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conoscenza filosofica e conoscenza tradizionale - IX -

Post n°16 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da laura.foggiato
 

L'elemento che riconduce il ricordo di una cosa conosciuta, può essere inferiore, per somiglianza, alla cosa cui riconduce.

Vi è la possibilità che l'uomo giunga a conoscere entità nominate similmente a cose materiali, ma, da esse diverse per natura, e tali da poter far dipendere da loro, per partecipazione, le varie cose, giustificando il criterio di uguale definizione, secondo un principio di dipendenza, ove risulta che varie cose possono essere nominate in modo uguale rispetto all'ente dal quale dipendono, traendone caratteristiche, comunque, su un piano ed ad un livello inferiore.

Il processo conoscitivo dell'uomo riesce a giungere alla comprensione di tali enti, procedendo dall'apprendimento sensibile delle cose che partecipano a questi enti, e, che da questi dipendono.

L'uomo giunge alla conoscenza degli enti per reminiscenza, iniziando, cioè, a percepire ciò che ad essi richiama e rimanda, giunge a ricordare così, appunto, quanto l'anima, prima dell'incarnazione, esistendo essa, comunque, autonomamente ed indipendentemente rispetto alla propria incarnazione, ha conosciuto delgi enti, anche se l'incarnazione, per quanto riguarda la capacità conoscitiva, oltre ad essere accidentale, risulta, nel complesso deficitaria.

Il ricordo si verifica quando, l'uomo, che nell'indagine di ricerca regola ed imposta la propria conoscenza, anche perché tale deve essere la sua forma primitiva, sull'apprensione sensoriale, percependo, appunto, dà modo all'anima, che, invece, nell'incarnazione, ha dimenticato la propria specifica conoscenza degli enti, di poter ricordare, avvalendosi di ciò che diviene per essa un richiamo, un rimando agli enti, per il fatto stesso di dipendere da questi per partecipazione, e, quindi, per definizione e caratteri, comunque di livello inferiore.

Ora, la questione stessa della definizione riporta all'esistenza delle Idee, all'immortalità dell'anima ed alla sua capacità di portare vita ai corpi, e, dell'ispirazione e della costante aspirazione del mondo, della materialità alle Idee, dalle quali dipendono, partecipandovi.

Per quanto la discussione sulla correttezza dei nomi, dipendente dalla naturalità dei nominati o dall'arbitrio dei nominati, in questo senso non sia strettamente pertinente, il fatto che oggetti con date caratteristiche vengano definiti, non solo, quindi, descritti, ma, determinati dal nome loro attribuito, determina che, nell'attribuzione, ai fini stessi della sua correttezza, vi sia il riconoscimento di caratteri tali da poter essere in un dato modo denominati, caratteri simili per cose simili, nell'utilizzo di parole capaci di dire come essi siano.

Nel riconoscimento di oggetti tali da essere chiamati in un dato modo, si riscontra la conoscenza di ciò che determina la definizione; conoscendo, cioè, ciò che esiste in un modo e riscontrando un richiamo ai medesimi caratteri, si attua una assimilazione in grado di dipendenza, naturalmente, dipendenza della cosa che richiama, rispetto alla cosa che è, assimilando nel medesimo nome, che, definendo allo stesso modo, mostra l'affinità di caratteri.

 

Da tale ragionamento è necessario dedurre che, ciò che nell'uomo procura conoscenza, cioè l'anima, debba esistere prima della presa di un corpo, cioè prima della generazione di un uomo, dato che essa ha conoscenza di ciò che esiste al di là dell'ambiente naturale e consono all'uomo, nel suo insieme, estraneo a dove si verifica la generazione dei corpi; l'anima stessa, quindi, ha natura tale da essere affine a ciò che conosce, per tanto dispone di assoluta autonomia rispetto alla temporale forma di esistenza del corpo; ma, anzi, il corpo, affinché possa avere vita, dipende dall'anima, e, l'uomo può perseguire la conoscenza, esercitandosi ad isolare l'anima dal corpo, permettendo che essa possa avere modo di intelligere indisturbatamente, in modo conforme alla propria natura; per quanto, d'altra parte, sia necessario ammettere che, nell'uomo, il processo conoscitivo ha inizio solamente partendo dalla percezione sensibile, dalla comprensione del corpo; da tale livello è,poi, possibile che inizi l'ascensione alla conoscenza e l'autonoma intelligenza dell'anima; m dato che l'anima incarnata difetta nella sua funzione specifica, per il fatto stesso di essere incarnata, è necessario che essa debba avere, a mo' di supporto iniziatico, uno sprone a ricordare la propria specifica conoscenza, e, tale sprone, viene dato dal sensibile, che è oggetto di conoscenza del corpo e che richiama l'intelligibile del quale partecipa. 

 
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