Alcuni dei manifesti realizzati da Agostino Vaccari. FOTO RUGGERO ROAN
Stop alle auto blu, basta sprechi e privilegi ai funzionari di Stato. Sono le richieste-accuse stampate sui manifesti che appaiono in questi giorni in varie zone della città. In tempi di campagne elettorali, con le amministrative all'orizzonte, non c'è da stupirsi - si potrebbe obiettare. Osservazione legittima se a firmare i manifesti fossero un partito o qualche movimento civico pronto a candidarsi. In realtà, dietro alla singolare iniziativa c'è un Don Chisciotte dei giorni nostri, di 85 anni, che si dice stanco degli sprechi all'italiana e lancia la sua personale crociata. Non si è limitato a far affiggere i manifesti a Thiene, ma li ha portati anche a Cittadella, Castelfranco e Bassano, città che considera in qualche modo simbolo di un Veneto glorioso ma anche scricchiolante.
Agostino Vaccari, artigiano in pensione figlio del Nordest ingegnoso e con un titolo di Cavaliere della Repubblica, da qualche tempo si sente il sangue ribollire. Prima ha cominciato a scrivere lettere aperte brontolando davanti ai dipendenti di vari uffici pubblici e agli amministratori. Poi ha deciso di passare all'azione autofinanziandosi la campagna stampa.
«Sono stanco degli sprechi - afferma Agostino Vaccari -. Io dico stop alle auto blu, non solo nel Veneto, ma in tutta Italia. Si calcola che siano almeno 650 mila, vi pensate che spreco c'è dietro a questo assurdo carosello di funzionari e autisti? Il presidente degli Stati Uniti Obama ha tolto i privilegi di Stato, non capisco perchè non possiamo farlo anche qui in Italia».
Vaccari ce l'ha anche con la Rai. «Vorrei proprio sapere - dice - quanti soldi di canone riceve la nostra televisione nazionale da ogni singola regione. Dico questo perchè di sicuro in alcune zone d'Italia il canone è un perfetto sconosciuto, mentre noi continuiamo a pagare tutto».
Una rivendicazione tutta veneta, quella dell'artigiano, che però va oltre gli interessi dei partiti autonomisti. «Sono tutti uguali, predicano bene ma razzolano male e quando arrivano a Roma si spartiscono le poltrone invece di fare i nostri interessi. È ora di dire basta a questi signori».
Arrabbiato, deluso, esasperato. Sono le parole giuste per definire Vaccari, il quale dice di non accontentarsi di questa sua nuova iniziativa e vorrebbe che il suo malcontento arrivasse a cnoscenza anche ai pezzi grossi del governo. «Signor ministro Maroni cosa aspetta, si dia una mossa: sono troppi i silenzi», scrive nel suo "j'accuse" nella speranza che il rappresentante di governo batta un colpo per far capire che c'è.
Dennis Dellai
Inviato da: ioxamicizia
il 26/03/2009 alle 19:28
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il 13/03/2009 alle 19:56
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il 12/03/2009 alle 12:57
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