stagioni, una saggezza che sembra troppo avanzata per la loro epoca; poi ci sono le storie che parlano di visitatori provenienti dalle stelle. Possiamo davvero escludere la possibilità che siano stati influenzati da civiltà extraterrestri o comunque non umane?Le raffigurazioni di esseri con caratteristiche non umane, tecnologie apparentemente senza tempo e racconti di dei che scendono dal cielo sono tutti indizi che ci portano a riflettere su una storia dell’umanità che è molto più complessa e interconnessa di quanto abbiamo mai immaginato.L’antico Egitto ci lascia più domande che risposte e forse è proprio questo il suo dono più grande: spingerci a guardare oltre i confini della nostra conoscenza, ad esplorare l’ignoto ed a cercare la verità tra le stelle.Mentre osserviamo il cielo notturno non possiamo che meravigliarci e chiederci: siamo davvero soli nell’Universo?Forse, come sembrano suggerire gli antichi egizi, le risposte sono già lì, nascoste tra le lontane costellazioni e galassie che aspettano di essere scoperte.

 

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