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« SANGUINELLELA BALLATA DI RECULO »

smemorandum

Post n°18 pubblicato il 11 Aprile 2010 da graphitis
 
Foto di graphitis

vuoto di memoria

Salve! Ti parlo di me. Anche se non sono sicuro se sto parlando di te. O di un altro.
Il fatto è che non mi ricordo o che ricordo solo quello che sto scrivendo. Nel momento in cui lo sto scrivendo o leggendo. Forse questo non è ricordare: è scrivere o leggere. Ma che cosa potrei scrivere o leggere se non ricordassi? Quindi in certo senso ricordo, anche se per un istante. Perché, tu quanto ricordi? Davvero? Allora perché non scrivi? Ah già, tu ricordi. O sono io che ricordo. Ma non ricordo di ricordare.

*

Io sono un uomo politicamente utile. Tutto quello che i politici hanno detto, io non lo ricordo. Così loro non hanno bisogno di smentire, di negare. Anzi, è meglio che non lo facciano, perché diversamente mi ricordano. Neanche i politici ricordano. Che cosa dovrebbero? Quello che hanno promesso? Quello che dicono di essere? Ma sono sempre identici? Di sé si ricordano, oh sì! Come potrebbero diversamente: riempiono tutto di sé. Anch’io riempio di me il piccolo spazio che mi sono ritagliato, questa pagina vuota.

*

 

Una mia amica ascolta volentieri le barzellette e tutti le raccontano volentieri barzellette. Nuove o vecchie, non importa. Lei ride sempre. Perché non le ricorda. Non è bello così? Vorrei ricordare anch’io delle barzellette per raccontargliele; ma io ricordo, voglio dire, vedo solo lei che ride.

*

 

Oggi avevo trovato una parola. Tutti mi hanno detto che era una parola terribile. Io non ricordavo che era terribile. Così l’ho detta. Così la scrivo: Shoah. Il mio computer non se la ricorda, perciò la sottolinea in rosso. Ho chiesto che cosa volesse dire e mi hanno risposto che è una parola ebraica, che vuol dire olocausto. Ho cercato la parola olocausto e ho letto che era un sacrificio, dove la vittima veniva bruciata sull’altare, completamente. L’ho chiesto ad un rabbino e mi ha detto che l’altare non c’entra, che Shoah vuol dire “la grande sventura”. Io gli ho detto: Mi dispiace, non ricordo. Lui mi ha risposto: Non sei il solo. E se n’è andato.

*

 

Ho trovato un’altra parola: Gaza. Un palestinese mi ha guardato triste, indignato. Poi mi ha detto: Come? Non ricordi più? Aveva tanto dolore negli occhi, come l’ebreo. Che sia anche quella una Shoah? A chi potrei chiederlo?

*

 

C’è un signore che deve aver capito che sono smemorato; così per me e per tutti quelli come me si sottopone ad una corvée inumana: è sempre presente, sui giornali del mattino e della sera, e a tutte le ore alla radio e alla TV. Questo signore sa come comportarsi con gli smemorati come me, perciò ricorda ogni volta che lui è il miglior governante, il miglior padre di famiglia, il miglior fottitore, il miglior umorista, il miglior clown e insieme il più onesto, paterno, provvido, onnipotente, onnisciente dei governanti. Non sto parlando di dio, ma potrei anche sbagliarmi, perché non ricordo bene. Ebbene, queste sue attenzioni con me funzionano, perché ogni volta è come sentire una barzelletta irrimediabilmente dimenticata. Solo che con lui non c’è molto da ridere.

*

 

 

 
 
 
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