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La Malva

Post n°46 pubblicato il 24 Agosto 2014 da DriadeSalicornia






La malva, Malva silvestris L, chiamata anche varmetta,
riondella, melba, miloghia, nalba, fa parte della famiglia
delle Malvacee.
Cresce dal mediterraneo fino alle regioni montane, lungo i
sentieri e sui terreni incolti, fino a 1.300 metri, ma solo in terreni
molto azotati, giardini o concimaie.
Il suo mome deriva da da mal va, cioè "male che mi perseguiti,
vattene!"
Dal VIII secolo a. C. è stata usata come ortaggio, se ne
mangiavano i teneri germogli, e come rimedio medicamentoso.
Cicerone ne era telmente ghiotto che ne faceva spesso indigestione,
Marziale la usava come cura riparatrice dopo un'orgia;secondo Plinio,
una pozione a base di succo di malva evitava malesseri per tutta
la giornata.
I Pitagorici la consideravano una pianta sacra con il potere di liberare
gli uomini dalla schiavitù delle passioni ( ah questi uomini
sempre succubi di certi istinti...).
Carlo Magno la volle come pianta deorativa nei suoi giardini
imperiali.
Nel XVI secolo in Italia era denominata omnimorbia: rimedio
per tutti i mali.
I vari decotti e preparati con malva curano ascessi, afte, asme,
bronchiti, mal di denti, bruciore agli occhi, emorroidi, funghi, obeistà,
punture, tosse, nervososmo, foruncoli,obesità.
La malva rientra nella ricetta delle tisane dei quattro fiori, composta
di sette specie: rosolaccio, farfara, piede di gatto, verbasco, altea
e viola mammola.
I fiori essiccati diventano blu e si decolorano poi alla luce.
Anticamente veniva anche seminata intorno ai sepolcri per
conferire pace e serenità
alle anime dei defunti.
Era infatti simbolo di dolcezza.


Buona domenica:))))



 
 
 

La Margheritina

Post n°45 pubblicato il 23 Agosto 2014 da DriadeSalicornia

 

Oggi parlo di un fiorellino bellissimo nella sua semplicità:
la margheritina.
Un piccolo sole che risplende nei nostri prati portando
allegria e primavera!
La margheritina, Bellis perennis L., chiamata anche pratolina,
belligiurni, fa parte della famigliea delle Composite.
Il suo nome deriva da bellis, elegante, bello; perennis, cioè
perenne.
La si può trovare ovunque, nei prati, sui margini dei viottoli,
in alturae in pianura, fino a 2.400 metri.
Fiorisce intorno a Pasqua, a volte anche prima, e resiste fino
a -17 gradi!
Durante la notte, quando il cielo è nuvoloso oppure piove
i capolini si inclinano e si chiudono; di giorno seguono il corso
del sole.
Conosciuta fin dal Rinascimento le sue proprietà vennero
trascurate in Germania fino al XVIII secolo perchè ritenute,
a torto, abortive.
Fiori e foglie fresche triturate leniscono i dolori di contusioni
e distorsioni.
La medicina omeopatica usa una tintura estratta dalla pianta
fiorita come tonico sui vasi sanguigni.
Essiccate hanno proprietà antinfiammatorie, depurative,
diuretiche, toniche, vulneriche,sudorifare, espettoranti.
Mescolata con il tarassaco e la fumaria cura l'atonia del fegato.
Un tè di margehritina bevuto tre volte al giorno è un ottimo
ricostituente per bambini sottopeso.

 
 
 

Aiuti contro il diabete

Post n°44 pubblicato il 22 Agosto 2014 da DriadeSalicornia










Alcune erbe attenuano i malesseri causati dal diabete.
Il mio Paiolo consiglia di mangiare avena, aglio, carciofi, cavoli,
cipolle crude, fagiolini, lenticchie, lievito di birra, mais, miritilli,
noci, nocciole, topinambur, soia, tarassaco.
Inoltre possono essere utili questi rimedi:

Infuso di salvia:
Lasciare in infusione 20 grammi di foglie di salvia in un litro
d'acqua per 10 minuti.
Berne 3 tazze al giorno.

Decotto di mirtillo:
Bollire 30 grammi di foglie essiccate e 10 grammi di pianta
secca di miritillo in un litro d'acqua molto calda, ma non
bollente, per 5 minuti.
Berne 2 taze al giorno lontano dai pasti.

Infuso di ortica :
Lasciare in infusione per 15 minuti 5 cucchiai da
minestra di ortica
in un litro d'acqua bollente.
Filtrare  e berne 2 tazze al giorno lontano dai pasti.

Infuso di agrimonia:
Lasciare in infusione per 10 minuti 3 cucchiai grandi di
fiori e foglie di agrimonia
in un litro d'acqua bollente.
Filtrare e berne 3 tazze al giorno.

 
 
 

Il Rosmarino

Post n°43 pubblicato il 21 Agosto 2014 da DriadeSalicornia






Oggi perlerò di una bellissima pianta che noi tutti amiamo per il
suo profumo, la bellezza dei suoi fiori e il suo aromatico sapore:
il rosmarino.
Il rosmarino, Rosmarinus officinalis L., chiamato anche ramerino,
rosmarina, rusmarin, osmari, tresomarino, fa parte della famiglia
delle Labiate.
In Italia cresce spontaneo lungo tutta la costa del Mediterraneo,
prediligendo i posti soleggiati e asciutti fino a 1.500 metri.
Chi di noi non ne ha mai coltivata una piantina in un vaso? A me
piace così tanto che ne ho cespugli interi nel mio giardino!
Sembra che il suo nome latino, rosmarinus, derivi al celeste dei
suoi fiori che ricorda molto il colore del mare.
Gli antichi romani solevano ardere il rosmarino per espanderne
l'aromanei templi e durante le feste, prima della scoperta
dell'icenso( io continuo a preferire il rosmarino).
Nel medioevo Carlo Magno lo aveva inserito nel suo Capitulare
tra le settantatrè piante utili e rese obbligatoria la sua coltivazione a
tutti i contadini e sudditi del regno.
Nel XVII secolo la regina Isabella d'Ungheria, settuagenaria e piena
di acciacchi, ritrovò salute e bellezza proprio grazie a un distillato di
giovinezza al rosmarino, ricetta, disse, ispiratale da un angelo.
Ritornò talmente bella e fresca che il re di Polonia, molto più
giovane di lei, ne riamse stregato al punto da chiederla in moglie.
Adesso tutti sarete curiosi di sapere cosa mai conterrà questo
distillato miracoloso....Ebbene basta mescolare alcolaturo di
lavanda, fiori di rosmarino e menta, distillare ed ecco a voi l'acqua
miracolosa!
Ma il rosmarino non rende solamente belli fuori: è utilissimo per il
sistema nervoso, rinfranca la memoria, restituisce fiducia ai
depressi, agisce contro asma, affaticamento, astenia, cellulite,
pelle grassa,colesterolo, rughe, torcicollo, infiammazioni
intestinali, frigidità, forfora, ritenzione idrica, caduta dei capelli.
Che sia sotto forma di tonico, decotto, tisana, infuso, olio
( buonissimo!) o semplice insaporitore per pietanze questa
magnifica pianta era amata perfino da egiziani ed arabi che la
consideravano come panacea universale.
La marchesa di Sévigné scrisse alla figlia: << Ne vado pazza!>>
Perfino le api lo adorano e ne fanno un ottimo miele!




 
 
 

Il Catecù

Post n°42 pubblicato il 20 Agosto 2014 da DriadeSalicornia






 

 

Oggi parlerò di una pianta esotica: il Catecù.
Il catecù , Acacia catechù Willd, è una pianta
proveniente dall'Africa orientale tropicale, Bengala,
Ceylon.
Fa parte della famiglia delle Mimosacee.
Fu importata in Europa nella seconda metà del XVII
secolo e iscritto nella farmacopea inglese nel 1721.
E' un albero alto una decina di metri simile alla mimosa,
con fiori minuscoli giallo pallido riunite in spighe allungate.
Si utilizza la parte più interna del tronco.
Con il midollo del fusto dell'albero abbattuto si prepara
un decotto che, una volta filtrato ed evaporato, lascia
un residuo bruno rossastro chiamato appunto catecù,
ricco di tannino e vitamina P, con proprietà astringenti,
antiemorragiche, antidiarroiche e rinfrescanti per la bocca.
A me è già venuta volgia di andare in qualche
luogo esotico!!!!


Buona giornata:))))




 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: DriadeSalicornia
Data di creazione: 06/07/2014
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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