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LA UMANITA' DEL BENGALESE E LA BESTIALITA' DEI TEPPISTI

Post n°113 pubblicato il 04 Novembre 2017 da giulio.stilla

 

LA UMANITA’ DEL BENGALESE E LA BESTIALITA’ DEI TEPPISTI.

La protervia e la vigliaccheria di certi malviventi, minorenni o maggiorenni che essi siano, avvezzi ad aggredire persone inermi e non difese adeguatamente dalle Leggi dello Stato, mi indignano oltre misura ovvero mi procurano un malessere interiore, che va al di là di ogni mia capacità di sopportazione. Mi riferisco all’aggressione subita da un giovane migrante del Bangladesh, alcuni giorni fa, a Roma, mentre rincasava a casa dopo una giornata di stressante lavoro, da parte di sciacalli, figli, evidentemente, di famiglie benestanti e di puttane, che non trovano altra maniera di esprimere la loro libidine che aggredire in modo feroce un indifeso ragazzo bengalese. Amano nascondersi dietro un vessillo di un presunto “partito politico”, o meglio di un’associazione a delinquere, che incita alla violenza e al razzismo e che, pertanto,  di politica non esprime nulla, tranne la tracotanza malvagia di chi persegue la distruzione della società civile e l’imbarbarimento delle relazioni sociali, fondate sul rispetto reciproco, sulla tolleranza delle idee altrui, sul rispetto fisico e spirituale delle diversità, sulla tutela delle libertà degli altri per la difesa strenua delle libertà di ognuno. La nostra Civiltà greco-latina, cristiana, rinascimentale, illuministica e romantica, al di là della guerra, tutt’ora virulenta e speciosa, tra fascisti ed antifascisti senza fascismo, riproposta ad arte, in questi giorni, in vista delle prossime Elezioni nazionali, dovrebbe far riflettere, prima che la Scuola Italiana, in perenne ricerca di una equilibrata sistemazione pedagogica e disciplinare, in affanno a perseguire la progressività scientifica e tecnologica dei nostri tempi, dovrebbe far riflettere, dicevo, le famiglie italiane, quasi sempre avulse dall’impegno etico e tese a cogliere mete sociali, intrise di grezzo materialismo economico, ludico e voluttuario, in un contesto sociale ed ambientale pervaso da un diffuso relativismo morale e conoscitivo.

Se le leggi dello Spirito sono le leggi della non violenza e dell’Umanità, come ci hanno insegnato le Filosofie Idealistiche, a cui spesso dicono di ispirarsi sedicenti Partiti politici, che le croniche di questi giorni ci informano essere impegnati ad indottrinare giovanissimi ragazzi all’odio e al razzismo, allora la ignoranza assoluta di certe Congreghe procede di pari passo con la Violenza vile e criminale con cui aggrediscono gli immigrati di colore, che lavorano a due euro all’ora sul territorio della intera Penisola.

La ignoranza assoluta e la violenza criminale di questi facinorosi hanno luogo a distanze siderali dai Valori a cui dicono di ispirarsi i mandatari ignoranti di essi manigoldi. Sono i Valori dello Spirito, come l’amore per la Patria, per la Famiglia, per la Tradizione, per la propria Religione, per il nostro Umanesimo e per la nostra Civiltà rinascimentale ed illuministica. Questi non sono affatto patrimonio di chi pensa ed agisce in termini e concetti di aggressione e soppressione fisica di giovani indifesi, in balia della propria sofferenza e in disperata ricerca di una sua dignità di uomo e di lavoratore. Le Leggi dello Spirito rifuggono dalla violenza materiale e aborriscono la degenerazione dei costumi e l’abbrutimento fisico e morale. L’Uomo nasce libero e uguale all’altro uomo nei suoi diritti naturali sotto qualsiasi latitudine e in qualsiasi contesto sociale, in un tugurio o in una civile dimora, in una capanna o in una abitazione dorata. L’Uomo ha il diritto fondamentale di esprimere sempre la sua Essenza, che non è di certo la Violenza bruta, ma la sua Umanità, che nessuno ha il diritto di offendere e violentare, perché, oltraggiandola in una sola persona, la si calpesta e la si distrugge in ogni uomo. Non basta, quindi, l’esecrazione verbale di queste azioni così violente che, alcuni giorni fa, hanno ridotto in fin di vita un giovane bengalese, con il favore delle tenebre, la irresponsabilità dei teppisti e la ignoranza ottusa degli istigatori, avvezzi all’odio, perché mai educati dalla Scuola e dalle famiglie a fare emergere la propria Umanità, rimasta inconscia e sepolta nel fondo del proprio “Io”, tanto prepotente ed arrogante quanto vile ed imbecille.

L’altro giorno, nella Rubrica dell’antenna televisiva La7, in onda ogni mattina con il titolo “L’Aria che Tira”, la sua conduttrice, la giornalista Mirta Merlino, ha intervistato un giovane Eroe italiano che da molti mesi ha combattuto la sua guerra contro le belve assetate di sangue e di prede dell’ISIS, rischiando ogni giorno la sua vita contro i mostri disumanizzati dal fanatismo pseudo-religioso e pseudo-politico, in nome e alla luce dei propri ideali, per l’affermazione sacrosanta della Umanità di tutti, la Dignità della Persona e la difesa di popolazioni trucidate nelle loro dimensioni di essere bambini, donne, anziani e derelitti in condizioni di disabilità.

Queste entità del Male, i bravacci di Roma, se avessero il coraggio degli uomini, tirerebbero fuori gli attributi virili e prenderebbero esempio e modello di esistenza dall’Eroe Italiano che rischia la propria vita sua sponte, senza essere mandato da nessuno, per andare a combattere chi si addestra a distruggere lo Spirito del Mondo, l’Umanità e la nostra Cristianità.

 

 
 
 
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